Il progresso e i veicoli spaziali

Il problema dello Shuttle é che cercava di soddisfare da una parte l’ambito militare, ma dall’altra anche NASA stessa… E per quanto é stato realizzato secondo me é stato compromesso troppo il design originale, portando spesso il veicolo ai suoi limiti fisici, e come abbiamo imparato purtroppo 2 volte anche al fallimento.

Il problema dello Shuttle e’ che per portare “solo” roba nello spazio ha un quinto della capacita’ del Saturn V, non ha capacita’ beyond LEO e al contrario di quello che si sperava all’inizio non costa di meno per lancio del Saturn V, quindi e’ peggio su tutta la linea.

Se avessero tenuto in servizio il Saturn V e magari non rimosso Von Braun la storia avrebbe potuto essere diversa anche a parita’ di finanziamenti facendo buon uso di tutti questi decenni.

Poi il Saturn V poteva essere reso meno costoso semplicemente aggiornando tecnologie e metodi di produzione allo stato dell’arte senza stravolgimenti, e con il grosso degli investimenti gia’ ammortati e soprattutto rinunciando a farlo human rated, trasferendo l’equipaggio dopo averlo lanciato con un veicolo piu’ piccolo ottimizzato per la sicurezza senza bisogno di nulla di fantascientifico, “alla Soyuz”.

Ma le infinite cose che si sarebbero potute fare fanno parte del “senno del poi di cui sono piene le fosse” di manzoniana memoria.

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Non voglio essere troppo critico, ma lo Space shuttle anche con tutti i suoi problemi, ha dato una grandissima mano alla costruzione della ISS, ( si I russi attraverso il Proton hanno portato su Zarya ecc… Ma per lavorare su queste parti serviva personale o da Una Soyuz oppure da una crew di uno Shuttle anche con il suo CanadArm)

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In un mondo ideale l’archietettura Shuttle non esclude l’archietettura Saturn. Lo shuttle è un veicolo ottimizzato per l’ambiente LEO. Il Saturn è un veicolo chiaramente BLEO. Anche in costi, lo Shuttle è un altro mondo rispetto al Saturn. Un Saturn 5 costa oltre 1.2 miliardi di dollari a lancio (aggiustato per inflazione). Lo Shuttle costa la metà e in un contesto LEO fa molto di più. Porta 7 uomini in un grande spazio. Ha un suo Airlock, ha un braccio robotico. E’ in grado di fare cose che le capsule neanche si sognano. Sono 2 mondi completamente diversi. Cosi come nei piani originali, uno shuttle non esclude un SHLV. Peccato che i budget non la pensino cosi.

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Il Saturn é stato un vettore fantastico, però bisogna ammettere che nella corsa alla luna, a differenza di oggi si é passato sopra anche su problemi “significativi”, gli Stessi F1 ebbero tantissimi problemi per via della camera di combustione così grande e che letteralmente esplodevano senza avere degli iniettori adatti, I J-2 nei primi test-flight del Saturn ebbero qualche problema di spegnimento, cosa che accadde anche in Apollo 13 con la perdita di un J2 sul secondo stadio (fortunatamente era stato progettato per raggiungere l’obbiettivo anche con un malfunzionamento di 1 motore su 5). Da una parte rimane sicuramente il vettore più potente mai realizzato fino ad adesso (Vedremo Starship cosa farà), ma era quasi troppo “spinto” per i tempi ( Si pensava ad un Fly-by di Marte O Venere con il Nova), in ottica moderna potrebbe essere un buon sostituto al costoso SLS, ma credo che il futuro del riutilizzo dei vettori almeno per LEO sia necessario per abbattere i costi.

Rimane comunque la grande delusione, mezzo secolo dopo la conquista della Luna, del fatto che l’esplorazione spaziale manned non sembra interessare piu a nessuno

Ottimizzato no.
Avrebbe dovuto esserlo ma non lo e’ stato neanche per LEO, costa di piu’, non ha un sistema abort che salvi l’equipaggio e ha ammazzato piu’ gente.

Comunque c’e’ stato un momento in cui i due progetti erano parecchio legati.

Oggi riguardando quel progetto con il senno del poi si vede che alcuni dei difetti non ci sarebbero stati, ma altri si.

La cosa migliore, facendo chiacchere da bar sport, sarebbe stato uno spazioplano piu’ piccolo lanciabile dal Saturn V come payload puro, se non altro come proof of concept e sviluppo di know how… per eventualmente perfezionare o validare/scartare il concetto dello spazioplano e soddisfare qualche requisito dei militari in termini di cross range ecc.

Comunque quello a cui si puntava e’ un riutilizzo totale del veicolo. E in questo lo Shuttle in teoria ha avuto successo. Si riutilizza quasi tutto tranne il serbatoio esterno. Peccato che con un lavoro tale che rifarne uno nuovo a ogni lancio sarebbe costato di meno…

Anzi, ancora adesso non siamo sicuri che con piu’ lavoro e con una maggiore agilita’ progettuale (modifiche anche profonde e messe a punto) uno spazioplano in gran parte riutilizzabile velocemente e a basso costo per lancio non sia possibile.

Se avessero avuto successo adesso faremmo tutt’altri discorsi…

Dreamchaser punta a questo anche se in versione rimpicciolita.

Ed e’ un bene che qualcuno ci provi ancora.

Magari il peso di ali e carrello nonche’ la complessita’ dello scudo termico sono compensati dalla possibilita’ di evitare ai motori di abort un tuffo nell’acqua salata (ogni riferimento a episodi recenti non e’ casuale).

Il miglior design per un veicolo spaziale e’ un problema veramente complesso con tante soluzioni, probabilmente ci sono tanti possibili design e architetture di missione “buoni”, che sono influenzati profondamente nella loro bonta’ da evoluzioni tecnologiche o differenze di requisiti anche apparentemente secondari.

Concordo con Carmelo e vi ricordo che creai un post dove si parlava di quanto sopra. Vedo molte new entry tra i partecipanti a questo argomento e forse non conoscono la mia opinione in merito.
Carmelo dichiara che è mancato l’interesse dell’opinione pubblica: verissimo. Mancava allora e manca ancora oggi.
La navetta è stata realizzata con le tecnologie di Apollo per risparmiare.
Prima del lancio dello Sputnik gli esperti sapevano quale era la roadmap da seguire per il volo spaziale, ma la politica aveva altre priorità,
Infine in un mondo dove vige ancora oggi il motto padroni a casa propria ci troviamo con programmi spaziali ridondanti, quindi costosi.
Se si vuole cambiare le cose,occorre che siamo noi a convincere l’opinione pubblica, altrimenti lo spazio sarà sempre in balia dei surfisti della politica,

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Se riesci a trovare il tuo post a cui fai riferimento mi faresti un favore perché preferisco leggere direttamente dalle parole della persona che le dice e non lo stesso pensiero espresso da una terza, è diverso.

Riguardo l’interesse pubblico è vero che si sa poco e nulla su cosa fanno gli astronauti in orbita ed i benefici che ne riceviamo ogni giorno per non parlare delle altre missioni senza equipaggio quali sonde e satelliti. Molti credono che il costo pro-capite sia molto alto (me stesso compreso) quando in realtà è trascurabile; basta leggere i risultati dell’indagine ESA. Ammettiamolo, ora come ora, il mondo dello “Spazio” è solo per pochi; ovvero di chi è veramente interessato all’argomento. Vorrei ricordarvi che la NASA aveva provato ad far ricrescere l’interesse nazionale verso lo spazio e del programma Shuttle, mandando la prima insegnate, Christa McAuliffe, nello spazio a bordo dello Space Shuttle Challenger.

Mi spiace dirlo ma le poche e rare notizie che si leggono e si sentono sui giornali nazionali non bastano a mettere la “pulce in testa” stimolando interesse e curiosità. Un’altro fatto che si tende a sottovalutare, qui in Italia, è la nostra ingegneria (di qualità e di riferimento) in campo spaziale con aziende che hanno firmato contratti importanti.

Sto parlando da siciliano che nemmeno era conoscenza che qui in Sicilia abbiamo la fortuna di avere l’Osservatorio di Isnello, il più grande polo astronomico del mediterraneo come lo hanno definito i giornali locali qualche anno fa; oppure che il nostro Luca Parmitano fosse di Paternò (Catania). Di queste due cose non ero l’unica persona a non saperlo.

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Credo che @Starcruiser si riferisca a questo : Apollo e Space Shuttle hanno rallentato l'evoluzione astronautica?

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“Noi” chi? L’opinione pubblica siamo noi, ci autoconvinciamo da soli?
Concordo sul fatto che l’astronautica deve essere un bene di tutta l’umanità e non un programma spaziale di una singola nazione portato avanti solo per prestigio o per incrementare l’economia nazionale.
Ma poi ci sarà sempre chi, tra i poveri “sfigati” rimasti sulla Terra, crederà che con tutti i soldi spesi per un qualsiasi preogramma spaziale, si sarebbero invece potuti risolvere tutti i problemi della Terra (fame, cancro, ecc…)

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Io e te, noi e tutti quelli che qui ci leggono e che vorrebbero un maggiore impegno nel settore, se lo vogliono. L’opinione pubblica è quello della massa,non necessariamente la mia. Se voglio che qualcuno sostenga la mia opinione, quantomeno la deve conoscere, ma se mi aspetto che qualcuno lo faccia solo perché a me pare ovvio, ciao.
Ah, richi ha trovato il post,grazie, ma le mie idee sono sparse in giro.
Non credo che lo spazio sia il naturale destino dell’umanità, però è una valvola di sfogo per la sovrapopolazione.
Vorrei un approccio allo spazio più
unitario e concentrato su linee guida che non cambiano, perché dettate dalla logica.
L’unico vero progresso si è avuto con Apollo. Questo ha cambiato il mondo anche se gli storici ancora fanno fatica a digerire l’idea. Il cambiamento non era voluto, ma c’è stato.
Forse solo il volo umano verso Marte potrebbe avere lo stesso impatto.
Certo spazio è innovazione, ma quella di oggi è molto limitata.

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Aggiungo a quello che dici il motivo: ci ha fatto vedere da una prospettiva totalmente differente, lontana dall’orbita terrestre bassa, quanto noi esseri umani e tutto il mondo che abbiamo imparato a conoscere, fin da quando l’ uomo è comparso sulla Terra, sia fragile ed è proprio in questo periodo che nascono le associazioni ambientaliste. Non dimentichiamoci anche dell’influenza della fede molto presente degli astronauti del programma Apollo che in qualche modo ci ha avvicinati al “Creatore”. Questo è stato il progresso o la rivoluzione che affidi, IMHO, al programma Apollo.

Chiedo scusa se sono andato “leggermente” OT ma era necessario puntualizzare e ci sono discussioni che lo trattano in maniera approfondita.

Apollo si è realizzato in un epoca dove ancora gli ideali avevano un certo peso nella vita di tutti. Furono gli ideali e la necessità di finanziamenti pubblici alle imprese aeronautiche a renderlo possibile.
Il balzo tecnologico, il successo economico ed i cambiamenti sociali che porterà {non il 68,quello è un altra storia} erano imprevedibili.
Apollo ci ha fatto capire che volere e potere, che l’umanità è uscita dall’infanzia. Ora siamo grandi.
Apollo è stata la prima volta, insomma, in un epoca di grandi cambiamenti.
Un momento irripetibile, quindi noi oggi dobbiamo guardare avanti per creare un altro momento irripetibile, non replicare Apollo.
Ma servono ideali, mezzi e risorse. Cominciamo con gli ideali, con lo spirito. Quando saremo un numero significativo arriverà anche il resto.
Passo e chiudo.

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Purtroppo l’ “ideale” di oggi é il guadagno nella maggioranza dei casi, in pochi si stanno cercando di spingere grandi passi in avanti per l’umanità.

Probabilmente una cosa “secondaria” come la guerra fredda fu una motivazione più forte degli ideali romantici di un’America che ancora lottava in Vietnam e faticava a fare rispettare la fine della segregazione razziale.

Apollo e la sua epoca sono a mio modo di vedere troppo idealizzati e romanticizzati.

Apollo fu una straordinaria impresa di ingegneria inserita in un ben preciso contesto storico e sociale che non dovremmo rimpiangere.

Fu uno stunt che raggiunse il suo scopo perfettamente e cioè mostrare una schiacciante superiorità tecnologica sui sovietici, ma non voleva essere niente altro anche se, ovviamente, le sue implicazioni più simboliche restano una pietra miliare della storia.

Ma non fu mai pensato per gettare le basi per una colonizzazione del cosmo, non fosse altro che per il suo costo.

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Si, forse dalle mie parole non lo si capisce. Allora come oggi nessun polittico idealizzava la conquista dello spazio, era un modo per sbalordire l’opinione pubblica, ma reso possibile dal modo di pensare. Oggi, che viviamo in un mondo pragmatico e senza scopo, puoi sperare che certe cose si facciano solo per i capricci di un Musk o perché tutto il mondo scientifico ventila che se scoprissimo la vita su Marte ci sarebbero delle ricadute scientifiche, tecniche ed economiche di portata incalcolabile. O così si deduce, ma a pensarci bene non è così.
Oggi l’astronautica cammina sulle spalle di colossi industriali che la usano per fare soldi, giustamente. Però manca l’anima. È un coso freddo e vuoto. Solo una macchina da soldi. Resta solo il fascino delle macchine fine a se stesso.

Io non credo avesse più “anima” 50 anni fa. La corsa allo spazio è stata prima di tutto strumento di propaganda e supremazia, militare molto prima che scientifica. L’opinione pubblica non era più sognante e idealista di quanto sia oggi, l’entusiasmo del pubblico americano (peraltro diffuso ma non unanime neanche all’epoca) era figlio della guerra fredda e dell’odio per i comunisti che veniva pompato nella società americana, non certo per l’interesse dell’average Joe per i risvolti scientifici dell’esplorazione Lunare. Il popolo sovietico non so neanche dire se manifestasse tutto questo entusiasmo per la corsa spaziale al di là delle ovvie celebrazioni di regime.

Il nostro mondo che tu pessimisticamente definisci “pragmatico e senza scopo” ci consegna programmi spaziali civili il cui obiettivo primario è scientifico anziché militare, fondati per lo più su principi di trasparenza (più o meno) e cooperazione tra nazioni…io non me ne lamenterei troppo, preferisco aspettare altri 20 anni per vedere un uomo su Marte piuttosto che auspicare un’altra crisi dei missili di Cuba.

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