InSight Mission Log

Non esiste “una stanza dei bottoni” lontana e ostile alla “gggente”.

Le sonde che mandiamo nel sistema solare sono come sono perché sono il frutto di un preciso percorso che serve a selezionare missioni, obiettivi, e di conseguenza, requisiti per gli stumenti.

Probabilmente @Paky può essere molto più preciso di me, ma alla base c’è una una comunità scientifica, cioè un gruppo di persone espertissime del settore specifico, che conoscendo lo stato dell’arte della tecnologia e quali sono i “misteri” ancora da sondare propone una missione di un certo tipo, con relativi obiettivi, priorità e obiettivi di massima.

Se le agenzie spaziali selezionano tale progetto, allora i proponenti si riuniscono per cominciare a definire nel dettaglio i requisiti degli strumenti, per analizzare la missione nei vari particolari di dove andare e come arrivarci. Si guarda al bilancio disponibile e si fanno delle scelte, che per noi “babbani” possono sembrare incomprensibili viste da fuori.

Costruire, testare, validare, montare e lanciare un meccanismo di pulizia dei pannelli, per rimanere al nostro esempio, sono attività non indifferenti. Il fatto stesso di esistere significa avere un altro elemento su cui dividere il budget di denaro, di massa e di energia che altrimenti sarebbe disponibile per altri strumenti di bordo.

Ora, se i pannelli solari erano garantiti come funzionanti e capaci di erogare energia a sufficienza, anche sporchi, per la durata della missione primaria di Insight (ma mettici pure il nome di qualunque altra missione), allora non li metti punto e basta.

Se la missione sta durando 3/4 volte la missione primaria, la lamentela popolare per la mancanza di un “nice to have” non ha fondamento. Non è questione di stanze dei bottoni.

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Marco ripeti questo mantra ma è un settore ingegneristico come gli altri. Non ci sono dei nostradamus da nessuna parte. Il processo di ingegnerizzazione è per sua natura progressivo e selettivo, come in tutti i settori della scienza e della tecnica si deve avere un obiettivo e si deve progettare una strada per raggiungerlo. I limiti di tempo, budget, certezze e incertezze ci sono in qualsiasi progetto. Le persone che lavorano ad un progetto sono sempre persone e ogni team partorisce scelte che non possono essere universali e univoche. Fai due team diversi e hai due percorsi diversi. La stanza dei bottoni è il team di sviluppo. Non c’è nessun noi contro loro, non c’è nessun noi e non c’è nessun loro.
L’affermazione secondo cui quello che non si è fatto è certamente giustificato al punto che un altro team non l’avrebbe fatto è falsa oltre che pericolosa

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Non ho capito e forse anche io non sono in grado di spiegarmi bene. In ogni caso personalmente non ho altro da aggiungere di costruttivo :person_shrugging:

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Abbiamo letto punti di vista, cercato e trovato paper con studi annosi sui pro e contro di diversi sistemi di pulizia, riletto punti di vista, visto video, ascoltato parole di chi ci lavora, siamo stati testimoni di diversi tentativi per risolvere la questione, e ri ri ri letto punti di vista. C’è tutto sul forum per chi è interessato a farsi una ricerca esaustiva.

Possiamo una volta per tutte chiudere il capitolo e parlare di qualcosa di nuovo?

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Certamente, ma come ha detto Marco, le missioni hanno margini di peso strettissimi. Se qualcosa che a tutti sembra oggi ovvio, non e’ stato fatto, e’ quasi sicuramente perche’ non ci si stava nei limiti di missione. Se si portava su una spazzola per i pannelli, ad esempio, si sarebbe dovuto rinunciare a uno strumento scientifico. Allora, e’ meglio uno strumento in meno e una missione piu’ lunga, o una missione piu’ breve e uno strumento in piu’? Visto che di solito le scoperte si fanno all’inizio (e le missioni si fanno per fare scoperte, non per fare fotografie del paesaggio piu’ a lungo possibile), tutte le commissioni ti dicono meglio una missione piu’ breve con uno strumento in piu’.

Concludo dicendo che errori di design e di costruzione li possono fare tutti, ma le missioni spaziali sono fatte dai migliori ingegneri dei migliori centri di ricerca. Ritenere che sia facile far meglio e’ per me piuttosto arrogante.

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La sonda sta un po’ meglio, la tempesta è finita, i pannelli sono sempre sporchi ma riesce a lavorare e produrre dati scientifici.

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Dal grafico sito ufficiale sembra che abbiamo anche i dati di temperatura, -35° ora, nonostante il disclaimer in alto dica che i sensori sono spenti:

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Da metà marzo ad oggi, il cavo dal lander ad HP3 sembra essere stato retratto di qualche centimetro.

Mi chiedo, per quale motivo.

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C’è stato il più grande terremoto su Marte mai registrato finora:

È un terremoto di magnitudo 5, che supera quello di 4.2 registrato l’anno scorso, ed è più o meno il massimo teorico che si aspettavano gli scienziati prima dell’invio della sonda.

Non risultano danni e feriti.

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Magnitudo, non magnitudine :wink:

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Da magnitudo a magnitudine il passo è breve, specialmente per noi appassionati di spazio! :grin: :wink:

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La settimana prossima invece ci sarà un aggiornamento sul futuro della missione, con qualche riferimento alla produzione di energia elettrica.

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Per futura consultazione, il link alla conferenza che parla dell’imminente fine missione di InSight, e del suo rilevamento del terremoto mag. 5.

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Il lander è passato da 5 kWh di produzione di energia elettrica giornaliera a inizio missione a 0,5 di questo mese. Ad agosto termina la missione scientifica, non c’è più energia per il sismografo.
Un mese fa era stata approvata l’estensione di missione fino a dicembre, le condizioni però erano diverse. Si continuerà a comunicare con il lander fino a fine anno, solo per sapere lo stato di produzione di energia elettrica.

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Nuovo articolo di Matteo Deguidi pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Un bel prima e dopo

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Un messaggio è stato unito a un argomento esistente: Mars 2020 Rover Perseverance - Mission Log

Estratto dall’articolo per chi non clicca i link (come me spesso :sweat_smile:) e a futura memoria (nasa non ha un bel track record riguardo il tenere pagine per più una decade), questa bella animazione del prima della cura delle sabbiature marziane, e dopo la cura.

edit: da desktop la vedo anche nell’embed del tweet, ma arriva da twitter. Qui dovrebbe durare per sempre…

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Sorpresa, lo spegnimento del sismometro non avverrà. Lo lasciano acceso anche a costo di perdere la sonda prima. Vi pare una buona idea? Se avete un’idea migliore e volete chiedere al team del JPL cosa ne pensa, potete farlo direttamente il 28 giugno partecipando alla diretta nel link dell’articolo seguente.

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Promemoria, la chat è oggi alle 9

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