Riunisco in questo nuovo topic tutte le osservazioni a ciò che è stato detto durante la puntata del 3 marzo '08 a proposito delle missioni Apollo. I tempi indicati si riferiscono al file Xvid da me postato ai seguenti indirizzi:
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http://rapidshare.com/files/97014583/Voyager.avi.2.html
http://rapidshare.com/files/97015123/Create_Voyager.exe.html
L’inizio di questo file è anticipato di 4" rispetto alla sigla dell’anteprima e di 4’ 54" rispetto all’inizio della trasmissione vera e propria.
Osservazioni:
06.10 Giacobbo in studio sul parallelismo delle ombre, che sarà trattato più avanti.
06.42 Giacobbo in studio: “cercheremo di ripercorrere le prove a favore [e] le prove contrarie…” dove sono queste prove a favore? In tutta la trasmissione non ve n’è traccia.
07.36 Sottotitoli: “…sono sprofondato…” dalle registrazioni originali, Armstrong dice: “…le zampe del lem sono sprofondate…”
08.10 Giacobbo: “sono le ore 22:56:43 ora di houston […] Armstrong tocca il suolo lunare” erano le 22:56 EDT (fuso della Florida) e non CDT (Houston)
12.36 Narratore: “il programma Apollo fu il secondo progetto di lanci spaziali umani […] dopo il Mercury e prima del Gemini” esatto solo in parte: se si considera anche l’iter progettuale, il programma Apollo fu veramente concepito prima del Gemini, ma se si considerano le missioni vere e proprie, fu il Gemini a precedere l’Apollo. Gemini 1, primo test senza equipaggio della capsula, fu in aprile del 1964; il primo volo di una “boilerplate” Apollo (quindi non una vera capsula, ma un modello) fu l’SA-6 in maggio dello stesso anno. Il primo volo di una “vera” Apollo (sempre senza equipaggio) può essere considerato l’AS-201 nel febbraio del '66.
12.45 Narratore: “il Mecury prevedeva come obiettivo la messa in orbita di un astronauta, obiettivo raggiunto nel 1961 con il volo di Alan Shepard, il primo americano nello spazio” è vero che Shepard fu il primo americano nello spazio, ma l’obiettivo di mandare in orbita un astronauta fu raggiunto solo nel 1962 col volo di Glenn.
14.33 Giacobbo sul launch pad: “… la parte orizzontale è stata utilizzata per le Apollo, mentre quella verticale è stata modificata per lo shuttle” ai tempi dell’Apollo, la FSS e la RSS non c’erano, perchè costruite appositamente per lo shuttle; la LUT (Launch umbilical tower, dell’era Apollo) era montata sulla mobile launch pad e ora non è più utilizzata.
17.05 Narratore: “le missioni 2 e 3 vengono cancellate” nessuna menzione ad AS-201, AS-203 e AS-202.
17.07 Narratore: “la 4 e la 5 si svolgono senza la presenza di astronauti e denotano problemi ai motori principali; l’Apollo 5 registra un ritardo sul programma di 7 mesi” Apollo 4 si svolse in maniera perfetta, l’altezza orbitale fu nominale, e tutti gli obiettivi della missione furono raggiunti. non sono noti problemi ai motori principali. E’ normale che le prime missioni di un razzo nuovo (Saturn V) siano senza equipaggio. Apollo 5 fu un test del LM senza il CSM, quindi non poteva avere l’equipaggio a bordo. Gli unici problemi furono al sistema di guida del LM. nel complesso il test fu ritenuto un successo. Lo slittamento del lancio fu dovuto al ritardo nella consegna del LM, e non al lanciatore (un Saturn Ib).
17.18 Narratore: “Apollo 6, praticamente la seconda missione del progetto” e tutte le altre cos’erano, del progetto Mercury?
17.24 Narratore: “problemi e anomalie con il sistema di accensione dei motori del 2° e 3° stadio” incorretto: i motori si accesero perfettamente, ma il 2° stadio perse due motori su 5 dopo 169 secondi, e il 3° stadio dopo aver raggiunto l’orbita fallì la riaccensione per lo stesso motivo. il problema fu individuato in una perdita in un giunto di dilatazione e fu risolto cambiando tipo di giunto.
17.31 Narratore: “il razzo subisce pericolose oscillazioni già dopo pochi minuti dal lancio” il problema delle vibrazioni “pogo” era ben noto fin dagli albori della missilistica, e sul Saturn fu risolto con test a terra del primo stadio.
18.03 Giacobbo: “riusciamo a raccontarvi tutto questo dall’interno del gigantesco hangar [il VAB] […] dove da sempre sono assemblati i veicoli spaziali […] quì oggi vengono assemblati i razzi vettori, i booster e gli shuttle…” anche prima che lo costruissero? per la precisione solo i Saturn V e gli shuttle vengono assemblati nel VAB
18.32 Narratore: “come mai gli insuccessi e i guasti che colpirono razzi e navicelle fino all’Apollo 6 scomparvero improvvisamente per riapparire solo in occasione del lancio di Apollo 13?” frase falsa e tendenziosa: le missioni precedenti non furono così disastrose, Apollo 10, 11 e 12 ebbero anche loro alcuni problemi. Apollo 12 in particolare fu colpita da un fulmine subito dopo il decollo, e fu solo grazie alla freddezza e alla prontezza di equipaggio e controllori di volo che la missione non abortì. Questa frase inoltre, contraddice apertamente ciò che viene detto a 21.59
18.53 Narratore: “come mai le missioni con equipaggio a bordo non denotarono mai gravi difetti?” assurdo! Ma non si era appena parlato di Apollo 13? il fatto che si eseguano missioni senza equipaggio per individuare e risolvere problemi dovrebbe spiegare tutto. Forse bisogna per forza rischiare di morire ad ogni missione per rendere la cosa plausibile ai complottisti?
19.04 Narratore: “come mai personaggi che denunciarono errori ed inadeguatezze del programma scomparirono improvvisamente dalla scena?” per fare affermazioni come questa ci vorrebbero anche delle prove.
19.42 Narratore: “l’incidente del 1986, quando lo shuttle esplose in volo in fase di partenza, portò un ritardo nei programmi della Nasa di ben 4 anni” inesatto: l’incidente del Challenger fu il 28 gennaio 1986, la missione successiva fu il 29 settembre 1988, dopo 2 anni e 8 mesi.
20.06 Narratore: “già nel 1965,il generale Samuel C. Phillips, al tempo direttore del programma Apollo, scrive un rapporto indirizzato al presidente della NAA, North American Aviation, in cui denuncia dettagliatamente ritardi nella tabella di marcia, e la costante lievitazione dei costi. Le critiche tecniche del generale si rivolgono in particolare alla navicella Apollo e al secondo stadio del razzo Saturno V. […] poco dopo la presentazione del rapporto, il generale Phillips venne trasferito ad altro incarico” secondo il sito astronautix.com, Phillips lavorò per la Nasa, sempre ai vertici del programma Apollo, dal 1964 al 1970, quando tornò all’Air Force. Il 1970 non è esattamente “poco dopo” il 1965. La trasmissione non porta alcuna prova di questo presunto trasferimento a seguito della presentazione del rapporto.
20.33 Narratore: “Un altro rapporto critico, è quello presentato da Thomas Baron, il 21 aprile 1967 alla commissione di inchiesta del senato che indagava sull’incidente dell’Apollo 1. Baron, ispettore pre-volo dei missili, accusa la NAA di negligenze e mancanza di rispetto delle procedure di sicurezza. […] Thomas Baron perse la vita in un incidente ad un passaggio a livello, 4 giorni dopo la sua deposizione.” a Thomas Baron dedica una pagina il sito anticomplottista Project Clavius (http://www.clavius.org/baron.html), facendo notare che Baron (dipendente della NAA), nel suo rapporto accusava la stessa North American di negligenza, e nella vertenza Apollo 1, la Nasa avrebbe avuto tutto l’interesse a far testimoniare Baron (cosa che fece). Di fatto, nessuna delle due parti avrebbe poi avuto interesse a ucciderlo, soprattutto dopo la testimonianza.
21.12 Giacobbo: “Dopo l’incidente del gennaio del 1967, si fermano le missioni con uomini a bordo […] per ricominciare molto lentamente con l’Apollo 7, ed avvicinarsi verso la Luna con l’Apollo 8, l’Apollo 9, fino all’Apollo 10 che farà un’orbita intorno al satellite e tenterà addirittura un allunaggio.” Apollo 8 non si limitò ad avvicinarsi alla Luna, ma vi rimase in orbita per 20 ore e 10 minuti, compiendo 10 rivoluzioni e permettendo all’equipaggio di scattare numerose fotografie della superficie. Apollo 9 fu un test del Lem in orbita terrestre, quindi non si avvicinò mai alla Luna. Apollo 10, trascorse 61 ore e 37 minuti attorno alla Luna, compiendo 31 orbite (non una!); la missione non tentò mai l’allunaggio, perchè era concepita come test in orbita lunare del LM, allo scopo di verificare strumentazioni e procedure. La frase “tenterà addirittura un allunaggio” è tendenziosa.
21.59 Narratore: “… tale manovra riesce solo dopo che gli appositi interruttori vengono azionati ripetutamente […] il pilota automatico guidato dal computer di bordo si guasta […] altri problemi vengono registrati nell’azionamento del propulsore principale del modulo lunare, che non riparte al primo tentativo” i problemi di “Snoopie”, il LM di Apollo 10, furono dovuti ad un errore umano. L’interruttore del controllo di assetto fu mal posizionato, e il sistema di controllo portò il modulo a rollare incontrollatamente. L’equipaggio prese il controllo manualmente e non ci furono ulteriori problemi. Non si hanno notizie di avarie al “pilota automatico” (qualunque cosa esso possa essere) o ai propulsori.
25.07 Narratore: “un inganno, secondo lo scrittore americano, da 30 milioni di dollari” la copertina dice 30 miliardi, non 30 milioni.
25.52 Pinotti: “in quel momento la Nasa non era al top, nè dell’organizzazione, e nè della reale capacità operativa per realizzare quello che stava realizzando.” in quegli anni, al programma Apollo lavoravano circa 400000 persone delle maggiori industrie aerospaziali (e non) americane. Che elementi ha Pinotti per affermare che “non era al top”? L’ente spaziale stesso non ha mai avuto tanti dipendenti come durante il programma Apollo.
26.26 Narratore: “… Armstrong, Aldrin e Collins sarebbero entrati nella navicella spaziale sotto gli occhi delle telecamere, per poi uscirne prima del lancio del razzo” rimane da spiegare come sarebbero potuti scendere e allontanarsi (sempre sotto gli occhi delle telecamere) senza farsi notare da tutto il mondo.
26.36 Narratore: “una volta che il vettore fosse scomparso alla vista, lo si sarebbe potuto far cadere lontano da sguardi indiscreti nelle gelide acque del polo sud” lanciando un razzo con l’azimuth giusto per raggiungere l’orbita lunare, è pressochè impossibile farlo cadere al polo sud, che presupporrebbe un’inclinazione molto più grande. Sarebbe poi inutile, perchè il primo e il secondo stadio dovevano comunque cadere nell’Atlantico. Affermazioni come questa denotano una scarsa conoscenza della meccanica celeste da parte dei complottisti. Non si spiega inoltre come sarebbero stati posizionati sulla Luna i riflettori prismatici degli Apollo Laser Ranging Experiments, usati dalla comunità scientifica internazionale.
27.43 Narratore: “per ingannare i radioamatori […] la Nasa avrebbe usato un satellite per le telecomunicazioni, trasmettendo delle registrazioni” prima di tutto, sarebbe stato necessario ingannare i tecnici del Manned Space Flight Network, che captavano la telemetria e la ritrasmettevano a Houston. Dal momento che il segnale viene captato con antenne paraboliche estremamente direzionali, un satellite non avrebbe ingannato nè i tecnici, nè i radioamatori, perchè un satellite singolo avrebbe richiesto di orientare l’antenna in una direzione diversa da quella prevista.
28.16 Pinotti: “l’idea che le immagini siano state registrate in precedenza e poi in pratica ritrasmesse via satellite […] tecnicamente non è impossibile” valgono le stesse considerazioni fatte sopra, e (per alcune riprese delle missioni successive) rimarrebbe da spiegare come si sia potuto simulare efficacenente il vuoto lunare.
35.16 Registrazione audio: lo spezzone dell’allunaggio e la relativa traduzione simultanea non sono consistenti con quelle fornite dalla Nasa e reperibili, ad esempio, a http://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.html. In particolare, non combaciano le frasi “fammi provare con l’automatico ora, vediamo cosa succede” a 35.20, “tenetevi pronti per l’impatto, pronti” a 35.41, nonchè il suono del contatto col suolo con l’esclamazione dell’astronauta a 35.48. Queste parti semplicemente non ci sono, e sono frutto di una manipolazione.
36.11 Giacobbo: “fossero passati solo pochi secondi in più, probabilmente l’impatto con la Luna sarebbe stato decisamente diverso” il conduttore non menziona il fatto che in caso di esaurimento del carburante, gli astronauti avrebbero sempre potuto separare lo stadio di risalita del LM e abortire l’allunaggio tornando in orbita.
36.59 Sottotitoli: “Michael Collins astronauta Apollo 11” il personaggio intervistato è in realtà Buzz Aldrin, che parla dell’allunaggio col LM. Sarebbe comunque stato difficile per Collins raccontare questa esperienza in prima persona, dal momento che, come pilota del CSM, era rimasto in orbita a bordo del Columbia.
37.17 Narratore: “Armstrong comunica via radio che la polvere sollevata da Eagle in discesa ha diminuito sensibilmente la visibilità […] Questo particolare è molto importante per la nostra indagine” non esiste nessun riscontro a questa affermazione. Nelle registrazioni originali si sente la frase “Picking up some dust” (pronunciata da Aldrin), ma non c’è nessun accenno ad una visibilità troppo scarsa.
37.35 Ancora la registrazione audio citata sopra di provenienza ignota.
37.42 Ancora il sottotitolo errato “…sono sprofondato…”
38.27 Narratore: “i due astronauti erano equipaggiati con una macchina fotografica Hasselblad 500 EL ciascuno” incorretto: Apollo 11 aveva a disposizione 3 Hasselblad, di cui solo una era modificata per poter essere usata sulla superficie lunare.
38.52 Narrartore: “come mai la maggior parte delle fotografie è scattata con molta precisione?” la frase è decisamente tendenziosa: gli astronauti venivano addestrati per anni in ogni dettaglio della missione, comprese le attività extraveicolari. Non c’è quindi da stupirsi che le foto siano per la maggior parte buone. Nonostante ciò, analizzando le collezioni complete delle foto di missione (http://www.apolloarchive.com) si notano anche alcune foto male esposte, male inquadrate, e persino scatti fatti per errore.
39.00 Narratore: “come mai le ombre spesso non risultano parallele come dovrebbero essere?” quella del parallelismo delle ombre è forse una delle più grandi “bufale” architettate dai complottisti per sostenere le loro teorie. Le ombre in una foto appaiono parallele solo in certe condizioni prospettiche, ma non in altre, e questo accade normalmente anche nelle riprese effettuate sulla Terra. E’ facile quindi riprodurre il fenomeno delle ombre convergenti (anche sul nostro pianeta) senza usare sorgenti multiple, fotoritocco o trucchi vari. Non si menziona inoltre il fatto che sorgenti luminose multiple danno luogo a ombre multiple. Se la foto fossero state scattate in studio alla luce di due o più proiettori, sarebbe stato impossibile non notare due o più ombre per ciascun oggetto. Per una disamina più approfondita, si può consultare http://www.astrofilicolumbia.it/SiSiamoAndatiSullaLuna.htm in italiano, o http://www.clavius.org/photoidx.html in inglese.
39.14 Narratore: “a complicare la vicenda, l’ammissione della stessa Nasa che ha confermato che alcune foto sono state ritoccate” altra frase tendenziosa: i ritocchi ammessi dalla Nasa, si riferiscono a leggere correzioni di luminosità, contrasto, inquadrature storte o non centrate. Niente di diverso dal lavoro di un qualsiasi bravo fotografo professionista.
39.43 Narratore: “qui vediamo Aldrin che esce dal Lem; perchè la sua tuta è così luminosa, mentre altre parti del Lem, come la zampa, risultano praticamente non visibili?” Innanzitutto, è chiaro proprio dalle immagini che la zampa del LM è perfettamente visibile nonostante sia in ombra, mentre ad essere scura è semmai l’ombra del LM stesso sul suolo. Non si considera il fatto che una superficie bianca e verticale, come la tuta spaziale (o gialla e alluminata come la zampa del LM) riflette sicuramente meglio la luce ambientale del suolo, grigio e polveroso, che è una superficie orizzontale. La luce ambientale è quella diffusa dal suolo illuminato circostante, diffusa a tutti gli angoli ma dal basso verso l’alto. Appare perfettamente logico quindi che il suolo in ombra (allo stesso livello del suolo circostante) ne rifletta decisamente meno rispetto alla tuta di Aldrin.
39.57 Ancora il parallelismo delle ombre, già discusso sopra.
40.05 Ancora il parallelismo delle ombre, già discusso sopra.
40.49 Narratore: “… e dov’è finita l’ombra della bandiera? E come mai anche in questo caso non c’è parallelismo tra le obre del Lem e dell’astronauta?” altre foto, che ovviamente i complottisti si guardano bene dal mostrare al pubblico, mostrano che la bandiera è piantata su una piccola increspatura del terreno che corre parallela all’ombra, nascondendola alla vista in questo scatto. La versione ad alta risoluzione della Nasa, inoltre, mostra una striscia scura sottilissima nella parte destra del fotogramma che potrebbe essere una parte dell’ombra “scomparsa” (http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/alsj/a11/AS11-40-5874HR.jpg). Per il parallelismo delle ombre vale lo stesso discosrso fatto sopra.
41.06 Narratore: “in realtà, questa è una delle foto che la Nasa avrebbe ammesso di aver modificato; pare che gli astronauti si fossero dimenticati di fare una foto con la bandiera degli Stati Uniti, e quindi l’abbiano aggiunta successivamente” affermazione falsa e grottesca. Innanzitutto di foto della bandiera americana ve n’è più di una, di cui due quasi uguali. In secondo luogo, proprio in questo scatto si vedono le dita della mano di Aldrin che spuntano dietro la visiera. Aldrin stava facendo il saluto militare alla bandiera. Se la bandiera non c’era, cosa stava salutando Aldrin? E com’è possibile che anche i tecnici della sala controllo se ne siano dimenticati?
41.28 Narratore: “ancora ombre: quì quella di Armstrong è molto più lunga di quella di Aldrin: perchè?” non si capisce quale sia il significato di questa affermazione, dal momento che dell’ombra di Armstrong se ne vede meno di metà, e quindi non consente confronti. E’ poi perfettamente normale che ciò che è più vicino appaia più grande di ciò che è lontano. L’affermazione è solo tendenziosa, ma non dice nulla di concreto.
41.36 Narratore: “il capitolo dello sfondo: molte delle fotografie ritraggono il Lem che sembra paurosamente vicino alla linea dell’orizzonte; modulo e sfondo sembrano separati solo di pochi metri. Possibile che il modulo lunare fosse atterrato su un altopano dal quale non si riesce a vedere il resto del satellite? Eppure in assenza di aria, e quindi di foschia, anche le montagne più lontane dovrebbero essere visibili” un altro “non problema” abilmente enfatizzato: non si menziona il fatto che la Luna ha un diametro che è circa un quarto di quello terrestre. Ne risulta una curvatura maggiore della superficie (comunque non liscia), che di fatto “avvicina” l’orizzonte all’osservatore. Inoltre, non solo le montagne lunari sono decisamente più basse di quelle terrestri, ma Apollo 11 atterrò nel Mare della Tranquillità, una regione assolutamente pianeggiante (eccezion fatta per piccoli crateri) di ben 800 km di diametro. E’ quindi giustificato che non si vedano picchi montuosi oltre l’orizzonte.
42.07 Narratore: “come mai in questa foto la luce del Sole sembra convergere perfettamente sull’astronaute, più precisamente sulla testa, mentre il resto della superficie lunare è illuminato in maniera diversa? Inoltre, anche queste ombre sembrano convergere…” questo fenomeno (effettivamente singolare, ma riproducibile anche sulla Terra) è dovuto alla granulosità della superficie lunare, unita ancora una volta alla curvatura della superficie stessa, che abbassa l’angolo di incidenza dello sguardo (inteso come l’angolo fra la direzione dello sguardo e il terreno) man mano che con lo sguardo stesso ci si avvicina all’orizzonte. Un angolo di incidenza basso, comporta che le ombre delle asperità del suolo, vengono nascoste dalla loro stessa faccia illuminata, rendendo complessivamente più luminosa quella porzione di terreno. Una disamina più approfondita di questo fenomeno è disponibile a http://www.clavius.org/manmoon.html
42.36 Narratore: “come mai Armstrong è perfettamente illuminato e il resto della Luna sembra in ombra? Come mai il braccio destro dell’astronauta ha un riflesso di luce che non dovrebbe esserci? E perchè, se la luce del Sole proviene dalla sinistra di Armstrong, anche l’interno della sua gamba sinistra è nettamente brillante?” innanzitutto è bene notare che il soggetto della foto è Aldrin e non Armstrong; esaminando la foto originale hi-res pubblicata a http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/alsj/a11/AS11-40-5903HR.jpg ci si accorge che i contrasti sono meno elevati, e il terreno appare decisamente più naturale. E’ probabile quindi che l’alto contrasto della versione di Voyager sia dovuta ad una scansione di bassa qualità, o ad una manipolazione ad hoc. Sempre nell’originale della Nasa, il riflesso sul braccio destro (a malapena visibile), presenta un colore dorato, simile a quello della visiera parasole del casco e al Mylar che ricopre la zampa del LM visibile a destra. Non c’e nessun motivo per cui il riflesso “non dovrebbe esserci”. Infine, la luminosità sull’interno della gamba sinistra, potrebbe provenire dal riflesso del Sole sulla gamba destra. D’altra parte non si spiega come una seconda sorgente luminosa avrebbe potuto illuminare solo la parte “incriminata”.
43.19 Narratore: “Che cosa sono i riflessi che si vedono in queste fotografie? Il Sole? Le stelle? Oppure le luci di studio?” domande tendenziose e senza senso. E’ arcinoto che gli obiettivi fotografici possono dare riflessi multipli di una singola sorgente luminosa (soprattutto se è potente come il Sole) a causa dell’alto numero di lenti usate all’interno dell’obiettivo stesso. Non è necessario chiamare in causa i riflettori di un set fotografico per spiegare i riflessi.
43.31 Narratore: “il Lem ha allunato in maniera obliqua, non verticalmente, e per questo motivo non esiste un cratere sotto il modulo lunare.” innanzitutto, non ci sono riscontri nei documenti ufficiali che Eagle sia atterrato obliquamente. Si hanno invece notizie di altri allunaggi non perfetti, come quello di Apollo 14 (sbarco autentico secondo la trasmissione) in cui il LM Intrepid toccò terra senza aver perso completamente la velocità orizzontale e il suolo ne risultò quasi “arato” dalle zampe. Nulla di tutto ciò compare nei documenti ufficiali di Apollo 11. Il cratere sotto al LM non manca solo sotto Eagle, ma manca anche in tutti gli altri allunaggi perchè non poteva formarsi. Il LM infatti si avvicinava al suolo con il motore al minimo; consideriamo inoltre che il suo peso sulla Luna è circa un quarto di quello di un aereo VTOL (ad atterraggio verticale, come l’Harrier) sulla Terra: dal momento che i motori di un VTOL non scavano nessun cratere, non si capisce come potesse farlo il LM che necessitava di una spinta molto inferiore.
43.44 Narratore: “Armstrong stesso dice di non vedere più nulla a pochi metri dalla Luna” come già detto sopra, nelle registrazioni audio e nelle relative trascrizioni, non c’è alcun riferimento a questo. L’unica frase che ha a che fare con la povere è: “Picking up some dust”, letteramente “Stiamo sollevando un po’ di polvere”. Estrapolare da questa frase generica che gli astronauti non vedessero più nulla, è pura mistificazione.
43.51 Narratore: “… ma le foto del Lem mostrano […] che le zampe del modulo lunare sono pulite e brillanti. […] Questa è invece una foto della zampa del modulo lunare dell’Apollo 17 […] quì, diversamente, l’allunaggio ha creato un piccolo cratere e la zampa è visibilemnte sporca di polvere.” è vero che la zampa di Eagle è visibilmente meno sporca di quella di Challenger, ma due foto di Apollo 14 mostrano che anche una zampa di Intrepid lo era, nonostante l’atterraggio meno perfetto (http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/alsj/a14/AS14-66-9265HR.jpg e
http://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/alsj/a14/AS14-66-9269HR.jpg). Più in generale, questa affermazione non dimostra niente; non si può nemmeno essere sicuri che la polvere di Challenger sia stata depositata veramente dal motore e non dagli astronauti che lavoravano nelle vicinanze. Il “cratere” mostrato nella foto è un semplice avvallamento del terreno, che non può certamente essere stato fatto dal motore, per i motivi detti sopre e perchè non è sotto l’ugello, ma sotto una zampa. Per lo stesso motivo, un modulo del peso di 14,6 tonnellate, che sulla Luna pesa 1/6 e che poggia su 4 punti, scarica al suolo un peso di soli 610 kg per zampa, meno di una piccola automobile. Non è quindi neanche lontanamente concepibile che quell’avvallamento sia stato scavato dal contatto del “piede” del LM col terreno.
44.54 Narratore: “altri esperti, diversamente, sostengono che la missione sia stata effettivamente compiuta, ma che le fotografie non fossero effettivamente utilizzabili, e che quindi la Nasa sia intervenuta a posteriori realizzandole in un set.” in questo caso, sarebbe oltremodo singolare che la Nasa abbia falsificato anche le foto di Apollo 12, ma non i filmati compromessi dal guasto alla telecamera; secondo la trasmissione, la prima missione autentica è stata Apollo 13.
46.30 Narratore: “… e invece Armstrong atterrò manualmente, mentre un computer di piccole dimensioni sarebbe stato in grado di consentire alla capsula del Lem di sganciarsi dalla Luna e riagganciarsi al Columbia in orbita.” qual’è il significato di questa frase? Cosa significa esattamente “sganciarsi dalla Luna?” Se il significato è quello di abortire la missione separando lo stadio di discesa da quello di risalita e riagganciarsi poi al CSM, il LM era predisposto per farlo in caso di necessità. Armstrong non lo fece, perchè era addestrato al controllo manuale dell’atterraggio, ma avrebbe sicuramente avviato la procedura in caso di pericolo. C’è forse da stupirsi se un pilota che si è allenato per anni alla guida del suo mezzo, decide di pilotarlo in prima persona e non affidarsi al 100% ad un computer?
47.36 Narratore: “l’operazione di aggancio al Columbia avviene ancora una volta manualmente” frase tendenziosa alla luce delle affermazioni precedenti: è opportuno ricordare che all’epoca tutte le operazioni di docking e undocking avvenivano maualmente. Solo in tempi molto più recenti si sono sviluppati sistemi in grado di effettuare un attracco orbitale con un intervento minimo da parte dell’equipaggio o del controllo di terra.
47.40 Narratore: “… poi il rientro è perfetto; il modulo tocca le acque del Pacifico lontano da occhi indiscreti” altra frase tendenziosa: il punto di ammaraggio di Apollo 11 fu rilocato a 215 miglia nautiche dal punto originale a causa del maltempo. Non si menziona però il fatto che fu immediatamente rilocata anche la portaerei Hornet, addetta al recupero, e che la capsula toccò l’acqua a 13 miglia dalla nave, a sole 1,7 miglia dal nuovo target.
48.19 Narratore: “se le cose sono andate come sostiene Bill Kaysing, i primi astronauti a mettere piede sulla Luna sarebbero stati Alan Shepard, Edgar Mitchell e Stuart Roosa nel febbraio 1971” innanzitutto, Kaysing ha sempre sostenuto che tutte le missioni Apollo sono state falsificate. Una delle sue “prove” in particolare (quella delle fasce di Van Allen) mira a sostenere che qualsiasi viaggio al di fuori dell’orbita bassa risulterebbe mortale per l’equipaggio. Attribuire a lui la paternità di questa particolare teoria “soft” del complotto lunare (Apollo 11 e 12 false, le altre vere) è quantomai errato. Stuart Roosa non atterrò mai sulla Luna. Era il pilota del CSM Kitty Hawk, e come i suoi colleghi Collins, Gordon, Worden, Mattingly ed Evans rimase in orbita mentre gli altri due membri dell’equipaggio scendevano sul suolo lunare.
49.00 Giacobbo: “ma se si volesse la prova definitiva, sarebbe a portata di mano: infatti ci è stato confermato che circa il 90% della Luna è stato scansionato telemetricamente con ottima risoluzione. Dunque: se è ipotizzabile che si conosca esattamente dove è atterato il modulo lunare della prima missione, e visto che una parte è rimasta certamente sulla Luna dopo la ripartenza, sarebbe facile verificare la sua effettiva esistenza. Nessuno tra i sostenitori delle due teorie ha fino ad oggi pensato di portare a conoscenza dell’opinione pubblica questa semplice prova. Perchè?” Affermazione finale, quasi divertente per la sua ingenuità: innanzitutto, non c’è libro o sito complottista che non si sia già fatto questa domanda: perchè non si usano telescopi come l’Hubble o il VLT per riprendere lo stadio di discesa del LM? Qualunque cosa significhi “scansionato telemetricamente”, ad oggi nessuno strumento di ripresa ha una risoluzione sufficiente a riprendere il LM, di cui pure si conosce la posizione esatta. Il miglior telescopio ad oggi disponibile (il complesso del VLT) potrà raggiungere, a regime, una risoluzione di circa 2 metri alla distanza lunare. Questo significa che sarà capace di mostrare come separate (cioè non come un unico punto) due sorgenti luminose distanti 2 metri su fondo scuro. Considerando il fatto che la base del LM è solo 10 metri nel punto più largo, che il fondo non è scuro ma grigio e maculato, e che per poter realmente distinguere qualcosa in queste condizioni serve almeno una risoluzione 10 volte migliore, è facile immaginare che ad oggi una tale ricerca sarebbe inutile.