Nuovo volo per WhiteKnightTwo di Virgin Galactic [0903-COM]

Nella giornata di mercoledi 25 marzo è stato portato a termine il volo più veloce, a quota più elevata e più lungo dell’aereo madre della Virgin Galactic, WhiteKnightTwo. Il velivolo sviluppato dalla ScaledComposites, che fa parte del programma SpaceShipTwo e che porterà in quota la vera e propria navicella che effettuerà il volo suborbitale in regime di microgravità, ha già effettuato due voli di prova con successo.

Il volo di mercoledì è stato pilotato da Pete Seibold, pilota delle prime due missioni di WhiteKnightTwo, e da Bob Morgan nel ruolo di co-pilota. Il decollo è avvenuto intorno alle 10.30, dopo un test di taxi in pista. Concluso questo test, i propulsori sono stati avviati ed è stato portato a termine il decollo. Ulteriori test sono stati effettuati durante il volo, tra cui la riaccensione in volo dei motori, le prove di asimmetria della spinta, l’espansione dell’inviluppo di volo in termini di quota e velocità.

La durata del volo è stata di circa 2 ore e mezza, con una velocità massima di 140 nodi ed una quota massima di 6 km. Nelle prossime settimane test di volo di questo genere verranno intensificati, per portare il velivolo alle estreme prestazioni e validare in volo quello che costituirà l’ossatura del programma di turismo spaziale SpaceShipTwo, di Virgin Galactic.

contenti loro a 6km…

Beh, si tratta di normali voli di collaudo per sviluppare l’inviluppo di volo…non si può andare subito ai limiti della macchina…si va per gradi… :wink:

WhiteKnight non deve volare molto più in alto, la quota massima è intorno ai 16 km.

Paolo Amoroso

WK2 è un AEREO non una NAVE SPAZIALE…

Come scrive giustamente Alberto il sistema Virgin Galactic si compone di due elementi:

  1. White Knight II che rappresenta l’aereo madre
  2. SpaceShipTwo che rappresenta il veicolo spaziale suborbitale.

Il primo, essenzialmente un aereo bifusoliera a 4 reattori, serve a portare il secondo alla quota in cui può essere sganciato. Dopodiché, sempre il secondo, accende il suo motore ibrido ed effettua il volo suborbitale con rientro planato verso la base.

Tutto qui.

ma allora non resta in orbita… come fa a max16km d’altezza? non c’è neanche la microgravità li! allora è solo un aereo che va un po piu alto della norma. :thinking:

Umh…cerco di spiegarmi meglio.

Innanzitutto è possibile ottenere la microgravità, sia pure per brevi periodi di tempo, anche a quote basse. La prova sta nei vari velivoli per volo parabolico che operano circa a 10.000 mt di quota, il sottoscritto ha avuto l’immensa fortuna di volare per 6 volte a bordo dell’Airbus A300 ZERO G che faceva 31 parabole, da 22 secondi l’una, per ogni volo.

Per quanto riguarda il White Knight NON E’ un mezzo spaziale ma solo un “aereo madre” ossia una sorta di trasportatore che serve unicamente a portare lo SpaceShipTwo, il vero veicolo spaziale, alla quota di 16.000 mt (e non sono pochi) dopodiché lo sgancia. Lo SS2 accende il suo motore e si lancia in una parabola suborbitale con un apogeo (stimato) di circa 150 km, dopo una fase di microgravità dell’ordine dei 2/3 minuti, lo SS2 plana verso la base nel deserto del Mojave dove atterra.

Tutto ciò accade mentre il WK2 è rientrato già alla base per conto suo dato che si tratta, tutto sommato, di un aeroplano (per quanto insolito possa sembrare).

Spero di essere stato chiaro… :pray:

:ok: grazie, chiarissimo… ora sto guardando i vari foglietti che ho preso allo stend di virgin galactic (di cui o anche la spilletta :grin:)alla sat expo roma. a dire la verita non credevo fosse un progetto reale e la cos mi ha stupito.

Allego una foto che sicuramente aiuto a capire:
Il veivolo in volo e il white Knight 1, con sotto attaccato la Spaceship one che nel 2004 ha vinto il premio anxari.
Il White Knight 2 con la rispettiva Spaceship 2 non sono altro che l’evoluzione di questi due mezzi. :thinking:

Allego questi Artist’s concept di WhiteKnightTwo con SpaceShipTwo in volo, e poi solo SpaceShipTwo.


Ma la SS2 non ha scudo termico vero?

Non credo!
Non raggiunge, a quanto ne so, velocità tali da richiedere uno scudo stile shuttle in quanto “non va in orbita” ma compie un “semplice” (per così dire) volo parabolico

Non ha un vero scudo termico piuttosto un tipo di TPS molto “leggero” dato che la velocità terminale dello SpaceShipTwo dovrebbe aggirarsi intorno ad 1-1,5 Km/sec ossia circa 4.000 km/h.
In queste condizioni l’attrito aerodinamico, alla quota di “interfaccia” per il rientro, è molto modesto (con un flusso termico stimabile nell’ordine del centinaio di gradi) quindi perfettamente fronteggiabile con sistemi tradizionali anche considerando il periodo di tempo breve in cui si raggiunge la temperatura limite.

ah ok allora niente. Credevo avesse un scudo termico e mi chiedevo perchè non spingersi più in alto dei 150 km.

Ciò che lo limita non è la quota o la mancanza di uno scudo termico quanto la velocità “terminale” alla fine della fase di combustione del motore. Quel “delta-v” che diventa praticamente zero all’apice della parabola ti dice quanto in alto può salire, se può andare in orbita o meno e quanto flusso termico ci si deve aspettare durante la fase di rientro.

Per darti un’idea lo SS2 arriva ad un “delta-v” di circa 1 e passa km/sec, per mettere in orbita qualcosa (da un nanosatellite allo Shuttle) occorre un “delta-v” di circa 8 km/sec, quindi otto volte tanto. Un veicolo in volo parabolico come l’SS2, seppur fuori dall’atmosfera, farà un rientro a circa 1 km/sec, lo Shuttle a circa 8 Km/sec (7,8 per l’esattezza), da qui la differenza in termini di flusso termico ed “importanza” delle TPS dato che lo Shuttle deve fronteggiare una temperatura massima, nelle zone più esposte, pari a circa 1.600 °C.

Ovviamente sarebbe necessario aumentare la spinta dei propulsori ma se poi un aumento di delta V provoca un eccessivo flusso termico al rientro allora la questione diventa più delicata bisognerebbe rivedere tutto il progetto.
Il punto è che 2-3 minuti secondo me sono pochini di microgravità, però ammetto che per aumentarne il tempo si raddoppierebbero i problemi tecnici.

Questo è quello che offre la Virgin…un semplice volo parabolico
Resta comunque interessante l’approccio diverso che da al problema
Il concetto di aereo madre che lancia una navicella spaziale secondo me è l’unica via per avere la messa in orbita con tutto riutilizzabile…secondo me ovviamente!
Quindi ben vengano questi loro viaggi, sicuramente aiuteranno a sviluppare queste tecnologie che, come si evince da questa discussione, devono farne di strada prima di poter andare in orbita… :wink:

Ci sarebbe anche la tecnica dei MIAR ovvero del razzo trasportato in alto da palloni così da risparmiare sul primo stadio…

a si … o capito… stile x15