Avevo promesso di pubblicarla, ma l’ho elaborata solo in questo weekend. La mia versione della nebulosa di Orione, alias M 42. Fatta dal cielo suburbano di Rivalta (TO). 500x30s di posa, Newton 200 f/4, Canon 60D modificata, filtro CLS. Process con PI, PS. Notti del 6 e 7 gennaio 2019.
In alto la “running man nebula”, a sinistra sopra il centro quella specie di ricciolo è M 43, la nebulosa di De Mairan. Per tutto il resto vi rimando al web, su M 42 ci sarebbe da scrivere libri.
Più tardi pubblicherò il link per scaricarla a risoluzione piena.
Fantastica Marco, sto provando a fare qualche cosa anche io in questi giorni ma questa è proprio inavvicinabile per me!
Per lo stacking che software hai usato e che tipo di elaborazione hai fatto prima di passare a PS?
Per i non esperti come me, questo vuol dire 500 foto da 30 secondi di posa (quindi un totale di 250 minuti di esposizione), scattate nel corso di due nottate ed elaborate con un software di image stacking per generare questa immagine?
Grazie Rob, anche a me sembra un quadro, solo che non l’ho dipinto io, ma le forze della Natura
@Indaco, sì, sono circa 500 pose da 30 s, sommate per generarne una finale, su cui poi si fa l’elaborazione. Per dare un’idea, i files temporanei usati eccedono i 250 GB.
Alberto, calibrazione dei frames (bias, dark e flat), messa a registro e stacking sono fatti con Pixinsight, che al momento è il miglior prodotto sul mercato per l’eleborazione delle immagini astronomiche. Partendo dal raw dopo lo stacking, i passi sono stati: crop dell’immagine, estrazione e appiattimento del background, neutralizzazione del background, riduzione del noise sul canale verde, calibrazione dei colori delle stelle, trasformazione dell’istogramma, riduzione del rumore sulle medie e basse luci, riduzione dei diametri stellari, una passata di HDR per desaturare la zona del Trapezio, e poi una esaltazione (piccola) del contrasto sulla scala di qualche decina di pixel per aumentare il contrasto delle polveri. Poi passo a Photoshop e sistemo livelli e curve in modo fine, saturazione di colore, e un filo di maschera di contrasto per avere le stelle più puntiformi. Insomma, un weekend o quasi
lo fa la montatura, senza è impossibile. Di solito c’è anche un secondo telescopio di guida in parallelo al primo, con una sua camera, che tramite SW compensa gli errori della montatura (errato stazionamento al polo, errori della meccanica, giochi, flessioni ecc). In questo caso, usando pose brevi, faccio a meno della guida che è sempre un generatore di grane.
Chapeau, davvero.
Senza se e senza ma una riprova dell’eccelso livello qualitativo che hai raggiunto.
La bellezza dell’immagine si commenta poi da sola… Grazie!
Volentieri, stasera ne carico uno. fullguns, grazie come ho già scritto diverse volte, la cosa che mi affascina è poter riprendere i fenomeni che capitano nel Cosmo, e condividere con gli amici spettacoli di rara bellezza. E’ un gioco, non ha certo finalità o valenze scientifiche, ma è appassionante.