Orti spaziali “Made in Italy”

Linko questo PDF dell’Agrospace Conference 2014 con ulteriori informazioni e qualche immagine in merito
http://www.agrospaceconference.com/wp-content/uploads/2014/06/Pres_ASC_2014_Boschieri_s6.pdf

Ci sono previsioni circa la tempistica di arrivo sulla ISS per proseguire la sperimentazione nell’ambiente di destinazione finale?

Lattuga coltivata su un substrato che simula il suolo marziano. Puntano decisamente al pianeta rosso mi pare! In effetti è dove potrebbe essere più utile

Nonsolomarte. Se le missioni a bordo della ISS saranno sempre più a lunga durata, diventa iportante sotto tutti gli aspetti la possibilità di avere cibo fresco a disposizione. Non solo insalata, magari frutti di bosco ricchi di antiossidanti, legumi per le proteine…insomma una prospettiva interessante.

Una esternazione empirica.
Mi sembra incredibile che nello spazio, con tecnologie avanzatissime a disposizione, ci si metta a coltivare insalata.
Mi sarei aspettato colture batteriche proteiche, vegetali geneticamente modificati, cellule vegetali o animali che si riproducono a getto continuo, alghe a crescita rapida.
Invece… zappettina, semini, insalata.
Bah :grin:

Livio, poi le mangi tu quelle schifezze che hai citato? :smiley:

Che c’entra, io mica sono un astronauta pioniere long stay on Mars. :grin:
Ricordi il vassoio di 2001: odissea nello spazio? Nel film mangiavano tutte quelle poltiglie colorate…
Magari x il sapore basta frullare tutto con delle spezie, il risultato potrebbe diventare una sorta di salamella, o un estruso tipo carne in scatola sammontana.
Si probabilmente il piantare insalata migliora il morale degli astronauti, soprattutto xché la permanenza é lunga :skull: Anche se io avevo un’idea di astronauti-pionieri più hard… Oppure avendo del terreno alla portata, quello di Marte, si é valutato che il piantare nella terra é più pratico che fare una vasca idroponica o una coltura. Non zò.
Volevo tentare di trovare qualcosa, per non scadere nella discussione da bar :beer: ora cerco

Non si sa mai che vedremo degli animali da cortile, oppure maiali astronauti, a breve. Come nei muppet show. :grin:

Si punta decisamente a Marte, perché sistemi del genere cominciano a essere convenienti quando le missioni durano vari anni

Livio, il tuo commento è valido. Ma uno non esclude l’altro.
Il sistema MELISSA di ESA sta sviluppando bioreattori per la produzione di batteri alimentari. Però la dieta degli astronauti va diversificata, sia per ottenere un’alimentazione più completa possibile che anche per questioni psicologiche.
Se si inizia dall’insalata, comunque l’idea di fondo è di sviluppare colture molto diversificate, non solo verdura ma anche legumi e ortaggi.

E non dimentichiamo la fotosintesi. Le piantine non sono solo alimentari, ma fanno anche un ottimo lavoro di rimozione di CO2 e produzione di Ossigeno fresco. E in più ci si puó anche mettere la filtrazione di acqua.
D’altro canto, i batteri invece oltre a essere commestibili hanno anche la funzione di riciclare gli scarti biodegradabili.

Quindi, se si vuole ottenere un sistema ECLSS completamente chiuso (o quasi), bisogna necessariamente combinare le due cose. E TAS di conseguenza ha deciso di puntare a un campo in cui finora non ha concorrenti in Europa piuttosto che mettersi in competizione con Barcellona

PS: il mio primo lavoro 10 anni fa a Torino era proprio lì :wink:

Anche questo è stato preso in considerazione, ma la cosa si complica terribilmente.
I giapponesi hanno fatto degli studi con capre (per usare il loro latte), ma che io sappia non sono mai andati troppo avanti. E continuano a studiare gli acquari (ne hanno uno su JEM), visto che i pesci rendono le cose un pelo più facili rispetto ai mammiferi.

Però gli animali consumano ossigeno e producono scarti, in sostanza se è vero che un animale può dare da mangiare, è anche vero che consuma risorse come un essere umano (cibo, acqua, ossigeno). Quindi non è molto “efficiente”.
E d’altro canto combinando batteri e alimenti vegetali si riesce a ottenere una dieta quasi completa, il rende gli animali non necessari a fronte delle complicazioni che comportano.

Ah ecco Buzz, magari poi é logico tentare tutto, e poi scegliere cosa portarsi su Marte, é logico.
Differenziare poi é la chiave del successo e per la sicurezza della missione: se non si riesce a coltivare una cosa, ce n’é un’altra che produce benissimo.
Right.

La dieta a base vegetale é anche più salutare, evita una serie di complicazioni salutistiche e ripara un pò ai danni da radiazioni.
Io non sentirei questa rinuncia, già mangio carne 1 volta al mese, altri magari non la possono accettare.

Parlo da acquariofilo semi-dilettante: un acquario casalingo ben avviato (soprattutto per quanto riguarda la componente batterica del filtro e le piante) richiede relativamente poca manutenzione e, con un buon budget, può essere monitorato in modo automatico (io invece ho un kit di test tipo piccolo chimico a cui non rinuncerei mai! :stuck_out_tongue_winking_eye: ).
Trovo che le ricerche in microgravità sui pesci siano interessantissime, sarei molto curioso di vedere con i miei occhi come si comportano gli ospiti dell’acquario e come funziona l’acquario di JEM…penso ad esempio che nei nostri acquari l’interfaccia aria/acqua è importantissima per gli scambi di calore e l’ossigenazione dell’acqua, ma in microgravità dubito sia facile avere una bella superficie ampia.

In tutto questo, mi chiedo come tutto questo potrebbe mai contribuire alla dieta degli astronauti…io ho qualche manciata di pesciolini grandi come un mignolo e alcuni piccolissimi gamberetti: questa puffolandia dei pesci richiede 120kg di acqua e altri 50kg almeno di cianfrusaglie, e non sazierebbe neanche i miei gatti (per quanto loro continuino a sostenere il contrario)…se dovessi usare un acquario per crescere qualcosa di edibile, coltiverei alghe, che sono nutrizionalmente valide e di certo non richiedono tutto il volume di acqua (chiaramente non potabile…) che richiedono i pesci.

Anche io ho avuto un acquario per un bel po’. Se è vero che “mantenere” l’acquario richiede non troppo lavoro, d’altro canto gestire la riproduzione ed impedire che i pesci si mangino le uova e i piccoli a vicenda è davvero un lavoraccio. E la riproduzione sarebbe fondamentale nel nostro caso…

Dovrebbero esserci dei video in rete. Comunque erano pesci piccoli, e si comportano esattamente come in un’acquario sulla Terra. D’altronde sono per natura in una Neutral Buoyancy Facility :wink:

Penso che i pesci debbano imparare a non far conto sulla loro vescica nanatoria, che non serve a un cispolo in assenza di gravità, e ad usare solo le pinne.
Hai i micro pescetti del lago Malawi?

La piramide ecologica ci mostra che non è MAI conveniente, da un punto di vista energetico complessivo e quindi ecologico/economico cibarsi di animali; la scelta migliore è nutrirsi di ciò che sta alla base di ogni catena alimentare: i produttori primari.
Quindi a maggior ragione nello spazio questa è la scelta migliore anche solo da un punto di vista economico. Poi ci sono tutte le altre per me validissime argomentazioni, da quelle etiche a quelle nutrizionali: antiossidanti, protettive nei confronti dei tumori…le linee guida per la prevenzione dei tumori sono molto chiare in merito. (ok, poi respiriamo benzene…)

Il vero problema è il suolo, quello straterello fertile che fino a prova contraria contraddistigue il nostro pianeta da tutti gli altri.
Il suolo non è solo sabbia, limo, argilla, humus, acqua e gas, ma anche una simbiosi con macro, medi e micro organismi, sia animali, vegetali e funghi, tutti importantissimi per il ciclo vitale.

Nel suolo avvengono alcuni cicli, quali quello del carbonio, dell’azoto, quello del fosforo e quello molto complesso dell’ossigeno/etilene (che giustifica chi sostiene che la terra deve essere disturbata il meno possibile).
E qui sta la vera difficoltà, ricreare in ambiente protetto quello che la natura, con innumerevoli tentativi ha creato in un paio di miliardi di anni.

Solo l’humus presenta alcune difficoltà perchè ancora oggi è impossibile delinearne la struttura completa, è un composto complesso molto sensibile ai metodi di analisi (come avviene per la complementarità di Bohr).

Finchè la sperimentazione avviene sulla Terra o sulla ISS dove abbiamo a disposizione i nutritivi selezionati è tutto facile, ma in una missione di lunga durata o addirittura di soggiorno su pianeta, dovranno avviare un ciclo chiuso uomo-vegetali-animali-suolo senza contare su rifornimenti (fertilizzanti) esterni.
Avvincente!
:stuck_out_tongue_winking_eye:

ps1: la dieta dovrà essere completa come quella sulla Terra, quindi anche con proteine animali, sennò la B-12 dove la prendete? (non rispondete dagli integratori o dalla spirulina).

ps2: leggete il libro Humanure Handbook di J.Jenkins

ps3: allego la presunta struttura complessa dell’humus…

Solo per dare un’idea, occorrono decine di tonnellate di foraggio per far crescere un vitello di un quintale dal quale si ricavano pochi kg di bistecche.

@Saimonicis,

Non avevo pensato a questa difficoltà. Io una volta ho avuto la brillante idea di sterilizzare del terriccio nel microonde perché si era riempito di parassiti, e non é nato più nulla in quello. Da allora ho capito. Credo che siano esenti da questo ragionamento solo le “piante pioniere” che però sono immangiabili.

Mmmmh :roll_eyes: ultimamente contestato. Nel libro “China Study” a seguito di una indagine molto rigorosa eseguita su migliaia di casi, é emerso che la B12 se la sintetizza il corpo umano da sola, partendo dalle vitamine del gruppo B contenute nei vegetali. Pure il prof. Berrino lo dice.
Di fatto le persone che hanno carenza di B12 sono % identiche nei carnivori, nei vegetariani e nei vegani, segno che le cause sono da ricercarsi altrove. Come la carenza di proteine. Io in famiglia ho 2 vegetariani e 2 vegani da tantissimi anni, una vegetariana da 25 e vegana da 7 anni senza integratori, e le analisi sono perfette, ma tutta la gente soffia che si ammalano se non mangiano carne. Boh. Io stesso avevo sempre carenza di proteine, il dottore mi disse di mangiare più carne ma la stavo mangiando tutte le sere; mi hanno consigliato di smetterla e di assumere più legumi, io l’ho fatto, ed ora le proteine sono a posto, e questo da 3 anni. Avevo anche acido urico e colesterolo fuori controllo, si sono normalizzati. I dottori stessi sono in contraddizione tra di loro, ma io ho esempi viventi attorno a me, ed ho una dottoressa di famiglia favorevole…

Verissimo. Ma già arrivare a un ciclo chiuso al 99%, immettendo quell’1% dall’esterno inclusi i fertilizzanti, sarebbe già un bel passo avanti :wink:

Tipicamente i fertilizzanti (non sono un agronomo, ma cresco un orticello e qualche albero da frutta) sono a base di azoto, fosforo e potassio, e poi calcio magnesio e zolfo - siamo sicuri che sia poi un problema estrarli dal suolo marziano?

E’ anche vero che nei vegetali le quantità di fertilizzanti NPK necessarie sono minime ed è l’abbondanza ad essere addirittura dannosa. Le piante soffrono meno le carenze che gli eccessi, anche per l’acqua.
Il concime nello spazio potrebbe essere tranquillamente estratto dalle feci degli astronauti, per quanto riguarda azoto e fosforo. In fondo si è sempre concimato a letame. Ecologico, economico. (magari non pulito :wink: ) Lo fa acnhe l’uomo di Marte con le sue patate.

Sulla B12, confesso che non ci avevo pensato. La letteratura e’ controversa. Alcune fonti sostengono che sia prodotta anche da alcuni batteri nel terreno, ma che poi il lavaggio delle verdure allontani anche la vitamina. Forse si potrebbero coltivare quei batteri in orti paralleli. O coltivare la spirulina, ma non so quanto sia appetibile.
Tutto vero quello che dice Livio, anch’io ho sentito le stesse cose da persone che hanno seguito alcuni progetti del dott. Berrino. (Io non sono vegana, sono vegetariana “reducetariana”, cioè non escludo ma limito i prodotti animali pur ottenuti senza uccisione.)