L'Alpha Magnetic Spectrometer arriva in Florida

Uno dei più complessi strumenti scientifici mai costruiti, l’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS-02) è giunto ieri, scortato dagli stessi astronauti che lo porteranno sulla Stazione Spaziale Internazionale, al Kennedy Space Center in Florida da dove verrà lanciato nel 2011.

AMS-02 non è solo il più grande - in termini di dimensioni - esperimento scientifico ad essere installato sulla Stazione Spaziale Internazionale ma anche la più grande collaborazione internazionale intorno ad un singolo esperimento da portare nello spazio.

Frutto di oltre 10 anni di lavoro e della cooperazione tra 56 istituti di 16 differenti Paesi, l’AMS-02 aiuterà gli scienziati a meglio comprendere le questioni fondamentali sull’origine e la struttura dell’Universo osservando l’antimateria e la materia “scura”. Grazie al suo campo magnetico, 4000 volte più potente di quello della Terra, questo rivelatore di particelle esaminerà direttamente dallo spazio ogni singola particella che lo attraverserà, fornendo dati preziosi per la ricerca scientifica.

La ISS ha tutte le caratteristiche per ospitarlo “E’ il solo posto dove può essere installato per rispondere alle condizioni di stabilità, esposizione di lunga durata e possibilità di rifornire lo strumento come necessario” ha spiegato dall’ESTEC, dove lo strumento è stato lungamente testato nei laboratori ESA di Noordwiik, Simonetta di Pippo, Direttore dei Voli Abitati dell’ESA.

Fonte: ESA

Il più grande payload scientifico previsto per la ISS si avvale di un importante supporto tecnologico: più di 200.000 canali di lettura, 650 microprocessori, 30 crates per complessive 450 schede di elettronica per un consumo di 2,5 kW/p. Le sue dimensioni sono davvero notevoli, più di tre metri di lato per un peso complessivo di 7,5 tonnellate.

La realizzazione di AMS per una missione che durerà almeno tre anni sulla ISS ha richiesto lo sviluppo e la qualificazione spaziale di numerose tecnologie, molte delle quali sviluppate in Italia dalle industrie italiane e nei laboratori dell’INFN.

Il componente più sofisticato è certamente il magnete cilindrico superconduttore, operato a 1,4°K e raffreddato per contatto secco con un flusso di Elio superfluido. Si tratta del primo magnete superconduttore disegnato per operare nello spazio. E’ realizzato con sottile cavo di niobio e rame coestruso con alluminio purissimo, per stabilizzare il comportamento termico ed evitare il fenomeno del “quench” - la rapida transizione da superconduttore a conduttore normale che avviene in presenza di fluttuazioni termiche.

Il peso del magnete è di 2,2 tonnellate, a cui devono essere aggiunti 2600 litri di elio, necessari per mantenere il criostato a bassa temperatura per un periodo di almeno tre anni. Il magnete comprende 14 bobine, disposte in modo da creare un intenso campo magnetico di 0,8 T all’interno del cilindro. In questo modo è possibile azzerare la componente di dipolo magnetico del magnete e i conseguenti momenti di forze indotte dall’interazione con il campo magnetico terrestre.

La superconduttività è una tecnologia che può risultare molto utile nello spazio, garantendo campi magnetici intensi, strutture leggere e zero consumi. Per questo motivo la tecnologia del magnete di AMS risulta interessante per altre applicazioni: schermatura degli astronauti dalla radiazione cosmica durante lunghi periodi di permanenza nello spazio profondo, sulla superficie lunare o marziana, accumulo di energia e componenti dei sistemi propulsivi a plasma. In particolare la prima applicazione risulta di grande interesse nel contesto dei progetti di esplorazione umana planetaria. Non esistono infatti, al momento, soluzioni affidabili al problema delle radiazioni ionizzanti assorbite da un astronauta in missione verso Marte.

Attorno al magnete sono collocati i rivelatori di particelle. Essi permettono, in tempi di poche centinaia di microsecondi, l’identificazione di ogni singolo raggio cosmico che attraversa AMS. Il sistema di trigger è in grado di misurare il tempo di volo dei raggi cosmici con una precisione di circa 130 picosecondi. Il rivelatore tracciante è composto da 2300 placchette di silicio e misura la posizione delle particelle all’interno del campo magnetico con una precisione migliore di 10 micron. Con i suoi 7 m2 di superficie, si tratta del più grande tracciatore di precisione mai realizzato per un esperimento spaziale. Infine il rivelatore ad anelli di luce Cerenkov (RICH), caratterizzato da un piano focale composto da più di 11000 pixel, ciascuno in grado di misurare un singolo fotone, è un rivelatore a stato solido capace di misurare la velocità delle particelle con una precisione di una parte per mille.

Nella parte inferiore di AMS si trova un calorimetro elettromagnetico del peso di oltre 600 kg, formato da fibre scintillanti incollate con sottili strati di piombo. E’ una tecnologia derivata dall’esperimento Kloe a Frascati e che permette la misura dell’ energia della componente elettromagnetica di alta energia con circa il 3% di precisione.

Completano l’esperimento un rivelatore di radiazione di transizione, in grado di separare elettroni e positroni dalla componente adronica fino a parecchie centinaia di GeV e una coppia di star tracker per fornire un puntamento preciso, necessario per la misura di gamma di alta energia con AMS.

fonte: ASI


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Scusatemi se mi sono perso qualcosa…

Alla fine hanno usato un superconduttore e non un normale magnete come era stato ipotizzato?

No, il magnete tradizionale.

Ah ecco, perchè il sito riporta ancora l’indecisione fra i due…

Scusate la domanda forse stupida: ma su quale piattaforma esterna lo installano? E chi avrà la responsabilità delle operazioni? NASA?

Il punto di aggancio sarà l’USS-02 sull’ “S3”, la responsabilità credo NASA ma non ci metto la mano sul fuoco…

In effetti avevo trovato su wikipedia la notizia secondo la quale si sarebbe utilizzato un magnete normale (come era risaputo) e non il magnete superconduttore…però sul sito di ASI ho trovato scritto che si usava un superconduttore ed allora ho preferito dare maggior credito all’ASI che non a wiki.
Vabè…

Il ritardo con cui AMS è stato consegnato alla NASA (che a sua volta è alla base dello slittamento della STS 134 al 2011) è stato causato proprio dalla sostituzione del magnete. A proposito, è vero che il “nuovo” magnete è Made in China?

I disegni allegati e il video fanno capire bene la posizione di installazione di AMS sulla ISS.


Il filmato è davvero bello e molto esaustivo su dove verrà collocato AMS-2, peccato solo che nella configurazione della ISS non sia presente il PMM, che dovrà essere portato sulla stazione con STS-133.

Inizialmente STS-134 e 133 avrebbero dovuto essere invertite. Ecco spiegata la mancanza.

Giusto, me ne ero dimenticato.

Inoltre, nei rendering della stazione il nodo 3 e cupola sono in posizione sbagliata (in basso), mentre lo schema mi sembra corretto.

Giusto per essere precisi, la dicitura corretta è materia oscura (dark matter) e dal 2006 PAMELA, altro esperimento con grande contributo italiano, è in orbita su un satellite russo con gli stessi obiettivi scientifici di AMS.

Poi confermo che AMS purtroppo non utilizzerà più il magnete superconduttore, che era la vera eccezionalità dello strumento.

Perché dici purtroppo? Il “nuovo” magnete non sarà sensibile come quello originariamente previsto, ma potrà essere utilizzato per molto più tempo, assicurando (seppur più lentamente) le stesse capacità di indagine, se non addirittura migliori sul lungo periodo.

Dico purtroppo perchè c’è stato uno sforzo tecnologico ed economico notevole per sviluppare il magnete superconduttore ed evidentemente non è andato bene (ma questo succede nella ricerca, non sempre tutto va come previsto). Ora ovviamente si tende a dire che il magnete normale è esattamente uguale e assicura le stesse prestazioni, ma se fosse così mi domando perchè sviluppare per 10 anni un magnete superconduttore? In ogni caso per avere le stesse misure bisognerà aspettare almeno il triplo del tempo e sperare che nel frattempo tutto continui a funzionare. Speriamo bene.

Non credo che il magnete superconduttore sia stato rimosso perché non funzionava bene. Il motivo va ricercato nella decisione di proseguire con l’utilizzo della ISS ben oltre il 2020. Quando è stato pensato l’esperimento AMS si prevedeva la sua permanenza sulla ISS per soli 3 anni, da qui la necessità di un magnete supersensibile che avrebbe assicurato la mole di dati necessaria in poco tempo. Ma con la ISS che resterà in orbita per altri 10 anni come minimo (e per 20 anni come speranza non tanto remota) anche l’AMS potrà rimanere in orbita per tutto quel tempo. Da qui la necessità di montare un magnete sicuramente meno sensibile ma con una vita operativa molto più lunga. Questo naturalmente espone l’esperimento ad una maggiore probabilità di guasti, visto il tempo più lungo necessario ad ottenere gli stessi dati. Quindi mi associo al tuo speriamo bene.

Io ricordo che la scelta di utilizzare il magnete tradizionale e non il supermagnete sia stata fatta per problemi al circuito di raffreddamento dell’elio criogenico, che non ha rispettato le specifiche di fatto non garantendo una vita utile come ipotizzata inizialmente, e che il tutto si appalesò durante i test in ESTEC. La scelta di utilizzare il magnete tradizionale è quindi conseguente questa problematica.

Esatto AJ, bisogna dire le cose come stanno. Per carità, anche con il magnete normale verranno fatte cose egregie e si otterranno risultati ottimi, ma il supermagnete non funzionava a dovere. Avrebbe dovuto garantire 3 anni di funzionamento e invece non assicurava nemmeno 18 mesi.
Da qui il ritorno ad una soluzione più conservativa (ricordo che il magnete normale ha gia volato con AMS-01 nel 1998) che ha costretto a cambiare leggermente la configurazione del rivelatore per recuperare la sensibilità perduta. Insomma se AMS avesse dovuto volare con un magnete tradizionale poteva volare molto prima evitando i 10 anni di sviluppo per il supermagnete.
Infatti una prima pianificazione di AMS sulla ISS senza supermagnete era pianificata già per il 2002 come si vede da una vecchia pagina di AMS
Poi invece si decise di mettere il supermagnete e di rimandare il tutto. Purtoppo inutilmente (nel senso che il supermagnete non verrà usato comunque).

Certo inutilmente per la missione, ma non in senso lato. 10 anni di ricerca e sperimentazione hanno sicuramente fatto accumulare esperienza che non è certo una cosa inutile! :ok_hand:
E’ solo una mia considerazione ovviamente, ho capito il senso dell’inutilmente per la missione :wink: