Mettiamo per un momento da parte la copertura dell’episodio della stampa generalista, perché è troppo superficiale e non indicativa dell’esistenza e consistenza di eventuali problemi di fondo. Per la stessa ragione mettiamo da parte i giudizi degli opposti estremismi.
Proviamo dunque a riflettere a mente fredda, con l’obiettivo primario di capire cosa può essere successo senza necessariamente schierarsi.
Il gesto di Taylor è arrivato nel momento e nel contesto peggiore, un momento di estrema tensione e nervi scoperti nel dibattito sulla misoginia nella società in generale e nel mondo scientifico e tecnologico in particolare (STEM). Nell’estate 2014 si sono verificati alcuni degli episodi peggiori di misoginia e aggressività verso le donne degli ultimi tempi.
Questi episodi hanno coinvolto alcune donne giornaliste nel settore dei videogiochi, colpevoli di avere applicato gli strumenti della critica letteraria all’analisi dell’immagine della donna nei videogiochi. Sono state minacciate di morte e altre violenze (minacce giudicate credibili dalla polizia), e fra l’altro i loro indirizzi e telefoni sono stati resi pubblici. Alcune hanno dovuto lasciare le proprie case sotto scorta della polizia. Alcuni eventi e dibattiti pubblici sull’argomento sono stati annullati per minacce di attentati (anche in questo caso giudicate credibili).
L’intera vicenda è nota come “gamergate” e non vi fornisco volutamente un solo link per informarvi. È una vicenda davvero troppo complessa e vi invito ad approfondire con le vostre ricerche. Gamergate ha riacceso il dibattito sulla discriminazione, le molestie e i maltrattamenti delle donne nei settori STEM.
Il dibattito ha portato alla luce realtà poco note nel settore STEM e nella società in generale. Non si tratta solo di fantasie o errate percezioni se persone stimatissime e intelligenti come Emily Lakdawalla e Carolyn Porco le confermano e partecipano al dibattito.
Capisco lo stupore degli amici con cui ne abbiamo parlato nei giorni scorsi, e di voi che ne discutete adesso. Per iniziare a capire, quindi, vorrei proporvi un solo articolo come spunto di riflessione. È stato scritto da un’altra persona conosciuta e stimata, il Bad Astronomer Phil Plait, e affronta anche la questione che ha stupito di più, cioè come un gesto apparentemente minore come quello di Taylor possa avere generato tutto questa bufera.
L’articolo linka altre fonti che vale la pena di consultare. Eccolo: Shirtstorm - Casual sexism: when a shirt is more than a shirt.
Forse non è solo una questione di eccesso di political correctness.