Matt Taylor e le pinups

Il fisico britannico Matt Taylor ha suscitato l’indignazione del quotidiano The Guardian (tra gli altri), per aver indossato questa maglietta mentre commentava la missione di Philae:

“ESA non vede la misoginia sotto i propri occhi”, è stato il commento sul blog del Guardian.

Taylor, in lacrime, si è poi scusato per “l’errore e per aver offeso molte persone”.

Matt, Ti esprimo tutta la mia solidarietà (ora cerco un indirizzo infernet). Il politically correct ci sta uccidendo. Uno come Te, che arriva a farsi tatuare Rosetta sul braccio, per me dovrebbe avere un monumento.

(foto AP/ESA)

Ecco qui:

(indirizzi rimossi per evitare spam al destinatario - reperibili facilmente in rete ;))

mmm Paolo, a meno che non sia già pubblico, l’indirizzo email meglio in privato :smile: gli indirizzi email pubblicati su internet attirano spam a fiumi

Cmq in europa ci sono davvero troppi puritani… le pin-up sono oramai dappertutto, quelle della camicia non sono neppure svestite, io non l’avrei messa, ma nella sua situazione avrei risposto “sono alla moda”. Chiuso.

Gli indirizzi email e twitter li ho trovati con gughel in un nientesimo di secondo. Appaiono sulle pagine di ESA. Comunqe, per star dalla parte della ragione li rimuovo. Se volete fare come me e mandargli due righe, li trovate facillmente.

Maledetti bigotti. Pensavo che la cara vecchia Europa fosse più liberale. C’è un bell’editoriale di Gramellini, che condivido in pieno http://www.lastampa.it/2014/11/18/cultura/opinioni/buongiorno/terra-terra-6icazdhRHuw7sVZV7QsTzO/pagina.html

Mi pareva strano che questa “storia” non approdasse su questi lidi :stuck_out_tongue_winking_eye:
Quello che dovevo dire l’ho già detto su Twitter, mi spiace per Matt anche se oltre alla maglietta doveva forse fare più attenzione anche alle parole (“Rosetta è sexy ma non ho mai detto fosse una facile” :point_up: :point_up: )
Come già detto su altri social in questo caso abbiamo visto che il mondo non è così globale come pensiamo, infatti lo scandalo è stato gridato per lo più dagli Usa e dal mondo anglosassone ( puritani??!!?)
Sono una donna, sono Europea, sono stata discriminata tante volte e lo sarò in futuro ma sicuramente non mi sono sentita offesa da quella maglietta!
Francamente mi ha offesa di più il didietro della Kardashian, giusto per menzionare uno degli argomenti più discussi oltre a Rosetta sul web in questo periodo.
E se qualcuna si è sentita minacciata dalla maglietta di Matt taylor, mi spiace per lei, ma non è certo l’uomo vestito con scarpe gialle, calzettoni viola e shirt con pin ups ( :fearful:) il problema. E’ il sorrisetto ironico del conoscente quando stai facendo un parcheggio ( si sono pessima a parcheggiare e allora?? ), è l’ingegnere che si offende se gli mostri come usare una stampante ( dopo che ha ne ha già rotte due ), è l’utente che al tuo “io non lavoro nell’ufficio assistenza” che ti risponde “eh si si vede che sei una ballerina” … E avevano tutti giacca e cravatta :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye:

Emh, aspetta, in realtà il Guardian quasi lo difende e si è attenuto a raccontare i fatti:
http://www.theguardian.com/fashion/2014/nov/17/comet-scientist-matt-taylor-shirt-awful-what-should-wear-instead-rosetta
Nell’articolo raccontano come la storia sia partita da dei tweet e poi sfociata in una guerra di generi. Menziona come in realtà ha sempre sfoggiato t-shirt fantasiose linkandole.
E riportano che sua sorella ha detto che si dimentica la macchina nei parcheggi, e quindi al massimo è stato un errore di stupidità e cattivo gusto, e non sessissta.
Conclude dicendo che lui debba essere libero di vestire come vuole, e suggerisce giusto di tenere la felpa chiusa al prossimo atterraggio su una cometa, insomma mette più l’attenzione sul cattivo gusto piuttosto che misoginia. L’articolo è scritto da una donna.

Il tatuaggio é su una gamba.

In questi giorni mi son ritrovata a rispondere ad alcuni post, anche di mie amiche, mettendo l’attenzione sulle donne coinvolte nella missione anziché solo sulla magleitta. E col senno di poi posso capire entrambi i punti di vista, e vi spiego perché.

Personalmente durante la diretta a me non ha fatto ne caldo ne freddo la sua maglietta, ero attenta a cosa aveva lui da dire, e ho apprezzato il fatto che si vestisse come voleva e che ESA ESOC fosse in grado di lasciare le persone libere di vestirsi come gli pare.

Dall’altro punto di vista, sebbene mi pare un’enorme perdita di tempo tutta questa storia per una maglietta (e francamente mi spiace che si stia perdendo tempo anche qui), c’è da pensare che queste dirette sono state seguite da tutto il mondo, e in tutto il mondo la parità di opportunità fra i sessi non è ancora stata raggiunta, la donna (come anche l’uomo in realtà) viene ancora stereotipata, stipendi non uguali per la stessa posizione lavorativi, disparità di diritti, harassment come se piovesse, insomma è ancora una realtà, e consiglio a tutti di sentire il bellissimo discorso di Emma Watson alle Nazioni Unite, in cui racconta di come esso sia un problema dell’umanità e non solo delle donne ed invita ufficialmente tutti gli uomini a partecipare al discorso.

Insomma è una realtà ancora da risolvere e quindi da ESA essendo un’isola felice ci si aspetta che sia perfetta. Io ho visto ingenuità da una parte, Taylor e ESA, per non aver immaginato che tale maglietta avrebbe potuto dare cibo facile da mangiare per i media e persone pronte a criticare ed attaccarsi a qualsiasi cosa per difendere la loro causa, a prescindere da dove veramente è l’ago della bilancia. Nei media e nei commenti individuali c’è stata un’esplosione di superficialità nel giudicare un uomo da come si è vestito invece che da chi è (qui si aprirebbe una parentesi di come ancora si giudichi una persona da come si veste nel bene o nel male). Mi chiedo se ci fosse stata una rocket scientist con un bel vestito con Tiger Man e Ken Shiro a dorso nudo come avrebbero reagito i media.

uhm, nope: http://www.theguardian.com/science/2014/nov/13/why-women-in-science-are-annoyed-at-rosetta-mission-scientists-clothing

"ESA can land their robot on a comet. A comet! It’s amazing. But they still can’t see misogyny under their noses. It’s painfully ridiculous. Pointing this out is not a distraction to the science. It’s part of it. It’s time science finally realised that. "

I stand corrected… :flushed: :wink:

L’unica verità scientificamente inoppugnabile di tutta questa vicenda è che la maglietta è veramente brutterrima! :face_vomiting:

Allego una immagine migliore della maglietta per i posteri :smiley:
Grande Matt.


Purtroppo molto peggio o in maniera piu’ subdola.
Matt Taylor probabilmente si e’ sempre vestito cosi’ e si e’ sentito libero di farlo, nonostante i possibili commenti. Spesso le donne son sottoposte a pressioni maggiori. Ricordo all’universita’ che i commenti sull’abbigliamento delle ragazze variavano da “sembra un uomo” a “sembra una xxx”. E i commenti venivano fatti da donne e da uomini. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se una donna in ESOC avesse indossato una maglietta un po’ piu’ scollata o un abbinamento sbagliato, non avrebbero neanche minimamente considerato il suo lavoro.
Anche questo articolo mi ha fatto riflettere
http://www.ilpost.it/2014/11/18/esperimento-abito-karl-stefanovic-femminismo/

Ritornando in topic, l’abbigliamento secondo me e’ un messaggio che mandiamo agli altri, ma i mezzi che abbiamo per interpretare il messaggio spesso sono limitati. Personalmente non penso che la maglietta fosse offensiva, ma i contesti interpretativi possono essere differenti. Inoltre le competenze tecniche o anche solo l’emozione di assistere ad un evento del genere non sono universali, mentre tutti sono capaci di giudicare l’apparenza di qualcuno, nel bene e nel male.
A quanto pare proprio per evitare problemi di questo genere al JPL usano le magliette di “ordinanza”, ovvero tutte uguali per tutti quando si e’ in control room e ci sono i media.

Giusto per info ( poi me ne torno nell’ombra :stuck_out_tongue_winking_eye: ) ogni tanto anche qui sul forum si respira l’aria “ma che ne vuoi sapere te che sei una donna” che non ti fa sentire del tutto a proprio agio.
Non è un’accusa ma vuole essere solo uno spunto di riflessione per tutti, forumiste donne comprese :slight_smile:

Vorrei che quando succede la cosa venisse riportata.
Siamo un po’ tutti “tone deaf”, ma essere passivi aggressivi non aiuta ad identificare e risolvere il problema.
Se un problema c’e’, che ne sai tu che sei una donna? :slight_smile:

Ahahahahaha quando potrò riprendere un ruolo più attivo e mi capiterà di “sentirmi a disagio” lo farò notare. Ora andare a scavare in vecchi post non mi pare il caso. Poi magari so io che mi faccio seghe mentali, non è il fatto che so una donna ma che so proprio scema :pPPPp

Bellissimo il video finale con l’emozione della professoressa Monica Grady, non l’avevo visto.
Interessante che l’articolo che ho citato era nella sezione fashion (primo nella ricerca) e il tuo nella sezione science (cita la fonte la prossima volta!).

Insomma secondo me se è venuto fuori questo putiferio e se lui stesso ed ESA si son sentiti presi in causa tanto di fare scuse ufficiali, maglietta o no, mostra una realtà non ancora risolta, e che ci vorrà tempo per risolvere, e non ci può aspettare di avere risultati diversi comportandosi allo stesso modo. Ricordiamo che da quelle parti è ancora “fresca” la controversia di come Jocelyn Bell, brillante donna che ho avuto la fortuna di conoscere, non abbia ricevuto il nobel nel 1974.

Micene84, avevo letto della giornalista australiana. Per me il rispetto di ogni individuo, minoranze comprese, e la libera espressione di sé (quindi anche come vestirsi) son due temi molto interconnessi ed importanti per la direzione che si vuole prendere e come ci vogliamo evolvere come società, è ciò richiede una consapevolezza che va oltre sé stessi.

Come esseri umani siamo pieni di bias e soggetti a distorsioni dei media e pressioni sociali che gli umani stessi han creato nel passato e purtroppo vengono alimentate nel presente, l’unica cosa è ogni giorno rendersi conto delle proprie azioni e schemi di pensiero, e farsi avanti quando intorno a noi si notano comportamenti che vanno contro la libertà e il rispetto individuale.

Questo è uno dei siti in cui si può prendere consapevolezza di proprie bias con dei test http://www.understandingprejudice.org

Isapinza, penso che sia da andare a fondo sulla questione, avevo scritto ‘se fossi il moderatore di questo forum avrei piacere a prenderne atto con esempi specifici e far le dovute segnalazioni privatamente o nel modo più opportuno’. Ora ho visto la risposta di Mike prima di inviare.
A me farebbe piacere se FAit diventasse un buon esempio anche da questo punto di vista!

In ogni caso Lean In come dice Sheryl Sandberg (che ha ricevuto non poche critiche dai suoi colleghi già quando stava preparando i primi talk, TED talk qui), non è necessario che le donne (o uomini) si sminuiscano da soli quando la società già ci mette la sua buona parte.

Ok, adesso questo thread diventera’ quello che prova quanto sono sessista…
Sono i momenti in cui apprezzo che la sezione OT e’ ora nascosta al resto del mondo (e ai niubbi) e possiamo usarla per discutere tra di noi di argomenti anche scomodi.

Ma cosa diavolo c’e’ di male in quella frase? Parlava di te?
Gli esempi che hai fatto, delle tue esperienze, posso capirli. Ma in che modo quella frase puo’ essere estesa a tutte le donne e scoraggiare l’accesso delle donne alla scienza e all’ingegneria?

Credevo di avere una sensibilita’ superiore alla norma al problema (forse quello e’ il mio problema :smiley:) ma davvero in questo caso vedo solo piagnistei e vittimismo. Sue me.

'Ccipicchia! Dovrò prendere spunto per i prossimi cosplay

Ma infatti a me la frase non ha dato fastidio! Forse mi son spiegata male, hanno usato l’accoppiata frase+maglietta per dare del sessista a Matt Taylor e quindi al mondo tecnologico/scientifico on generale. E anche io fin dal primo minuto ho “difeso” Matt. Poi sul trattamento paritario o meno all’interno di ESA non mi pronuncio, visto che lavorativa mente parlando non lo conosco :slight_smile:

Sono rimasto anch’io esterrefatto da come questa vicenda è uscita da quello che è un orgoglio della scienza euorpea, ed è svicolata su toni gossippari/Para-politically correct.
Questa persona è venuta al lavoro con una camicia “particolare”, e allora? Non è un receptionist in un albergo o una struttura di qualsiasi genere. è uno scienziato, un operatore di sistemi che ha contribuito a scrivere alcune pagine della storia dell’esplorazione spaziale.
Quella che viene spacciata come una battaglia in nome dei diritti delle donne e contro la misoginia, è in realtà l’ennesimo esempio del concetto imperante dell’apparire = essere, condito da una buona dose di bigottismo e dabbenaggine borghese. Questa persona è stata costretta a scusarsi, in una forma di umiliazione pubblica che mi ricorda il processi dei puritani ai peccatori o quelli contro i nemici del popolo in regimi ormai (quasi) scomparsi.
Sono molto amareggiato

So che la domanda non era rivolta a me. In ogni caso ipotizzo che tale frase implica il presupposto che di solito che se una donna è sexy debba essere facile, e andando a generare il concetto che una donna debba trattenersi dall’esprimere liberamente la sua sensualità o il vestirsi sexy per non essere passata come facile, sulla linea di come menzionava Micene84 sui commenti maschili in base a come si vestivano le donne.

E che se una donna si metta una gonna corta perché fa caldo venga considerato da alcune menti ‘oh si è vestita sexy allora è facile’.

Da qui ampliata a come le donne in certi ambiti si debbano vestire in ‘un certo modo’ per essere considerate più seriamente. Idem per uomini in certi casi con un peso minore. Per fortuna credo che non mi sia mai capitato, in ogni caso è una realtà molto presente tutt’oggi.

Mettiamo per un momento da parte la copertura dell’episodio della stampa generalista, perché è troppo superficiale e non indicativa dell’esistenza e consistenza di eventuali problemi di fondo. Per la stessa ragione mettiamo da parte i giudizi degli opposti estremismi.

Proviamo dunque a riflettere a mente fredda, con l’obiettivo primario di capire cosa può essere successo senza necessariamente schierarsi.

Il gesto di Taylor è arrivato nel momento e nel contesto peggiore, un momento di estrema tensione e nervi scoperti nel dibattito sulla misoginia nella società in generale e nel mondo scientifico e tecnologico in particolare (STEM). Nell’estate 2014 si sono verificati alcuni degli episodi peggiori di misoginia e aggressività verso le donne degli ultimi tempi.

Questi episodi hanno coinvolto alcune donne giornaliste nel settore dei videogiochi, colpevoli di avere applicato gli strumenti della critica letteraria all’analisi dell’immagine della donna nei videogiochi. Sono state minacciate di morte e altre violenze (minacce giudicate credibili dalla polizia), e fra l’altro i loro indirizzi e telefoni sono stati resi pubblici. Alcune hanno dovuto lasciare le proprie case sotto scorta della polizia. Alcuni eventi e dibattiti pubblici sull’argomento sono stati annullati per minacce di attentati (anche in questo caso giudicate credibili).

L’intera vicenda è nota come “gamergate” e non vi fornisco volutamente un solo link per informarvi. È una vicenda davvero troppo complessa e vi invito ad approfondire con le vostre ricerche. Gamergate ha riacceso il dibattito sulla discriminazione, le molestie e i maltrattamenti delle donne nei settori STEM.

Il dibattito ha portato alla luce realtà poco note nel settore STEM e nella società in generale. Non si tratta solo di fantasie o errate percezioni se persone stimatissime e intelligenti come Emily Lakdawalla e Carolyn Porco le confermano e partecipano al dibattito.

Capisco lo stupore degli amici con cui ne abbiamo parlato nei giorni scorsi, e di voi che ne discutete adesso. Per iniziare a capire, quindi, vorrei proporvi un solo articolo come spunto di riflessione. È stato scritto da un’altra persona conosciuta e stimata, il Bad Astronomer Phil Plait, e affronta anche la questione che ha stupito di più, cioè come un gesto apparentemente minore come quello di Taylor possa avere generato tutto questa bufera.

L’articolo linka altre fonti che vale la pena di consultare. Eccolo: Shirtstorm - Casual sexism: when a shirt is more than a shirt.

Forse non è solo una questione di eccesso di political correctness.