Interessante articolo del 1931

No, non ce la faccio a metterlo nel forum di missilistica amatoriale, in quanto mi sembra si tratti di una piccola applicazione di quelle idee che venivano dalla Germania. Piccola ma geniale, calcolando anche il fatto che quasi di sicuro sono stati dei precursori nel campo del razzo-modellismo prima ancora che della razzotecnica. Un modellino di “piccolo passo per l’uomo” ma grandissimo per me che da anni cerco qualcosa che i nostri antenati italiani avessero fatto prima dei tedeschi, russi o americani…

Un articolo dall’Ala d’Italia di luglio 1931 che ho scansionato ed inglobato in un piccolissimo articolo che ho messo su www.rocketry.it nella sezione “documenti tecnici”

Per chi ha fretta: http://digilander.libero.it/fme/1931.html

In pratica due ragazzini hanno montato un paio di motorini razzo da loro costruiti, con polvere nera, su un modello di aereo, emuli di von Opel e Cattaneo.

SOno rimasto senza parole…

Bizzarro che in epoca fascista a nessuno sia venuto in mente di utilizzare i razzi a scopo bellico.

Mica tanto. Le autorità fasciste erano, in materia, mostruosamente conservatori.
Tanto per dirne una: ancora nel 1939 (anno del primo volo del FIAT CR 42) si dava la preferenza per velivoli da caccia, biplani, con motori raffredati ad aria, cappotta aperta e senza radio!!
Praticamente una generazione indietro ai contemporanei Spitfire Mk I e Messerchmitt Bf 109E che solcavano i cieli in quel periodo.

Certo, voi direte ma come non volavano già i due FIAT G 50 e Macchi MC 200??
Si, ma erano un pò più avanzati perché erano monoplani ma per il resto avevano le stesse caratteristiche del CR 42, il quale fu comunque il caccia più prodotto (in numero di esemplari) in Italia.

Per non parlare della propulsione a reazione, le ricerche dell’Ing. Secondo Campini (che portarono al Caproni-Campini CC1) avrebbero potuto dare ben altri frutti che non un semplice aereo da ricerca. Ma di propulsione a reazione la Regia Aeronautica non voleva proprio sentirne parlare (così come gli ammiragli non volevano sentir parlare di portaerei continuando a favorire le supercorazzate)…

Per tacere del Radar…

:scream: :scream: Ulp !!!
Un autentico scoop made in Federazione Missilistica Europea… complimenti per l’ottima ricerca, zioStefo.
Noto con piacere che quando scavi, arrivi sempre molto in profondità con le tue ricerche storiche.
A quando il tuo libro “Storia della missilistica in Italia, dalle origini ai giorni nostri” :grinning: ??

Qualcuno, però, colse l’occasione per avanzare un nostro, del tutto italico (e del tutto sconosciuto…) paper rocket, che, come tutti sanno, don’t fly.
Infatti, alla fine del 1942 uno dei pionieri italiani della missilistica e proprietario di una piccola fabbrica di artifizi pirotecnici, l’ing. Stefanini, progettò un missile lungo 10 metri, del peso di circa 10 tonnellate, con quattro serbatoi d’ossigeno liquido e quattro di alcool che alimentavano una camera di combustione pump-fed per circa 90 secondi dopo il lancio. All’interno dell’ogiva doveva prendere posto circa una tonnellata di esplosivo insieme ad un rudimentale dispositivo di radiocontrollo per la guida. Il progetto era, senza ombra di dubbio, ispirato alla germanica V2/A4, ma la sostanziale differenza consisteva nel fatto che il razzo stratosferico di Stefanini era un pluristadio ed ogni stadio doveva essere ricuperato tramite paracadute per riutilizzare i costosi componenti (camera di combustione, turbopompe, serbatoi) che venivano riciclati per ogni successivo lancio.
Naturalmente il regime mussoliniano non mostrò il minimo interesse per l’innovativo razzo di Stefanini e il progetto restò sulla carta.
Ricordo che l’ing.Stefanini progettò anche un razzo a trazione anteriore.

Accidenti!!! Non ne sapevo niente… :frowning:

Per quanto riguarda un’eventuale ispirazione dovuta alla A4/V2 lo escludo decisamente, all’epoca dei fatti di cui parli (1942) l’A4 di von Braun era top (ma molto top) secret!!
Tra l’altro, il primo volo di una A4 risale all’ottobre del 1942, considerando anche che tutto il lavoro sulla famiglia A1-A5 era stato coperto dal più impenetrabile segreto, una possibile ispirazione di Stefanini al missile tedesco è assolutamente da escludere.
Questo, naturalmente, a tutto credito di questo misconosciuto (almeno per me) genio missilistico italiano.

Luigi, sarebbe possibile avere un minimo di bibliografia (chessò, libri, articoli o altro) sull’Ing. Stefanini e sul suo lavoro??
Credo che te ne saremmo tutti grati… :slight_smile:

Le informazioni, a tal proposito, sono molto scarse.
L’ing.Stefanini faceva parte, insieme al grande Alberto Fenoglio, dell’Associazione Piemontese Razzi.
Per ulteriori info dovrei consultare alcuni miei libri e vecchie riviste.
Lo farò volentieri durante i giorni di ferie :sunglasses:.

Ti ringrazio in anticipo… :wink:

La storia sembra molto interessante, come molto interessante sarebbe disporre di qualche disegno del razzo da 10 tonnellate.
Tutto questo fa parte del “famoso” libro di storia dell’Astronautica italiana, mai scritto perché il disinteresse dell’opinione pubblica (e non solo…) verso queste tematiche ha fatto finire nel dimenticatoio uomini ed idee che spesso, come in questo caso, erano assolutamente all’altezza dei tempi, per non dire oltre.

Davvero peccato perché in altre nazioni, ed in ben altri contesti culturali, precursori e pionieri dell’Astronautica e della Missilistica sono giustamente ricordati e studiati, affinché le loro idee ed il loro messaggio possano essere ancora fonte di ispirazione.

Quoto alla stragrande Peppe … sono pure io assai interessato a questa storia e, più in generale a quella di questi personaggi misconosciuti, a questi grandi italici pionieri che nulla avevano da inviadiare ai massimi esponenti mondiali di materia astronautica.

Ok, stasera proverò ad abbozzare un trittico del razzo stratosferico dell’ing.Stefanini, naturalmente disegnato manualmente.

Splendido, non vedo l’ora di darci un’occhiata… 8)

Aspetta, c’e’ un’imprecisione. Stefanini non faceva parte dell’APR. Ne parla semplicemente Fenoglio nel suo libro “A che punto siamo con i razzi”, e poi venne ripreso pari pari da Ciampaglia. Stefanini e’ una delle mie mete per quanto riguarda scoprirne di piu’, e nonsono riuscito assolutamente a trovare niente sulle pubblicazioni che ho consultato dagli anni 30 ai 50. Forse questo famigerato pirotecnico era umbro. Ma conoscendo un pochino Fenoglio (per sentito dire di lui da un suo e mio amico) ho quasi la sensazione che questi non sia mai esistito, ma che si sia trattato di un suo (di Fenoglio) alter ego. Anche perche’ non mi sembra di aver mai letto niente di particolare su “oltre il cielo” laddove Fenoglio scriveva continuamente.

Ho messo il libro di cui sopra in pdf, nel mio sito www.rocketry.it nella sezione “libri” o, sempre per i pigri, in http://digilander.libero.it/fme/libri.html

A proposito,

potreste darmi un consiglio su come gestire meglio la pagina della biblioteca virtuale? Dovrei sistemare meglio le cose, in quanto, probabilmente, la suddivisione in :
-manuali
-libri tecnici
-storiografia tecnica
-astronautica
-varie
-riviste
-multimedia

e’ un po’ forzata.

Accetto qualsiasi commento e suggerimento
grazie

Grazie per il libro online, Ziostefo sei impagabile!!! :slight_smile:

Grazie al prezioso supporto del nostro storico dei razzi, l’impareggiabile zioStefo, è possibile visualizzare gli schemi dei progetti dei razzi ideati dall’ing.Stefanini direttamente dall’oramai introvabile libro di Alberto Fenoglio “A che punto siamo con i razzi”.
A pag.13 figurano gli schemi del “razzo con getti frenanti anteriori” e del “razzo a sei camere di combustione”.
A pag.30 figurano i disegni del “razzo stratosferico Stefanini”, quello che dovevo disegnare ma che qui troviamo già bell’e pronto :stuck_out_tongue_winking_eye:, e del “razzo a trazione anteriore”.
A pag.32, invece, si parla del “razzo d’alti spazi con passeggero”, un vero e proprio lanciatore manned dotato di propulsori impieganti ossigeno liquido ed alcool.
A pag.14 l’autore del libro afferma che i modelli, i disegni e le descrizioni che documentavano l’attività dell’Associazione Piemontese Razzi andarono persi nei bombardamenti del 17 agosto 1943.

Ho anche io una precisazione da effettuare.
Il razzo stratosferico Stefanini non era pluristadio, come da me scritto in qualche precedente post, ma monostadio (una mezza specie di Single Stage To Orbit se vogliamo adoperare una moderna nomenclatura).
I vari componenti da riutilizzare nei successivi lanci erano ricuperati per mezzo di paracadute dopo essere stati jettisoned per mezzo di bulloni esplosivi.

In questo forum avevamo già chiacchierato sull’Associazione Piemontese Razzi:

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=323.0

Ottimo Luigi, davvero ottimo.

Peccato che non sia possibile attingere ad altre fonti bibliografiche, possibile che sia andato perduto davvero tutto??

Quello che è scritto nel libro di Fenoglio (a proposito a che anno risale la stampa??) lascia intendere che, almeno al livello teorico, l’Italia non era seconda a quanto espresso in Germania nello stesso periodo (vorrei ricordare che all’agosto del 1943, data della distruzione degli archivi della APR, il missile A4/V2 non era ancora operativo), senza contare il fatto che in Inghilterra e sopratutto negli USA (nonstante la presenza di Goddard) la missilistica in quanto scienza era abbondantemente ignorata, per non dire snobbata, relegandola nel campo della “fantascienza”.

Saranno proprio i tedeschi a far in modo che divenga realtà…

Edizioni Lavagnolo, 1950.