La “Catena di Markarian” è una serie di galassie che fanno parte dell’Ammasso della Vergine. Il nome deriva dall’astrofisico armeno B. E. Markarian, che negli anni '60 scoprì che le galassie della “catena” avevano un moto comune.
L’Ammasso della Vergine è il membro più massiccio del Superammasso Locale, e i suoi effetti gravitazionali si fanno sentire rallentando e attirando le galassie vicine. Per esempio, il nostro Gruppo Locale di galassie si sta avvicinando all’Ammasso della Vergine ad una velocità di 200 km/s. La famosa galassia M87, quella dell’immagine del buco nero centrale, è appena sotto la Catena.Tutto l’Ammasso è a circa 60 milioni di a.l. da noi.
In questa immagine si vedono due grandi galassie ellittiche. Sono M86 ed M84. M86 è una galassia attiva, una radiosorgente, ed esibisce getti di materia dal buco nero centrale.
Al centro dell’immagine ci sono i famosi “Occhi della Vergine”, le due galassie NGC 4435 e 4438. Quest’ultima è ampiamente distorta, probabilmente da un precedente incontro con la 4435; tra le due ci sono zone comuni di idrogeno e polveri, e il buco nero centrale di NGC 4438 è particolarmente attivo.
La Catena di Markarian è un esempio di come le galassie tendano a raggrupparsi in strutture filamentose. Tutto l’ammasso della Vergine è tenuto insieme dalla materia oscura, i calcoli dicono che senza la sua azione gravitazionale le galassie non potrebbero stare unite, e si disperderebbero nello spazio. Praticamente tutte le galassie interessate sono state target dell’HST, ed hanno fatto la storia dell’imaging astrofotografico.
Immagine ripresa da Pragelato (TO), notte dl 5 maggio. Circa 60 pose da 3 minuti, Newton 200 f/4, Canon 60D modificata. Elaborazione Pixinsight e Photoshop. Purtroppo l’immagine è poco definita, il vento forte mi ha obbligato a scartare molte pose per il mosso.Ma la rifarò…
Io ho sempre paura di esagerare, FAIt non è un forum di astrofotografia, ma vedo che ci sono anche tanti appassionati di astronomia che apprezzano. Vi assicuro che questa è una foto sofferta, ho fatto due notti in quota (1825 m sopra Pragelato), la prima notte non ho ottenuto i risultati che volevo, mentre la notte del 5 c’era un vento molto forte con -5 °C… e non ho più vent’anni ma ho resistito fino alle 2:30 del mattino.
La (grande) soddisfazione è quella di poter osservare e documentare cose di cui magari si sente parlare, ma poi vedere a video una propria produzione è un’altra cosa.
Fin quando si è in sezione apposita… ESAGERA.
Sono foto stupende del cosmo che io (cosi come molti altri) adoro. Il fatto che poi siano state fatte in maniera più ““artigianale”” e non con il mega osservatorio, per me aggiunge ulteriore valore.
L’abnegazione dello “zio” di ISAA (notte in quota, al freddo e con vento) è a dir poco commendevole.
Tanto quanto la qualità delle immagini che ci regala.
Grazie!
Ho rielaborato la foto della catena di Markarian, cercando di tirar fuori il meglio di due notti. 79x120s + 44x180s, quasi 5 ore di integrazione. Newton 200 f/4, Canon 60D modificata. Da Pragelato (TO), 30 aprile e 5 maggio.
Se volete giocare un po’, questa è l’immagine a risoluzione piena:
e questa è la versione annotata della medesima. Ci sono oltre 100 galassiette nel campo, e alcune di queste si trovano a circa 600 milioni di anni luce, ovvero 10 volte più distanti delle galassie della catena che appartengono all’ammasso della Vergine. Le galassie di fondo appartengono quindi ad altri ammassi, e alcune sono davvero gigantesche per essere visibili a quella distanza.
Io da astrofotografo principiante apprezzo tantissimo i tuoi post
Questa foto rende l’idea della vastità, 100 galassie in un campo molto ridotto con strumentazione non professionale, è incredibile.
Posso farti due domande inusuali (oltre questa ) ?
Quanto è grande la tua attrezzatura in cm e kg? Solo quella per fare lo scatto, sistema ottico e camera, senza inseguitore, cavalletto e accessori.
Quanto influisce l’atmosfera sulla qualità finale dell’immagine? con filtri, software e tanto tempo a disposizione riesci a correggere tutto o se fossi a 100 km di quota verrebbe molto meglio?
Vespiacic, il telescopio in questo caso è un Newton 200 f/4, pesa 7 kg. Aggiungi 1 kg di telescopio di guida e circa 1 kg di fotocamera e correttore di coma. In cm è lungo circa 80 cm, 1 m con il paraluce, e diametro 25 cm.
Cavalletto e montatura invece se ne fanno per 34 kg.
La turbolenza atmosferica è determinante. Se il “seeing” è cattivo non c’è santo che tenga. Per dare un’idea, normalmente i dischi stellari nelle mie immagini hanno un diametro di qualche secondo, nella migliore delle ipotesi 3 o 4. La risoluzione teorica di un telescopio da 20 cm è di poco più di mezzo secondo. Tutto il resto lo fa l’atmosfera - da cui capisci il perchè di HST e delle ottiche adattive dei grandi telescopi terrestri. Spesso comparo immagini mie con quelle di altri astrofotografi che abitano in zone più favorevoli, e non c’è storia. Purtroppo l’aria in vicinanza delle Alpi è sempre turbolenta, le condizioni migliori da noi si hanno in pianura o sulle isole, dove l’aria arriva dal mare con flusso laminare. E infatti i grandi telescopi sono alla Canarie, sulle Ande, in California…
Nella ripresa della prima sera sì, ma nella seconda l’ho tolto. L’emissione delle galassie è essenzialmente un continuo, viene troppo attenuata dai filtri, e a Pragelato l’I.L. non è terribile. Da casa è tutta un’altra storia.
Io al momento non possiedo filtri anti inquinamento luminoso, ero interessato ad acquistare il filtro optolong l-pro, ma ho visto che è uscito anche il filtro L-eNhance sempre della Optolong.
Tu cosa ne pensi di questo nuovo filtro? Sembra quasi un filtro a banda stretta.