Lo Shuttle è forse il programma più travagliato della storia dell astronautica.
I concept Early dello Space Shuttle (tardi anni 60) erano qualcosa di fantascientifico anche oggi. Si parlava di riusabilità piena, con primi stadi dei saturno 5, dotati di ali enormi e propulsione jet in grado di fare il dovere e volare a terra (MADONNA). Lo Shuttle doveva essere un veicolo alquanto compatto, in grado di fare da spola veloce verso LEO. Lo Shuttle nasceva in un contesto più ampio fatto di stazioni spaziali e tug orbitali per permettere il raggiungimento di orbite ad alta energia.
Questa NASA sci-fi andò velocemente a sbattere contro il muro chiamato Nixon-Anni 70. Si passò letteralmente dalle stelle alle stalle. Il supporto alla conquista allo spazio era crollato. I russi erano stati battuti e l’obbiettivo di kennedy raggiunto. Era tempo di pensare al vietnam e al welfare.
MENTRE la NASA volava verso la Luna con le missioni J (Apollo 15-16-17), i budget proposti erano cosi miseri che non solo avrebbero portato alla morte del programma Apollo, ma alla morte del programma Shuttle e di vettori manned (roba da pazzi).
Tuttavia il supporto richiesto per “spingere” un budget adeguato attraverso il congresso arrivò dal ragazzone pieno di soldi e che si era innamorato dello Shuttle. La US Air Force. Tuttavia lo Shuttle che aveva in mente la USAF era ben differente da ciò che voleva la NASA.
Le richieste USAF prevedevano una cargo bay enorme (ben più lunga e larga del progetto NASA), un ala a Delta enorme che permettesse allo Shuttle di planare a lungo (contro un ala a 90° ben più piccola proposta) e infine un payload più che doppio.
L’Orbiter dello STS divenne quindi il bestione da 77500 kg che tutti conosciamo e amiamo. Tuttavia queste modifiche causarono problemi in termini operativi. Il veicolo enorme era estremamente complesso. L’enorme ala a delta aumentava enormemente la difficolta del rientro (in termini di sforzi da supportare), portando a periodi di refurbish considerevoli del TPS. Il tutto rese lo Shuttle molto meno sostenibile in termini economici di quanto la NASA avrebbe voluto originalmente.
Come detto precedentemente, la NASA non aveva scelta. Lo Shuttle come tutti lo conosciamo era nato. Ma cosa voleva la US Air Force da questo nuovo veicolo?
La USAF voleva che lo Shuttle effettuasse missioni segrete, per lanciare e recuperare satelliti nel giro di una sola orbita. Le elevate capacità in gliding, payload e volumetria, rispondevano direttamente ai numeri dei nuovi satelliti che il DoD voleva portare in orbita. Il piano era di affidarsi inizialmente agli orbiter NASA, e in seguito la USAF avrebbe avuto i suoi shuttle militari personali (Space force baby ). Per completare questo idilliaco quadro alla forza americana serviva un posto da dove lanciare verso orbite polari ed ad alta inclinazione per poter meglio ficcanasare negli affari URSS. Il posto perfetto era Vandenberg. Iniziarono possenti lavori per poter lanciare lo Shuttle da vandenberg. La pista di atterraggio li vicino fu allungata fino a oltre 4.5 km. Vennero spesi oltre 4 miliardi di dollari per il complesso SLC-6.
La prima missione era prevista nell’estate 1986. STS-62A. Nel 1985 il complesso SLC-6 venne sottoposto ai fit checks.
Impossibile non riconoscere le strutture che oggi associamo ai lanci ULA di Delta 4M e Heavy. Per chi non lo sapesse, quelle strutture non sono nate per la famiglia Delta, ma per lanciare Shuttle USAF…
Con l’equipaggio già selezionato, pareva quasi realizzato il sogno dell aereonautica americana. Tuttavia come tutti sappiamo nel 1986 accadde l’impensabile… Il disastro del Challenger scosse il programma STS dalle fondamenta. l’USAF sotto ordine del pentagono abbandonò STS e il complesso vandenberg LCS-6 e ricevette l’ordine di sviluppare vettori expandable per lanciare i payload.
Anche con questa decisione presa, lo Shuttle ha effettuato ben 10 missioni top secret per conto del DoD. Non erano certo le missioni originarie di lancio e recupero nel giro di un orbita, ma si trattava comunque di cargo voluminosi,preziosi, pesanti e da portare su orbite molto inclinate. Le più recenti che sono datate late anni 80 e inizio anni 90 sono ancora completamente avvolte nel segreto.
(qualche patch delle missioni top secret di STS)
Queste missioni hanno portato l’orbiter a inclinazioni e altitudini inusuali, spingendo al limite le performance del veicolo.
Tuttavia il lato positivo per la NASA c’è stato. Pur con i suoi difetti lo Shuttle aveva capacità uniche che oggi non abbiamo e chissà quando riavremo.L’orbiter era una stazione spaziale a tutti gli effetti (scienza ringrazia). Una stazione in grado di agganciare e riparare satelliti (Hubble ringrazia) e in grado di lanciare grossi moduli con un complemento corposo di uomini. E la cadenza di lancio considerando le dimensioni di tutto il vettore era ottima. (e la ISS ringrazia). Alla fine lo Shuttle è stato il risultato di un compromesso che ha dato egregi risultati, cosi come quasi tutto in ambito astronautico.
(immagini credit NASA/USAF/ULA)