Progetto GlobCOLOUR

Satelliti di ultima generazione, immense distese oceaniche, e ricercatori pronti a studiare un mare sterminato di dati. Ecco la combinazione vincente del progetto GlobCOLOUR che potrebbe svelare molto presto se il nostro clima sta davvero cambiando. I satelliti sono quelli europei, con a bordo strumenti realizzati per studiare l’ambiente. I ricercatori sono quelli del centro italiano dell’Agenzia Spaziale Europea, a Frascati, vicino Roma. E’ qui che confluiscono continuamente i dati sul fitoplancton presente negli oceani, vale a dire la quantità di piccole alghe che galleggiano sulla superficie del mare.

Pascal Gilles, operation manager del satellite Envisat:

“Con i nostri satelliti che orbitano a 800 km. di altezza si possono guardare sia il mare, che l’oceano e i ghiacci. In particolare quello che possiamo ottenere, guardando il colore dell’oceano, è la quantità di fitoplancton presente nell’acqua. Il fitoplancton assorbe l’anidride carbonica, un gas che ha un’influenza sull’effetto serra e quindi sul riscaldamento globale.”

Cambiamenti nel colore degli oceani e quindi nella quantità di fitoplancton presente sono allora un segnale di un cambiamento nella quantità di anidride carbonica presente nell’aria. Fra pochi anni potremo così sapere se e quanto il nostro clima sta cambiando.

“Noi abbiamo una collezione di dati che provengono sia dai nostri satelliti che da quelli americani, raccolti per il progetto GlobCOLOUR che vuole costruire una mappatura su dieci anni, cominciando dal 1997 fino al 2007. Quando avremo completato la mappatatura daremo i dati agli studiosi che potranno paragonare questi cambiamenti che noi misuriamo nella quantità di fitoplancton con i cambiamenti che oggi si manifestano nel clima e che possiamo verificare tutti.”

E chissà. Forse potremo anche capire se alla base dei cambiamenti, oltre a una naturale evoluzione del clima, c’è anche la mano dell’uomo.
“Sicuramente l’uomo contribuisce, ma dargli la colpa oggi è un po’ presto per dirlo.”

da Urania