Forse a breve terminata la vita operativa di X-37B?

Da prendere per quello che è senza troppe pretese di veridicità, ma l’ho trovata interessante.

Il Dott. Morris Jones è un analista australiano dello spazio ed ha pubblicato una digressione sul futuro dell’X-37B.
L’ho tradotta.

"Il precedente volo ha dimostrato che il veicolo X-37B è tornato indenne dal suo lungo volo, ha compiuto molte manovre di cambio d’orbita ed i test ingegneristici sembrano ottimamente superati.

La missione in corso, seguita da una discreta serie di astrofili, dimostra compiersi nei parametri prestabiliti.

Però cosa ne emerge?
Il terzo volo (secondo di OTV1) potrebbe anche essere l’ultima.

Quale potrebbe essere il contesto operativo per l’USAF? Anche se non vi sono dichiarazioni ufficiali penso una flotta operativa si adispendiosa ed inutle allo stato attuale per l’Aviazione Statunitense.

La sorveglianza è fattibile anche da satelliti in orbita, anzi loro rimangono il sistema migliore per poter effettuare questo tipo di lavoro; la stiva dell’Orbiter è troppo piccola per contenere carichi utili da o per lo spazio ed in essa non vi è spazio per tools di riparazione orbitante.

Da queste ritengo che allo stato attuale la vita dello spazioplano sia breve eche il suo destino sarà quello di rimanere in hangar e fra qualche decennio esposto in un museo.

Piuttosto l’USAF dovrebbe sviluppare una versione più grande per poter disporre di uno strumento attivo, recuperabile e riutilizzabile. Se questa strada sarà intrapresa l’eredità di X-37B sarà viva per lungo tempo."

Non sono molt d’accordo sull’inutilità!
L’X-37B non avrà una grossa cargo bay, ma può caricare molte attrezzature per la sorveglianza di ogni tipo. Rispetto ad un satellite tradizionale può essere sostituita ed aggiornata con molta facilità senza dover “buttare” la spaceship ogni volta o doversi accontentare di quello che c’è per anni (tutta la vita operativa del satellite). Non è una macchina studiata per la riparazione in orbita o per il lancio di grossi carichi, ed infatti non credo lo farà.
Si tratta di una piattaforma da osservazione manovrabile, recuperabile ed aggiornabile, nessun satellite permette questo ad oggi, con le stesse spese ovviamente.

biduum, l’ho scritto all’inizio: prendiamola per quella che è. :wink:

Ah beh, certo!
Volevo solo spendere i miei 2 cents… mi avanzavano… (e non mi passa niente in questa pausa del lavoro :stuck_out_tongue_winking_eye: )

E’ vero, ma per ogni cosa gli si voglia far fare è necessario spendere una montagna di soldi per il lancio, per ogni lancio… e la vita operativa è solo di alcuni mesi, contro i molti anni di un satellite che una volta lanciato sta là per molto molto tempo allo stesso costo… Sono abbastanza d’accordo con l’analista sopra citato, benchè la macchina sia senza dubbio molto “esotica” e “ammaliante” bisogna poi vedere se è davvero utile e conveniente, e in ogni caso non dimentichiamo che è pur sempre un programma sperimentale. Una volta che è stata creata una rete di sorveglianza come quella USA strutturata e stabile ha poco spazio un sistema di questo tipo in questo settore, dove potrebbe trovare una nicchia ad esempio per “tappare” buchi temporanei o “emergenze” particolari… ma a questo punto viene molto limitato dalla disponibilità di un lanciatore e dal processo di approntamento al lancio in tempi brevi… difficile quindi trovargli una nicchia operativa di impiego…
Vedremo…

Dico la mia, tutto il rispetto per l’analista australiano, ma non sono d’accordo.
Una sola riflessione, legata al vecchio adagio “grana poca lassù non si gioca”, in tempi di vacche magre anzi magrissime (come questi) se l’USAF ha deciso di investire una parte rilevante del suo budget spaziale sull’X-37B un motivo ci deve essere.

Una piccola ma significativa nota: i satelliti da ricognizione (per inciso i vari KH-11 e 12) non appartengono assolutamente all’USAF ne vengono gestiti da essa. Sono invece di proprietà e pertinenza dell’NRO (National Reconeissance Office) gli ultimi tentativi dell’USAF di avere piattaforme da ricognizione proprie risalgono agli anni '60 dello scorso secolo (con i vari SAMOS, MIDAS, MOL e Gemini Blue).

Mi sa che Archipeppe ha ragione. Forse l’X-37B si inquadra nella politica di “disaggregation” dell’USAF dagli altri enti. Vedere Aviation Week, http://www.aviationweek.com/aw/generic/story_channel.jsp?channel=space&id=news/awst/2011/04/18/AW_04_18_2011_p20-310777.xml&headline=USAF%20Eyes%20%27Disaggregation%27%20For%20Future%20Sats - non cita l’X-37B, ma la politica è chiara.

Mi pare molto strano che DARPA e USAF si siano impossessate di un programma NASA senza sapere bene cosa farsene, quella è gente con le idee chiare, magari non ottengono tutti i fondi che vogliono, ma sanno sempre bene dove vogliono andare a parare.
Quindi la domanda: non è che forse si sono inventati qualche aggeggio che non trasmette i dati a terra via data-link criptati ma riporta giù i dati fisicamente come i vecchi “Discoverer” con le loro capsule? Se l’USAF avesse un’esigenza del genere, di riportare a terra fisicamente i risultati della ricognizione, un veicolo a rientro portante avrebbe un suo senso, perché potendo atterrare dove loro vogliono non avrebbero il problema che la capsula di rientro cada in mani sbagliate (come nel vecchio film “Base artica Zebra”). Inoltre il fatto di non avere una grande autonomia non sarebbe uno svantaggio, perché le missioni di ricognizione sarebbero comunque piuttosto brevi, altrimenti i dati rischierebbero di tornare a terra già superati. Magari potrebbero spararlo su durante una crisi e farlo tornare a terra dopo pochi giorni. Quando si tratta di interesse militare nazionale, gli americani di soldi ne trovano sempre…
Cosa ne pensate?

Ne penso che hai fatto un’ottima osservazione.

Un vecchio detto nel mondo delle “barbe finte” dice: “non si può intercettare quello che non si trasmette” ossia il metodo più sicuro per passare una qualsivoglia informazione è quella di recapitarla fisicamente all’interessato.
Il che una volta implicava un corriere ed una busta (che poi a sua volta poteva anche contenere un messaggio criptato al suo interno) mentre oggi può voler significare un hard disk da vari tera pieno di dati e/o immagini.

Ammettendo l’utilizzo dell’x-37b quale piattaforma di spionaggio (ELINT, SIGINT o IMINT o altro…), quale sarebbe la necessità (degli intercettati) di intercettarlo a sua volta? e di conseguenza la forte necessità di evitare l’intercettazione delle proprie trasmissioni in uno scenario come quello che descrivete?

Non ti so dire, ma se i data-link dei satelliti-spia sono criptati, un motivo ci sarà! Se uno riesce a generare una falla nella sicurezza delle trasmissioni, non solo sa cosa sa l’altro, ma magari, se è un terzo, può fare il “portoghese” e sapere quello che sanno i primi due.
Prova a pensare: pur di non far sapere quello che sapevano, gli americani hanno taciuto per più di dieci anni il mega-fiasco del’N-1, pur con tutta la pubblicità che potevano farsi del tipo noi ce l’abbiamo fatta, loro no, ed hanno appoggiato la mega-balla di Breznev che la corsa alla luna era sempre stata una corsa con un solo concorrente…
Comunque Albyz ti prego abbi pietà di un povero vecchio… non mi sono ancora abituato alla tua forza dialettica… :cry:

No no ma per carità! C’è sempre tempo per imparare… :wink: per questo chiedevo sinceramente, non riuscendo a comprendere per quale forte motivo (dal costo di centinaia di milioni di dollari direi…) ci possa essere tutta questa necessita per evitare di subire un’intercettazione di dati, a loro volta già intercettati, nella ritrasmissione a Terra… chiedevo :wink:
La mia idea su questa analisi l’ho scritta sopra e da allora direi che non è variata :wink:

Non so dirti, le mie conoscenze in materia non sono adeguate per darti una risposta che possa convincerti. Di un’unica cosa sono sicuro, l’USAF non ha mandato su quel giocattolino solo per fargli fare un giro. Devono avere uno scopo ben preciso. Su quale sia, visto che il programma è classificato, si possono fare solo ipotesi, proponi qui critica là, forse una teoria plausibile salta fuori.

Magari è solo un programma di ricerca fra i tanti e un po’ più al centro dell’attenzione di altri mai conosciuti solo perchè più “esotico” e comunque poco nascondibile… ce ne sono stati a migliaia in passato… e non è detto che arrivi o sia previsto arrivi ad un qualche cosa di operativo… Vedremo…

Sperimentale, appunto. Intanto sappiamo che il gingillo ha una capacità di muoversi in orbita che molti altri veicoli non hanno. Poi ha una stiva e quindi lì dentro c’è qualcosa qualcosa che poi dev’essere riportato a terra per analizzarlo. Penso, lancio dagli USA e faccio atterrare il piccolo nell’aeroporto che si trova in Africa, Asia, ecc… dove c’è qualcuno pronto a prenderlo.

Fantastichiamo, il gingillo deve recapitare un dispositivo o addirittura una persona in tempi brevissimi dagli USA a qualsiasi parte del globo. Che io sappia un ICBM ci mette solo 30’ per arrivare dall’atra parte della Terra. Più veloci di così…
Ma un veicolo del genere potrebbe essere pronto ad un lancio d’emergenza per sorvolare una zona della Terra fuori copertura, come descritto qualche post più su.

Insomma, se lo fanno volare un motivo c’è, e lo sapremo solo tra vent’anni.

Tutto questo post che mi appresto a scrivere è assolutamente fonte di mie opinioni.

  • E’ un oggetto che per ora ha fatto solo 2 voli di prova
  • Quasi sicuramente in questi voli ha collaudato anche parecchie strumentazioni di “analisi del territorio”
  • Può stare su 6 mesi, basterebbe prevedere un lancio ogni 6 mesi per averne sempre uno in orbita
  • Ogni 6 mesi può essere un satellite in LEO con strumentazione specifica per la missione (customized) e sempre aggiornata al meglio che la tecnologia può fornire
  • Strumentazione delicata che debba lavorare al massimo 6 mesi è più semplice da realizzare di strumentazione che deve vivere senza guasti per 15 anni (Leggi satelliti GEO)
  • Può cambiare orbita in funzione di ciò che si vuole osservare apparentemente con più semplictià di un satellite normale

A parte gli elevati costi, che però per l’USAF sono meno critici che per la NASA non vedo tanti lati negativi.

ciao

Raffaele

Certo… poi però ci devi aggiungere 3 anni per trovare un lanciatore disponibile, 3 mesi per prepararlo… e 30’ per consegnare la posta… :smiley:

Mi sembra più la trama di uno di quegli yenkee-film all’americana… con i “metodi tradizionali” in meno di 10 ore oggi porti qualsiasi cosa in qualsiasi parte del mondo… con una spesa che non è neanche paragonabile ai centinaia di milioni di dollari di un lancio del genere il quale sicuramente richiede molto (ma molto) più tempo per essere preparato e lanciato.

Certo questo vale oggi, per una serie di lanci sperimentali con vettori tradizionali, è però risaputo che gli americani sono almeno un trentennio che lavorano attivamente a tecniche di aviolancio sia civile (OSC Pegasus) che militare (NOTS, AMSCI/ALSV, ecc.). Nulla vieta di pensare che in futuro, ed in un contesto più “operativo” l’USAF lanci direttamente l’X-37B (o un suo derivato) dalla groppa o dalla pancia di un vettore aereo dalla base di Edwards (sia pure con uno stadio a razzo per l’acqusizione della velocità orbitale).

Personalmente non credo nemmeno io all’ipotesi “postino” per le ragioni sopra riassunte da Albyz. D’altra parte ritengo molto verosimile l’ipotesi di riportare giù payload + dati senza “sparare” roba sensibile nell’etere (sia pure in forma criptata). In tal caso uno scenario operativo che prevede aviolancio+recupero a terra di tutto (payload/dati) offrirebbe innegabili vantaggi operativi, eliminando tutte le problematiche legate al procurement di vettori tradizionali ed al recupero dei dati a mezzo capsule (come avveniva per i satelliti “Big Bird” di vecchi generazione) il che implicava una notevole incertezza nel luogo di recupero (come giustamente faceva notare Bubba in un suo post precedente).

Uhmm… in linea teorica e per sistemi piccoli si… ma per OTV significherebbe trasportare sulla groppa di un aereo un lanciatore di dimensioni paragonabili all’Atlas V… onestamente faccio fatica ad immaginarmi un aeromobile con tale payload… Tutti i sistemi di lancio aviotrasportati sono oggi, e probabilmente anche nei prossimi decenni, di ordini di grandezza inferiore rispetto a quelli necessari per un OTV, o suoi derivati, mi pare molto improbabile come ipotesi…

Beh, io no, qualcosa si sono inventati…