ingegneria AEROSPAZIALE e lavoro.

In effetti Mac ha ragione! A Padova ing Aerospaziale è appena nata ed ha l’obiettivo primario di formare dottorandi per il CISAS, ed è slegata con il mondo industriale anche perchè in Veneto a parte gli Aeronavali a Venezia (aeronautica) non c’è praticamente altro.

Per Buran: il CV al MARS l’ho mandato!! Proverò a rimandarlo…

Penso sia ottima l’interpretazione di mac, anche se parlo dal “di fuori”, cioè da un altro ateneo l’impressione è proprio questa, Torino, Milano, Roma e Napoli hanno fortissime sinergie con i poli aerospaziali di quelle regioni, mentre Padova sembra un po’ tagliata fuori da questi ma al tempo stesso ha forti eccellenze nel campo della ricerca probabilmente quasi esclusivamente spaziali, con un settore aeronautico che (ripeto sempre da fuori) mi sembra piuttosto “di nicchia” nel complesso.

Giusto Alby…per me va anche bene che Padova sia prettamente spaziale ma per molti non è così…(in ogni caso ci sono anche esami “aeronautici”…)

Padova slegata dal tessuto imprenditoriale??? Noooo #-o #-o :angry: :angry:

Non è slegata dal mondo imprenditoriale!! (o almeno non nell’accezione così forte della tua frase). Però per studenti padovani è più difficile entrare in Alenia o altra industria di certe dimensioni del settore perchè ovviamente queste vanno a pescare nel loro territorio anche perchè conoscono e determinano il tipo di percorso di studi etc…E’ così per altre facoltà,se ti laurei in economia in veneto o Friuli, probabilmente le prime offerte di lavoro non saranno della Bnb Bariba ( o come si scrive) certo nulla vieta che il laureato veneto o friulano vada a lavorare li,ma capisci che se sei alla Bocconi sei già (più o meno) collegato con quel mondo.

A parte la mia esperienza personale, del tutto atipica avendo fatto un lungo stop&go negli studi per motivi di lavoro, devo dire che la stragrande maggioranza dei neolaureati aerospaziali al PoliMI trova lavoro praticamente subito.
Diverso è il discorso della qualità del lavoro che offrono ai neolaureati, spesso offrono stage sotto-pagati da fame, contratti a progetto di pochi mesi che rinnovo dopo rinnovo diventano pluriennali, lasciando tutti in condizioni di incertezza e di incapacità di progettare il futuro.
Sebbene è giusto che l’azienda si tuteli al rischio di assumere qualcuno che poi si rivela incapace o improduttivo, forse stiamo ora un pò esagerando…ma qui aprirei un discorso praticamente infinito…
Comunque la preoccupazione di trovare lavoro non deve essere il motore per scegliere l’università da fare, cerca di guardare alle tue passioni e alle tue inclinazioni…tutto il resto è statistica e noi, sebbene ingegneri, non siamo fatti di soli numeri… :wink:

Concordo con Mac e Albyz, oltre che con Korolev, avendone discusso a volte di persona :wink:

Caro Mac, prova andare a chiedere a qualche professore di fare uno stage in azienda… le opportunità si contano su metà dita di una mano.
Da quando è nata Ing. Aerospaziale a Padova che io sappia ci sono stati 3 stage: 1 all’Alenia (di 3 mesi non pagato), 1 all’Aprilia (6 mesi non pagato) e 1 alla Microtecnica. Più che un buona fortuna e una stretta di mano finale c’è poco altro.
Poi in questi anni noi primi “frequentatori” del corso abbiamo fatto un sacco di proposte (scambi con università, stage, tirocini, corsi, progetti ecc) praticamente tutte rifiutate per disinteresse o mancanza di fondi. Finchè il presidente del corso di laurea sarà Brunello dubito che le cose cambino…

E’ proprio questo che intendevo con scarsi (questi però sono praticamente nulli…) legami con il mondo industriale…
Curiosità personale, quanti iscritti siete in media all’anno, sia alla triennale che alla specialistica?

mi unisco anche io!

Mi sono sempre chiesto se le aziende nel momento dell’assunzione , o anche solo del colloquio, si informano sul percorso personale di studi oppure se quardano il voto di laurea e casomai la tesi!
Ad esempio io sono in pregetto di laurearmi in ing. meccanica triennale e di passare poi ad aerospaziale per la specialistica e li di fare un percorso di esami che mi qualifichi il più possibile, cercando di fare anche stage se possibile, ovviamente cercando di stare nei tempi e non divagando troppo!
Quando mi presenterò con un CV ne prenderanno in considerazione di tutto ciò oppure è meglio prendere il persorso di studi più semplice che c’è e laurearsi in brevissimo tempo??

cioè se come esami facoltativi, è solo un esempio, scegliessi tre esami pesantissimi (“turbolenza”, “aerodinamica sperimentale”, “aeroelasticità”, li ho buttati li), mentre un altro sceglie tre esamini (“qualità e sicurezza”, “economica applicata all’ingnegneria”, “come si fa la pizza napoletana”)…poi verrei ripagato di questo o no?

Molte aziende italiane aerospaziali chiedono il CV con gli esami ed i voti conseguiti… Ovviamente ciò dipende dall’università che frequenti: ad esempio al PoliMi dove studio io non ci sono esami a scelta ma i percorsi, pur differenziati per argomenti,sono bloccati: ergo l’azienda sa già che il percorso di ing.spaziale piuttosto che ing.aeronautica in aerodinamica hanno delle forti caratterizzazioni e peculiarità distinte, e due studenti che provenissero dallo stesso ateneo con la medesima qualifica sarebbero preparati sugli stessi argomenti… Al contrario le aziende straniere - specie le grandi - fanno test via internet a tempo su logica, inglese, management (es. Airbus), oppure telefonate/colloquio in lingua inglese (es. EADS)… In sostanza all’estero conta più ciò che sai e sai fare rispetto ai voti o agli esami accademici…

Secondo me non più di tanto, ma in questo ti avverto che vado solamente e soggettivamente a naso, non avendo ancora avuto nessuna esperienza seria di colloquio.
Penso che se per caso ti può valere qualche cosa (certo se uno ha una specialistica in strutture non lo mettono a fare calcoli fluidodinamici) vale solo per il primo impiego dopo la laurea, anche perchè almeno qui non è che ci siano così tanti esami a scelta… 1-2 a specialistica (con l’eccezione di Spazio che ne ha un po’ di più), da lì in avanti conta soprattutto la tua carriera professionale… ripeto, IMVVHO

eccola lò va!A me l’inglese mi frega parecchio!!

come diavolo faccio a impararmi l’inglese senza buttare un anno andando in Inghilterra??consigli??

ps:e un master di 2°livello quanto conta??

Leggi, ascolta, leggi e ancora leggi… poi magari nel parlato il primo impatto non è facilissimo ma almeno non avere problemi con lo scritto è d’obbligo…

Ho un consiglio, ma ormai è un po’ tardi per te. Basta studiare l’inglese a scuola, per esempio al liceo. Non c’è bisogno di corsi o stage. Il segreto è non smettere mai di usare l’inglese dopo il diploma, nemmeno per un giorno.

Paolo Amoroso

Io ho fatto un colloquio a Pisa a metà ottobre e dovrò sostenerne un altro sempre per la stessa azienda giovedì. Avendo fatto una tesi triennale sulla meccanica della frattura, l’azienda aveva un posto aperto proprio in questo ambito: mi hanno fatto un colloquio prima “attitudinale”, poi tecnico, e qui mi hanno spiazzato. Sebbene mi aveva già avvertito che ci sarebbe stato questo colloquio tecnico mi ero preparato per quanto riguarda la meccanica della frattura, ma pensavo fosse per vedere se sapevo orientarmi. Invece mi hanno fatto fare un esercizio strutturale, e poi domande tecniche, chiedendomi anche alcune formule e diagrammi!! In effetti l’idea che mi sono fatto è che il voto di laurea alto fosse il criterio per chi scegliere per il colloquio, e poi si riservavano loro di capire le competenze personali. La cosa non la condivido molto, cioè se uno fa il colloquio 3 giorni dopo essere stato contattato non ha tempo di ripassarsi le cose e quindi non viene assunto, mentre se il colloquio lo fa dopo un mese sì?? Mah…

Alla fine hanno preso un’altra che aveva più esperienza sull’analisi a fatica, han detto… giovedì dovrò tornarci perchè sono stato ricontattato per una posizione di analisi strutturale/Fem/ materiali compositi. Ovvio che sto studiando, ma chi ne ha una vaga idea sa che l’argomento è talmente vasto che è impossibile sentirsi pronti a sostenere un colloquio del genere. Ah, mi han detto che è aperto anche un posto riguardante l’aeroelasticità e che mi faranno un colloquio anche per quello (si tenga conto che a PD di aeroelasticità non ci sono esami, quello che ci va più vicino è meccanica dlele vibrazioni).

Tanto per sapere, amche chi ha sostenuto altri colloqui tecnici è stato tartassato così??

Se segui un percorso universitario in ingegneria aerospaziale sarai obbligato a dare anche un esame di inglese, oltre a studiare spesso su testi in inglese… Una lingua si impara piano piano… Leggi pagine web in inglese, riguardati i libri di testo delle superiori, ascolta televisione in inglese e se hai l’opportunità di un periodo all’estero sfruttalo :stuck_out_tongue_winking_eye:

il mio problema con l’inglese è più che altro il parlato!Scrivere e leggere non è un problema ma nel aprlare zero assoluto…ma più che nel parlare nel capire un inglese, perche gia un italiano che parla inglese il senso del discorso lo capisco!

AcciaIAS ma tu sei laureato in ing.meccanica??che domande ti hanno fatto??effettivamente l’argomento strutturale è davvero enorme e con una laurea triennale non mi sentirei in una botte di ferro a sostenere un colloquio del genere.

Tiro le somme d quello che avete detto.
Mi sembra di capire che Aerospaziale presso PoliMI e PoliTo siano facoltà già collaudate e che le aziende come Alenia peschino molti neolaureati se non tutti da lì. Per quanto riguarda Padova invece l’impressione che ho colto è di una facoltà non ancora ben strutturata e con qualche difficoltà ad inserire i propri studenti nel mercato del lavoro. C’è qualcun altro che sta frequentando Aerosp. a Padova, che ne è uscito o che ha informazioni?

Tranquillizzati, sei in buona compagnia. Anche Umberto Guidoni ebbe problemi simili. L’importante è fare esperienza.

Paolo Amoroso