Il Progetto Gemini e relativo concetto di modularità

Albyz, prima cosa ti ringrazio della discussione, però permettimi, gradirei fosse un po’ più costruttiva.
Mi sembra che stiamo andando ( anche e forse soprattutto per colpa mia intendiamoci) verso una discussione del tipo “va più veloce la macchina del papà” no “è più bella quella della mamma” … :stuck_out_tongue_winking_eye:

Se mi permetti ci sono tue asserzioni che non capisco su cosa siano basate, quindi non ne posso discutere:
tipo:
La mole di simulazioni è talmente ampia che metterci 5 o dieci ore per l’ambientamento che differenza fa?
Ma da dove trai dati come questo?

Non ho mai pilotato una capsula ma aerei si … poi mi è successa la cosa peggiore che può succedere ad un pilota: “mi sono sposato” :angry: :rage: :stuck_out_tongue_winking_eye: … e credimi, se avessi avuto una pedaliera con sensibilità asimmetrica avrei fatto meno fatica all’inizio perchè essendo abituato a guidare una macchina, quando pilotavo i primi tempi (fortunatamente con istruttore a fianco) davo certe pestate a sinistra abituato a schiacciare la frizione.

Apollo 13 … beh c’era il Lem ( peraltro col problema dei filtri Co2 non adattabili ) … Apollo 8 non ce l’avrebbe fatta così come probabilmente nessuna Gemini per conto suo in quella situazione.
La versione Rogallo e la winged Gemini restano perchè non sono paragonabili alla “libreria Billy” :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: nel modulo di servizio o alle apparecchiature fotografiche per mappare la luna o al Lem, sono vere e proprie derivazioni dal progetto di partenza.

Mi sembra di aver notato comunque un certo avvicinamento delle nostre posizioni …
In sostanza, quello che sostengo io, e credo anche Archipeppe, è che entrambi sono stati dei grandi progetti, l’Apollo solo un po’ più specifico per un determinato ruolo, il Gemini un po’ (un po’ tanto) più riadattabile ad altre soluzioni e ciò, secondo me è dovuto anche alla grande esperienza di derivazione aeronautica del team che l’ha progettata.

Quello che non capisco è da dove viene questa affermazione:

Credo che nessuno voglia mettere in discussione la grandezza e la bellezza (per me) del progetto Gemini (me ne guardo bene con i risultati eccelsi che ha raggiunto), ma non capisco dove sta la “più riadattabilità” della Gemini rispetto all’Apollo! :point_up:
In fin dei conti la maggior parte delle varianti e proposte di versioni sono rimaste sulla carta (mi sembra, ma non sono sicuro al 100%) quindi tra le altre cose non si sa come si sarebbero comportate e poi tutte queste versioni prevedevano la modifica dei moduli…stessa cosa che si poteva fare con le capsule Apollo che avevano si quel modulo di servizio per andare sulla Luna, ma nessuno vietava di progettarne altri per altri scopi esattamente come per le Gemini…
L’unica cosa in cui differiscono i progetti è la struttura di base del modulo di rientro mi pare: conico puro uno (Apollo) e biconico l’altro (Gemini) (Correggetemi se sbaglio!)
Si può discutere su questo eventualmente, ma non credo sulla modularità soprattutto basandola su versioni mai andate oltre la carta.

A chi lo dici, il fatto è che di tecnico continua a non venirne fuori nulla… ed è l’ennesima discussione fuffa non basata su fatti concreti… CVD del resto…

Mi sembra che stiamo andando ( anche e forse soprattutto per colpa mia intendiamoci) verso una discussione del tipo "va più veloce la macchina del papà" no "è più bella quella della mamma" .... :stuck_out_tongue_winking_eye:

Certo, e sono stato il primo a dire che non mi sento di elevare nessuna delle due capsule maggiormente prese in esame come migliore sull’altra. Chi sta cercando di dimostrare che una delle due è nettamente migliore non sono certamente io…

La mole di simulazioni è talmente ampia che metterci 5 o dieci ore per l'ambientamento che differenza fa? Ma da dove trai dati come questo?

Quanto credi realmente sia il training volto all’ambientamento sui comandi in confronto a quello sulle procedure? Anche chi vola su “banali” aerei dopo ore e ore di simulatore sa ad occhi chiusi come è formato il cockpit e il guardare o trovare lo strumento che si sta cercando è istintivo per cui l’aver volato in passato su qualche cosa di lontanamente simile è una questione del tutto trascurabile… (non sto ASSOLUTAMENTE dicendo che l’ergonomia sia trascurabile, anzi è oggi come mai fondamentale).

Non ho mai pilotato una capsula ma aerei si ...

Appunto, allora sai di cosa stiamo parlando…

Apollo 13 ... beh c'era il Lem ( peraltro col problema dei filtri Co2 non adattabili ) ... Apollo 8 non ce l'avrebbe fatta così come probabilmente nessuna Gemini per conto suo in quella situazione.

Ci si è salvati sicuramente per il LM ma perchè la capsula ha permesso di fare quello che è stato fatto… ma qui andiamo OT.

In sostanza, quello che sostengo io, e credo anche Archipeppe, è che entrambi sono stati dei grandi progetti, l'Apollo solo un po' più specifico per un determinato ruolo, il Gemini un po' (un po' tanto) più riadattabile ad altre soluzioni

… ma con enormi capacità inferiori ed è un dato di fatto, punto.

...e ciò, secondo me è dovuto anche alla grande esperienza di derivazione aeronautica del team che l'ha progettata.

Come detto questo lo considero irrilevante per giudicare bene o male una capsula.

Azz… ho scatenato una bella discussione! :scream:

Però ragazzi, io seguito a non capire.
L’elenco di attività effettuate dalla Gemini è impressionante, d’accordo, in relazione alle dimensioni microscopiche del programma in rapporto al progetto Apollo, ma qualcosa non mi torna comunque. Elenco solo le cose che più mi sono balzate all’occhio.

Primo: si è visto, nel bel “albero genealogico” di archipeppe, una serie di variazioni sul tema della Gemini, ottenute spesso mediante moduli aggiuntivi raggiungibili con un portello nello scudo termico. Portello comunque NON presente nella configurazione che ha volato, quindi per attaccaci un MOL era comunque necessario riprogettare anche il modulo di comando. Questa, per quanto ne capisco io, non è una gran idea di modularità. Ma forse non riesco a “fare mio” il concetto.

Secondo: la Gemini poteva agganciarsi a un altro veicolo e usare i mezzi di questo per cambiare orbita. Né più ne meno di quanto poteva fare l’Apollo (leggi Apollo 13).

Terzo: vien detto che l’Apollo è penalizzato dal doversi portare un modulo di servizio pesantissimo (venticinque tonnellate contro cinque del modulo di comando!) che serve solo in BEO e quindi “nasce troppo specializzata”, mentre la Gemini no. Questo, nella mia mente bacata, non vuol dire necessariamente che la Gemini sia più modulare dell’Apollo: semplicemente la Gemini è nata in versione “base” e non è stata evoluta con laboratori e aggiunte varie, mentre l’Apollo è nata direttamente in versione “full optional” chiamiamola così, adatta alla BEO. Un po’ come se la Gemini avesse volato direttamente col laboratorio attaccato dietro.
Quindi la naturale linea di evoluzione Apollo sarebbe stata in direzione “scaled down”, con MS sostituito da altri più piccoli e leggeri, adatti alla LEO, quindi una direzione esattamente opposta alla linea di evoluzione Gemini che invece puntava all’ingrandimento con aggiunta di nuovi elementi, eccetera.

Considerazioni da profano dei misteri industriali, eh :flushed:

Demagogia (e pagina ingestibile per chi ha connessioni da DD)…
Doveva essere un thread tecnico ed è diventato una galleria d’arte che illustra la fantasia di bravi illustratori o modellisti…

Mi sembra doveroso quotarti Alberto…
Anche perchè onestamente penso che volendo si potrebbe trovare una messe altrettanto ricca di What if relativi al progetto Apollo, uno su tutti, il Fly-by Venusiano…

tralasciando ciò che rimase solo in ipotesi progettuale è probabile che l’ ovvio e logico errore di base consista semplicemente nel voler a tutti i costi paragonare e confrontare due tipologie di velivoli spaziali costruiti per obiettivi diversi l’ uno dall’ altro.

secondo me henry, con tutto il rispetto, ma non possiamo negare ogni discussione rifugiandoci dentro dei compartimenti stagni.

Cito da Ed Harris, Apollo 13: “Non m’interessa per cosa è stato progettato… mi interessa cosa può fare!” :wink:

Perdonate la citazione-battuta… :ok_hand:

Vi ho seguito con attenzione.
Se per modularità si intende la possibilità di varianti per impiego, destinazione e uso, la Gemini è modulare.
Ma mettendosi a tavolino potremmo fare o rendere anche l’Apollo modulare.
Modulare secondo me è una parte o più parti della ISS.
Sono modulari i nodi, i tralicci, i “moduli” ed altro.
Cioè componenti che possono essere usati, combinandoli tra di loro, estendendo a piacimento una struttura… modulare.
Con questo intendo dire che vedo poco, notate bene, dico poco, modulare sia Gemini che Apollo.
Ho trovato la definizione di modulare che credo si avvicini più al nostro caso, parlando di ingegneria o architettura spaziale, intesa come assemblaggio di strutture:

L'architettura modulare riproduce una stessa unità più volte
(wikipedia)

Ma ci si riferisce anche ad esempio ad un “motore modulare” quando lo stesso motore può essere impiegato su diversi automezzi cambiandone alcune caratteristiche come cilindrata, numero di marce ecc.
In questo senso la Gemini era o è diventata modulare per i diversi impieghi a cui potava essere destinata.
Ma anche l’Apollo sarebbe stato possibile renderla modulare, ma forse la Luna e successivo disimpegno lo hanno impedito.

mi sento molto d’accordo con te. :ok_hand:

Vorrei chiarire un punto importante, l’Apollo è stato senz’altro uno dei più eccezionali veicoli spaziali mai costruiti, progettato per operare al meglio in orbita lunare, cosa che ha fatto in maniera egregia.
Ma proprio questa sua eccessiva “specializzazione”, ne ha sancito la fine prematura.

Vorrei precisare altresi’ alcune cose che non sono forse chiare a tutti:

  1. L’Apollo CSM, in particolare il CM, è stato progettato ben prima della Gemini ed il programma è stato addirittura avviato prima che qualcuno abbia volato nello Spazio.

  2. La Gemini, nata in origine come McDonnell Mercury Mk II, era nata come programma “ponte” tra la Mercury e l’Apollo e beneficiava dell’esperienza acquisita proprio con i primi voli Mercury.

  3. La cosidetta “Gemini Rogallo” non era un’alternativa o una versione differente della Gemini base ma era la sua prima versione. Della Gemini Rogallo sono stati collaudati svariati prototipi, alcuni anche in scala 1:1 (come il famoso “El Kabong”). Se l’ala di Rogallo non fu utilizzata è stato per questioni di tempi di sviluppo e null’altro. La Gemini era stata pensata per un atterraggio orizzontale su pista con tanto di pattini, in effetti il paracadute tradizionale della Gemini era comunque pensato per consentirle un contatto orizzontale con l’acqua.

  4. Molti dei progetti di varianti di Apollo postati da Alberto prevedono mere sostiuzioni di payload utilizzando lo spazio utile nelle varie bay del SM cosi’ come realmente avvenne nelle missioni Apollo 15, 16 e 17 (le cosidette missioni “J”). Tutte le altre varianti riguardavano pesanti rimaneggiamenti dell’LM che in quanto tale era da considerarsi come un veicolo distinto dall’Apollo CSM, per contro l’LM era ESTREMAMENTE modulare per sua natura progettuale.

  5. La Gemini B/MOL è stata realizzata sul serio. Nel famoso test del 3 novembre 1966, riguardante un mock-up del MOL, fu riutilizzata la Gemini 2 modificata con tanto di portello nello scudo termico portandola ad uno status analogo alla Gemini B per l’USAF.

http://en.wikipedia.org/wiki/Gemini_2
http://en.wikipedia.org/wiki/Manned_Orbital_Laboratory

  1. Il modulo di rientro della Gemini è stato più volte pantografato, pur mantenendo la stessa forma, per portare più membri di equipaggio fino alle dimensioni della Big Gemini (che comunque ha raggiunto lo status di Mock-Up). La stessa cosa è accaduta quando si è passati dall’Apollo CM all’Orion CM. All’epoca dell’Apollo nessuno aveva pensato di farlo.

http://www.astronautix.com/craft/bigemini.htm

  1. Le Gemini lunari hanno dignità di essere prese in considerazione in quanto progetti realmente studiati dalla McDonnell, sotto pressioni dell’astronauta Charles “Pete” Conrad come alternativa all’Apollo, o come eventuali veicoli di soccorso lunari. Le Gemini lunari erano veicoli modificati ed accoppiati ad upper stages quali Centaur o Double Transtage. Le Gemini da superficie lunare utilizzavano anche parte dell’hardware sviluppato dalla Grumman per il LM.

http://www.astronautix.com/articles/bygemoon.htm

I russi avevano un progetto analogo di Chelomei che si chiamava LK-700 (oggetto di un mio prossimo thread specifico).

  1. Oldpaul non sbaglia affatto quando compara la Gemini con la Soyuz sono entrambe nate nello stesso periodo con metodologie progettuali analoghe. Se gli americani avessero deciso di utilizzare come “cavallo da tiro” la Gemini in LEO, per le stazioni spaziali previste negli anni '70, e l’Apollo per la Luna, probabilmente (e con tutti le molle di un “what if”) esisterebbero versioni derivate da tale veicolo ancora oggi (cfr. Big Gemini).

  2. Il post di Carmelo, per quanto naif, voleva essere una carrellata dei progetti nati nell’ambito del programma Gemini. Come disegni in se possono non aver valore - ovviamente - ma sottendono a progetti VERI e versioni REALMENTE studiate della Gemini. Tanto da arrivare allo status, per alcune di esse, di modello ingegneristico. La documentazione relativa a tali progetti è facilmente reperibile in rete.

sicuramente mi sarà sfuggito qualche logico passaggio,
ma l’ interrogativo era cosa poteva fare o se era più avanzata degli apollo?

Bah… anche qui… a me sembra tanto che “faccia bello” dire che un mezzo è modulare per dimostrare di capirne di astronautica… di nuovo, ma su quali basi?!

5) Il modulo di rientro della Gemini è stato più volte pantografato, pur mantenendo la stessa forma, per portare più membri di equipaggio fino alle dimensioni della Big Gemini (che comunque ha raggiunto lo status di Mock-Up). La stessa cosa è accaduta quando si è passati dall'Apollo CM all'Orion CM. All'epoca dell'Apollo nessuno aveva pensato di farlo.

Come ho detto più volte cambiare scala ad un progetto non significa avere un mezzo più grande senza colpo ferire. Questo non è stato valido tra Apollo e Orion come sono convinto non lo fu fra Gemini e Big-Gemini… e forse è anche uno dei motivi per cui il progetto è morto con un mockup…

6) Le Gemini lunari hanno dignità di essere prese in considerazione in quanto progetti realmente studiati dalla McDonnell, sotto pressioni dell'astronauta Charles "Pete" Conrad come alternativa all'Apollo, o come eventuali veicoli di soccorso lunari. Le Gemini lunari erano veicoli modificati ed accoppiati ad upper stages quali Centaur o Double Transtage. Le Gemini da superficie lunare utilizzavano anche parte dell'hardware sviluppato dalla Grumman per il LM.

Si ma parliamo sempre di studi… se oggi andiamo solo a vedere Orion dove sarebbe andato in base a studi di pari dignità di quelli di allora avrebbe già colonizzato il Sistema Solare e penso conveniate tutti che se anche solo un centesimo di quello che è stato fantasticamente presentato in slide o video fosse realizzato avremmo obiettivi raggiunti grandiosi… diamo il giusto peso alle cose e non paragoniamo una progettazione che dura SEMPRE anni e migliaia di persone con studi fatti da qualche ufficio per periodi di tempo estremamente limitati…

Qui faccio io un paio di appunti… a me sembra continui a regnare il solito malinteso che paragona un qualche disegno di un bravo artista ad una qual sorta di progetto a stadi più o meno avanzati, si continua a discutere di idee non di progetti, e perchè le idee si possano tramutare in progetti (cose che volano, reali, “piegando la lamiera” come si dice negli USA) ce ne passa un abisso, se esistono MIGLIAIA di “cose” mancate i veicoli realmente realizzati in tutta la storia dell’astronautica si contano sulle dita delle mani, questo è un dato di fatto.
Continuare a dire che “avrebbe potuto” o “avrebbe fatto” è del tutto effimero, perchè ci sono MIGLIAIA di cose che avrebbero potuto essere, ma se non sono state realizzate un motivo c’è sicuramente. E come oggi esiste powerpoint o la computer grafica allora c’erano i disegni, basta guardarsi intorno e nessuno considera reali oggi tutte le fantastiche presentazioni che periodicamente vediamo arrivare da ogni parte del mondo.
Quindi non facciamo l’errore di giudicare o considerare progetti reali una sfilza di disegni che trovano il tempo che trovano, i veicoli che hanno realmente volato li conosciamo tutti, e giudichiamo quelli per quello che sono stati e non per quello che avrebbero potuto fare nella mente di un disegnatore, che allora come oggi, fu incaricato di abbozzare un’idea con nessun intento progettuale ne tantomeno ingegneristico dietro…

“Ingestibile” si,e me ne scuso (a mia discolpa posso solo dire che avevo poco tempo ed ho fatto copia e incolla da un mio post in un altro forum)
“naif” certamente.
“fantasie”,può darsi certamente (nella misura in cui gli ingegneri di una multinazionale aereospaziale si lascino andare a fantasie;io le chiamerei “proposte”).
Ma “demagogia” perchè?

Perchè se per appoggiare l’idea che la Gemini sia “meglio” hai bisogno di riempire un post di disegni o foto di modellini, fai solo “impressione” e non porti nulla di concreto perchè come detto per qualsiasi altro mezzo sarebbe possibile fare altrettanto e in maniera altrettanto copiosa con altre fantasie…

???
Che baraonda! Se, se, se…
Eppure per realizzare Orion la NASA ha rimestato tutti i relitti di Apollo… non Gemini. Apollo aveva un bel portello nel muso, al quale agganciarsi a qualsiasi cosa, Gemini no. Bucare lo scudo termico? Creare un possibile elemento guastabile in un punto VITALE del veicolo? Ragazzi, un poco di pragmatismo. A me pare che la Soyuz sia più vicina all’Apollo che alla Gemini… in fin dei conti era progettata per la Luna.
Certo la Gemini è concettualmente più simile alla cabina di un aereo e questo forse la rende più… pilotabile? Più simile agli aerei, più simile alla navetta spaziale?
Non sarà che il trauma della fine della navetta ci porta a frugare nel passato alla ricerca di qualcosa che se… Gemini alate, Rogallo… però, come dice albyz, tutti disegni. Tutti potremmo fare sviluppi su qualsiasi veicolo spaziale con carta e penna, la storia dell’astronautica trabocca di se, poi però si sceglie quello che serve al momento. Gemini per testare le tecnologie per il volo lunare. Ho visto i disegni, Gemini lunare con gli astronauti che si calano lungo lunghissime scale a pioli o fessure nello sacfo… ok, 1/6 di gravità, ma comunque si è visto che quelli dell’Apollo tornavano sul LM stanchi dopo le escursioni lunari. Figuriamoci poi il dover fare gli alpinisti per ritornare a bordo del veicolo…
ho per le mani un bel modello della Gemini. Bella capsula, non c’è che dire, ma non vedo lo spazio per certe fantasie. Men che meno un portello nello scudo termico senza modificare le sue dimensioni, il che significa riprogettare la capsula, non tagliare via un pezzo con la fiamma ossidrica e lavorarci su. Ed i portelli a cerniera li vedo molto ingombranti per una stazione spaziale.
torno poi a quanto notavo all’inizio. La capsula è angusta. Bisogna chiedere agli astronauti, come Armstrong, se era più vivibile la Gemini in due, inchiodati sul sedile, o la Apollo in 3, liberi di muovesi dentro.

Premetto che di conoscenze tecniche su Apollo e Gemini ne ho poche, quindi sulla questione in particolare non mi pronuncio. Propongo però una maniera più proficua (forse) di portare avanti la discussione, ovvero stabilire degli scenari e dei profili di missione (missione verso la Luna, orbitare in LEO, docking a strutture come stazioni spaziali, situazioni di emrgenza, aumentare numero membri equipaggio, ecc) considerando per ognuno degli scenari degli indici di prestazione, in particolare il costo, lo human factor, ecc, oltre, ovviamente, alla facilità di effettuare delle modifiche per passare da uno scenario ad un altro. Quindi direi di proporre prima di tutto i rpofili di missione e gli scenari nell’ambito dei quali si vogliono analizzare le prestazioni delle due capsule.
Poi si definiscono gli indici di prestazione.
Infine si stila una tabella dove ognuno poi andrà a mettere la propria personale opinione (possibilmente supportata da considerazioni tecniche) sulla capsula Gemini e sulla capsula Apollo.
Che ne dite? In questo modo si avrà un confronto puntuale e completo sulle due capsule

Premetto che mi sembra assurdo arrivare ad usare termini quali “demagogia” in discussioni di carattere tecnico.
Non sarà costruttivo postare tante foto, peraltro bellissime, molto interessanti e comunque in tema con la discussione, ma
altrettanto non costruttivo e sicuramente più demagogico è postare una ventina di link che nulla centrano con la discussione.
Trovo inoltre che nell’ottica della sana discussione non siano nemmeno accettabili risposte autoreferenziali del tipo
“Come detto questo lo considero irrilevante per giudicare bene o male una capsula.”
Sinceramente non mi sembra un modo corretto di porsi nei confronti di quella che altro non è se non una discussione tecnica tra persone appassionate dello stesso argomento.
Sinceramente venire a postare per vedersi fare le pulci - in base a quale esperienza tecnica poi? - fa scappare la voglia di farlo. Al contrario trovo stimolante postare per mettere in discussione le proprie idee con persone competenti.

Archipeppe ha spiegato benissimo il concetto di riutilizzabilità progettuale dalla flessibilità del progetto Gemini.
Poichè in una discussione bisogna sempre porre in dubbio per primi se stessi e le proprie idee, ho preferito rifletterci un attimo e tornare alla domanda iniziale di Andrew che, in sostanza, voleva capire perchè il progetto Gemini viene considerato il più “raffinato” tra i tre progetti degli anni 60-70 della Nasa.

Io mi sono intromesso nella discussione perchè ritengo di avere una esperienza tecnico/lavorativa relativa al concetto di modularità.
Ponendo in dubbio il mio modo di pormi ieri nella discussione, mi sono reso conto che forse non ho spiegato bene questo punto e, soprattutto, non ho fatto ben capire il vero pregio del concetto di modularità. Sperando di non essere nuovamente soggetto ad una esegesi critica autoreferenziale ma ad un sano dibattito passo ad illustrare il mio pensiero. La farò un po’ lunga … se qualcuno si addormenta non mi offendo e me ne assumo le colpe. :grin:

Come ho detto un progetto modulare scompone in blocchi logici il problema e, cosa estremamente importante, stabilisce delle interfacce (perdonate la bestialità, ieri ho scritto alcune volte “interfaccie” con la “i” :facepunch:) tra i blocchi. Quest’ultima affermazione è la chiave dei vantaggi che derivano da una progettazione modulare e, al tempo stesso, è la parte più difficile da attuare.

Porto come esempio qualche cosa che i vari ipod hanno reso un po’ desueto ma credo sia semplice da capire:
Ricordate quei bei sistemi HiFi degli anni 70-80? C’erano sistemi compatti/integrati in cui, in un blocco monolitico, c’erano il piatto giradischi, la piastra registratore/riproduttore cassette il sintonizzatore e l’amplificatore/equalizzatore. Ovvio che non potevo cambiare uno di questi componenti, altrettanto ovvio che se mi si rompeva il riproduttore di cassette dovevo portare tutto a far riparare e restavo per giorni senza poter ascoltare musica da nessun media.
Al contrario c’erano quei bei sistemi (oddio ci sono ancora ma in quegli anni il fenomeno era più marcato) in cui i componenti erano separati e le case avevano imposto una interfaccia tra i componenti fatta di specifiche meccaniche dei connettori e specifiche elettriche che adattavano ingresso ed uscita dei componenti. In sostanza, oltre a poter far riparare solo il pezzo che eventualmente si rompeva, si poteva mettere l’amplificatore della marca X, il registratore di quella Y e così via. Il sistema era enormemente flessibile ma il grosso vantaggio era che, se io cambiavo un pezzo ero assolutamente cerrto che questo non avrebbe creato problemi ad un altro pezzo. Sulla presunta miglior qualità del pezzo X rispetto a quello Y nascevano guerre di religione che la discussione in corso qui è roba da educande. :stuck_out_tongue_winking_eye:
Chi ha un minimo di conoscenza di programmazione orientata agli oggetti ( magari con linguaggi seri come Eiffel, che consiglio spassionatamente) avrà riconosciuto il concetto base di incapsulamento che permette di descrivere con del software un oggetto del mondo reale che comunica con altri tramite interfacce e permette, punto importantissimo, di modificare il software all’interno di un oggetto senza che gli altri moduli siano influenzati.
Chi programma per diletto e/o senza una metodologia, al contrario, si rende conto dopo poco che modifiche apportate da una parte del programma vanno a modificare il comportamento di altre parti. Inoltre, con la programmazione modulare orientata agli oggetti, testo un modulo anche se gli altri non sono pronti e, una volta che sono sicuro che presenti alle sue interfacce il comportamento desiderato, sono sicuro che si integrerà alla perfezione nel resto del progetto.

Ora, e finalmente arriviamo alla astronautica, per poter stabilire se il progetto Gemini è o non è modulare dovrei avere in mano i disegni originali e, quasi sicuramente, non avrei comunque la competenza tecnica per poter capire a fondo tali progetti.
Fortunatamente ho trovato questo documento che vi consiglio di leggere

klabs.org/history/papers/gemini_mercury_experience.pdf

In esso si afferma chiaramente che, dopo le esperienza Mercury, la Nasa si era resa conto che un grosso problema nasceva dalle difficoltà di testare il funzionamento del sistema nella sua completezza e si individuava nell’approccio modulare la soluzione a tale problematica. Se siete interessati vi consiglio di leggere a pag.5, in fondo, il capitoletto intitolato “Checkout”
Inoltre troverete nei capitoletti precedenti conferma a quanto riferitoci da Archipeppe in merito all’interesse iniziale della NASA per la Gemini paraglider.
Trova conferma a questo punto quanto sostenevo ieri, e cioè che il rateo elevato di missioni del programma Gemini, nonostante i profili estremamente complessi e variabili da una missione all’altra, era dovuto ANCHE al progetto modulare che comportava una notevole maggior facilità di eseguire le procedure di checkout dei componenti. (N.B. “ANCHE”, ovviamente “NON SOLO”).
Pertanto chi obietta questo punto è pregato ora di farlo su basi tecniche e non autoreferenziali della serie “Io ritengo” … sinceramente “Io ritengo” non è rilevante.

Poichè il progetto Apollo è precedente a Gemini probabilmente ha potuto usufruire completamente di questo approccio modulare. Ad ogni modo eventualmente tale approccio è comunque una conseguenza dell’esperienza Gemini. Con questo penso di aver risposto da un’altra angolazione rispetto a quanto già esposto da Archipeppe in merito al perchè il progetto Gemini è da considerare il più raffinato dei tre.
Certo poi ci sono considerazioni di scomodità ed altro, ma quello che importa è un concetto progettuale per la prima volta applicato ad una astronave.

Se mi consentite torna ora chiaro perchè il progetto Gemini fu affidato allo staff di Jim Chamberlein, la cui linea di pensiero, l’esperienza aeronautica da cui lui proveniva, era quella inglese che adottava almeno in via embrionale tale concetto a livello di costruzione aeronautica già dagli anni della seconda guerra mondiale.
Guardate come ritornano alcuni concetti che a volte sembrano così lontani. Avete presente in F1 la Lotus 49? La prima vettura con motore portante in cui il motore non era più integrato nel telaio ma collegato a sbalzo al telaio ed era un componente facilmente sostituibile ed intercambiabile … Non per nulla anche Chapman proveniva da quella scuola di pensiero ingegneristico e, guarda caso, la Lotus 49 è pressochè contemporanea alla Gemini.

Scusate la lunghezza dello scritto.

Ehm … riscusate, non riesco a modificare: ho scritto

Poichè il progetto Apollo è precedente a Gemini probabilmente ha potuto usufruire completamente di questo approccio modulare
ovviamente manca un “non”

Poichè il progetto Apollo è precedente a Gemini probabilmente NON ha potuto usufruire completamente di questo approccio modulare