I miei due cents, che valgono due cents
Full disclosure: compro WIRED regolarmente e ne sono davvero contento. Parla di cose interessanti in modo originale, e francamente è di qualche ordine di grandezza meglio di Focus & similia. Certamente non va confuso con una rivista scientifica.
Detto questo, prima di tutto inviterei a leggere bene non tanto l’editoriale, che è davvero, come dire, un pò troppo pieno di luoghi comuni, ma l’articolo di Bignami, che quanto meno per me è intellettualmente stimolante.
Prima di sbattere tutto nel cestino, cosa legittima, sarebbe bene imhhho guardare in modo laico al testo.
Per laico intendo l’invito ad abbandonare la parte passionale del nostro argomento preferito, concentrandosi sugli aspetti realistici, logici.
In quest’ottica secondo me vi sono diverse cose interessanti su cui riflettere, e l’ho scritto sul forum già tanto tempo fa.
Ora vorrei riproporre i punti sperando di suscitare una discussione costruttiva e non, a nostra volta, solo carica di luoghi comuni. Sono certo che lo possiamo fare.
1) Non si va senza un obiettivo chiaro
Qui sono totalmente d’accordo. Non si va da nessuna parte, a quel prezzo e correndo quei rischi, solo per stabilire un avamposto per fare non si sa bene cosa. Attenzione, intendo dire, se si vuole farlo perchè l’impresa lunare è un gigantesco volano di lavoro e sviluppo tecnologico va benissimo, benissimissimo, ma ho molta paura di imprese costose e pericolose, e che devono (soprattutto) superare diverse Amministrazioni (che con le future elezioni potrebbero cambiare idea facilmente) quando queste non sono state stimolate da motivazioni molto potenti, come in effetti fu la corsa allo spazio in epoca di guerra fredda.
2) Non si va per ottenere dati che abbiamo già
Qui non sono d’accordo: la conoscenza della Luna è vasta, ma oggi abbiamo strumenti più potenti e soprattutto possiamo esplorare zone della Luna dove le astronavi Apollo non potevano fisicamente far atterrare i LM. Tuttavia su questo argomento è interessante riferirsi al successivo punto 4.
3) Non si va per fare quello che si può fare da Terra o dalla Stazione Spaziale
Questo punto mi pare molto debole, in quanto sono convinto anche io che dalla Luna si possa fare davvero poco, se non nulla, di quello che si fa dalla LEO sia sulla ISS sia con satelliti artificiali. Diciamo che qui Bignami ha allungato un pò il brodo
4) Non si va per far fare agli astronauti quel che può fare un robot.
I nostri precursori robotici su Marte, e le capacità di quelli in costruzione (MSL) ci dimostrano che in effetti la presenza dell’uomo in questi contesti non è indispensabile. Certamente un essere umano, un geologo, potrebbe svolgere in qualche giorno tutto il lavoro dei cinque anni di vita dei due MER. Qui si torna a discutere in sostanza se il gioco valga la candela. Che ne pensate?
5) Non si va per fare quello che abbiamo già fatto
Qui secondo me Bignami un pò toppa: costruire una base lunare per permanenze di lungo periodo, che sappia proteggere i suoi occupanti da raggi cosmici e solar flares è di per sè molto importante e certamente necessario a passi verso altri pianeti del sistema solare, in primis Marte. Quindi in sè costruire un avamposto, risolvendo tutti i problemi collegati (mobilità lunare, tecniche di assemblaggio, trasporto di carichi pesanti fino al nostro satellite ecc ecc), è uno dei punti chiave per cui imho vale la pena “tornare”·
6) Non si va solo per dimostrare che sappiamo rifare quello che abbiamo fatto mezzo secolo fa
Non credo che si corra questo rischio, tuttavia la mancanza di adeguati fondi potrebbe portare tutta l’impresa del ritorno alla Luna ad una ripetizione di Apollo agli steroidi, ma a piccole, piccole dosi di steroidi. Vedremo…
7) Non si va senza una vera idea di quali applicazioni sfruttare
Qui Bignami critica l’abitudine di citare la fusione di Elio3 come una delle motivazioni trainanti del ritorno alla Luna. Ha ragione quando dice che per sfruttare una fusione calda all’elio3, dovremmo almeno perfezionare il meccanismo della fusione, che ad oggi ancora ci sfugge. E qui ha davvero ragione imhhho: chiariamoci bene le idee su cosa ci dobbiamo andare a fare, perchè motivazioni deboli o solo “romantiche” (queste ultime, intendiamoci, le adoro) non supereranno i prossimi scogli elettorali. Ripeto: dobbiamo farlo perchè è un supervolano per le industrie e la ricerca? Bene, diciamocelo chiaramente però, senza cercare inconsistenti (al momento) scuse.
8) Non si va per estrarre acqua
Questo punto ha un titolo poco efficace rispetto al testo che segue. Bignami dice di aver avuto un confronto con l’allora consigliere di Bush, John Marburger, sulle forme di alimentazione energetica della base lunare, e sottolinea che alla di lui risposta “con enormi distese di celle solari” fece notare che per 13 giorni il sole manca, per la rotazione Lunare, ogni mese. Insomma, non vedo queste argomentazioni come un motivo per non andare, ma certamente serve rendersi conto che sulla Luna i pannelli solari possono non essere una risorsa sufficiente per ogni tipo di applicazione. Non so quanti politici sapessero (e sanno) che sulla Luna i ritmi giorno/notte sono questi.
9) Non si va per poi ripartire per Marte da una base lunare
Passaggio interessante questo, in quanto per utilizzare la Luna come “trampolino” sfruttandone la gravità ridotta si deve pensare bene a a) come portarci le astronavi pronte a ripartire verso Marte e b) come produrre in loco LOX e LH per il viaggio. Non scontato soprattutto perchè richiede capacità di lavoro e produzione, e disponibilità energetica, molto più ampie di quelle di un semplice avamposto. Concordo, meglio partire da Terra.
10) Non si va per dimostrare che i paesi più avanzati sanno fare meglio quello che fanno i paesi di seconda fila
Qui non sono convinto affatto: la politica è stato il vero motore della prima corsa alla Luna, e se Cina, India e Brasile inizieranno a “darci dentro”, secondo me avremo finalmente politici motivati ad aprire le corde della borsa per qualcosa di migliore e più pacifico dell’ennesimo prototipo di caccia stealth.
Insomma, ho solo cercato di fare l’avvocato del diavolo, quindi ribadisco la mia volontà di stimolare una discussione positiva e coinvolgente.
Prego tutti di evitare critiche agli autori non motivate, e vi invito a leggere il testo, per circostanziare le affermazioni.
Potremo così invitare lo stesso Bignami a dare uno sguardo al nostro dibattito