Per questo verrà dedicata grande attenzione alla misura del cosiddetto effetto Yarkovsky, un fenomeno per il quale un corpo celeste opaco assorbe energia dal sole riscaldandosi, per poi riemetterla verso lo spazio con una conseguente spinta che ne muta la traiettoria.
Generalmente in questo tipo di grafici viene riportato il tempo in secondi sulle ascisse e la spinta sulle ordinate , il profilo di spinta dipende in gran parte dalla geometria e dalla disposizione interna del combustibile solido oltre che dalla velocità di regressione del propellente ed altri parametri ([esempio](http://i.stack.imgur.com/PzDnY.gif)).
In ogni caso il tempo indicato non è poco dato che i SRB dello Shuttle venivano sganciati a circa due minuti dal decollo.
Davvero i teressante l’esempio che hai postato… io stavo pensando che per variare il profilo di spinta avrei in primo acchito provato a mescolare della segatura in alcuni strati di combustibile
Io l’ho scoperto ascoltando briefing pre lancio per il live Tweet. È l’aspetto della missione che mi ha colpito di più. Oltre alla precisione di un viaggio del genere, tutto automatico, andata e ritorno.
Oltre all’effetto Yarkovsky c’è l’effetto YORP (Yarkovsky–O’Keefe–Radzievskii–Paddack, vi sfido a scriverlo senza consultare Wiki) che ha a che fare con le variazioni dell’albedo della superfice del corpo ed ha effetti simili. Per tutte queste cose, e MOLTO di più, consiglio vivamente il libro di Albino Carbognani, Un cielo pieno di comete. Molto ben scritto, e si scopre, fra le altre cose, che non c’è molta differenza (if any) fra comete e asteroidi. Albino studia professionalmente questi ultimi all’OAVdA, e spesso posta osservazioni interessanti su FB.
(conferenza sui corpi minori del sistema solare a AstronautiCON 2018? chi può dirlo…)
Diciotto ore e mezza dopo il lancio, OSIRIS-REx ha oltrepassato l’orbita lunare, mentre ora si trova a 3,2 milioni di km da noi in allontanamento alla velocità di 5,5 km/s.
Il 22 settembre la Stow Cam della sonda ha scattato questa immagine che mostra la capsula che farà ritorno sulla Terra con i preziosi campioni dell’asteroide.
Ieri è stata effettuata la TCM-1, la prima manovra correttiva della rotta verso l’asteroide.
In fase di progetto a questa manovra erano stati allocati 11 kg di propellenti per una variazione di velocità massima pari a 11,6 m/s, ma l’estrema precisione ottenuta dal razzo Atlas V nell’immettere la sonda sulla giusta traiettoria ha fatto sì che per la TCM-1 si è resa necessaria una variazione di velocità di appena 0,5 m/s (ottenuta con un’accensione dei thruster di 12 secondi) con un consumo di propellente pari a 0,5 kg. Il propellente risparmiato verrà senz’altro più che utile durante il resto della missione.
Effettuata la prima manovra propulsiva nello spazio profondo che permetterà alla sonda di effettuare un fly-by con il nostro pianeta il prossimo settembre.
La manovra ha avuto pieno successo. Consumando 354 kg di propellente la sonda ha cambiato la sua velocità di 431 m/s. Proprio oggi è inoltre prevista una piccola correzione di rotta per perfezionare la traiettoria del fly-by con la Terra.