Beh, ti puoi ritenere fortunato. Personalmente non conosco nessun appassionato di astronautica che possa condividere la sua passione in famiglia. Non solo, ma la mia esperienza personale mi porta ad affermare che il livello di disinteresse per l’argomento aumenta esponenzialmente con la vicinanza del grado di parentela. Il culmine viene naturalmente raggiunto da mogli e figli che proprio non capiscono come si possa rimanere affascinati da delle attività che portano uomini e mezzi al di fuori dell’atmosfera terrestre.
Avendo avuto più volte riscontro di quanto affermi, con i miei figli ho adottato una tattica molto soft.
Non ho cercato di influenzarli più di tanto nelle loro scelte e passioni.
Risultato? Figlia distante dai miei hobby ed interessi, figlio che pian piano si sta avvicinando e alle volte mi vuol seguire in ciò che faccio.
Un esempio? Spiegandogli proprio oggi (perché me lo aveva chiesto lui), le dimensioni delle stelle e la distanze nello spazio, ad un certo punto ha esclamato “figata”!
Ti lascio immaginare… ho sognato ad occhi aperti!
Ma mai insistere. Meglio che parta da loro. Intanto se non gli interessa è una battaglia persa.
Ripensandoci, nel mio caso il tutto viene visto con stupore misto ad ammirazione… Cioè, il fatto che uno stia facendo un percorso di studi legato all’astronautica viene visto in maniera affascinante (senza contare il mio medico che in OGNI occasione mi fa domande su satelliti, astronauti, ISS, come si fa ad andare in orbita, etc ) …
Chiederei agli altri colleghi (Artax, albyz, etc) se la cosa fosse analoga…
Mi ritrovo esattamente! Ogni volta che parlo dei miei studi tutti spalancato gli occhi pensando a chissà che meraviglie fantascientifiche… Mio zio OGNI volta mi chiede quando andrò nello spazio
La seconda tipologia di reazione in ordine di frequenza è quella “scettica”, della serie “cosa serve lo spazio”, “spreco di soldi” e “moon hoax”; di solito lascio perdere…
Ah sì? E allora ti do un consiglio per metterli un pò alla prova.
Chiedi loro un pò come faremmo con le previsioni del tempo o col posizionamento GPS senza satelliti, per non parlare degli omogeneizzati o dei pannoloni che sono stati ideati per gli astronauti in orbita, per non parlare dei codici a barre che sono stati ideati per tenere catalogate velocemente le centinaia di parti che compongo le sonde spaziali.
E poi ti consiglio di dare un’occhiata al blog di Luigi Morielli, soprattutto a questa pagina http://astrogation.blogspot.com/2008/06/perch-andiamo-nello-spazio.html
è un’interessante lettura che consiglio a tutti quelli che dicono che lo spazio è uno spreco di soldi, che non serve a niente e simili. E’ per schiarire le idee a quel tipo di gente, ai profani delle materie spaziali.
Sisi, ma tutto questo lo sanno anche loro (anche se penso che molte tencologie sarebbero state comunque sviluppate in ambito militare). Il fatto è che mi considerano troppo “malato di astronautica” eheh
Non ti preoccupare, a volte ne ho l’impressione anche io
Anche se, a dire la verità posso ritenermi anche abbastanza fortunata: in fondo, mia madre mi ascolta con piacere ed anche gli amici si dimostrano abbastanza comprensivi…
Anzi, vi racconterò che tempo fa stavo in biblioteca con alcuni miei compagni di corso a fare delle ricerche. Non ricordo esattamente perchè, ma è saltato fuori il discorso dello Space Shuttle. Un mio amico mi ha tempestato di domande sulle procedure di lancio, conto alla rovescia, combustibile utilizzato…Devo dire che mi ha fatto molto piacere
Comunque concordo con Lem, ho sperimentato di persona che anche se non è facile, bisogna cercare di non esagerare altrimenti nella migliore delle ipotesi staccano il cervello, nella peggiore mi fanno capire che mi trovano insopportabile…
Pensa, che cerco sempre di spiegare le cose con parole semplici, per esempi, sopratutto l’astronomia, ma mi è capitato ugualmente di trovare persone che si allontanavano da me dicendomi che gli facevo girare la testa: “cose troppo difficili”