Caro Albyz, premetto che odio le litigate su internet, quindi ti assicuro che non è quanto sto facendo.
E’ interessante, invece, discutere, nell’ottica di confrontare le proprie idee per poterle migliorare, rendere più forti, al limite buttarle nel macero. La discussione per me serve a questo, non ad aver ragione a tutti i costi.
Questo per spiegarti il ton , e l’interesse, con cui sto affrontando questa discussione con te. Ok?
Eviterò questa volta la discussione punto per punto proprio per dare un tono più rilassato-
Premetto che la faccenda dell’ergonomia del cockpit è una modifica che hai fatto dopo aver postato, e, se me lo consenti, sarebbe opportuno quando si modificano i post, scrivere dove e perchè lo si è fatto, altrimenti si rischia di far sembrare assurda una risposta data.
Intendiamoci, so benissimo che non l’hai fatto apposta, ma l’effetto che ne esce modificando un post senza spiegare dove e perchè lo si è fatto spesso è questo.
Si, l’ergonomia del cockpit è uno dei fattori chiave che rientrano anche nella modularità.
Come puoi vedere nelle foto e leggere in questo sito:
http://www.ipmslondon.ca/old%20site/ipmslondon.tripod.com/spaceandscifirefarticles/id17.html
La disposizione del cockpit era di chiara ispirazione aeronautica. Visto che facciamo discorsi banali, sai che professione facevano gli astronauti? Pensa un po’ che semplificazione trovarsi gli stessi comandi a cui già sono abituato.
Non è il sistema più adatto per una missione spaziale? Forse-…, , visto però che in un “sistema”, qualunque esso sia", uno dei “componenti”, forse il più importante, è quello umano mi ritrovo con una esperienza già disponibile e posso “perdere” meno tempo in simulazioni. Rendere modulare anche la componente umana, perdonami se sembro cinico
, è un aspetto importante e la Gemini lo implementava. Potrà sembrarti ingenuo, ma credo sia dovuto a tua inesperienza lavorativa, ma la componente più difficile da modularizzare è proprio quella umana.
Il rateo dei voli, altissimo, visto i profili di missione ( ne (ri) parliamo dopo
) visti i tempi e visto il budget è indice di un buon progetto.
Dai parliamone subito che è meglio
: Fonte wikipedia, intendiamoci
Gemini 3: ok, primo collaudo con equipaggio, correzioni di traiettoria e infine capsula in orbita bassa che avrebbe garantito un rientro anche in caso di avaria ai retrorazzi di rientro.
Gemini 4: famosa per l’EVA di White ma utile anche per un tentativo non proprio riuscito di avvicinamento ad un bersaglio costituito dal razzo Titan, inoltre, nonostante l’EVA di White con conseguente ripressurizzazione della capsula, missione di 4 giorni, non poco per i tempi.
Gemini 5: primo uso di pile a combustibile. Il sistema elettricodella capsula, guarda un po’ la modularità
, permetteva l’utilizzo sia di batterie che delle (per allora ) nuove pile a combustibile. Messa in orbita di un satellite da utilizzare come bersaglio per manovre di rendezvous. Purtroppo le celle a combustibile non funzionano bene ma, spegnendo alcuni sistemi la capsula può continuare a stare in orbita. Poi tutto torna a funzionare e si possono completare con successo manovre di cambio traiettoria e orbita.
Gemini 7/6A: non sto a raccontare il ritardo di Gemini 6 ed il perchè, dico solo che in due settimane il profilo di missione di Gemini 6 fu cambiato da docking con un’Agena a RendezVous con Gemini 7. Le due capsule si avvicinano a 30 cm.
Si arrivò a variazioni di velocità di 3cm/secondo quindi possibilità di variazioni finissime. Gemin 7 14 giorni in orbita.
Gemini 8: Primo docking con altro veicolo, nella fattispecie un Agena. Problema di assetto corretto utilizzando i razzi di rientro. prova anche questo della possibilità di ottenere un effetto con dispositivi non progettati allo scopo.
Gemini 9: Altro rendezvous, quasi docking ed una Eva complessa.
Gemini 10: Rendezvous e docking con Agena e controllo del sistema tramite i razzi di controllo dell’Agena… il sistema di controllo della Gemini era modulare al punto che poteva utilizzare dispositivi esterni per pilotare il complesso. Fu anche innalzata l’orbita a 700 e rotti km utilizzando il razzo propulsore dell’Agena. EVA di Collins, Riaccensione razzo Agena, distacco, avvicinamento all’Agena di Gemini 8, nuova Eva di Collins.
Gemini 11: Aggancio ad Agena durante la prima orbita, dimostrazione di alta precisione e manovrabilità , agganci e sganci vari fino alla accensione di Agena e orbita del complesso con Apogeo a 1300 e passa km. Distacco da Agena e collegamento con cavo. rotazione del complesso con creazione di debolissima forza centrifuga.
Gemini 12: ripetizione delle manovre precedenti.
Ti sembra poco? In nemmeno due anni? Al rateo di un lancio quasi ogni due mesi?
Pensi che le Gemini fossero tutte uguali o erano necessarie modifiche per ottenere profili di missione così diversi?
Inoltre i cambi di missione dovuti ad imprevisti testimoniano una flessibilità intrinseca del progetto.
Ratei così elevati con profili così diversi e flessibilità sono le testimonianze di una modularità progettuale.
Mi chiedi ancora cosa ha fatto Gemini che Apollo non abbia fatto. Forse non stiamo parlando della stessa cosa, io sto dicendo che Gemini era una macchina che ha fatto grandi cose grazie ad una progettazione direttamente derivante da esperienze aeronautiche. Apollo era una grande macchina pure lei ma si portava dietro un modulo di servizio necessario per le missioni lunari. Forse modificando quello si sarebbe potuto rendere flessibile anche Apollo. Purtroppo non so nulla su progetti in questo senso.
Certo che non è normale, ma questo non è certo dipeso dalla modularità, piuttosto dalla buona e mirata progettazione per gli scopi cui era destinata, ovvero il collaudo di tutte quelle tecnologie necessarie ad un programma più maturo e completo come l'Apollo.
Perdonami ma non amo il politichese. Da dove trai la certezza che tutto è dovuto ad una buona e mirata progettazione?
Guarda, comunque, che una buona e mirata progettazione, in qualunque campo ingegneristico, è frutto di una scomposizione in blocchi semplici e facilmente intercambiabili grazie a interfaccie ben progettate … cioè definizione di modularità. 
Non sto facendo una gara con altri mezzi spaziali, ma dei tre mezzi che citi, Apollo come ho detto è un progetto ad hoc, poi puoi pesantemente modificarlo altrimenti resta un grandioso progetto dedicato e lo si è utilizzato per Skylab e ASTP solo perchè c’era HW disponibile … Sulla Soyuz niente da dire, infatti ho detto che secondo me un veicolo derivato da Gemini avrebbe potuto essere la Soyuz americana. Shenzhou … beh non mi sembra abbia ancora fatto ciò che ha fatto Gemini.