Il geocentrismo, Galileo, e la sentenza di abiura

Avevo scritto il seguente post per rispondere a questo thread, ma dopo aver passato un ora buona a scriverlo, mi sono accorto che il thread era bloccato. Seguendo il suggerimento di Lem, propongo quindi il post in un thread dedicato.

Occhio che il tema è di quelli altamente infiammabili, quindi ricordo e invito chiunque voglia intervenire di farlo con interventi costruttivi e evitando qualsiasi occasione di scatenare un flame. Mi rendo conto che il mio stile molto diretto può risultare un po’ rude, ma non c’è niente di personale, tutto quello che mi interessa è andare al succo della questione.

Fu processato sì onestamente, ma per un motivo aberrante, che già allora cominciava ad essere messo in discussione anche all’interno della chiesa, cioè che la bibbia fosse da interpretare alla lettera. Una volta messo questo come postulato, qualunque tentativo di difesa da parte di Galileo era effettivamente destinato a finire malamente. Si può anche dire che Galileo sbagliò qui e là, ma anche correggendo questi errori il danno che veniva fatto al progresso della filosofia naturale rimaneva. Galileo avrebbe potuto benissimo evitare la condanna il processo*. Ma avrebbe dovuto rinunciare alla propria onestà intellettuale.

*EDIT: ho corretto un lapsus grave, in quanto Galileo non fu effettivamente condannato per eresia. Lo sarebbe stato se non avesse abiurato. Comunque è bene ricordare che subì la censura e il confino.

Tenendo anche conto che Galileo si trovava davanti gente eruditissima e scaltrissima quali i Gesuiti, egli affermò che le prove a sostegno del fatto che la Terra gira attorno al Sole erano: le maree, che invece già allora si capiva che in qualche modo erano legate alla posizione della Luna,

Fu effettivamente un grosso errore di Galileo, ma fu irrilevante ai fini del processo.

Inoltre affermò che le comete erano fenomei meteorologici.

Irrilevante. Galileo riconobbe l’errore e nel Dialogo cita espressamente le comete come fenomeni superlunari. Ciò nonostante, le sue altre obiezioni sulle comete erano esatte fin dal principio: infatti i geocentristi sostenevano di poter dimostrare che le comete orbitavano attorno alla terra. Solo Galileo ebbe il coraggio e la sapienza di tenergli testa.

E' solo nel '700, osservando le differenti posizioni delle stelle quando la terra si trova in punti opposti della sua orbita attorno al sole che si provò scientificamente che la Terra non è al centro dell'Universo.

Questionabile. Senza il lavoro di Newton, la parallasse stellare poteva essere risolta ipotizzando che ogni stella avesse il suo epiciclo. La vera rivoluzione infatti avvenne prima: fu la legge di gravitazione universale, che dimostrava in modo più che ragionevole che esisteva un punto privilegiato del sistema solare (il suo centro di massa) e che questo coincideva con buona approssimazione col centro del sole.

Detto questo, secondo me, la differenza tra Galileo e i complottisti sta nel fatto che Galileo inventò il metodo, detto appunto galileiano.

Un po’ riduttivo, ma giusto. Il contributo di Galileo all’astronomia, per quanto notevole, fu sorpassato da altri astronomi e fisici del tempo. Al contrario il suo contributo alla nascita del metodo scientifico fu il più grande.

Stranamente, pur avendo ragione sul fatto che la Terra non è il centro dell'Universo, non usò un metodo scientifico per descriverlo.

Galileo non si occupò della descrizione del moto, lo aveva già fatto Copernico. Ma tutti gli argomenti sulla plausibilità del moto della terra sono perfettamente scientifici. Leggendo il Dialogo in effetti, si rimane sconcertati da come di colpo Galileo abbandona il metodo quando comincia a parlare delle maree. È evidente che l’ardente desiderio di trovare la prova del moto della terra gli giocò un brutto tiro.

Con le osservazioni astronomiche di Galileo non si confuta il modello Tolemaico. Aver osservato i satelliti di Giove non confutava gli epicicli del modello Tolemaico che in sostanza non sosteneva che tutti i corpi girano attorno alla terra ma prevedeva l'esistenza di corpi che ruotano attorno ad altri corpi a patto che questi ultimi ruotino attorno alla Terra. Se io assumo la Terra come centro del mio sistema di riferimento Giove ruota attorno alla Terra e questo nel modello tolemaico sistema la faccenda dei satelliti di Giove.

Galileo in realtà confutò il modello Tolemaico, ma la “smoking gun” non erano i satelliti di Giove, bensì le fasi di Venere.

La scoperta dei satelliti medicei non era una prova, ma era importante perché rispondeva a chi criticava che anche nel modello eliocentrico si dovesse fare una eccezione per il moto della Luna, ovvero che fosse l’unico pianeta a non orbitare attorno al Sole. Queste sono solo due dei diversi argomenti con cui Galileo dimostrò,

Con il modello tolemaico si prevedeva la posizione dei corpi celesti con altrettanta precisione di quello eliocentrico, quindi che bisogno c'era di un nuovo modello?

Anche con maggiore precisione, se si confronta il modello eliocentrico di Tycho con quello di Copernico. Ma non è questo il punto, ci sono due motivi, uno dei quali era palese già allora, e l’altro lo sarebbe diventato di lì a poco:

  • Nel sistema tolemaico, il raggio degli epicicli dei pianeti esterni e il raggio del deferente dei pianeti interni più il sole sono tutti paralleli fra loro. Non c’era nessuna ragione perché le cose stessero così, per gli astronomi eliocentrici si trattava di una pura coincidenza. Ma col sistema copernicano la coincidenza era spiegata: questi raggi non erano altro che l’effetto del moto di rivoluzione terrestre, “proiettata” sul moto di ciascun pianeta. Il modello Copernicano toglieva una coincidenza e la sostituiva con una necessità. Quindi era una teoria che offriva una comprensione leggermente più profonda del cosmo.

  • Il modello copernicano era anche più predittivo: nel modello Tolemaico non c’era niente che permettesse di ricavare le distanze relative fra i pianeti (e nemmeno l’ordine, che veniva stabilito in base a criteri più o meno condivisi), mentre invece nel modello copernicano questo è perfettamente possibile (e Copernico lo fa tranquillamente nel suo libro).

Le teorie scientifiche di allora, a cui, lo ripeto, noi ci saremmo allineati, non conosceva il concetto di inerzia ma sosteneva l'impetus, cioè un oggetto si sarebbe mosso solo se è continuamente sottoposto ad una forza, era intuitivo perchè qualunque oggetto lanciato si fermava e cadeva a terra, il concetto di attrito non era ben compreso. Questo poneva un limite alla teoria di Galileo: perchè se la terra si muove noi non ce ne accorgiamo? Galileo fu un grande, e questo è un'altro dei suoi meriti postumi, introducendo il concetto di inerzia che colmava la sua lacuna rispetto al modello tolemaico, ma era un concetto difficile da capire per allora riconducendolo alla osservazione quotidiana. Credo che nemmeno noi ai tempi l'avremmo capito ...

Se lo capiamo oggi, è perché qualcuno ce lo ha potuto insegnare. Anche Galileo lo voleva insegnare, infatti lo espone in modo chiaro nel Dialogo. Quindi anche allora c’erano gli strumenti per comprenderlo. Ma purtroppo il Dialogo fu censurato.

Gwilbor… straquoto! :stuck_out_tongue_winking_eye:
Non so se si è capito, ma non toccatemi Galileo!
Leggendolo sembra di averlo davanti, brillante, arguto, ciò che osservava lo studiava, registrava, ne traeva conclusioni e cercava ulteriori conferme osservative e sperimentali.
Non dimentichiamo gli esperimenti e studi su ciò che in seguito sarà chiamata Fisica.

In realtà questo thread non si presta assolutamente a nessun flame.
C’è poco da infiammarsi! Se non la nostra passione ed interesse verso di lui!

Esatto!
Le fasi di Venere, il movimento delle macchie solari, la visione della via lattea composta di stelle, erano da sole, scoperte talmente rivoluzionarie ed evidenti da non dare appiglio ad alcuna critica su basi scientifiche.
Veniva data “profondità” al firmamento. Cadevano i concetti, fino ad allora dogmi immutabili come l’incorruttibilità e immobilità della sfera delle stelle fisse. Accettare l’idea delle comete come “astri” forse fu difficile anche per Galileo per il fatto che erano troppo sorprendentemente variabili. Qualcosa più simile ad un fenomeno meteorologico, appunto.