Help: cerco informazioni sull'aerorazzo di Tremulis

La storia è più o meno questa: Alexander Sarantos Tremulis (1917-1991) è stato uno dei più geniali e dotati disegnatori (ovvero designer) che gli Stati Uniti abbiano mai avuto, basti ricordare che è stato l’uomo che ha disegnato la celeberrima Tucker del 1948 (protagonista dell’omonimo film di Francis Ford Coppola). Tremulis, durante la Seconda Guerra Mondiale fu arruolato, con il grado di sergente, nelle file dell’US Army Air Corps (l’antesignana dell’attuale USAF) e inviato presso il centro sperimentale di Wright Field (attualmente Wright-Patterson AFB, Dayton, Ohio) con l’incarico di illustrare tutti gli aerei allora in fase di sviluppo.

Nel luglio del 1944 Tremulis, pur partendo da un background nel campo dell’automotive, aveva raccolto un sufficiente bagaglio tecnico per venire fuori con una sua idea originale. In quel mese Tremulis concepì qualcosa che all’epoca appariva avveniristica ed ancora appartenente al campo della fantascienza: un aerorazzo intercettore suborbitale lanciato verticalmente con un booster cilindrico dotato di quattro alette stabilizzatrici (sic!). Il suo immediato superiore, il Colonnello Donald Putt, cestinò l’idea come “fantasiosa” dando prova di una rara miopia, sopratutto considerando il fatto che i tedeschi, all’epoca, avevano in fase di progetto ben DUE bombardieri orbitali o suborbitali: l’A9/A10 di von Braun ed il Silbervogel di Sanger.

Il progetto di Tremulis ricordava, più o meno, un Me 163 Komet messo in cima ad una V2, all’epoca ancora segretissimi. In ogni caso gli straordinari disegni di Tremulis generarono tanta impressione che, nel corso di quello stesso 1944, a Tremulis fu data una “Top Secret Clearence” che gli consentì di accedere ad un’area riservata di Wright Field, gestita dall’Air Technical Intelligence (antesignana dell’NSA), dove erano custoditi nientemeno che i rottami di un’autentica V2 recuparati in Europa.
A Tremulis fu dato l’arduo compito di “ricostruire” l’aspetto della V2 partendo dai suoi rottami, praticamente un autentico puzzle militare!!

All’aerorazzo di Tremulis furono assegnati vari nomi, per motivi che non sono a tutt’oggi chiari, prima fu chiamato “Zero Fighter” (probabilmente per il fatto che decollava verticalmetne), poi fu chiamato “Operation Dyna-Soar” (niente in comune con l’omonimo progetto successivo dell’X20) ed infine TVT “Tremulis Vertical Takeoff” (Tremulis a Decollo Verticale). In ogni caso, da qualsiasi parte lo si guardi, il progetto di Tremulis rappresenta - senz’ombra di dubbio - la prima idea realistica di veicolo spaziale alato concepito negli Stati Uniti e pertanto ha un valore enorme sia pure se misconosciuto ai giorni nostri.

Del TVT esiste una sola illustrazione, o almeno io ne ho visto sempre una, si tratta di una tavola in bianco e nero (inchiostro bianco su fondo nero) che rappresenta il veicolo nelle sue varie fasi di lancio (con tanto di tecnici in tuta pressurizzata, ed elmetto a bolla, che curano il rifornimento del booster). Il disegno riporta in alto a destra la firma dell’artista “Alex Tremulis”.
In quest’immagine mi sono imbattuto, su Internet, un’infinità di volte e - molto stupidamente - non l’ho mai salvata.

Ora che mi serviva per “ricostruire” il trittico di questo straordinario veicolo non riesco più a trovarla da nessuna parte nonostante abbia impostato tutte le ricerche possibili ed immaginabili.

Da qui la mia richiesta di aiuto presso gli iscritti del Forum, se riesco a recuperare quella sola, preziosa, immagine sarò in grado di condividere con voi questo straordinario progetto.

Grazie in anticipo per l’eventuale aiuto.

Forse non lo sai, ma risulterebbe che Tremulis ha disegnato pure l’Enterprise per la serie tv originale… Sto cercando conferme per questa notizia.

Salute e Latinum per tutti !

Anch’io ho trovato qualche riferimento in merito, però devo dire che tutti i disegni originali dell’Enterprise che ho avuto modo di vedere erano firmati da Matt Jeffries…
In ogni caso Tremulis ha disegnato molte altre cose straordinarie tra cui la Ford Nucleon del 1959 la prima, e mi sa anche l’unica, automobile a propulsione nucleare mai progettata!!!

Mmm… probabilmente il tutto nasce da questo suo disegno del 1951 !


Se non è stato lui a disegnare direttamente l’Enterprise, sembrerebbe comunque strano che questo disegno non l’abbia in qualche modo ispirata !

Salute e Latinum per tutti !

Purtroppo non c’e’ menzione su nessuna delle due Bibbie gemelle Spaceship Handbook e The Dream Machines.

(Grandissimo, Kru! :clap:)

ho trovato questa, apocrifa:

http://www.up-ship.com/apr/extras/v2plane.htm

Eh in effetti il suo disegno…

Non vorrei fare l’antipatico ma mi piacerebbe tornare IT.
Per quel che riguarda l’affascinante, almeno per me, design dell’Enterprise possiamo sempre aprire un thread a parte nell’apposita sezione dedicata alla fantascienza. :wink:

Per il resto continuo ad essere molto interessato al design di Tremulis per il TVT…

Il problema, dopo aver girato due ore sfoderando tutte le mie conoscenze, è che non sembra si possa trovare ASSOLUTAMENTE NIENTE a riguardo…

Ed ho controllato anche sul cartaceo in mio possesso.

Spero che altri siano più fortunati.

Salute e Latinum per tutti !

C’é questo presunto concept di fighter lanciabile tramite una V2 della North American.


Ma i data disponibili sono ‘zero’…

Salute e Latinum per tutti !

http://cenap.alien.de/v7/v7.htm

Qui viene nominato a circa metà pagina, ma di tetesco non capisco molto.
L’unica immagine che si vede nella pagina è però molto curiosa…

Compare anche in questa pagina
http://greyfalcon.us/BACKUP.htm
insieme ad un sacco di altre realizzazioni molto strane (anche se basate sulla forma a disco)…

Questa discussione (in tedesco) incorpora immagini incredibili ed alcune decisamente inquietanti, come Manhattan colpita da una bomba atomica… :scream:

http://www.nexusboard.net/showthread.php?siteid=6365&threadid=297501

Innanzitutto grazie per l’aiuto ragazzi.
L’immagine in questione non me la sono, ovviamente, immaginata ma l’ho vista in più di un’occasione non più tardi di un mese fa.
Sembra “sparita” dalla rete.

L’immagine postata da kru la conosco bene, potrebbe essere correlata ma non lo è.

In effetti l’immagine del TVT era presente sicuramente su questo sito:
www.pp.htv.fi

Ma sembra essere stata rimossa, perché io non la trovo più.

Una descrizione dell’immagine in oggetto può essere reperita qui:
http://www.coachbuilt.com/des/t/tremulis/tremulis.htm

Tremulis called his rocket plane, which he sketched in July 1944, the “TVT,” for “Tremulis Vertical Takeoff.” It looked like an Me-163 mounted on the tip of a V-2. In good Buck Rogers style, he depicted one of the machines sitting on its launch pad and being fuelled by a pair of space-suited technicians wearing bubble helmets topped with antennas.

Finalmente ho trovato l’immagine che cercavo!!!

Grazie all’interessamento di Scott Lowther, tramite il Forum http://www.secretprojects.co.uk/.
Scott l’ha ottenuta da Chrisantie Tremulis (dovrebbe essere la figlia del grande artista) via Joel Carpenter.

Finalmente posso condividere l’immagine con voi.

E adesso un minimo di disamina: come ricordavo si tratta di un concept che riguarda un intercettore a razzo, probabilmente suborbitale, a due stadi. Il primo stadio è costituito da un missile cilindrinco, che sembra avere qualche punto di contatto con il futuro Atlas, dotato di quattro alette stabilizzatrici, come l’A4/V2 (ricordiamoci che il disegno è datato luglio 1944, dunque PRIMA che Tremulis avesse l’autorizzazione ad accedere ai rottami della V2 per ricostrurne il disegno).
Il secondo stadio è un aerorazzo alato con fusoliera “a proeittile” (come il successivo Bell XS-1 di cui Tremulis fu sicuramente l’ispiratore), dotato di ala a freccia moderata ed impennaggio verticale dritto senza piani stabilizzatori di coda (come l’Me 163 Komet all’epoca ancora segretissimo).

Sull’aerorazzo si possono anche intravvedere dei piccoli “pod” alle estremità alari e sull’impennaggio verticale che dovrebbero rappresentare il sistema di controllo dell’assetto e traiettoria in aria rarefatta (tipo thruster) si possono anche intuire dei buchi nella zona del muso che potrebbero rappresentare ulteriori motori d’assetto.

Una caratteristica interessante del progetto è che il primo stadio è interrato in un apposito silo, come i futuri ICBM, lasciando libera solo una sezione adattatrice tronco-conica su cui è appoggiato l’aerorazzo installato tramite un apposito veicolo (come si può vedere all’estrema destra).

Il pilota è alloggiato in un cockpit classico sotto un tettuccio a bolla in plexiglass il cui design ricorda quello in uso presso la Bell (Airacobra, Airabonita, ecc.) con cui Tremulis stava già collaborando per l’XS-1.

Un sistema del genere sarebbe stato senz’altro idoneo per intercettare i futuri bombardieri orbitali e sub-orbitali tedeschi Silbervogel e A9/10, così come descritto da Allen M. Steele nel racconto breve “Goddard’s people” (presente nella raccolta “Rude Astronauts”) usato come prologo per il romanzo “La Fortezza sulla Luna” (“The Tranquillity Alternative”) in cui fa iniziare la storia dell’Astronautica proprio nel 1945 quando un razzo TVT chiamato “Lucky Linda” interccetta un bombardiere orbitale Sanger.

Su questo progetto ci saranno sicuramente dei disegni, stay tuned… :wink:


Fantastico, Peppe, non vedo l’ora di poter ammirare i tuoi soliti bozzetti illustrativi.

Ma,posto il via libera al progetto, quest’affare avrebbe funzionato nel 1945-46
Voglio dire,c’era la tecnologia o avrebbe semplicemente finito per ammazzare il pilota?

In attesa di maggiori dettagli…

Beh, in questo “art rendering” si notano anche altri particolari interessanti come lo spike negli ugelli del velivolo e del “lifter”. Si potrebbe quasi pensare che il disegnatore abbia previsto l’uso degli aerospike e la cosa potrebbe essere confermata dalla forma della “exhaust plume” del razzo in decollo in secondo piano, infatti la scia è molto concentrata proprio come quella di un aerospike in atmosfera densa. :star_struck:

Sul velivolo le due piccole carenature posizionate strategicamente sulla parte superiore dell’ugello farebbero pensare a dei correttori d’assetto d’alta quota sul “pitch” mentre quelli applicati sugli alettoni dovrebbero agire sul “roll”, impressione che però viene abbastanza vanificata osservando il velivolo in decollo sullo sfondo nel quale i probabili “thrusters” sull’ala sono già attivi…
L’ala sembra prelevata da un F-15 Eagle, impressione rafforzata dalla caratteristica sagoma delle “tip”, spicca per la totale mancanza di ipersostentatori nella parte interna del “trailing edge” (caratteristica che in atterraggio dovrebbe imporre al velivolo degli “alfa” d’attacco impossibili) e per la scarsissima superficie/estensione degli alettoni, caratteristica che fa presagire una manovrabilità in “roll” decisamente problematica, forse sarebbe stato meglio adottare dei “flaperons”.
Infine, ma non meno importante, il disegnatore ci fa capire chiaramente che l’ala ha un profilo decisamente consistente con lo spessore massimo al 25% delle corde e longherone posizionato proprio lì (ovviamente….). Tutto questo però contrasta decisamente col raggiungimento delle velocità caratteristiche di un complesso del genere.

Personalmente non sono completamente convinto che i progettisti della Bell nella fase di “initial sizing” dell’ XS-1 si siano ispirati ai disegni di Tremulis, vista e considerata la formula costruttiva completamente diversa.
Piuttosto pare che abbiano pescato a piene mani nei disegni del Miles M-52 che gli inglesi gli passarono a puro “titolo di cortesia”. :stuck_out_tongue_winking_eye:

Notevole la deriva a doppia freccia in netto anticipo sui tempi. Su moltissimi e notissimi velivoli dell’epoca la deriva aveva il raccordo dinamico con la fusoliera, ma la struttura principale aveva di norma forme +/- arrotondate.
Da sottolineare anche il carrello, decisamente sovradimensionato rispetto alle misure abbastanza contenute della macchina ed evidentemente alloggiato in fusoliera come dimostrano chiaramente i puntoni di reazione.
A meno che quello raffigurato non sia un “taxi undercarriage” utilizzato al suolo solo per spostare il velivolo da un punto ad un altro, ma in questo caso il buon Alex ci avrebbe lasciati nella totale incertezza sul sistema di atterraggio della sua creazione.

Anche il disegno del “bubble o teardrop canopy” (il tettuccio a goccia) completamente trasparente e senza ostacoli per la visuale del pilota è decisamente in anticipo sui tempi (Archipeppe, i velivoli della Bell che citi avevano tutti il cupolino segmentato con montanti di rinforzo, assolutamente non paragonabili per efficacia a quello raffigurato.) ma per l’epoca quasi impossibile da realizzare con livelli di distorsione ottica accettabili, senza contare il significativo incremento di resistenza dato da questa forma a velocità supersoniche.

Per quanto riguarda il dimensionamento della macchina, tenendo conto che quello raffigurato è un aerorazzo, quindi con tutti gli ingombri del caso, viene da chiedersi dove potrebbero essere collocate le armi di bordo.
Mi sorge qualche interrogativo anche sul cosa può trasportare quello strano veicolo di supporto a sei ruote dotato di fusoliera e deriva dal quale fuoriesce un tubo (troppo corto…) che viene maneggiato dall’operatore completamente scafandrato e antenna da… radioamatore :grin: sulla punta del casco, forse un supercarburante ipersegreto da caricare all’ultimo minuto, :roll_eyes: mentre il collega lì vicino sembra controllare una delle pinne stabilizzatrici del “booster”.
A proposito è evidente la presenza di silos sia a destra che a sinistra dell’immagine ma i numerosi velivoli in decollo rapido raffigurati nell’immagine sembrano partire dall’esterno col complesso semplicemente appoggiato al suolo con le pinne direzionali del “booster” che fungono da sostegno.
In effetti in quegli anni i disegnatori rappresentavano le astronavi con capacità VTOL col complesso direzionale che fungeva anche da carrello d’atterraggio.

A mio parere il quadro d’insieme, invero abbastanza inquietante, evoca una specie di “scramble”, destinato probabilmente ad arginare l’arrivo di qualche nemico molto potente… chissà come finisce lo scontro nella stratosfera? :roll_eyes:

Grazie per avere riportato dal passato un altro pezzo di Storia che come sempre fa nascere idee per il futuro . Pensate di sostituire al primo stadio stile V-2 un SRB dello Shuttle , o di ARES , e al posto dell’aereorazzo la Space Ship Two eventualmente modificata . Potrebbe nascere un alternativa ad Ares I almeno per quanto riguarda il portare astronauti in LEO ?

Bella domanda!! La stessa si potrebbe porre per i progetti Silbervogel e A9/A10.
Molta della tecnologia era da sviluppare però con il tempo ed il denaro a disposizione…

Vorrei ringraziare Bigraf per la splendida disamina che integra ed amplia, di molto, le riflessioni che avevo fatto nel mio precedente post.
Anche io, guardando bene il disegno ho rilevato le stesse considerazioni.

Per quanto riguarda l’XS-1, vorrei precisare che non ha punti di contatto con questo progetto. Tremulis stava collaborando con la Bell per la definizione del velivolo ma sicuramente è lui ad aver attinto al lavoro sull’XS-1 piuttosto che il contrario.

Quanto allo spessore dell’ala anche a me è sembrato eccessivo, però ricordiamoci che il Komet tedesco aveva uno spessore notevole eppure era quasi supersonico (oltre che essere tutto in legno).
L’assenza degli ipersostentatori potrebbe essere dovuta al fatto che siano del tipo “a spacco” e quindi non visibili sul dorso dell’ala. La scarsa superficie degli alettoni potrebbe essere dovuta alla paura di innescare fenomeni aeroelastici ad alti numeri di Mach (ricordiamoci che all’epoca non era ancora stata superata la “barriera del suono”) con conseguenti sovraccarichi sulla struttura alare (che a me sembra bi-longherone).

Sul discorso del carburante io punterei sull’unica vera miscela possibile all’epoca ossia ossigeno liquido/kerosene. Sul chi potesse sviluppare un motore del genere l’unico era Robert Truax che all’epoca, presso l’Aerojet, era il miglior “motorista” disponibile negli USA. Il veicolo di supporto che si vede potrebbe essere proprio dedicato al carico di ossigeno liquido.

L’impennaggio verticale è semplicemente impressionante per quanto ricorda da vicino quello del Concorde o ancora di più quello del Tupolev Tu-144.

L’assenza di una rampa di lancio è significativa, in pratica tutta la manutenzione pre-lancio avviene nei silo (proprio come gli ICBM), di cui si vedono alcuni “pozzi” alla sinistra vicino alla pista d’atterraggio. E’ chiaro che il velivolo veniva processato a parte ed integrato poi direttamente sul booster che usa le pinne come rampa (proprio come la V2 che Tremulis ancora non aveva avuto modo di vedere quando ha redatto il disegno).

Inoltre, ho la sensazione (ma posso sempre sbagliare) che Tremulis deve aver fatto degli altri disegni prima di arrivare a questo “quadro d’insieme” che risulta essere troppo ragionato e pieno di dettagli tecnici convincenti per essere stato realizzato “di getto”. E’ chiaro che il design deve essere passato attraverso una fase evolutiva con un certo numero di tre-viste e assonometrie per arrivare a questo risultato.

Francamente non vedo proprio come, oggi, questo tipo di “concept” possa trovare un’applicazione sopratutto in sostituzione di Ares/Orion. Potrebbe, al massimo, essere fonte d’ispirazione per qualche progetto di turismo spaziale, ma a parte l’ovvio interesse storico non ci vedo nulla di più.

Certo,ma realisticamente con lo sta bene al progetto e finanziamenti adeguati quanto tempo sarebbe occorso?
Non credo che TVT sarebbe stato pronto per il 1945-46.
Forse nel 1950-51?
La mia non è una domanda retorica,perchè mi piacerebbe capire di quanto tempo si sarebbe potuto anticipare l’era spaziale,con i giusti soldi e la volontà politica.

Beh…bisogna pensare che il Progetto Manhattan è stato avviato ufficialmente (dalle ceneri del precedente Progetto Uranio) solo nell’estate del 1942 ed appena tre (dico tre!!) anni dopo, con tutto il supporto politico, economico e tecnico che gli USA potevano disporre, sono arrivati allo scoppio della bomba H al sito Trinity ed alle due bombe sul Giappone.

Posto che lo sviluppo del TVT avrebbe richiesto una frazione del budget allocato al Progetto Manhattan, disponendo della stessa volontà politica è ipotizzabile un tempo di sviluppo di massimo due anni. Quindi se, davvero, gli USA avessero percepito la necessità di un intercettore suborbitale a razzo probabilmente avrebbero potuto disporne nel 1946, cioè giusto in tempo per fermare gli eventuali missili balistici intercontinentali nazisti (escludendo il Silbervogel, l’A9/A10 sarebbe stato pronto proprio in quel periodo).

Per fare un termine di paragone basti pensare che, non appena gli americani ebbero la percezione delle potenzialità offerte dai nuovi caccia a reazione tedeschi, dal momento in cui fu avviato il programma relativo al Lockheed P-80 “Shooting Star” al suo primo volo (quindi progetto, sviluppo e realizzazione) passarono appena 180 giorni.

Ma ancora più incredibile, ed emblematico, è il caso dell’Heinkel He 162 “VolksJager” (o “Salamander”) progettato, prodotto e fatto volare in meno di 90 giorni!!!