Forse era in programma di poterla tenere più a lungo sulla ISS prima di portarla a terra, ma visto che non c’è molto tempo ancora forse si è deciso di approfittarne per portarla giù in tempo e riuscire a fare almeno un “giro” con lo shuttle, avrebbe dovuto funzionare come gli MPLM per carichi esterni…
Riprendo questa discussione perchè non ho ben capito il motivo di questo spostamento del Node 3, che fastidio dava nella porta nadir di Harmony? Ad occhio non mi sembra che ci potessero essere problemi per il docking di Soyuz o Progress nel MRM-1 ed inoltre si potevano utilizzare le porte laterali per l’aggancio di “eventuali futuri moduli”
Onestamente non saprei la motivazione precisa per questa scelta, potrei ipotizzare qualche tipo di interferenza o di distanze minime fra il Node 3 e MRM-1 con la relativa possibilità di docking per le Soyuz… mi pare inoltre si debba installare un PVGF per Dextre sul portello di nadir di Unity, oppure potrei ipotizzare qualche motivazione strutturale e di ambiente e perturbazioni nel CG complessivo della ISS… non saprei però quale sia la motivazione reale…
Il PVGF per Dextre non poteva essere messo proprio nella porta sx di Unity o in un altro posto?
Comunque se là è meglio va bene così, però si perde l’utilizzo di 3 porte del Node 3 per ipotetici e attualmente inesistenti nuovi moduli
Un aggiornamento.
A Savannah ho avuto modo di parlare con Dwight “Chip” Link (Boeing) e con Dave Williams (JSC) proprio a proposito dello spostamento di Nodo3.
La rotazione di 90 gradi del Nodo è stata effettuata esclusivamente su richiesta del crew office, principalmente per mantenere una configurazione “floor down, ceiling up”. In pratica la motivazione ufficiale è stata il fatto di avere le luci sul soffitto invece che sul muro. Dopo un po’ che insistevo però, Chip mi ha confessato che in realtà la vera motivazione di fondo è proprio che la crew voleva la Cupola in Nadir, in modo da poter guardare la Terra.
Il problema è che questa rilocazione+rotazione necessita una serie di cambiamenti su Nodo1 e sui vestiboli davvero immensa. L’attività per adattare Nodo1 più le varie interfacce sarà la più lunga attività mai effettuata sulla ISS, e richiederà un totale di una settimana di lavoro all’interno per due astronauti e più di una EVA per due astronauti (1 EVA + un paio d’ore in tutto).
In sostanza si dovrà fare un re-routing di tutte le interfacce di O2/N2, del WRS, del loop interno del TCS e della sample line (per il Major Constituent Analyzer). E questa è la partre facile del lavoro.
Per quanto riguarda l’Inter Module Ventilation, lo spostamento di Nodo3 ha fatto un po’ di casino, perchè sballa l’andamento della ventilazione. Per questo motivo, ci sarà bisogno di aggiungere dei condotti di ventilazione per spostare gli attacchi dell’IMV dal Nadir al Port. In più, si dovranno anche spostare le Shut-off Valves dell’IMV. Questo vale sia per i condotti di IMV Supply che Return.
In più, siccome il Nodo3 sarà ruotato di 90 gradi, le connessioni dell’IMV nel vestibolo non saranno lineari come in tuttti gli altri moduli, ma dovranno correre lungo la circonferenza del vestibolo a andare a beccare la connessione del Nodo3 che è ruotata di 90 gradi. Questo comporterà un aumento della lunghezza di queste linee, che potrebbe dare problemi di rumore (hanno dovuto togliere il silencer) e di cadute eccessive di pressione.
All’esterno, il problema più grosso sarà il rerouting del loop dell’ammoniaca, per il quale ci sarà bisogno di un’intera EVA di 2 astronauti. Tra l’altro, l’aggiunta di 5 metri di tubi nel loop, esporrà l’ammoniaca a più carichi termici, per cui ci sarà bisogno di aggiungere delle protezioni. In agigunta, questi tubi dovranno essere coperti con un MDPS sviluppato e costruito ad hoc.
Infine c’è il problema dell’MDPS (Micrometeoroids and Debris Protection System): per risparmiare sul peso, l’MDPS non è stato fatto simmetrico in ogni parte. La parte più esposta è stata fatta più spessa, mentre quella meno esposta è stata assottigliata per risparmiare peso. Ora, siccome ruoteranno il tutto di 90 gradi, bisognerà aggiungere alla struttura esterna e all’hatch radiale delle parti di MDPS (questo lavoro verrà fatto a terra).
In più, per proteggere il meccanismo della porta assiale, si farà un MDPS deployable, che verrà lanciato con Nodo e verrà installato durante un’altra EVA.
Grazie per la spiegazione Buzz!
Credo non ci sia modo migliore per far capire quanto l’assemblaggio della ISS e dei relativi moduli sia qualche cosa di totalmente differente da una sorta di LEGO spaziale dove basta mettere un modulo qua e uno là a seconda di come ci si alza la mattina…
Due considerazioni: intanto è abbastanza incredibile quanto potere abbia l’equipaggio della ISS… Per carità, poter guardare la Terra da Cupola deve essere uno spettacolo assolutamente superbo e di sicuro servirà anche da un punto di vista psicologico (la stazione sembrerà sicuramente più vasta così ) ed anche scientifico, però il lavoro da fare mi sembra davvero esagerato… Della serie: “Quassù ci siamo noi: vogliamo la finestra rivolta verso il basso sennò ci incaz…”
Come giustamente mi ricordava Buzz in un altro topic, tu puoi consigliar loro di non occludere la ventilazione di Columbus con i rifiuti, ma se lo fanno, che fai, vai lassù e gli tiri un orecchio? Difficile…
Seconda considerazione: CHE IMMENSO E COMPLICATISSIMO PUZZLE CHE E’ LA ISS!!! Davvero uno pensa: “Spostiamo un modulo qui, agganciamone un altro di qua…” e ti ritrovi la sera davanti al tuo computer e ti chiedi come mai quei cervelloni della NASA abbiano scelto proprio quella configurazione e pensi che alla fine una poteva valere l’altra e che la tua era più cool della loro… E invece: che ingenuo!!!
Non è sempre stato così. Ai tempi della Mir, un poster nell’ufficio di un potente dirigente spaziale sovietico simboleggiava lo stato di subordinazione e soggezione dei cosmonauti: mostrava la Mir appesa a fili tenuti dalla mano di un burattinaio, come nella locandina del film “Il padrino”. Ne parla diffusamente il libro “Dragonfly” di Brian Burrough.
Di contro però i Russi sono sempre stati i migliori al mondo per quello che riguarda l’human factor nelle missioni spaziali, sia dal punto di vista psicologico che fisico.
Io non la vederei però come una questione di potere dell’equipaggio… più la crew è soddisfatta e più è efficiente nel lavoro. Quando facciamo una stazione spaziale in modo da ottimizzare la risposta psicologica degli astronauti, non lo facciamo perchè ci teniamo al bene degli astronauti, ma perchè un astronauta soddisfatto e tranquillo lavora molto meglio di uno insoddisfatto…
Si tratta di 3 edizioni successive dello stesso libro, io ho letto questa. Visto che il libro è rigoroso e basato su documenti originali e lunghe interviste ai protagonisti del programma Shuttle-Mir, ed è aggiornato a una decina d’anni fa, la tua opinione su cosa è cambiato sarebbe particolarmente interessante. Dedica molto spazio anche al ruolo dell’addestramento dei cosmonauti e dei controllori di volo.