Ormai pochi giorni ci separano dal 20 ottobre, data che verrà ricordata negli annali dell’astronautica mondiale per un doppio debutto assoluto.
Il 20 ottobre verrà infatti lanciato il primo vettore Soyuz dalla base spaziale di Kourou nella Guyana francese. Si tratta inoltre del primo lancio di un vettore Soyuz al di fuori dagli spazioporti di Baikonur in Kazakistan o di Plesetsk in Russia.
Ma le “primizie” non terminano con questa già notevole notizia; la seconda riguarda il carico utile che verrà messo in orbita con questo lancio.
A bordo del nuovo Soyuz ST, vettore appositamente modificato per essere lanciato dalla base di Kourou, vi saranno i primi 2 satelliti del progetto Galileo.
Con Galileo, che rappresenta la risposta europea all’americano GPS, l’Europa compie il primo grande passo nella realizzazione di una propria costellazione di satelliti per la geolocalizzazione.
I due satelliti sono stati racchiusi nel firing di protezione del terzo stadio del vettore, stadio che avrà il compito di trasportarli fino alla loro orbita finale a circa 23.000 km di quota.
Questi primi due satelliti, denominati Galileo IOV (In Orbit Validation), saranno seguiti entro il 2012 da altri due dello stesso modello.
Con quattro satelliti IOV in orbita sarà possibile dare inizio a tutta una serie di operazioni di convalida delle funzionalità del sistema in orbita, prima di dispiegare l’intera costellazione dei satelliti entro il 2019.
A regime, Galileo sarà composto da 30 satelliti (27 operativi e 3 di riserva) orbitanti su 3 piani inclinati sull’equatore (MEO, Medium Earth Orbit circolare) a 23.222 km quota.
I satelliti sono stati costruiti da un consorzio di aziende europee: Thales Alenia Space ha progettato, sviluppato e costruito i satelliti presso gli stabilimenti di Roma mentre i payloads sono stati progettati dall’Astrium di Ottobrunn, in Germania, e assemblati dall’EADS Astrium di Portsmouth in Inghilterra.
Fonte: ESA