Hayabusa 2 è stata approvata

Il governo nipponico ha dato la scorsa settimana il via libera alla missione Hayabusa 2, un nuovo lander robotico che dovrebbe raggiungere un asteroide e riportare a terra dei campioni.

Il bersaglio della missione è un asteroide di tipo C denominato (per ora) 1999 JU3, con un diametro di circa un chilometro, e raggiungibile con un lancio nel 2014. La sonda raggiungerebbe l’obiettivo a metà del 2018, per ripartire nel dicembre 2019. Il ritorno a terra dei campioni è atteso per il 2020. Secondo gli esperti di Jaxa, esisterebbe una seconda opportunità di lancio nel 2015; persa anche quella, la missione dovrebbe essere rinviata di dieci anni.

Il costo complessivo previsto è di 200 milioni di dollari, di cui 39 già a bilancio per l’esercizio fiscale 2012; la NEC Corporation, già responsabile della costruzione di Hayabusa 1, ha già dato inizio alla progettazione del veicolo da circa 600 kg., del suo sistema di comunicazioni in banda-K e della macchina fotografica ad infrarossi intermedia.

Hayabusa 2 dovrebbe presentare notevoli migliorie rispetto al modello precedente, che, nonostante una lunga teoria di malfunzionamenti, è comunque riuscito nell’impresa di mettere a disposizione degli studiosi alcuni microframmenti dell’asteroide Itokawa. Verranno introdotti nuovi motori a ioni, più robusti, sistemi di navigazione e guida aggiornati, nuove antenne e un nuovo sistema di controllo dell’assetto.

Anche il sistema di raccolta dei campioni verrà rivoluzionato. Invece di “sparare” un proiettile ad alta velocità da distanza ravvicinata, come avrebbe dovuto fare Hayabusa, il nuovo modello sgancerà un modulo impattante da un’altezza di circa 300 metri. Il modulo scenderà dolcemente verso l’asteroide, per poi esplodere al contatto con la superficie scagliando intorno frammenti e portando alla luce il materiale sottostante. Quando la polvere si sarà posata, Hayabusa 2 si avvicinerà al sito dell’impatto e raccoglierà i campioni con un tubo collegato ad una semplice camera di contenimento. Si spera così di ottenere materiale di dimensioni apprezzabili.

Frattanto, Jaxa ha anche annunciato di essere pronta ad esaminare richieste di analisi dei campioni di Itokawa da parte di enti terzi, che allo scopo dovranno presentare delle proposte che verranno vagliate con il principio della “peer review”.

Nell’immagine, di Akihiro Ikeshita, Jaxa, una raffigurazione di Hayabusa 2.

fonte: JAXA


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Bello! Non vedo l’ora! :clap: :ok_hand:

Anche questa sarà una missione molto bella ed interessante. L’unica cosa che mi lascia, però, “amareggiato” è che bisognerebbe cercare di realizzare una missione che fosse in grado di recuperare un quantitativo notevole piuttosto che pochi grammi o decigrammi. E’ come volersi accontentare di qualche briciola quando si potrebbe avere un panino.

con i budget di queste missioni piu’ di qualche grammo, al massimo qualche etto non si puo’ recuperare… e comunque si fanno cose gia’ eccelse con quantitativi molto inferiori (vedi Stardust, Hayabusa, Genesis…)
io invece mi chiedo perche’ tutti continuino a chiamare l’asteroide bersaglio con la sua designazione provvisoria, quando ha da anni una numerazione definitiva (162173), ma non ha ancora un nome…

Se non ricordo male all’asteroide Itokawa venne assegnato il nome solo poco tempo prima della partenza della missione, quindi probabilmente faranno così anche con questo asteroide.
L’asteroide è da un po’ di anni nella lista degli asteroidi “interessanti” per missioni di sonde automatiche (almeno 5 anni), quindi è probabile che la maggior parte degli addetti al settore lo conoscano come 1993 JU3 piuttosto che con la numerazione definitiva e che quindi preferiscano continuare ad utilizzare la designazione provvisoria.