Lo "spazioporto" di Omelek usato da SpaceX

Come tanti, sapevo vagamente che il Falcon 1 era stato lanciato dal Pacifico, da un’isoletta non lontana dalla Hawai, e immaginavo che si trattasse di uno spazioporto privato, tipo quello che RocketLAB possiede in Nuova Zelanda.

Leggendo la User’s Guide e altre fonti ho scoperto che la storia è più complessa. L’isola di Omelek, dove c’era il pad del Falcon 1, in realtà è parte di una base militare USA.

Per l’esattezza la base, che si chiama (dal 1999) “Reagan Test Site”, comprende oltre all’isola di Wake, gli atolli di Kwajalein e Aur che fanno parte delle Isole Marshall. L’arcipelago è molto più a Ovest delle Hawai, praticamente sono sullo stesso meridiano della Nuova Zelanda, al di là della linea di cambiamento di data rispetto agli USA.

E’ la zona del Pacifico dove gli Stati Uniti fecero a suo tempo famigerati esperimenti atomici (a Bikini e altrove). Le Marshall poi divennero indipendenti, ma gli USA hanno mantenuto in affitto (per il momento fino al 2066) le isole che compongono il test site, soprattutto per sperimentare i loro missili militari. Il sito comprende anche varie stazioni radar ed è usato come tracking station anche per conto della NASA.

Per chi volesse approfondire, c’è anche un apposito sito (non molto aggiornato): https://www.smdc.army.mil/RTS.html

In origine il primo Falcon 1 avrebbe dovuto partire da Vandenberg nel 2005 dalla piattaforma SLC-3W (oggi inutilizzata). Qui effettivamente il nuovo veicolo fu innalzato sulla rampa, come si vede in una brutta foto del 2004:

e nel maggio del 2005 fu eseguito anche uno static fire che preludeva al lancio.


(Fonte: http://www.af.mil/News/Photos/igphoto/2000582416/)

SpaceX si accontentava di strutture provvisorie. L’hangar per ricoverare il razzo (come si vede anche sopra) era una tenda:

e un camion ospitava il “centro di controllo”.

Sul più bello, però, le autorità militari non permisero che un razzo mai testato rischiasse di mettere in pericolo l’ultimo Titan IV in preparazione sulla vicina SLC-4E (che è quella oggi usata da SpaceX per il Falcon 9) e il primo volo di Musk fu dirottato nel Pacifico.

I militari lasciarono a SpaceX l’isola di Omelek nella parte Est dell’atollo Kwajalein. Un’isoletta di 32.000 mq con un approdo, una zona di atterraggio per elicotteri e poche installazioni per i lanci allora in disuso da una decina d’anni. SpaceX dovette mettere in piedi tutto il resto: depositi per i propellenti, centri di comunicazione, pad e hangar. Anche in questo caso si ricorse a strutture “prefabbricate”.

In origine si presentava così:

Ed ecco un’immagine delle installazioni (Credit: SpaceX)

con relativa mappa

L’hangar era ancora sostanzialmente un “tendone” con dentro (a sinistra) una mini cleanroom di 3 x 5,5 metri. Qui si vede in pianta:

All’interno era così:

Un paio di panoramiche con il pad in primo piano.

Da questo “spazioporto” vennero effettuati tutti i 5 voli - più o meno riusciti :face_with_head_bandage: - del Falcon 1 (2006-2009). SpaceX riununciò a Vandenberg SLC-3W quando capì che l’USAF avrebbe dato la precedenza a tutti i voli di interesse militare che partivano da SLC-3E, affidato a ULA, e progettò di lanciare da Omelek anche il Falcon 9.

Non mi è ancora chiarissimo perché, con la cancellazione del Falcon 1 si decise di abbandonare anche lo spazioporto del Pacifico che, situato ad una latitudine di 9,5° Nord, sarebbe risultato più comodo per il lanci verso GEO di Cape Canaveral (che è a 28°). Probabilmente prevalsero le questioni logistiche, dal momento che quest’isoletta è un po’ in mezzo al nulla.

Sta di fatto che le installazioni furono smantellate, senza lasciare quasi traccia. Omelek all’inizio nel 2012 si presentava così:

Sembrerebbe persino che dall’ex spazioporto si sia tornati a fare test militari. Questa foto, che viene dal Flick ufficiale della US Navy, mostra il volo di un missile intercettore Patriot (PAC-3), il 25 ottobre del 2012.


(fonte: https://www.flickr.com/photos/usnavy/8125356482)

Altre info qui:
https://www.capcomespace.net/dossiers/espace_privee/SpaceX/installation_omelek_island.htm
https://www.forumastronautico.it/index.php?action=dlattach;topic=27749.0;attach=82450

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Grazie dell’interessantissimo post! Ricordo con ‘piacere’ le nottate passate ad attendere quei primi pionieristici lanci di SpaceX. I rinvii erano continui ed i successi pochi… A proposito ma del primo storico lancio del Falcon 1, avvenuto il 24 marzo 2006, si è mai riusciti a vedere un video completo (intendo fino all’ingloriosa caduta ad un minuto scarso dal decollo)?

Maxi, questo arriva dalle riprese di bordo. Da terra non ne ricordo…

Grazie Marco, non lo avevo mai visto… peccato non vi sia una ripresa dal suolo.

C’è ma non si vede quel che vorresti vedere…

PS: l’anomalia principale è stata una perdita di LOX, ma onestamente l’assetto è sempre sembra approssimativo.

PPS: il payload è precipitato a terra sfondando il tetto dell’edificio di supporto usato da spacex per l’incapsulamento nel fairing… giacendo in un “unico pezzo” affianco al container che l’aveva trasportato fino a li :skull:

Si, grazie, questo video lo avevo visto ma ovviamente mi riferivo a tutto il volo fino alla disgraziata fine… :face_with_head_bandage: Suppongo che SpaceX o la difesa USA ne abbia uno intero ma non lo divulghi per ovvi motivi di immagine, anche se, dopo tutti questi anni… :star_struck:
Concordo poi sull’assetto approssimativo che il vettore ha preso fin dall’inizio… :face_vomiting:

Ho trovato casualmente le foto scattate a Omelek da una persona (non dipendente di SpaceX) che probabilmente vi ha lavorato nel novembre del 2006 (ossia tra il primo e il secondo tentativo). Dal momento che ci sono immagini interessanti dell’isola e delle strutture, insieme ad altre turistiche e relative ad immersioni, mi è sembrato utile selezionarne alcune (click per migliore risoluzione).

Un paio di scatti dell’isola, non raggiungibile direttamente con l’aereo.

L’aereo atterrava nell’isola principale dell’atollo di Kwajalein (di cui Omelek fa parte) che si vede in questa immagine dietro l’ala. A destra della cupola c’è l’edificio che ospita gli uffici di SpaceX.

Interno degli uffici di SpaceX

Mission control (guardate il disegno alla lavagna :smile:)

Siamo a Omelek

Questo è il CED

Il pad e particolari del sistema di rifornimento del LOX. Il razzo era posato sulla struttura azzurra

Il “fuel control van” dietro, sulla destra, i serbatoi del cherosene

Lo strongback

Panoramica dal pad

A sinistra della foto precedente. L’hangar dove si assemblava il razzo

Lo strongback del secondo stadio davanti all’hangar

Interno dell’hangar

La “clean room”, posta all’interno dell’hangar

Il pad visto dall’altro capo dell’isola

Il pad dall’hangar

La torre di lancio all’alba

Il porto. Occorrevano varie ore per raggiungere Kwajalein dove c’era una sorta di dormitorio. Alla fine molti tecnici preferirono passare le notti ad Omelek.

Credit: Owen DeLong

http://www.delong.com/WebPhotos/Kwajalein-2006-11/index.html

grazie robmastri e Owen! foto che dicono più di 1000 parole

Wow, una super ricerca! Grazie per le foto storiche.
A vedere da dove hanno iniziato c’è da mettersi le mani nei capelli. Non c’è dubbio che fossero pazzi e determinati.

Grazie! Veramente foto che documentano il lontano (ma non troppo) inizio di una nuova era…
Certo che, vedendo ora molto più da vicino come hanno lavorato, non resta che togliersi il cappello di questi veri e propri ‘pionieri’ dei nostri tempi.

Dopo, ovviamente, c’erano anche aspetti di vacanza, come la possibilità di fare immersioni in un ambiente come questo:


(bisogna dare un’occhiata alla maggior parte delle foto di Owen che ho omesso :smile:)

Nel bene o nel male il soggiorno a Omelek fu una esperienza unica, particolarmente formativa, per tutti i dipendenti di SpaceX che vi parteciparono. Vale la pena riportare qualche ricordo, traendolo dalla biografia di Musk curata da Ashlee Vance. Dai brani emerge qualche accenno alla particolare modo che Musk ha di trattare i suoi dipendenti, ma questo sarebbe un tema da approfondire in altra sede.

[i]"Per arrivare a Kwaj [o Kwajalein], i dipendenti di SpaceX volarono sull’aereo di Musk o presero voli di linea con scalo alle Hawaii. Gli alloggiamenti principali erano casette con due camere da letto sull’isola Kwajalein che somigliavano più a dormitori che ad alberghi, con cassettiere e scrivanie da caserma militare.[…] Ogni giorno il team radunava le attrezzature e faceva quarantacinque minuti in barca per arrivare a Omelek […]. Il lavoro era molto stancante e si svolgeva in un clima terribilmente umido e sotto un sole capace di scottare la pelle anche attraverso una maglietta. Alla fine, alcuni dipendenti preferirono passare la notte su Omelek anziché tornare all’isola principale solcando un mare agitato. «Alcuni uffici furono trasformati in camere da letto con materassi e brande», racconta Hollman [si tratta del Jeremy Hollman che puoi fu accusato ingiustamente di aver causato il fallimento del primo volo]. «Poi inviammo lì un bel frigorifero e un buon grill e installammo una doccia. Cercammo di farlo somigliare meno a un campeggio e più a una vita normale.»

Il sole sorgeva alle sette ogni mattina, ed era allora che il team di SpaceX si metteva al lavoro. In una serie di riunioni si stabiliva il da farsi e si valutavano le possibili soluzioni ai problemi. […] «C’era sempre qualcosa da fare», ricorda Hollman. «Se il motore si comportava bene, allora c’era un problema di avionica o di software.» Alle sette di sera smettevano di lavorare. «Una o due persone decidevano che quella sera toccava a loro cucinare, e preparavano bistecca con patate e pastasciutta. Avevamo un bel po’ di film e un lettore dvd, e alcuni di noi pescavano spesso dai moli.» Per molti progettisti fu un’esperienza al contempo dolorosa e magica. «In Boeing potevi stare comodo, ma in SpaceX no», ricorda Walter Sims, un esperto di tecnologia di SpaceX che trovò il tempo di prendere il patentino per le immersioni durante la permanenza su Kwaj. «Ogni persona su quell’isola era una star, e organizzavano continuamente seminari sulle radio o sui motori. Era un ambiente davvero stimolante.»

I progettisti erano perennemente sconcertati dalle decisioni di Musk su cosa finanziare e cosa no. Al quartier generale qualcuno chiedeva di comprare un macchinario da 200.000 dollari o un componente costoso che era ritenuto essenziale per il successo del Falcon 1, e Musk bocciava la richiesta. Eppure era ben lieto di pagare la stessa cifra per dare una bella mano di vernice lucida al pavimento della fabbrica. Su Omelek i dipendenti volevano asfaltare un sentiero di duecento metri tra l’hangar e la rampa di lancio, per semplificare il trasporto del razzo. Musk si rifiutò. I dipendenti dovettero spostare il razzo, con il suo sostegno munito di ruote, alla maniera degli antichi Egizi. Posarono una serie di assi di legno e ci fecero rotolare sopra il razzo, togliendo continuamente l’ultima asse dal fondo e portandola davanti alle altre.

[…]

[Steve] Davis [direttore dei progetti avanzati] ha prestato servizio a Kwaj e lo considera il periodo più bello della sua vita. «Di notte potevi dormire accanto al razzo, sotto la tenda dove i gechi ti si arrampicavano addosso, oppure potevi farti un’ora di barca e tornare all’isola principale con il mal di mare», racconta. «Ogni sera dovevi scegliere il dolore che ricordavi meno bene. Morivi di caldo ed eri esausto. È stato fantastico.»" [/i]

la leggenda riporta anche dove sono gli squali!
(shark)

ahahahah

Un lungo articolo di Ars Technica racconta questa videnza chiave della storia di SpaceX: Inside the eight desperate weeks that saved SpaceX from ruin - The company’s meteoric rise can be traced to a critical launch from a Pacific isle.