Ho atteso qualche giorno per dire la mia (anche sui social) sulla questione #shitstorm perchè ho avuto fin dal primo momento un’opinione molto forte al riguardo, e per esperienza so che dar tempo all’adrenalina di scemare aiuta ad evitare eccessi della prima ora.
Ho letto accuratamente tante reazioni ed articoli apparsi sulla blogsfera e sui principali social media, anche di persone che normalmente seguo e stimo, ma che a questo giro mi hanno sorpreso e deluso.
Premessa: ha fatto una cosa intelligente Matt Taylor presentandosi vestito in maglietta da bar e pantaloni corti? Personalmente credo di no: l’errore sta nel non aver ricordato che in occasioni ufficiali, specie se rappresenti non solo te stesso ma un intero gruppo di lavoro/agenzia, un minimo di tatto e diplomazia sono utili a non esacerbare l’ambiente condiviso con chi ha cultura e sensibilità differenti dalla propria.
Inoltre, se una persona decide di andare vestendosi con il solo sospensorio (per dire) ad una conferenza stampa deve immaginarsi che l’attenzione di chi ascolta si sposterà con ogni probabilità dai contenuti che si volevano comunicare all’abbigliamento, e che alla fine il brusio sollevato dal gossip finirà per sovrastare anche le argomentazioni più interessanti. Taylor si è qui tirato la zappa sui piedi, ma questo è quanto.
Aggiunta tecnica: ESA non ha un “dressing code” pertanto la scelta dell’abbigliamento è lasciata al buon senso del singolo. Sappiamo quanto sia usato e abusato il termine “buon senso”. Penso siamo tutti d’accordo nel dire che la sua definzione cambia di molto con l’evolversi dei tempi, e continuerà a farlo.
Vi sono alcuni fatti che vale poi la pena considerare:
- Le critiche al vetriolo arrvano praticamente tutte da ambienti UK/USA.
- Le critiche sono arrivate tutte da una “vocal minority” profondamente radicata nell’ambito di blogger e youtube-opinioniste note sulla scena del neo-femminismo degli ultimi anni.
- Tutti i commenti negativi rispondono al cliché: “Maglietta sessista → Vergogna, chiedi scusa brutto misogino → Colpa di quelli come te se noi donne non facciamo carriera in ambito STEM”
- Di fronte alle lacrime (!) di Taylor la “sete di sangue” di alcune non si è placata, ed è cominciata la critica ad ESA che non avrebbe imposto a Taylor di cambiarsi prima di apparire in video.
Detto tutto questo, la mia opinione è che abbiamo assistito ad un assurdo caso di violenza personale gravissima nei confronti di una persona dai pessimi gusti di abbigliamento, sì, ma che è diventato il capro espiatorio contro il quale molte neo-suffragette hanno deciso di scaricare la rabbia e la frustrazione in primis di secoli di società patriarcale, in secundis la rabbia e la frustrazione per situazioni personali.
Si tratta di un evidente caso di “straw man”: hanno usato Taylor per spostare la discussione sulla loro definizione di ineguaglianza di genere. Taylor è stato vittima di una violenza verbale puritana e odiosa che può concretamente mettere a repentaglio la sua carriera e che lo ha sottoposto immeritatamente ad uno stress enorme, andando a rovinare uno dei giorni più belli della sua vita.
Nessuno dei pezzi che ho letto spiega come una maglietta sessista (la definisco così per citare l’opinione delle autrici, non la mia) possa scoraggiare una donna dall’entrare nel mondo STEM, o come questa possa essere annoverata tra gli “ostacoli difficili” che una donna deve affrontare in ambito lavorativo.
In quanto poi all’aspettativa di alcune che ESA obbligasse qualcuno a cambiarsi o coprirsi immediatamente prima di andare in TV, ma stiamo scherzando?
“Signora, si metta questa fascia contenitiva. Il suo seno prorompente sinceramente è davvero troppo evidente. E eviti di chinarsi, o la scollatura potrebbe evidenziarsi troppo. Ah, le dispiacerebbe indossare questa sovragonna? Il direttore non vede di buon occhio gonne sopra il ginocchio. Sa, siamo in diretta mondiale. Vorremmo prevenire ogni forma di offesa e dimostrarci corretti e sensibili verso tutti.” Semmai una cosa del genere venisse detta a una delle “suffragette” mi aspetterei, per coerenza, subitanea e spontanea obbedienza.
Con un giudizio forse obnubilato dal preconcetto, le “scandalizzate” sono finite con l’adottare lo stesso comportamento contro il quale le femministe degli annio 60 e 70 hanno combattuto le odiose abitudini della società “occidentale” contro le donne, quasi sempre considerate inferiori e troppo influenzate da emotività ed ormoni. Uno degli argomenti delle battaglie femministe era infatti la rivendicazione del diritto di essere giudicate come persone per ciò che si è e si fa, non per cosa si indossa. Oggi, paradossalmente, come i conformisti di una volta tentavano di fare sulle donne, certe donne si arrogano il diritto di imporre ad altri un dressing code in nome di altissimi principi di uguaglianza e politically correct. Ridicolo e contraddittorio.
Ne valeva la pena? E’ forse questa una “vittoria” per le neo femministe? Ne dubito molto, e credo invece sia un sonoro autogoal.
Mi chiedo e vi chiedo: ma visto che il problema è la parità di genere, che sarebbe successo se il nostro Taylor sarebbe stato fisicamente simile a Conchita Wurst? Senza dubbio l’ambivalenza sessuale di Conchita avrebbe messo a disagio o offeso qualche animo sensibile. E se avesse preteso (con pieno diritto imho) di apparire in gonna, ma tenendosi la barba folta? Le reazioni di queste benpensanti quali sarebbero state?
Sono stato in ESOC per tutto il tempo durante i due giorni cruciali dell’atterraggio di Philae e ho incrociato varie volte Taylor, che si spostava in continuazione per girare interviste e sopeciali, oltre che per assistere alle operazioni in sè. Sono riuscito con soddisfazione a dargli un bell’ high five un paio d’ore dopo la toccante intervista in cui si è scusato in lacrime. Vi posso dire che era davvero distrutto, e mi ha stretto il cuore vederlo camminare stretto nelle spalle.
Paolo, per rispondere alla tua osservazione e continuando una discussione che abbiamo iniziato online giorni fa, sono ben informato sulla questione gamergate eccetera, e sebbene le minacce di morte subite dalla Sarkaasian e altre siano da condannare senza se e senza ma, io resto dell’idea che tutta la questione sia una enorme montatura di blogger e starlette di youtube in cerca di visibiltà.
Ognuno ha diritto di sentirsi offeso e discriminato rispetto ad uno standard minimo di sua propria invenzione, ma in alcuni casi questo standard è studiato a tavolino per cercare la polemica a tutti i costi, oppure nasconde esperienze personali terribili che trovano tutta la mia solidarietà personale ma che non rappresentano il punto “medio” dal quale far partire la discussione, sempre che sia necessaria.
Fammi essere ancora più esplicito. Se mia figlia si fosse lamentata con me della maglietta di Taylor, adducendo le motivazioni che ho letto in certi blog, le avrei risposto che se una maglietta era quello che le preveniva di tentare la carriera STEM si doveva vergognare della sua mancanza di informazioni e del suo perbenismo, e che forse no, proprio non se lo merita un posto in quell’ambito.
Le avrei risposto che un cretinotto con le donne nude tatuate é in genere inoffensivo e il vero pericolo è il bavoso collega in giacca e cravatta che le allunga la mano sul culo durante il colloquio di lavoro.
Le avrei risposto di ricordare che l’ho educata ad evitare giudizi sommari ed a classificare le persone per le loro azioni e non per il loro aspetto, anche se è nell’umana natura classificare “friend or foe” in base a ciò che vediamo.
Le avrei anche ricordato che parte importante dell’uguaglianza di genere è la scelta di una donna di non usare la sua fisicità per agevolare il suo percorso professionale (e di cose fuori luogo, dopo 16 anni di commissioni di concorso in enti pubblici, ne ho viste, specie durante le prove orali) perché se in un primo momento ti presenti al maschio come una che mette la sua fisicità al centro, sarà poi difficilissimo riportare l’attenzione ai tuoi skill professionali.
Aggiungerei che deve ricordare che se crede davvero nella parità di genere allora non dovrà mai usare il fatto di essere donna per chiedere un trattamento agevolato, cioè che non abbia come unico criterio la valutazione delle sue qualità professionali.
Si fa un gran parlare di problemi di maschilismo in ambito STEM. Personalmente sto ancora aspettando di leggere un episodio concreto di epoca contemporanea (leggi ultimi 10 anni). Una denuncia, una lettera aperta. Quel che leggo e sento sono solo le lagnanze di un ristretto ma rumoroso gruppo di donne su cui sarebbe interessante sapere di più. Queste hanno mai tentato una carriera in ambito STEM o spaziale, ma sono state respinte? Parlano per sentito dire o hanno vissuto episodi di discriminazione sessuale personalmente?
Non sto dicendo che episodi sessisti non esistano, al contrario, ma dire che l’ambito STEM sia particolarmente caratterizzato da questo problema, e che questo sia uno dei motivi per il quale ci sono poche donne in carriere scientifiche, secondo me è tutto da dimostrare e la dimostrazione sta a carico di chi fa l’osservazione, sempre.
Restano certamente enormi problemi ancora sul campo perchè si raggiunga una vera parità di genere, intesa come parità di diritti, doveri ed opportunità tra uomo e donna. Non mi riferisco alla condizione della donna nei paesi islamici e/o poveri, anche fintroppo ovvii, ma anche nella società occidentale restano problemi legati al diritto alla maternità da conciliare con l’accesso al mondo del lavoro, per dirne uno concretissimo, oppure all’abuso che la donna permette del suo corpo in campo pubblicitario.
Dove si nascondono le attiviste quando si organizzano i concorsi di miss USA/UK o miss Italia? O quando si reclutano decine di gnocche seminude per le varie fiere? O per accarezzare le auto con reggiseno a balconcino? Perché non assistiamo a proteste vivaci, a campagne web, a tutto il cancan insomma che è stato riservato al povero Matt?
Chiosa finale per le utenti di FAIT. Vi prego di segnalarmi immediatamente eventuali casi di misoginia/maltrattamento sul forum, che ufficialmente scoraggio e deploro, altrimenti non abbiamo modo di agire.