x Cristiano.
L'idea della cabina eiettabile è sicuramente migliore dei sedili, ma apportando le modifiche da te menzionate, ci troveremmo ad avere una navetta come l'HERMES.
Dal progetto originale dell'Hermes si è arrivati, alla fine, ad avere una navetta talmente pesante che a malapena riusciva a portare in orbita il suo peso.
R.:
No, sto pensando a un sistema MENO profondo di quello studiato già nel 1973 per lo shuttle, vale a dire solo un’applicazione di ciò che abbiamo visto succedere spontaneamente nei due incidenti: La parte anteriore della fusoliera CONTIENE, racchiudendola, la cabina, che è un corpo unico fissato all’airframe con quattro punti. I quattro punti sono stati studiati per poter estrarre la cabina in fabbrica per modifiche o riparazioni e nello stesso tempo riducono il passaggio di calore dalla struttura esterna. La cabina pesa circa cinque-sei tonnellate (sul libro di Jenkins ci sono i valori esatti) completa di tutto (tranne il guscio esterno ricoperto di piastrelle e coperte termiche, portelloni esterni, gruppi RCS e carrello di atterraggio) e QUESTO sarebbe ciò che bisogna separare dal veicolo. Per separare si POTREBBE dividere il guscio dell’airframe mediante i soliti bulloni esplosivi e la cabina sarebbe già libera solo tagliando i quattro supporti (qui sta il problema strutturale). Inoltre, il razzo di separazione sarebbe molto più piccolo per via del fatto che la cabina pesa solo cinque-sei tonnellate invece delle quindici di tutto l’ambaradan. Un alloggiamento per un paracadute e un rivestimento termico del tipo usato sull’ET (intendo la vernice ablativa) e la cabina, in caso di disastro al decollo o al rientro è in grado di proteggere meccanicamente gli astronauti. Gli astronauti DEVONO indossare le tute CHIUDENDO guanti ed elmetto, e quindi la perdita di pressione NON sarebbe un problema (come visto sul Columbia e sul Challenger).
Non è che bisogna rendere autonoma tutta la fusoliera anteriore, perdendo così quasi tutta la capacità di carico della stiva, basta pensare a qualcosa di più ridotto (la capsula interna), riducendo la capacità di carico parecchio ma non azzerandola e rendendo il veicolo ancora un veicolo di trasporto. Inoltre la chiave di quello che sto dicendo è quella di rendere il veicolo più sicuro affrontando i problemi alla radice e non ricorrendo a cosettine come il palo telescopico (che si può eliminare) che sono francamente inutili. Costi? Pochi miliardi di dollari, ma si possono costruire nuovi orbiters con questi sistemi e nello sviluppo le cose verrebbero migliorate nel giro di dieci anni…
Certo, se vogliamo una nuova navetta, ci vogliono venti anni e cinquanta miliardi di dollari (perchè ripartiamo ogni volta daccapo…): se poi vediamo che viene male? Oppure se si decide di terminare il progetto dopo avere speso cinque miliardi di dollari solo per gli studi e per i contratti di studio alle grandi industrie? Perchè non insistere sul vecchio shuttle che va benino da venticinque anni? Cosa c’è che non va nello shuttle? Dopo soli venticinque anni? Le Soyuz vanno da quaranta e nessuno si sogna di dire che sono sorpassate, ma lo shuttle è una vera astronave, non c’è nulla di più bello al mondo.
Va beh, è solo un punto di vista, lo so.
Con le modifiche che vorresti fare te, ci troveremmo nella medesima situazione; uno Shuttle che deve volare per portare in orbita solo 7 astronauti e niente carico utile.
R.:
No, come ti ho detto, quello che descrivo lo sento dire anche su qualche lista di discussione americana, lo trovo sensato. Sarebbe un progetto molto costoso ma sempre meno che rifare una nuova navetta e sicuramente molto più sensato di un CEV tuttofare che farà male quasi tutto.
A questo punto, tanto vale non fare volare niente.
Bisognerebbe allora cambiare completamente il programma e passare all’SDLV.
R.:
Mah, io tendo sempre a pensare che le idee del vecchio von Braun non fossero sbagliate, e lo shuttle ci ha dimostrato, negli anni, che tutti i lavori per cui von Braun lo voleva sono stati realizzati: riparazione in orbita di satelliti, collegamenti con la ISS, salvataggio di altre astronavi (ci siamo quasi…).
No, no, io voglio una navetta sicura e un sistema per Luna e Marte. Per me lo shuttle può andare benissimo, una volta che vengono risolti i problemi dell’ET e della cabina, per tutte le operazioni orbitali. A meno che qualcuno non si prenda la briga di mandare avanti un SSTO, ma la vedo dura.
La versione originale, di questo progetto, prevedeva tutte le strutture principali del sistema Shuttle, la differenza era che invece di avere la cabina della navetta, al suo posto c’era una capsula biconica in grado di ospitare 6 astronauti e di essere lanciata via in caso di incidente.
Come ho sempre pensato io, sarebbe stato senza dubbio il passo migliore da compiere dopo il programma Shuttle.
R.:
Può darsi, ma il sogno di vedere atterrare la navetta anche nei grandi aeroporti, con ciò anche giustificando il notevole cross-range, è ancora nel mio cervello. Per me lo shuttle è ancora un veicolo da sviluppare. Pesantemente da sviluppare. Non mi va di vedergli fare sempre le solite missioni orbitali, senza modifiche sostanziali, lo voglio vedere modificarsi poco per volta.
Poi, va beh, non sarò accontentato.
Anch’io ho visto nascere la mia passione con lo Shuttle, questo però non vuole dire che dobbiamo tirarlo avanti anche quando esisteranno le astronavi che andranno alla velocità della luce, purtroppo, il suo tempo è passato, bisogna sostituirlo con qualcosa di migliore e più sicuro, ma non il CEV.
R.:
Stando così le cose, allora mi chiedo come mai la Soyuz non sia soggetta alle stesse (o peggiori) critiche: è più vecchia, meno confortevole, ma è ancora in pista e viene copiata anche dai cinesi. Per me volerà ancora per venti anni. Ma non c’è confronto con la qualità e la complicazione dei sistemi dello shuttle, che lo rendono una vera piccola stazione spaziale da sola ogni volta che va in orbita. Naturale che richieda tempo per migliorare.
No, allora buttiamo via anche le Soyuz, che di incidenti mortali ne hanno avuti anche loro. Siccome non è così, perchè le Soyuz hanno raggiunto una notevole maturità (salvo quando capita che atterrano balisticamente a quattrocentocinquanta chilometri dal punto previsto…), è chiaro che anche allo shuttle dovrebbe essere dato il tempo di maturare. Piuttosto darei la sveglia ai dirigenti NASA e al governo che non capiscono nulla e sperperano soldi in progetti faraonici che produrranno l’Apollo gonfiata.
Certo, c’è anche dell’entusiasmo affettivo in ciò che dico.
Ciao
Cristiano