La priorità per ora è portare giù la EMU che ha avuto problemi e capire cosa è successo. Fino ad allora la ISS rimane No-Go per le EVA, e non ha molto senso lanciare uno spare, casomai dovesse esserci un’anomalia “sistematica” che potenzialmente può capitare su tutte le EMU.
Il mio feeling è che non fanno in tempo a fare le IROSA EVA di Agosto.
Pensavo ai possibili scenari dovuti a questo problema.
Se il trunk della CRS-25 sarà comunque carico con gli iROSA e quanto la coppia di pannelli (una volta parcheggiati sul POA), possano rimanere “unfurled” fino alla prossima possibilità di EVA, sempre che esista per questo hardware una limitazione di tale genere.
Se invece la Dragon porterà su altro hardware in alternativa (sempre che parta per tempo e sia possibile un cambio in tempi cosi stretti), di cosa potrebbe trattarsi.
Che io sappia li portano su perché ste EVA le vogliono fare prima possibile, EMU permettendo, il che significa che possono stare arrotolati per un bel po’…
Sono tre gli studi di ESA in esecuzione in questo momento per questo tipo di problema.
Abbiamo fatto Touching Surfaces con Maurer, un contributo di DLR che è andato su con NG-17 e i cui campioni verranno analizzati a bordo e poi portati giù con SpX-25. Questo studia metalli la cui superficie è stata modificata con nanostrutture che dovrebbero essere anti-microbiche. Qui i batteri venivano dalle dita degli astronauti, che dovevano toccare regolarmente i campioni di Touching Surfaces per “sporcarli” appositamente.
Poi c’è MatISS, che è quello di cui parla l’articolo, che è un contributo di CNES che ha già volato varie volte. Samantha ha installato MatISS-3 nei giorni scorsi, i campioni rimarranno a bordo per qualche mese e poi verranno portati giù per analisi. Questi sono di nuovo dei metalli con superfici idrofobiche che dovrebbero ridurre la superficie “disponibile” ai batteri per attecchire. Qui non è previsto che gli astronauti tocchino i campioni, i batteri arrivano direttamente dall’atmosfera di Columbus.
E infine c’è BIOFILMS, il cui primo dei tre voli è stato con SpX-23 nella expedition 65 e il secondo sarà ora con SpX-25. Questo di nuovo studia il comportamento delle “pellicole biologiche” in presenza di umidità, sulle superfici di diversi materiali. In questo caso i batteri vengono messi sui campioni in maniera controllata a terra, poi si lanciano gli experiment containers, si tengono in incubazione per 15 giorni a bordo e poi si portano do nuovo giù con lo stesso volo, per vedere quanti ne sono rimasti.
Il Canadarm2 (e Dextre) in azione con CST-100 sullo sfondo ripreso da Oleg Artem’ev. @Raffaele_Di_Palma confermi che i movimenti sono coerenti con l’ispezione della capsula prima del rientro?
Yessa, ma non con quello che si vede nel mio video.
Lì si è stata ricostruita tutta la parte d’ispezione al lato starboard della capsula, nel timelapse di Oleg si apprezza il momento finale delle operazioni a ritorno dalla osservazione al lato portside, mancante nella riproduzione virtuale.