Ciascun segmento, modulo, luogo della Stazione ha i suoi pregi, ma anche difetti, che gli astronauti e cosmonauti invidiano alle case degli omologhi colleghi. Oleg Artem’ev ci condivide un piacevole retroscena della vita di bordo tra lui e Matthias Maurer.
È noto, le due camere da letto di Zvezda sono rinomate sulla Stazione, perché sono le uniche ad avere un “lusso” che nessun’altra possiede: un piccolo oblò dal quale puoi vedere la Terra appena sveglio. Ecco dunque che nel mese di aprile Artem’ev e Maurer si sono scambiati i letti per un paio di notti: Il primo ha dormito in Zvezda, il secondo nel Columbus. Nobile il gesto di Artem’ev che ha voluto esaudire il desiderio di Maurer prima del suo ritorno sulla Terra.
Grande risultato, erano più di 10 anni che non riuscivamo a fare un evento con due astronauti ESA nello stesso momento.
Purtroppo i ritardi al lancio di Crew-3 non ci hanno permesso di farlo con Thomas e Matthias, quindi abbiamo dovuto rimandare a questo evento con Samantha e Matthias. Speriamo non passino altri 10 anni prima di avere di nuovo due astronauti ESA nello spazio contemporaneamente
Affermativo @RikyUnreal ! Ne parlavo nell’ottobre 2020, la seconda toilette è stata consegnata con Cygnus NG-14 durante Expedition 63, ma i lavori di montaggio sono andati avanti a spizzichi e bocconi.
Non mi aspettavo di trovare la ISS al buio durante il sonno degli astronauti, credevo che le luci rimanessero sempre e comunque accese. Fa una certa impressione…chissà come dev’essere svegliarsi in piena notte per andare a fare una capatina in bagno e ritrovarsi soli, fluttuanti con solo i led di operatività dei vari computer , macchinari di bordo senza voci, nessuno nei paraggi perchè tutti a dormire…e poi approfittarne per fare un mini-tour della stazione in solitaria…scusate, mi viene impossibile non fantasticare quando vedo queste cose
no,ma la mia cucina non rischia di deorbitare,incendiarsi, schiantarsi contro altri satelliti o esser minacciata da milioni di frammenti che viaggiano spediti a circa 27mila km/h immaginavo, che ,una volta chiusi nelle loro cuccette, gli astronauti lasciassero il loro laboratorio con le luci accese, in quanto più comodo in caso di risveglio brusco, trovarsi già tutto pronto e a portata di mano (senza dover perdere quel po’ di tempo, anche se minimo, per riaccendere tutto)
Mi ricordo sempre la chiamata di STRATOS quando facevo console: “Col Flight, lights off in Columbus”, “Col Flight, lights on in Columbus”.
Da terra si vede il cambio nel consumo di corrente, ed è il modo per sapere quando l’equipaggio va a dormire e quando si sveglia.
Tieni anche presente che i crew quarters sono di tessuto, quindi sono un po’ trasparenti alla luce. Lasciare le luci accese disturberebbe il sonno degli astronauti