Il progresso e i veicoli spaziali

Si, ma chi oggi spera in un aumento delle attività spaziali non può basarsi solo sul fatto che qualche scienziato ha convinto il suo governo a scucirgli qualche soldo e con l’appoggio di qualche industriale.
Chi vorrebbe il futuro spaziale deve darsi da fare a convincere non l’opinione pubblica, ma un numero significativo di persone e nemmeno solo quelli che contano.
Questo è il chiodo su cui io batto sempre. Questo fa di me un romantico idealista, magari anche pazzo, ma ingenuo no. So benissimo cosa c’è dietro a quello che dico, so che non si fa dall’oggi al domani e quello che serve, so anche che non è indispensabile, ma se guardo all’oggi ed al domani mi sembra l’unica via sensata.
La mia idea può non piacere, non sembrare convincente, pure difficile, ci sta, ma dirmi che non si può perché non si può, ditelo ad altri
.
Se poi chi ha la mia stessa convinzione si piange addosso e non fa nulla per convincere la gente, dove vuole andare?

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Gli americani erano coscienti di essere in ritardo nella corsa allo spazio e lo dimostrano i primi lanci che non sono andati a buon fine ed anche il Presidente Kennedy lo era e l’aver pronunciato quelle famose parole in una situazione del genere non ha fatto che del bene al programma Apollo dandogli un grosso impulso soprattutto dopo la sua prematura scomparsa. In ciò, e forse è solo una mia personale opinione, ci vedo un dovere morale per onorare la morte di uno dei Presidenti americani tanto da accelerare i tempi di qualche anno prendendosi anche qualche rischio. Oggi una cosa del genere non è minimamente pensabile e le lunghe pratiche di omologazione lo dimostrano.

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Abbiamo tanto discusso dell’indubbia importanza del Programma Apollo però adesso voglio esprimere una riflessione sullo Space Shuttle a cui si è dato un ruolo “secondario”. Il suo concetto di base è qualcosa di geniale anche se, come si è giustamente scritto, pieno di problemi e difetti. Negli anni in cui è stato in servizio, ha risposto alle esigenze del periodo (vedi Skylab) perché racchiudeva al suo interno sia un mezzo di trasporto abitabile, umano e di carico, sia un laboratorio per effettuare studi e ricerche. Una volta costruita la Stazione Spaziale Internazionale questa seconda peculiarità è diventata marginale tanto da rendere necessario il pensionamento. E’ tutta una questione di esigenze e di priorità. Oggi razzi per carichi di ogni peso non ne mancano idem un luogo dove fare ricerca e vivere, ora la ISS poi il Lunar Gateway, per tanto una capsula, anche spartana, che funge da taxi è tutto quello che serve al momento. Questo è anche uno dei motivi che la buona e vecchia Sojuz per cui è riuscita ad essere utilizzata fino ad oggi.

OT: il bello di una discussione è proprio lo scambio di pareri e osservazioni da cui non si può che imparare.

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LuckyFive. Apollo e Space Shuttle sono programmi il cui avvio non è mai stato nei programmi elettorali americani. C’era scetticismo quando furono annunciati, specialmente Apollo, ma il tacito assenso dell’elettore equivale ad un consenso pieno. Anche nel resto del mondo i politici avviano programmi senza che questi facciano parte di programmi preannunciati in fase di campagna elettorale. Alla fine nel ex elettore prevale il motto “che tanto sanno quello che fanno” o “tanto fanno quello che vogliono”, a vostro gusto.
La navetta non doveva realizzare la ISS, ma doveva realizzare più di una struttura spaziale. Poi ci sono voluti più di vent’anni per passare dalla carta al primo modulo messo in orbita. Se si doveva portare su anche le “fabbriche”, le centrali solari, ecc., ecc., previsti teoricamente, ti saluto.
La Sojuz è figlia del ristagno industriale sovietico. Saranno bravi a produrre T, Mig ed AK, ma in fatto di spazio progressi ne hanno fatti pochi, d’altra parte con una politica che ha sempre guardato al risparmio, una volta prodotta la Sojuz non c’è più stata la necessità di produrre di meglio, per fare cosa, poi, senza i soldi e l’apparato che invece ha alle spalle una NASA?
Tornando all’opinione pubblica, oggi si parla molto di ecologia. Noi abbiamo iniziato a parlare di ecologia ed ora questa entra nei programmi politici, ma non mi pare si stia facendo molto, però se ne parla, qualcosa si fa, perché è un argomento che interessa la gente e sul quale c’è un numero di persone significativo che possono influenzare in particolare il voto alle elezioni. Chi ha a cuore l’ecologia non è la maggioranza, ma un numero significativo che può far pesare il suo apporto politicamente.
Lo stesso se domani si diffondesse l’idea che so, che occorre andare su Titano perché molti credono che lì ci sia qualcosa che serve, conta, influisce. Voglio vedere se i politici non annunciano programmi di esplorazione spaziale diretti verso Titano. Sicuramente molta gente non è interessata, ma se c’è un numero significativo ti ritrovi a realizzare una missione spaziale per Titano anche se a ben guardare l’opinione pubblica sarebbe contraria. Non bisogna confondere opinione pubblica con numero significativo di persone. Basta guardare la nostra politica di oggi: abbiamo due forze con un numero significativo di elettori ciascuna che assieme però fanno la maggioranza, ma sono due numeri significativi, altrimenti non avrebbero avuto bisogno di unirsi per comandare. La matematica non è un opinione.
Un programma spaziale che si rispetti deve fondarsi su basi logiche, innanzitutto. In sequenza: sviluppo di una navetta passeggeri affidabile da e per la LEO. Sviluppo di veicoli cargo adatti ai vari scopi (trasporto di componenti per stazioni spaziali, satelliti o veicoli per l’esplorazione spaziale, ecc.). Realizzazione di una o più piattaforme stabili nello spazio per vari usi, da quelli scientifici a quelli industriali a vere stazioni d’interscambio, da cui fanno la spola i tugs, le navette per il volo verso l’orbita lunare o lagrangiana o altro.
Basi semipermanenti in orbita lunare o sulla Luna. Acquisizione di esperienza nel volo interplanetario con la Luna e quindi la costruzione di una vera astronave per il volo verso Marte, su cui oggi tutti continuano a sbavare.
Ecco, questo piano non l’ho inventato io. Lo proponevano già prima dello Sputnik 1 e mi pare che più sensato di così non ci sia. Invece si è preferito mettere il carro davanti ai buoi andando dritti sulla Luna, dal mio punto di vista. Oggi invece questo piano sembra realizzato bene qua e là. Siamo stati sulla Luna, abbiamo la ISS ma fatichiamo ad avere un veicolo passeggeri prestante per volare verso la LEO, oltre è ancora tutto da dimostrare. I privati da pochissimo sono entrati in questo settore e noi tutti siamo scettici, Musk docet, sulle loro reali capacità, volontà e potenzialità.
Direi che i programmi spaziali si fanno decidendo di pancia cosa fare, se fare e quando fare.
Per questo sono dell’opinione che in fatto di astronautica siamo in ritardo di decenni.

Se permetti, nessuno a partire da chi ha visto il culmine del Programma Apollo si sarebbe aspettato che 50 anni dopo, anzi 47, non ci avremmo messo più piede.

Perché forse non sapeva che mentre Armstrong posava il piede sulla Luna Nixon era già deciso a chiudere baracca e burattini. Anzi, c’era chi già con Apollo 8 lo voleva fare, La Luna era stata raggiunta, no? Poi c’erano il Vietnam e tutti i governi/terroristi da finanziare. Servono soldi, quindi come ogni brava azienda in via di fallimento, decidono di risparmiare sulle Bic, ovvero chiudi un programma da 4% del PIL annuo quando il guaio lo hai fatto con uno che ti piglia più del 40%. Non serve essere bravi in matematica per capire queste cose, ma i politici non usano la matematica, al più la filosofia aristotelica.
La politica non brilla per sensatezza ma per opportunità. Si nasconde dietro al dito che il futuro è imperscrutabile per continuare a giustificare il suo comportamento di pancia. Ma la politica è lo specchio di chi la sostiene. Nel mio piccolo vedo solo sfiducia totale nel futuro, meglio un bel ritorno al passato. Ah, come si stava bene una volta.
Così, che Luna vuoi? Solo quella del giramento di zebedei.

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Sempre per amore di discussione, non per sterile polemica…

Rispetto a quale calendario?

Altre domande/spunti di riflessione:

  • Chi lo dice che la “conquista” dello spazio sia un processo a crescita esponenziale?
  • E’ davvero l’astronautica manned il metro di misura dell’avanzamento delle tecnologie spaziali?
  • Se ci mettessimo nei panni di uno scienziato che lavora alle missioni robotiche, soprattutto interplanetarie, siamo sicuri che sarebbe altrettanto scontento?
  • Tralasciando le ovvie implicazioni storiche ed emozionali, se confrontiamo l’esperienza degli astronauti moderni con gli eroici pionieri russi e americani, possiamo davvero pensare che i primi meritino meno ammirazione e celebrazione degli ultimi?
  • Camminare sulla Luna rende davvero un astronauta più “eroico” di Gennady Padalka con i suoi 848 giorni in orbita e 5 voli spaziali?
  • Si è mai riflettuto a fondo sull’enorme portata in termini di esperienza e risultati raggiunti grazie al processo di assemblaggio della ISS con qualsiasi altra “costruzione” in ambito spaziale?

Potrei continuare ad libitum.

Non intendo minimamente creare un antagonismo tra ieri e oggi, tra esplorazione umana e robotica del cosmo, ma i fiumi di “lacrime” virtuali (legittimissime, intendiamoci, ribadisco che scrivo per amore di polemica) che vedo versate spesso sulle spoglie dei progammi degli anni 70 sono a mio personale parere ingiustificate e anzi, offuscano alla vista gli indiscutibili risultati di ciò che è venuto dopo e di ciò che viene portato avanti ancora oggi, che è tantissimo.

I dettagli dei programmi spaziai non sono mai stati e non saranno mai parte dei programmi elettorali, e io dico per fortuna, visto che obiettivi e mezzi degli stessi sono al di là, a mio parere, delle competenze di un elettore qualunque.

La sola scelta che si può fare è da un lato sensibilizzare i cittadini alla scienza e al pensiero scientifico (nel nostro piccolissimo, ISAA esiste per questo, per il settore di nicchia dell’astronautica) e poi nella cabina elettorale cercare di favorire quei candidati e quei movimenti/partiti che sono attenti alla scienza e alla visione di un futuro dove lo sviluppo passa anche da industrie di alta tecnologia che non possono non investire nello spazio.

Se mai una persona rimettesse piede sulla Luna, certo che sarei anche io lì a baciare il televisore nel momento del “one small step…”, ma se sapessi che sto assistendo ad un ennesimo stunt, un ennesimo unicum che mi regala un’emozione che dovrà bastarmi per 50 anni perché dietro non c’è null’altro che una corsa politica a superare l’antagonista del momento, preferirei aspettare.

Le cose sono sempre in movimento.
La realtà ci racconta di un momento attuale nel quale tanti magnati stanno investendo miliardi di dollari come mai prima nella storia per iniziare ad attaccare il problema dei costi di accesso allo spazio. Qualcuno sbaglierà, qualcuno fallirà, ma con i soldi in gioco sono certo che ci saranno miglioramenti sostanziali, specie se i governi delle nazioni spacefaring sapranno guidare lo sviluppo di questo mercato creando anche la convenienza per il sistema industriale di investire e creare cose nello spazio.

Sono eventi in corso, fanno parte già ora del nostro quotidiano, ma vedo veramente pochi commenti a quelle notizie, a quei lanci, a quegli achievements.

Quanto tempo passate a ponderare e capire davvero il presente, invece che a rimpiangere o fare whatiffing sull’utilizzo moderno di un motore F1?

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Marco : Santa ISAA! :relaxed:Lo dico e sosterrò sempre. Dove potrei mai andare a frignare altrimenti? Altrove direbbe qualcuno.
Tu mi chiedi rispetto a quale calendario faccio riferimento, mah, prendi i tempi reali dei programmi veri, taglia qualche eccesso e vedrai che uno o due decenni lì risparmi.
Chiaro che la storia è andata come è andata. Questo serve più che altro a riflettere sul futuro imparando la lezione del passato. Chi non impara dai propri errori si giustifica dicendo che non ha mai sbagliato.
Io sbavo per tutto ciò che va nello spazio, uomo o macchina che sia. Però abbiamo visto, ad esempio quante volte la NASA ha dovuto cambiare obiettivo. So che non è colpa della NASA ma delle direttive che riceve dall’alto. Questo però significa poi sprecare soldi pubblici per fare qualcosa che poi non realizzi appieno. Fino a non molto tempo fa Orion era a rischio e tutti sostenevano che la missione verso gli asteroidi era una blanda scusa. Infatti adesso si parla di Luna, fino al termine di questa amministrazione, poi? Gli altri non sono messi meglio ed alcuni navigano a lento moto.
Se la rotta della tua nave la decidi di volte in volta è facile tornare al porto di partenza senza essere andato da nessuna parte.

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Riguardo al passato, l’unica parola che vorrei aggiungere e’ questa:

Voyager

Il piu’ grande successo dell’astronautica almeno in termini di costi-benefici scientifici e di conoscenza di dove siamo e da cosa siamo circondati, di quantita’ incredibile e irripetibile di risultati in una sola missione (o due). Destinato a rimanere l’avamposto piu’ lontano dell’umanita’ ancora per decenni, salvo sviluppi imprevedibili. Questo scatolino tuttora porta piu’ lontano la frontiera ogni giorno.

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Ma il Voyager è unmanned.
Quindi esiste il serio rischio che l’astronautica manned vada a scomparire? Che con lo sviluppo della robotica e della cibernetica, lo spazio del futuro sarà come la fabbrica del futuro: solo robot e niente umani?

Umani in fpv :wink:

Cercherò di essere oggettivo… Dipenderà molto dallo sviluppo tecnologico e di quanto “in là” ci si vuole spingere. C’è da considerare che alla base esiste un vincolo prettamente esistenziale/naturale, tradotto il tempo, e di etica; i robot in linea di massima posso vivere e sopravvivere quasi eternamente e nel lungo periodo non soffrono l’assenza di peso e posso permettersi anni o decenni prima di arrivare a destinazione. Riguardo l’etica, premetto che può essere condivisibile o non, chi manderebbe un uomo verso una destinazione “X” con la consapevolezza che potrebbe non fare più ritorno perché non avrebbe il tempo materiale per farlo? Il nocciolo della questione è questo; ci piaccia o no.

Riassumendo… L’astronautica manned, per il momento e come stanno le cose, è solo quella molto vicina alla Terra, orbita terrestre bassa e luna, il resto è per i robot. Non cito Marte perché è un argomento molto particolare con molte incognite e in divenire.

Lo escludo, e numeri alla mano, il rischio non e’ mai stato piu’ lontano.

Non avremo ancora colonie su Marte, ma se i programmi di Blue Origin e SpaceX e altri attori avranno successo, passare la famosa linea di Von Karman sarà alla portata di chi si può permettere di spendere cifre nell’ordine dei 100 mila euro. Che non includono me ma sono relativamente tanti, tantissimi.

La vera conquista dello spazio sarà quella di consentirne l’accesso all’uomo (relativamente) comune, non già il piantare la bandiera della nazione X sulla superficie di Titano.

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Comunque molte tecnologie sono comuni: anche ai robot servono modi efficienti e affidabili (i robot costano!) per scalare il pozzo gravitazionale e schermature per evitare di essere degradati dalle radiazioni (anche se sono tipicamente meno fragili di noi, da quel punto di vista)

Quindi un’astronautica robotica molto spinta finirebbe per abbattere comunque alcune delle barriere tecnologiche che deve affrontare quella “manned” fino a spostare certi equilibri decisionali

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La robotica come in molti ambiti nel mondo, deve aiutare l’uomo nelle condizioni a noi troppo rischiose, o che non permettono la vita umana, ma non sostituirlo, le sonde aprono sempre più la nostra conoscenza degli altri pianeti ed oltre, ma l’astronautica Manned sfrutterà queste nuove conoscenze per poi arrivare su altri pianeti al di fuori della Terra con i tempi necessari per farlo nella maggiore sicurezza possibile.

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Sono d’accordo e quoto in toto il pensiero di @marcozambi.
Pur avendo un’ammirazione sconfinata per il programma Apollo ed un grande affetto per gli anni 60 del secolo scorso (dal punto di vista spaziale ovviamente) personalmente sono stufo di vedere sempre le persone che guardano al passato come una mitica “età dell’oro”.

E’ stata un’epoca pionieristica, piena di “prime volte”, entusiasmante quando volete ma è durata poco.
E’ durata poco perché l’orizzonte emotivo di quell’epoca era tutt’altro che romantico ed idealistico ma meramente politico (anche nel senso più deteriore del termine).
Finita la corsa alla Luna, finito l’interesse dei politici, finito l’interesse del pubblico.
E questa sarebbe un’età dell’oro?
Davvero???

Negli anni 80 (sempre del secolo scorso) lo Shuttle aveva riacceso, almeno in parte, gli animi ma anche qui si è poi dimostrato un fuoco di paglia. Il promesso accesso alla Spazio da parte delle persone comuni è morto in 28 gennaio 1986 quando con la distruzione dello Shuttle Challenger e del suo equipaggio si è distrutto anche il sogno della “maestra spaziale” Christa McAuliffe, prima vera persona “comune” ad andare nello Spazio.

La vera epoca interessante, paradossalmente, è proprio quella contemporanea: missioni robotiche che hanno raggiunto risultati senza precedenti, l’avvento dei privati nel business spaziale, la promessa (quasi avverata ad oggi) del turismo spaziale suborbitale e con ben due distinti programmi e, non ultima, la prospettiva futura (tanto, poco, non si sa) di un accesso allo Spazio davvero per tutti, anche per le persone comuni.
Basta immaginare che succede non tra i soliti 20 anni (“tra 20 anni andremo su Marte”, questa frase l’ho sentita sin da quando avevo 10 anni, ovvero 40 anni fa) ma domani se davvero lo Starship ha successo.

E dunque perché guardare in maniera così ossessiva al passato?
Guardiamo al futuro allora, senza dimenticare il passato, ma senza rimpianti.
Perché quello che deve venire domani è senz’altro meglio di ciò che è stato ieri ed anche di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.

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@archipeppe Non metto in dubbio la tua esperienza perché sono giovane e posso dire di aver visto l’ultimo decennio dell’era Shuttle anche se con gli occhi di un bambino. Per affermare quanto dici avrai i tuoi buoni motivi e sono curioso di saperli però non credo che sia proprio finita lì 23 anni fa. Personalmente ammiro gli astronauti proprio perché sono sono persone comuni, semplici ingegneri o ricercatori, indipendentemente dal loro passato militare, e ti cito i primi due che mi vengono in mente: Alexander Gerst e Christina Koch. il fatto che in molti servono l’esercito è un fattore secondario che non ti spiana la strada verso tale professione; certo ti aiuta a livello fisico e mentale però a fare la differenza sono i titoli di studio e quanto ti sei distinto.

Il tuo “comune” lo intendo come chi che NON ha servito l’esercito oppure pagato un sedile (turista spaziale).

Vorrei segnalare un bell’articolo uscito questa settimana su “The Space Review” a proposito del libro:" American Moonshot: John F. Kennedy and the Great Space Race".
Il libro opera dello scrittore Douglas Brinkley ricostruisce il rapporto tra la Presidenze Kennedy e la “corsa alla luna”,sulla base di documenti storici precisi.

Dal libro emerge che JFK non era particolarmente “interessato allo spazio in quanto tale”,e che pensava che i vari programmi di ricerca ed esplorazione avrebbero dovuto in generale essere finanziati “in modo ragionevole”,possibilmente trovando anche un uso militare per giustificare queste spese.
Ciò che a Kennedy interessava era realizzare la grande impresa dello sbarco lunare (se alla fine del suo secondo mandato,meglio) per dimostrare al mondo in modo tangibile ed indiscutibile la superiorità della tecnologia,dell’industria e dell’organizzazione degli Stati Uniti d’America sull’Unione Sovietica.
Punto.
Come giustamente ricorda l’articolo,se Kennedy fosse stato Presidente in altri tempi e sotto altre circostanze,molto difficilmemte avrebbe posto alla Nazione l’obiettivo di sbarcare sulla luna entro un decennio.
La conquista del nostro satellite fu unicamente opera di una “congiunzione astrale favorevole”, E PROBABILMENTE IRRIPETIBILE dal punto di vista storico e geopolitico.

Detto questo,il principale problema del programma spaziale Americano (problema divenuto metastatico negli ultimi 15 anni) è l’incapacità di programmare una direzione razionale passo dopo passo; un piano preciso da seguire magari anche lentamente ma senza cambi,cancellazioni o tentennamenti.

Se il precedente inquilino della Casa Bianca,considerando irrealistico l’obiettivo del suo predecessore,avesse stabilito di perseguirlo comunque, magari coinvolgendo partner privati e Agenzie Spaziali di altri Paesi, magari rimodulando parti anche importanti del progetto,magari scegliendo non il 2020 ma il 2025 come data del fatidico ritorno sulla luna , oggi lo scenario sarebbe completamente diverso.

Quello che accadrà ora è molto semplice; il copione è già scritto.
Il Congresso non stanzierà mai i fondi per finanziare adeguatamente il piano lunare dell’attuale Amministrazione,meno che meno l’irrealistaca timeline del 2024.
Questo programma andrà avanti azzoppato,e sarà cancellato per motivi ideologici da un eventuale prossimo inquilino della Casa Bianca di segno politico diverso, in favore di "programmi focalizzati sulla scienza dell’osservazione della terra (cambiamenti climatici,ecc) e magari di una fantomatica missione su Marte questa volta nel 2040.
Poi il Presidente successivo vorrà tornare sulla luna,ecc.
Nel frattempo l’unico concreto programma manned sarà quello della ISS…bello quanto si vuole,ma che dopo vent’anni dubito possa ancora affascinare,ispirare o attrarre qualcuno oltre la ristretta cercia degli appassionati di spazio…e neanche tutti. Perchè, può piacere o meno,ma una delle cose che il volo spaziale umano dovrebbe cercare di ottenere è quella di affascinare l’uomo della strada,di ispirare,di far alzare lo sguardo al cielo.
Dubito che tra dieci anni, e ripeto anche tra gli appassionati, saranno in molti a dire "domani sulla ISS ci sarà l’ EVA 723, peraltro, con le stesse tute EMU di quarant’anni fa,Wow figata,non sto nella pelle !

Tra 10 anni auspicabilmente il costo per il lancio si sara’ ulteriormente ridotto, potrebbero esserci nugoli di sonde standardizzate e piu’ minaturizzate in giro per il sistema solare, potrebbe esserci una rete anche ridotta ma permanente di satelliti per telecomunicazioni quantomeno in intorno alla Luna e a Marte che rendono possibili sonde e rover piu’ miniaturizzati e standardizzati in giro per la Luna e per Marte senza bisogno di antenne ad alto guadagno. Inoltre auspicabilmente si staranno facendo/progettando stazioni spaziali con un costo per volume abitabile un ordine di grandezza inferiore a quello della ISS, con moduli standardizzati fatti in serie. E una economia dello spazio, con fornitori di servizi e consumabili a costo competitivo nello spazio, potrebbe essere molto piu’ avanti di oggi e potrebbe rendere piu’ ragionevole il progetto di missioni umane.

Queste sono cose possibili, se le missioni umane non consumano tutte le risorse economiche per creare prima una economia dello spazio.

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Non penso questa volta

I cinesi stanno mettendo mano alla Luna in maniera seria e tra 10-15 anni potrebbero realisticamente atterrarvi

Per cui faremo il gateway e SLS solo per questo motivo

Certo non 2024. Più facile 2028

Vedo MOOOLTOO più improbabile Marte a meno di un breakthrough in motori e schermi radiazioni