Venere, pianeta gemello della Terra, e’ stato da tempo giudicato inadatto ad ospitare la vita. Ha una densa atmosfera per lo piu’ di anidride carbonica, un forte effetto serra e temperature di superficie di 450 gradi celsius.
Nondimeno, un documento pubblicato da Chandra e Janaki Wickramasinghe, del Centro di Astrobiologia Cardiff suggerisce conclusioni differenti. I due ricercatori sostengono che le nuvole di Venere potrebbero sostenere la vita microbica, e che essa potrebbe aver raggiunto la Terra.
Dopo l’analisi di nuovi dati raccolti dalla sonda ESA Venus Express. gli autori sostengono che i batteri trovati a vivere in condizioni estreme nelle sorgenti calde sulfuree sulla Terra potrebbero prosperare nelle nubi venusiane. La ricerca suggerisce che la composizione chimica delle nuvole, cosi’ come la dimensione e le proprieta’ ottiche delle polveri, mostrano analogie con l’azione di microorganismi.
Inoltre, secondo i due studiosi, quando il Sole, la Terra e Venere si trovano opportunamente allineati, i microbi dell’atmosfera venusiana potrebbero raggiungere la Terra. Essi suggeriscono un meccanismo per il quale i microbi vengano trasportati nell’alta atmosfera di Venere, e da qui espulsi dal potente vento solare che li farebbe giungere a noi in pochi giorni o settimane.
L’ultimo di questi allineamenti e’ avvenuto nel 2004, ed il prossimo sara’ nel 2012.
L’intero articolo e’ disponibile on line sul sito di Astrophysics and Space Science all’indirizzo
Anche io sono convinta che l’ipotesi è azzardata, e non poco.
Allora a questo punto tramite il vento solare anche dei microbi terrestri potrebbero essere finiti su Marte.
E fu così che dopo decenni di esplorazioni e miliardi di dollari spesi alla fine su Marte scoprirono delle spore di batteri nostrani
Fare teorie e congetture è pratica umana…
Ma da qui ad avere prove e certezze… ne passa…
Vi ricordate la teoria della panspermia? http://it.wikipedia.org/wiki/Panspermia
Ho appena letto l’articolo, è davvero interessante !!!
Non conoscevo questa teoria.
A questo punto ripropongo la domanda: ma in questi milioni di anni, dall’atmosfera, con eruzioni vulcaniche, o anche con l’impatto del meteorite nello yucatan, la Terra non avrà disseminato nel nostro sistema solare diversi microbi e materiale organico ?
Forse i batteri delle fonti termali potrebbero sopravvivere se trapiantati nelle nubi venusiane?
Che io sappia, le nubi venusiane sono di SO2 e di acqua solo tracce. Alcuni archibatteri delle fonti termali, come i batteri sulfurei utilizzano la solfati come ossidanti, al posto dell’ossigeno, che vengono ridotti a solfiti. Quindi potrebbero utilizzare bene la SO2 dell’atmosfera venusiana.
A parte il metabolismo però, questi batteri sono nati e cresciuti nelle fonti termali e vedo comunque difficile che possano sopravvivere nelle nubi di Venere dove non c’è acqua, che è il componente principale del loro citoplasma.
Forse è possibile che una colonia di batteri sulfurei, trapiantata nelle nubi di venere possa sopravvivere per qualche tempo, ma non credo che una vita autoctona possa essersi sviluppata in quelle condizioni estreme. La vita, o almeno forme di vita simili a quelle che conosciamo, per svilupparsi hanno bisogno di bacini d’acqua allo stato liquido, che forse un tempo sono esistiti su Marte, mentre non vi è alcuna prova che siano esistiti su Venere.
Magari potrebbero essersi sviluppate delle forme di vita in porossimità delle sorgenti vulcaniche nell’oceano subglaciale di Europa o forse nel mare subglaciale del polo sud di Encelado, ma sulle nubi di Venere la vedo molto difficile.
Se ci dovesse essere qualche forma vivente, sarebbe sicuramente qualcosa di molto ma molto diverso da ciò che conosciamo.
Nulla ci vieta di immaginare sulla superficie di Venere, forme di vita capaci di sopravvivere a 400°C, sviluppatesi in bacini di zolfo fuso e fatte di proteine molto diverse dalle nostre, costituite prevalentemente di fluoruri di carbonio, stabili fino a 445 °C. Tuttavia fino a quando non le troviamo resta pura speculazione.
Quaoar, hai dato, a mio giudizio, con la faccenda dell’acqua nel citoplasma, una dura botta a questa teoria venusiana un po avventata!
Inoltre tra vivere in un brodo bollente qui sulla Terra, ed invece essere legati alla vita in atmosfera, ci vedo una grande differenza! Come in pratica hai già affermato te!
Alcuni esobiologi hanno ipotizzato forme di vita aliena non basate sulla chimica del carbonio! Forme di vita di questo tipo potrebbero, forse, fare a meno dell’acqua, anche se è difficile visto le proprietà chimico-fisiche dell’acqua.
Non so se una cosa del genere sarebbe veramente possibile, comunque forme di vita non basate sulla chimica del carbonio non ne conosciamo e quindi per ora resta solo un ipotesi.
Parla di una forma di vita aliena basata sulla chimica dell’azoto che giunge sulla Terra attraverso un meteorite e qui inizia subito ad evolversi e a invadere tutta l’Arizona.
Ma per fortuna alla fine arrivano i nostri con … uno shampo a base di Selenio
Un altro elemento che può sostituire il carbonio, è il silicio, che è appena un gradino sotto il carbonio nella tabella, e che come lui è in grado di avere 4 legami…il candidato ideale
Anche a me la tesi dell’articolo sembra azzardata . il vento solare mi sembra più adatto a rompere le molecole che costituiscono un batterio più che a portare il batterio in un ambiente vuoto e quindi privo sia di acqua che di qualsiasi gas .
forme fatte di proteine di fluoruri di carbonio in bacini di zolfo fuso, che vivrebbero quindi in un habitat infernale come Venere
forme che utilizzano silicati come proteine: sarebbero sicuramente adatti a temperature più alte. Il problema principale è la respirazione: questi esseri, invece di emettere CO2 emetterebbero SiO2, ovvero sabbie di quarzo.
Proteine in ammoniaca liquida: in un intervallo di temperatura da -77 a -33 °C, su pianeti quindi un po’ più freddi della nostra Terra. Le nostre proteine in quelle condizioni sarebbero troppo stabili per essere facilmente manipolate, quindi ci vorrebbero proteine un po’ più instabili.
Forme di “vita criogenica” basate su lipidi in metano liquido (da -183 a -161°C). Queste forme potrebbero essersi sviluppate nei laghi polari di Titano.
Forme di “vita criogenica” ancora più estreme basate su lipidi in idrogeno liquido. Non ho idea di dove potrebbero esistere. L’idrogeno liquido, in natura si trova solo Su Giove e Saturno, dove forma uno strato che circonda l’idrogeno metallico, ma lì vi sono delle condizioni di pressione e temperatura a mio avviso indadatte allo sviluppo della vita.
Per il resto, mancando una teoria completa sull’origine della vita, dove per “vita” si indende polimeri autoreplicanti, possiamo solo ipotizzare. L’unico polimero autoreplicante che conosciamo è il nostro DNA. E’ stato ipotizzato che in una prima fase dello sviluppo della vita possa essere esistito un “mondo a RNA”, ma più oltre non possiamo andare.
E’ probabile che altri esopianeti di tipo terrestre con acqua liquida e condizioni simili alla nostra terra possano aver sviluppato forme di vita, ma è improbabile che queste forme abbiano un sistema DNA>RNA>proteine simile al nostro. Magari potrebbero aver sviluppato dei sistemi diversi, con proteine, lipidi e polisaccaridi completamente diversi dai nostri e con chirallità opposta.
E’ infatti considerata piuttosto ingenua quella letteratura SF anni 40-60 in cui gli astronauti sbarcavano su un pianeta alieno, uccidevano col laser un cinghialone a otto zampe e se lo facevano arrosto…
Non ne sarei per nulla sorpreso. Come noi abbiamo trovato meteoriti di chiara provenienza marziana non e’ impensabile che materiale terrestre sia finito su altri pianeti.
Non ho letto l’articolo, ma non riesco a figurarmi cosa c’entri l’allineamento dei pianeti in tutto questo.
Sono davvero interessanti le ipotesi di forma di vita scritte da Quaoar, e queste sono solo quelle che noi in base alle nostre conoscenze attuali possiamo ipotizzare, figuriamoci allora quante altre ancora ce ne sono.
per non parlare poi , come ha suggerito Andreamoore, si può sostituire il carbonio con il silicio o un altro elemento simile e allora le combinazioni diventano infinite.
Una domanda per roverdriver ma anche per Monzi (l’articolista marziano ) : non si è mai pensato di portare un po’ di batteri su Marte, e vedere, studiare come si comportano ?
E’ una cosa che mi ha sempre affascinato: portare microorganismi che vivono di anidride carbonica…
Peccato che se per caso attecchissero, avremmo contaminato irrimediabilmente il pianeta, con buona pace delle ricerche per forme di vita!
Sarebbe un buon modo per “terraformare” il pianeta e qualcuno (non io di sicuro) potrebbe sollevare obiezioni di legittimità.
Senza contare che sarebbe contro la Prima Direttiva…