Incidente in base Russa a Severovdinsk

Ed intanto secondo La Stampa al confine con la Norvegia sono state rilevate tracce di Iodio 131. Difficile dire se provengano proprio dall’incidente, ma vista la concomitanza di tempi e zona in effetti fa pensare che i due episodi potrebbero essere legati.

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I medici russi non erano stati informati della pericolosità dei pazienti, e notizia ulteriormente sconcertante a loro è stato imposto il silenzio di stato (ma qualcuno evidentemente ha parlato lo stesso).

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Open, che è il giornale online fondato da Mentana, dovrebbe essere affidabile, sperando che in questo caso lo sia anche il Moscow Times.
Ora, (@Vittorio per favore correggimi se sbaglio) la radioattività non è una malattia infettiva:

  • o i vestiti e la pelle/capelli dei pazienti era ricoperta di materiale radioattivo, e allora andavano lavati e ripuliti per non rappresentare un pericolo per i medici;
  • oppure le persone stesse erano radioattive perché hanno inalato/ingerito materiale radioattivo, e solo in questo caso la persona stessa è un pericolo anche se relativo.

Ma da sola l’esposizione a radiazioni non ti trasforma la carne in materiale radioattivo, come sembra evincersi dall’articolo. Sbaglio?

La prima cosa che mi viene da pensare è appunto quella dei vestiti contaminati, ma l’articolo dice chiaramente che sono arrivati nudi… Però la pelle e i capelli sarebbero stati contaminati, se non li hanno lavati bene prima di portarli all’ospedale.

L’articolo però non va in questi dettagli, ma non mi sembra neanche alluda al fatto che loro stessi fossero diventati radioattivi.

Di sicuro, anche spogliandoli e lavandoli, probabilmente un po’ di polvere contaminata addosso gli rimane, il che avrebbe richiedlsto un’attenzione speciale da parte dei medici, se qualcuno li avesse informati

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Secondo Media Bias/Fact Check Moscow Times avrebbe un’alta affidabilità. A prescindere da ciò, condivido ciò che ha scritto Sergio, anche se i pazienti non erano vestiti fin da subito si è parlato di ustioni da liquidi, e a me vien da pensare che nell’esplosione che sicuramente c’è stata (questo è l’unico punto fermo di tutta la vicenda) i pazienti sono stati colpiti da uno sversamento di liquidi radioattivi contaminati a loro volta dal mini reattore che si è aperto. Dalle dichiarazioni si evince che nel momento in cui furono soccorsi furono spogliati ma non si sa se furono anche lavati (molto probabilmente no, nella pratica medica di soccorso in qualsiasi incidente viene data la precedenza al trasporto in ospedale per le cure, il lavaggio di ferite/ustioni viene fatto contestualmente al pronto soccorso) e quindi di conseguenza erano loro stessi radioattivi.
Ovviamente sono tutte congetture e whatiffing, senza un report effettivo di come si è svolto l’incidente non sapremo mai come sono andate effettivamente le cose.

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non so come sia la sanità russa, in italia non mi risulta che ci sia un reparto adeguato alla gestione di persone radioattive. per intenderci, nella medicina nucleare l’unica differenza con gli altri reparti è la differenziazione degli scarichi dei wc a servizio di chi deve subire esami con mezzi di contrasto o che viene per qualche motivo inoculato con un agente radioattivo. Al di là di questo, solo il bunker dove è installata la macchina di trattamento, ed eventualmente l’acceleratore lineare se è presente, sono schermati con barriere di cemento.
Anche nei laboratori di preparazione galenica dei traccianti radioattivi non è richiesto nulla, si demanda alla schermatura dei glove box ed ai contenitori la gestione del rischio.

E’ abbastanza corretto ciò che scrivi, con la differenza che qualsiasi struttura ove sia presente un rischio radiologico è schermata. Ciò che varia è la tipologia di schermatura, che può variare da una parete piombata mobile su ruote fino appunto a un bunker in cemento armato per acceleratore lineare. Confermo che ovviamente in Pronto Soccorso (né in altre parti degli ospedali, se non forse in qualche centro estremamente specializzato, ma non mi risultano ce ne siano in Italia) non ci sono strutture idonee ad accogliere contaminati da radiazioni. Ci si deve arrangiare con quello che si ha a disposizione, tenendo conto del fatto che spesso in questi casi è più importante la distanza dalla sorgente radioattiva (il contaminato) che l’effettiva schermatura. Ricordo infatti che l’intensità delle radiazioni decresce con il quadrato della distanza, il che vuol dire che se a 1 metro registriamo un valore di 1 mSv/h (millisievert/ora) a 2 metri si registrerà (1/2^2)=0.25 mSv/h, a 3 metri (1/3^2)=0.11 mSv/h e così via.

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Non conosco e quindi non posso valutare l’attendibilità delle fonti.

Quello che posso dire è che in quei giorni mi trovavo a Mosca e anche i baristi del centro parlavano di queste ambulanze speciali che erano arrivate in città con personale in tute speciali e tutti, compresi i tg locali di Mosca, sapevano da dove venivano i pazienti e ipotizzavano senza troppi giri di parole il rischio di contaminazione radioattiva.
Fin da subito sono girate lì a Mosca le voci sulla possibile natura nucleare dell’incidente e si è saputo che i feriti stavano arrivando in città, quindi solo un medico poco informato poteva non avere idea…che poi nessuna autorità li avesse avvisati in modo ufficiale, e che nessuno avesse predisposto misure adeguate…questo ovviamente è possibile, anzi conoscendo i russi direi che è probabile. Però ripeto che le ambulanze non erano ‘ordinarie’, chi le ha viste dice di averle riconosciute, e i feriti sono arrivati a Mosca perché solo a Mosca (e, per dire, non a S.Pietroburgo, più vicina) esistono strutture sanitarie per questo tipo di situazioni.

Ma scusa…se solo in quella struttura gestiscono questo tipo di patologia mi pare tecnicamente improbabile che non lo abbiano detto ai medici

Semmai non gli hanno dato informazioni su che tipo di esposizione e gli hanno fatto firmare documento per non diffondere informazioni

Il che mi torna se vuoi nascondere come è fatto il reattore

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Segnalo un aggiornamento di qualche giorno fa (Reuters):

Quindi, per come la capisco io, c’era una fissione nucleare in atto al momento dell’esplosione…

Questa sarebbe quindi una conferma sul fatto che stessero testando una forma di propulsione nucleare

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Sì, in pratica confermano i primi sospetti, senza aggiungere nulla.