Il pensionamento della ISS slitta al 2030

Mi pare solo Progress e Cygnus.

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…e speriamo, il nuovo simil ATV di RFA*: Argo

Ne dice AstroSpace:

entro il 2028, e prestazioni garantite di almeno due tonnellate verso la ISS e una tonnellata da riportare a Terra

*: Rocket Factory Augsburg

A quel punto anche una Dragon.
Bisognerebbe vedere se il PMA/IDA può mantenere la solidità strutturale durante la spinta.

La dragon non ce la fa a spingere, mi pare, ha capacità troppo risicate. Ha mai fatto un reboost?

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No, non ha mai prestato questo tipo di servizio

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Più che potenza di spinta, sarebbe giusto dire che non ha abbastanza carburante a disposizione per portare a conclusione la manovra? Non ricordo bene la fonte, ma credo di aver letto che le Progress erano “necessarie” per via della loro capacità di attingere alle riserve dei moduli russi.

Pensandoci bene, anche Nauka ha i suoi bei motori, ma forse non sono indicati per questo compito (alla pari di queili di Cygnus? ) per via della posizione fuori asse rispetto al centro strutturale della stazione.

Tutto IMVHO

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Come ti ha risposto Gianmarco: l’affidabile Progress da parte di Roskosmos e un rimorchiatore spaziale - space tug - in corso di sviluppo basato/derivato sul modulo di servizio di Cygnus. NASA e Northrop Grumman stanno mettendo alla prova attualmente Cygnus per avere dei riferimenti sui requisiti del bando e delle prestazioni che il veicolo deve soddisfare.

È un buon punto! C’è da dire che i reboost con Cygnus sono stati possibili, perché si è rinunciato all’eventualità di tenere in orbita per settimane o mesi il veicolo per una missione secondaria dopo il distacco dall’avamposto. Per fare ciò viene allocato del carburante supplementare, in eccesso rispetto al fabbisogno per espletare la missione primaria di rifornimento e smaltimento dei rifiuti della stazione spaziale. Nel reboost viene erosa e bruciata questa quota.

Se ti ricordi Nauka doveva servire per il mantenimento orbitale, ma per le falle ai serbatoi non è più in grado. Ora non sono a conoscenza dell’assetto assunto dalla Stazione al momento della manovra, tuttavia alcune Progress hanno eseguito dei reboost agganciate a Pirs.

Per ottimizzare l’efficacia della spinta di Cygnus la Stazione ha assunto un particolare assetto, mettendosi di taglio, così da offrire la minor resistenza aerodinamica oltre che applicare le forze quanto più vicine al centro di massa grossomodo situato nel modulo Unity.

Non è da escludere nemmeno questo aspetto, oltre al vincolo dello sfasamento rispetto al centro di massa.

Come ti ha detto Raffaele, no. Due punti di riflessione con un occhio economico, non inteso monetario quanto benefici:

  • Ha senso spendere o riconvertire un veicolo riutilizzabile come la Dragon per il deorbitaggio, quando sul mercato ci sono altri mezzi che non hanno la capacità di sopravvivere al rientro atmosferico e che si prestano meglio, per design di progetto, come rimorchiatori?
  • In un settore variegato e altamente specializzato come l’ambito spaziale dove ogni azienda eccelle in determinati asset strategici, non vedo niente di strano l’affidamento dei test a Northrop Grumman, che peraltro lavora da anni a progetti simili per altri scopi e dispone una discreta esperienza.

La torta è talmente grande che possono mangiare tutti senza litigarsi, usando una metafora.

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Nel frattempo la situazione delle stazioni spaziali private non sembra essere rosea

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Qualche giorno fa ho sentito parlare per la prima volta di 2040 per il pensionamento della ISS :face_with_hand_over_mouth:

Voci di corridoio ovviamente, ma credo che nessuno si aspetti di deorbitare la ISS entro il 2030, semplicemente perché nessuno dei “commerciali” sarà pronto in tempo…

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E che in questo possano esserci dei dubbi sulla prontezza concreta del Lunar Gateway prima del 0ensionamento della Stazione? Così, su due piedi, è indispensabile avere continuità con una destinazione alternativa per gli astronauti e la prosecuzione dei programmi scientifici, che essa sia una stazione commerciale o l’avamposto orbitante intorno alla Luna. Se così non fosse, verrebbero annullati gli sforzi profusi degli ultimi decenni…

In realtà le due cose non sono collegate, perché hanno due scopi completamente diversi.

La scienza sul Gateway sarà piuttosto limitata, perché la differenza di ambiente spaziale tra la LEO e L2 non è granché, quindi per la maggior parte degli esperimenti non ha senso portarli su fino ad L2. Il Gateway ha un interesse principalmente di “esplorazione”, in proiezione verso la Luna e Marte, dove ci sarà davvero l’opportunità di fare scienza “diversa” da quella che facciamo in LEO.

E il Gateway non sará occupato permanentemente, si parla di una o due missioni all’anno da meno di un mese. Per il resto del tempo, sarà una piattaforma disabitata, controllata da Terra.

Riguardo la ISS, a quanto pare la comunità scientifica ha un forte interesse a continuare la scienza in LEO, ed è per questo che il pensionamento della ISS dipende principalmente da quando sarà pronto il suo successore. L’idea è che ci saranno varie stazioni private e che si potrà compare un servizio per fare scienza in LEO. Ma non arriveremo a questa realtà entro il 2030, e quindi io mi aspetto che la ISS starà al suo un po’ più a lungo.

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Chi sta pensando di ritardare ulteriormente il pensionamento della ISS dispone sicuramente di dati che io non conosco e quindi sarà una decisione ponderata e presa a ragion veduta.

Io sono “preoccupato” quando penso all’anzianità dei primi moduli che alla fine dovrebbero rimanere/rimarranno operativi in orbita per un bel pò di anni…

C’è qualcuno che si sta preoccupando di estendere la vita operativa di tutti quei moduli :wink:

La struttura non sembra essere un problema per ora (per lo meno per lo USOS), quindi si tratta “solo” di sostituire i componenti che si rompono di volta in volta… per ora non siamo ancora nella fase in cui le anomalie diventano super frequenti per via dell’anzianità del veicolo. Ogni tanto si rompe qualcosa che era stato certificato per 5 anni e invece ne ha fatti 15 senza problemi, lo cambiamo con un pezzo nuovo e portiamo giù quello vecchio per farne un refurbishment (vedi obiettivo della EVA pianificata per il 20 Ottobre). E nel frattempo aggiorniamo alcuni componenti con una nuova versione, etc.

Insomma, il mio feeling è che siamo ancora abbsatanza lontano dalla fase di anzianità…
E rispetto ai satelliti, abbiamo la fortuna di avere degli astronauti a bordo che possono aggiustare le cose che si rompono (argomento di cui chiacchieravo la settimana scorsa con la deputy SOM di Bepi Colombo, che non ha questo lusso) :smiley:

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Pensate che la vita utile dei moduli pressurizzati, almeno quelli ‘italici’ (Nodo 2/3, Columbus, PMM, Cupola) era inizialmente certificata per 15 anni se non erro.

Le (mie) preoccupazioni sono più per il segmento russo (ROS).
I primi moduli Axiom non dovrebbero fornire i servizi per ora garantiti dal ROS, per cui mi sembra improbabile uno scenario in cui si separi la stazione nel caso si potesse estendere la certificazione solo per USOS

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Supporto di Roscosmos garantito as long as it is possible.

https://x.com/katlinegrey/status/1724760686499123541?s=20

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