Quanto è davvero rivoluzionario il Falcon Heavy?

Mah!
Costruire un bestione simile non la vedo affatto facile.
E’ una sfida tecnologica forse superiore a quella dello Space Shuttle.
Dragon su Falcon Heavy manned invece potrebbe essere pronto in pochi anni.

Certo però dato che la Space X è un azienda che offre dei servizi ci sono delle domanda che dobbiamo farci ,quando ci sarà un avamposto umano fuori dal orbita terrestre bassa? poi gli americani ci andrebbero solo con la Orion oppure prenderebbero anche capsule private?e i russi e gli europei cosa farebbero in caso?in base alle risposte a queste domande si vede se ci sarebbe mercato per la dragon v2 sul falcon heavy, comunque per la dragon cargo sul falcon heavy per rifornire un avamposto oltre l’orbita terrestre bassa e riportare i campioni e gli esperimenti questo penso di si, se invece parliamo della costruzione vera e propria bisogna vedere se gli americani useranno solo SLS e se ci saranno pure moduli costruiti da altre nazioni e se queste ultimi vorranno usare i loro lanciatori o il FH ,il lancio di un FH in versione sacrificabile costa 150 milioni e può portate 63 tonnellate in LEO certo bisogna dotarlo di un nuovo adottatore e di un nuovo fairing ma non mi sembra impossibile. Comunque aspettiamo il prossimo IAC la Space X qualche novità penso la annuncerà.

Moon, non serve quotare (citare) il messaggio che precede immediatamente il tuo, per intero, ogni volta che rispondi. E’ una funzione che e’ utile se rispondi ad un messaggio inviato prima di quello immediatamente precedente al tuo, o per isolare specifiche parti di qualsiasi messaggio. In caso contrario tutto si limita ad uno spreco di spazio nel database :wink:

Ho letto velocemente le 5 pagine di commenti e vorrei fare alcune osservazioni tecnico-economiche:
1 - il valore della spacex viene valutato 26 mld, e per il 2019 32 mld, I ricavi attesi sono rispettivamente 2 mld e 2,7 mld

2 - parlare di utile societario per la SpaceX economicamente non ha senso perché una quota rilevante delle sue uscite sono spese per ricerca. Ossia diventano costi solo al termine del progetto (se ha successo diviso in tanti anni, se no è una perdita straordinaria)
3 - probabilmente guadagna da ogni lancio, ed in maniera sempre più rilevante man mano che aumenta i lanci annuali, l’uso della stampa 3d e soprattutto il numero e la velocità di riusabilità
4 - praticando già i prezzi più bassi del mercato può tenere per sé i margini generati dalla riduzione dei costi. Il prezzo medio a lancio per il 2018 è pari a 65 milioni, quello del 2019 è pari a 60 milioni (v. Link sopra). Nel breve periodo questa politica genera extra profitti ma nel lungo attira nuovi concorrenti (o nuovi razzi) per via dei margini alti.
5 - la SpaceX riesce ad attirare grandi flussi di capitale senza per forza dover pagare nell’immediato interessi o dividendi, perché vende un sogno. Ad inizio anno ha raccolto circa 500 ml di $, tramite vendita di azioni. Operazione che ripete più volte all’anno.
6 - collegato al punto 2. Aspetto fondamentale per la SpaceX è generare abbastanza cassa per coprire le spese di ricerca. Ossia i profitti del punto 4 e l’entrata del punto 5 devono coprire le spese generali e lo sviluppo del BFR. Se non avvenisse perderebbe autonomia per via di alti debiti e rischierebbe di fallire.

La dimostrazione che il modello economico della Spacex funziona è dato dalla possibilità allo studio che acquisti le quote di tesla. Azienda che fa debiti e che non c’entra nulla con lo spazio, Operazione alla quale gli azionisti dicono si. Sembra che considerino Musk una sorta di Enzo Ferrari e se stessi come dei piccoli Agnelli con la Ferrari.

Osservazioni tecnico produttive:
1 - ogni progetto è pensato con uno sguardo a marte, per esempio lo sviluppo dei razzi Draco serve nell’immediato come procedura di aborto volo. Ma è pensata per atterrare senza paracadute, inutili su marte.
2 - una serie quasi infinita di piccoli affinamenti, come una formula uno. Pare che solo due razzi siano stati identici (i buster del FH) tutti gli altri incorporavano migliorie continue. È già stato annunciato che sta per essere introdotta una nuova parte terminale del razzo FH in grado di accogliere cari utili più voluminosi
3 - tendenza ad abbandonare i progetti quando si avvicinano a maturità. Il primo volo di successo del F1 ha portato al F9., il primo volo di successo del F9blk5 e del FH ha dirottato l’attenzione sul BFR. Anche se poi un F9 porta nello spazio 71 satelliti, dimostrando che si possono abbandonare i piccoli lanciatori senza abbandonare il mercato dei piccoli satelliti.
4 - lo SCUDO TERMICO non può essere ablativo pena la non riusabilità. E per problemi di costi, affidabilità e riusabilità non può essere attaccato esternamente (vedi lo shuttle). La soluzione è stato un nuovo materiale che diventa parte strutturale dello scafo al quale nel F9blk5 è stato aggiunto un nuovo sistema di raffreddamento (penso, mai letto, che sfrutti almeno indirettamente il sistema di refrigerazione dei serbatoi ormai quasi vuoti)

CONSIDERAZIONE FINALE
non so se la SpaceX a guida Musk andrà su Marte. Assume troppi rischi in un settore estremamente complesso e dai problemi tecnologici enormi. Cosa succede se perde 2 equipaggi?
Ma in ogni caso ha il merito di aver reso percorribile la strada che lo shuttle aveva chiuso. D’altronde è molto più facile recuperare il primo stadio (minore velocità ed altitudine) e molto più redditizio.
I prossimi 10 anni ci diranno che effetto ha avuto la riusabilità sui costi di lancio e di conseguenza sulle esplorazioni spaziali (certo) e sulla nascita di nuovi mercati (possibile)

SCUSATE i troppi messaggi, mi limiterò, ma spero di aver trasmesso il mio pensiero e forse qualche…

Interessante il tuo riassunto, abbastanza condivisibile con l’esclusione di questa frase per due motivi:

  • SpaceX non è una società per azioni ma un gruppo privato del quale non sono diffusi i bilanci. In questo senso Musk può dire (twittare) quel che vuole ma per comprare tutte le azioni Tesla (che invece è una SpA) servono veramente tanti soldi e dubito fortemente che gli investitori che hanno iniettato capitali in SpaceX vogliano prendersi il rischio di investire tutto quel denaro in un settore che con lo spazio non ha nulla a che vedere. Secondo me sono gossip da rivista e se posso darti un consiglio non prenderei qualsiasi notizia letta in giro come qualcosa di attendibile su cui costruire castelli.
  • A prescindere dagli annunci di Elon Musk e dai tanti progetti e sviluppi di cui si legge in giro, negli anni ho imparato che nel campo spaziale circolano tantissimissime idee che accendono la fantasia di noi appassionait, ma ne vedono la luce molte, ma molte meno. SpaceX può avere tutti i piani di gloria che vuoi, ma non sono tutti ugualmente probabili, e soprattutto molto presto dovrà cominciare ad avere a che fare con la concorrenza, Blue Origin in primis. Quindi anche qui, consiglierei un atteggiamento prudente e non mi affezionerei troppo al concetto che SpaceX metterà tutti fuori mercato. Allo stesso modo, per esempio, quando uscì iPhone Apple sbaragliò la concorrenza con innovazione e stile, ma poi col tempo altre aziende hanno imparato a fare prodotti quanto e meglio dei suoi e hanno recuperato ingentissime quote di mercato. Quindi io personalmente faccio sempre un mega applauso a SpaceX, ma non credo per un secondo che questo monopolio dell’innovazione e dell’aggressività di mercato durerà per sempre…

Come ti scrivevo in un altro thread, il problema non è il numero dei messaggi, ma ti suggerisco di distribuirli nel tempo e soprattutto di passare ancora qualche giorno a leggere le vecchie discussioni, in cui spesso troverai che abbiamo davvero sviscerato praticamente tutto sugli argomenti che sembrano interessarti di più, e che quindi alcune delle tue richieste potranno rimanere senza risposta perché la risposta è già stata scritta.
In ogni caso hai senza ombra di dubbio il diritto di dire la tua!

1 essere società privata dal Wikipedia in inglese vuol dire non quotata, e fa l’esempio della Ferraro (società per azioni non quotata).
Tecnicamente la SpaceX è una corporation (v. Nome societario). Si sa anche il prezzo di vendita delle singole azioni: 169 o 179 (non ricordo bene)

2 concordo, avendo scritto:
“Nel breve periodo questa politica genera extra profitti ma nel lungo attira nuovi concorrenti (o nuovi razzi) per via dei margini alti.”
Ed aggiungo generando un ulteriore riduzione del prezzo di lancio.

Ciao ragazzi,
mi inserisco in ritardo nella discussione, sperando di far cosa gradita. Sono un nuovo autore e finora non avevo mai scritto nel forum.

Solo un paio di considerazioni.

La prima riguarda la capacità di Musk di attrarre capitali e di finanziare quasi a costo zero la ricerca. Il Falcon 9 e le Dragon sono state quasi interamente finanziate dalla NASA con i programmi CRS (cargo) e CCD (umano) con cui SpaceX ha intascato rispettivamente 1,6 e 2,6 miliardi di dollari alla firma del contratto, a cui vanno aggiunti le manciate di milioni arrivate durante lo sviluppo. Si tratta di cifre enormi, che hanno permesso all’azienda di sviluppare ed evolvere il Falcon 9 (e il FH), in quel momento quasi solo su carta, e di proporli a prezzi “stracciati” rispetto alla concorrenza.

Finita questa fase iniziale ora SpaceX ha il problema di fare cassa e (come è stato giustamente detto) uno delle chiavi sarà la costellazione per la connessione ad internet: in quel caso è una gara a chi arriva prima (oneweb, o3b, i concorrenti sono molti), ma Musk ha tutte le carte in regola per vincere anche questa corsa.

Discorso FH. Personalmente non credo che lo vedremo volare troppo spesso. A mio avviso andrà a competere sopratutto con il Delta IV Heavy, il cui ritiro è già previsto per il 2023, e poco di più. Penso che come razzo pesante con tre core aveva molto senso con le prime versione del F9, molto meno capaci della Block 5, che gestisce anche i payload più pesanti. Insomma, il Block 5 è a mio avviso il vero concorrente del FH.

La più grande capacità del FH è però (come ha ricordato qualcuno) la possibilità di fare missioni in direct-geo, molto ambite dall’NRO e dall’USAF, disposte a pagare molto per queste prestazioni. Al momento riescono solo Atlas V e i Delta IV (in tutte le varianti), che comunque, al massimo, ne fanno un paio all’anno. Difficile pensare che un operatore satellitare abbia così fretta da voler lanciare un suo satellite in direct-geo, sopratutto ora con gli spacecraft elettrici: è possibile e non si può escludere, ma personalmente non penso possa diventare uno standard. Quindi il FH personalmente lo vedo solo in questa piccola nicchia del direct-geo.

Una breve considerazione finale poi sui vettori di oggi. Il riutilizzo del primo stadio ci concentra tutti sulla fase iniziale del volo, sicuramente più appariscente e visibile. In realtà i versi soldi - perchè poi di questo si parla - stanno nella possibilità di creare servizi in orbita. Il Centaur e il DCSS sono di gran lunga superiori al secondo stadio del Falcon per capacità, impulso specifico, riaccensione, e su questa “tradizione” ULA sta lavorando sull’ACES, un upper stage che possiamo considerare una sorta di rimorchiatore spaziale, in grado di rimanere in orbita per mesi.

Avere uno strumento del genere già nello spazio apre scenari impensabili oggi: mining, pulizia dei debris, spola tra la ISS e il DSG.

Insomma tutto questo per dire che credo difficile che SpaceX spazzi via la concorrenza di Boeing (la più grande azienda aerospaziale del mondo) e Lockheed Martin (il più grande contractor della difesa USA, e quindi del pianeta). Sono aziende sicuramente “old Space”, ma non vengono mica - come si dice a Roma - dalla montagna del sapone. Già oggi ULA è concentrata sui lanci governativi/istituzionali, con pochissimi voli commerciali. E’ probabile che rimarrà così anche in futuro, con SpaceX, Blue Origin e Ariane sul commerciale e l’SLS per le grandi missioni di esplorazione spaziale.

Ciao a tutti!

Benvenuto e grazie per l’ottima analisi, che personalmente mi sento di condividere.

Benvenuto. Io invece non condivido in diversi punti l’analisi.

Prima di tutto i soldi per i programmi CRS (cargo) e CCD (umano) sono stati dati anche ad altre aziende, con risultati abbastanza banali in termini di innovazione, se paragonati a SX. Poi se queste cose le doveva fare la NASA con 1,6 e 2,6 G$ sarebbe ancora in fase progettuale. Se hanno scelto la strada dei privati ci sarà stato un motivo (e soprattutto un vantaggio).
Poi sto discorso ricorrente che il FH ha troppa capacità… E’ ovvio che il bisogno o ce l’hai o lo crei. Se fino ad ora non c’erano lanciatori con questa capacità è ovvio che nessuno costruiva carichi più pesanti. Si aprono nuovi mercati.
In ogni caso un lancio con il Delta IV Heavy costa mezzo miliardo. 4 o 5 volte quello di del FH.
Poi è ovvio che ULA risponderà. Necessariamente. Lo deve fare, altrimenti ha chiuso. Grazie SX, anche per questo.
Per quanto riguarda la concorrenza sul commerciale secondo me Ariane verrà spazzata definitivamente via con l’arrivo di Blue Origin. Spero di sbagliarmi, ovviamente.
Salvo solo il discorso sui 2° stadi che sembra più interessante. Ma non sono informato a sufficienza. Dovrò approfondire.

Io la penso come Hal ed aggiungo che il FH è costato circa 500 ml di sviluppo ma che i russi ipotizzano di far passare 6 anni tra il soyuz 5 e la sua versione pesante (con costi di sviluppo molto probabilmente piu alti)
Da “contabile” la cosa per me più rivoluzionaria del FH è proprio la riusabilità, provo a spiegarmi con dei numeri

PREMESSA
Un FH (basato sul Full Thrust, che si riutilizza solo una volta) non recuperato costa 150 ml di , se l'uso recuperabile costa 90 ml di .
Per cui si potrebbe ipotizzare questa formula di costo (mia ipotesi)
Costo del lancio = cf/nl + cv
120 ml (cf, costo fisso iniziale, i tre primi stadi)/nl (numero lanci) + 30 ml (cv, costo variabile, ossia secondo stadio, spese di recupero/manutenzione e altre spese tipiche di ogni singolo volo)
FH non recuperato = 120/1 + 30 = 150 ml FH riutilizzabile = 120/2 + 30 = 90 ml

COSTO FALCON HEAVY block 5
Mentre il FH di prova usava la versione precedente del F9, i lanci successivi del FH dovrebbero usare la versione attuale del F9 ossia il block 5, che tra l’altro hanno un’efficienza dei motori piu elevata e quindi portano in orbita un payload più elevato.
Inoltre, se il block 5 mantiene le promesse il primo stadio potrà essere riutilizzato dieci volte non una. Per cui il costo, se ci fosse concorrenza, potrebbe addirittura scendere a 120/10 + 30 = 42 ml $ o al cambio attuale 36,24 ml di euro
Ossia meno del costo del lancio di Vega pari a 43,6 ml €. Dato calcolato partendo dai bilanci della principale società coinvolta nella costruzione e basato sul ricavo derivante da un contratto di 3 lanci

PERCHE’ RIVOLUZIONARIO?
Perché cambia completamente la scala di costo, aprendo mercati prima inesistenti.
Attualmente il razzo che più si avvicina al carico del FH è il Delta IV, che trasporta circa la metà del payload e costa 350 ml di $. Da ciò deriva che a parita di carico massimo del FH ci voglio 2 delta IV e costano circa 7,8 volte di più di un FHR4 (Falcon Heavy riutilizzabile Full Thrust ossia un block 4) e circa 16,7 volte in più del FHR5 (FH riutilizzabile basato sul F9 block 5).
Altri termini di paragone:
Ariane 5 costo 175 ml di euro (sono buono e non converto in dollari): 3,9 volte rispetto al FHR4 e 8,3 rispetto al FHR5
Ariane 6 costo 80 ml di euro (sono buono e non converto in dollari): 1,8 volte rispetto al FHR4 e 3,8 rispetto al FHR5
Soyuz 5 costo 55 ml di dollari: 1,2 volte rispetto al FHR4 e 2,6 rispetto al FHR5
Mancando fino almeno al 2020 una reale concorrenza i risparmi di costo derivanti dall’utilizzo del block 5 (se si dimostrassero reali) potrebbero finire nelle casse della spacex generando un extraprofitto (quasi 50 ml a lancio) necessario al finanziamento del BFR. L’extraprofitto è in ogni caso momentaneo, in quanto nuovi razzi sono gia in fase di studio ed i prezzi sono di conseguenza destinati a scendere.

Una conferma indiretta è che i vari concorrenti, pur negando ogni correlazione, hanno aumentato le voci relative all’introduzione di varie forme di riusabilità proprio dopo il primo lancio del FH e del F9 block 5.
L’Europa ha addirittura ha iniziato ad studiare in via preliminare il prometeus. Ossia prima ancora di introdurre l’ariane 6, si inizia a progettare il suo sostituto, segno che non durerà 26 anni come il predecessore.

APPROSSIMAZIONI
Per semplificare i calcoli non ho usato i payload reali ma ho ipotizzato che ogni razzo portasse la metà del FH. Allo stesso tempo non ho tenuto conto ne del maggiore payload derivante dal block 5, ne della sua maggiore facilità di ispezione e migliorie varie che riducono i costi per il suo riutilizzo.
Inoltre, ho dato come acquisito il costo di razzi che non volano, ariane6 e soyuz5 e la riusabilità del block 5 (anche se non ho considerato la possibilità teorica di usarlo per 10 volte con manutenzioni più pesanti)

Scusate la lunghezza, ma volevo indicare dei numeri che fornissero un quadro contabile del mercato dei lanciatori dal quale deriva la mia opinione che spero sia il più possibile coerente con il prossimo futuro.

modifica
Nella frase finale ovviamente mi riferisco alla rispondenza alla realtà, non ai effetti, anche occupazionali, che si potrebbero avere in Europa/Italia

Certo, e non e’ stato scritto il contrario. Basta non dire che Musk ha finanziato tutto da solo, visto che di soldi pubblici ne ha presi sia direttamente da NASA per i contratti di sviluppo vari, sia indirettamente, vendendo servizi di lancio a NASA con prezzi maggiorati rispetto ad altri clienti privati di circa il 30%.

Che NASA non deve fare utili ma segue il mandato dell’amministrazione in carica. Continuare a insistere su questa storia trita e ritrita che il privato e’ sempre meglio del pubblico quando in questo campo le due cose NON sono in competizione (e senza i soldi di mamma NASA Musk non avrebbe avuto i fondi per i suoi ottimi lanciatori) e’ stato discusso alla nausea :slight_smile:

Sicuro? Perche’ il mercato dei payload superpesanti non esiste, ed e’ una scommessa che certo, Elon potrebbe anche vincere, ma al momento di oggi, adesso, e’ una scommessa perche’ a parte 2/3 payload di cui uno militare non si vede arrivare altro. E come gia’ discusso in altri topics, non basta dire che si mettono tanti satelliti nell’ ogiva del FH fino a saturarne le capacita’ di carico, perche’ significa dover coordinare la costruzione, spedizione e lancio di tutti quegli X satelliti, cosa affatto scontata.

D’accordissimo in campo USA…

Non sarei cosi’ categorico> i clienti governativi europei non rinunceranno mai alla capacita’ strategica di raggiungere lo spazio con mezzi europei. E anche Arianespace non sta con le mani in mano aspettando che la concorrenza la bastoni sul lato dei clienti privati. Staremo a vedere.

In che senso banali?

Per quanto riguarda i “privati”. La NASA si è sempre affidata a privati. Quando ha costruito l’Apollo (Rockwell), il saturno V (varie aziende), così come lo Space Shuttle (anche in questo caso Rockwell, oggi Boeing, e ATK) e così tutti i suoi progetti. La NASA (come le altre agenzie mondiali, l’ESA non si affida ad Airbus?) non ha capacità progettuale o produttiva, ma solo di indirizzo e di test. Questo punto a mio avviso deve essere chiaro perché genera confusione. Nel settore aerospaziale funziona così: c’è un committente (statale) che ha delle necessità e degli obiettivi e l’industria gli crea ciò che (più o meno) vuole. La differenza rispetto al passato è che gestisce le operazioni un po’ più da lontano, lasciando all’industria la maggior parte del lavoro.

Allargando il discorso - e andando pericolosamente OT - la NASA vuole che lo spazio “vicino” in LEO sia privato, gestito quindi da aziende che lei monitora e approva, ma che tutto sommato fanno da sole. Si tratta di una chiara indicazione “dall’alto” con cui lo stato ha deciso di finanziare de facto l’innovazione in un settore - quello aerospaziale - dove la competizione di concorrenti europei, russi e cinesi (non solo nel settore dei lanciatori) è sempre accesa. L’idea è spazio vicino “privato” e spazio “lontano” ancora NASA.

E’ ovvio che SpaceX sia una straordinaria novità, dal punto di vista tecnico, tecnologico, di immagine e comunicativo. E sopratutto, come hai detto giustamente, la grande capacità di Elon Musk è stata quella di introdurre la discriminante prezzo nel volo spaziale.

Si tratta di un fattore importante (e così provo a rispondere anche al secondo messaggio), ma bisogna ricordare che quello dei lanciatori non è un mercato normale: ha a che fare con la politica, gli interessi industriali e geopolitici. Esistono poi aspetti tecnici, di affidabilità e di esigenze dei singoli clienti. Insomma, il prezzo ok, ma ci sono anche altre cose.

Per quanto riguarda Prometeus e “l’Ariane 7” non vorrei essere autoreferenziale, ma ti linko un’intervista che avevo fatto anni fa (e che è linkata anche in pagina 1), in cui si spiegava che Ariane 5 è l’anomalia poichè quando è entrata in servizio la 4a generazione già si stava pensando alla quinta. Il problema sono stati gli scontri interni tra tedeschi e francesi sul progetto del nuovo Ariane che hanno allungato a dismisura la vita della 5a generazione.

http://www.flyorbitnews.com/2016/05/12/il-futuro-dei-lanciatori-europei/

Insomma, tutto questo per dire che si tratta di uno scenario molto complesso, con tanti fattori in gioco, spesso non sempre visibili. :rocket:

Ciao a tutti!

I 20-50 milioni di dollari in più citati nei contratti NASA/USAF non sono soldi richiesti in più per guadagnare di più dato che i prezzi degli avversari sono comunque più alti. Anche perché sarebbe illegale. Sono obbligati a fornire le motivazioni della loro offerta. Quei milioni in più sono necessari per servizi aggiuntivi che i satelliti commerciali standard (Es: satellite telecom GEO) non richiedono, o che vengono svolti normalmente dall’azienda che produce il satellite.
Esempio: SWOT - 11 milioni di dollari. Il costo però include, quotando: “launch service; spacecraft processing; payload integration; and tracking, data and telemetry support.”
Idem per GPS-3: “Contractor will provide launch vehicle production, mission integration, launch operations, spaceflight worthiness and mission unique activities for a GPS III mission.”.

Certo, ma la quantificazione delle voci extra, a parte giustificarle, e’ lasciata a SpaceX che ci puo’ “giocare” almeno entro certi limiti.
Questo detto, condivido al 100% la frase di RocketCat

quindi non voglio esprimere nessuna dietrologia con la mia considerazione. Anzi, credo che di questi “giochetti” per stabilire le fasce di prezzo di certi servizi siano stati gioco relativamente semplice con il quasi monopolio che vigeva prima dell’entrata di SpaceX nel mercato dei lanci governativi/militari USA.

Condivido, come abbiamo gia’ espresso in altre discussioni, che il mercato dei servizi di lancio e’ alquanto complesso, non sempre si basa solo sul prezzo (anche questo gia’ discusso… ricordo che qualche cliente SpaceX preferi’ rinunciare al contratto e passare ad altro fornitore perche’ i costi assicurativi e le perdite per le attese superavano i risparmi del lancio sul Falcon 9).

Io non so prevedere il futuro, so solo che sono ammirato ed entusiasta della ventata di novita’ nel settore portata da Musk e probabilmente siamo solo all’inizio, visto che se Bezos/Blue Origin avra’ successo la concorrenza tra queste due entita’ ce ne fara’ vedere delle belle!

La mia posizione in generale e’ di cercare con tutti i miei personali limiti di guardare allo scenario facendo un passo indietro e cercando di non cadere nel tranello di essere un fan di una realta’ come SpaceX che in ogni caso ammiro tantissimo, ma che ha anche i suoi limiti, comprese imvho le idee di futuro che ha il suo fondatore. Ma non voglio andare OT.

Personalmente anch’io sono molto curioso di vedere cosa accadrà nello “scontro” Musk-SpaceX/Bezos-Blue Origin

Non sono assolutamente d’accordo.
Apollo, STS, SLS e gli altri programmi sono stato certamente esternalizzati a contractors, ma con contratti “cost plus”. Ovvero una volta calcolato il rimborso delle spese si aggiunge, con diverse formule, una parte di utili per il contractor.
Addirittura a Michoud (LA) NASA ha gli stabilimenti da “prestare” al contractor.
Ovviamente a queste condizioni non c’è alcun rischio imprenditoriale nel fare il contractor, anzi, si diventa parte della “macchina statale” de facto.

SpaceX invece ha ricevuto quei fondi secondo contratti a prezzo fisso.
Possono essere tanti soldi o magari SpaceX non avrebbe avuto modo di sopravvivere senza… ma da un punto di vista pratico che quei soldi arrivino da NASA o da un qualsiasi altro ente o società (anche privata) ha poca rilevanza.

Musk ha finanziato tutto da solo, prendendosi l’enorme rischio di accettare un contratto del genere senza avere una precedente struttura ed il know-how come gli altri che hanno partecipato ai programmi commerciali.
NASA ha avuto la lungimiranza di portare avanti queste politiche (ESA?*) e di scegliere, per lo più, le aziende giuste.

  • Le ultime storie sul Vega, l’acquisizione di Avio, la visione confusa sul riutilizzo dei booster… da Europeo sono orgoglioso delle attività scientifiche ESA ma molto pessimista sulla “visione industriale”.

Da Hal
E’ ovvio che il bisogno o ce l’hai o lo crei. Se fino ad ora non c’erano lanciatori con questa capacità è ovvio che nessuno costruiva carichi più pesanti. Si aprono nuovi mercati.


Esatto, ma come NASA tra l’idea di fare qualcosa ed il farla impiega anni, anche per i carichi privati è lo stesso.
Prima FH non c’era, quindi nessuno progettava veicoli più pesanti di quelli che che si poteva lanciare. Ora c’è, ma occorre tempo per passare dall’idea, al progetto, alla costruzione delle componenti, all’assemblaggio. Mari nel frattempo ti salta fuori un altro vettore parigrado.
Ora FH deve effettuare un certo numero di voli che certifichino la sua affidabilità pratica, non solo quella teorica sulla carta con le certificazioni. Tra qualche volo qualche commessa in più riuscirà a strapparla. Intanto anche se ha solo due o tre commesse: le ha.
Adesso privati ed enti pubblici possono ragionarci su e decidere.
Musk come gli altri cercano di creare il mercato, che potenzialmente esiste.

Prima che si costruissero i personal computer, a chi servivano? Apparentemente a nessuno. Una volta sul mercato e illustrate le potenzialità…

Hai ovviamente ogni diritto di essere in disaccordo con le mie opinioni :slight_smile:
Sta di fatto che tempistiche e contratti alla mano SpaceX ha “scollinato” il periodo post Falcon 1, dove era a un passetto dalla bancarotta, perché (bravi loro) ha saputo approfittare del cambio di rotta deciso dalla Casa Bianca che ha voluto inziare a dare un deciso impulso alla nascita di un nuovo mercato di accesso all’orbita bassa, coinvolgendo in maniera sostanziale i privati in modo che dopo un periodo di finanziamento iniziale (assegnato tramite i vari contratti CRS, CCots ecc) i migliori potessero stare in piedi da soli con NASA che avrebbe comprato servizi di trasporto beni ed equipaggio verso la ISS.
In questo contesto infatti già nel 2008 NASA aggiudica a SpaceX un contratto per il trasporto di beni verso la ISS di ben 16 voli a SpaceX (e di 12 voli a Orbital) https://www.nasa.gov/home/hqnews/2008/dec/HQ_C08-069_ISS_Resupply.html quando all’epoca il Falcon 9 non aveva ancora volato, cosa che accadrà oltre 3 anni dopo.

Il paragone con il metodo di finanziamento di Apollo e STS non sta in piedi, davvero, ovviamente secondo me. Prima di tutto parliamo di un contesto storico radicalmente diverso, che rende ogni paragone con la realtà odierna un esercizio di funambolismo. Secondo, a guardare i dettagli, in entrambi i casi (Apollo e STS) per NASA si trattava di far nascere da zero mastodonti tecnologici senza precedenti con lo scopo preciso di rispondere a programmi spaziali esclusivamente (Apollo) o prevalentemente (STS) governativi, obiettivi strategici e peraltro unici per quanto riguarda l’accesso di equipaggi umani allo spazio. Il governo USA, con quei contratti “cost plus”, si è assicurò che i contractor avessero denaro a sufficienza per arrivare al conseguimento dell’obiettivo strategico prefissato, cioè la costruzione del veicolo spaziale insomma, senza andare gambe all’aria nel processo di “inventare” cose straordinarie come il Saturn V e il sistema di lancio STS, e poi ha premiato la parte di profitto con il “plus”. Di fatto NASA con la parte “fissa” dei contratti cost pluis ha “affittato” le capacità di ricerca e produzione di entità private evitando di creare al suo interno tutta l’infrastruttura hardware e di assumere direttamente personale, stipulando contratti con aziende private sul serio, e qundi volte al profitto, non aziende statali come in Russia per esempio (da cui la parte “plus”).

Il rapporto con SpaceX invece si basa come detto sopra su un assunto e un contesto totalmente diversi, dove SpaceX non è il solo attore del mercato ma uno dei beneficiari di questi contratti a costo fisso. Non è stata NASA a chiedere a SpaceX di sviluppare per suo conto il concetto di lanciatore riutilizzabile (che è stata una genialata di SpaceX pro domo sua, che poteva non avvenire affatto infatti Orbital non ha fatto nulla del genere).
SpaceX ha finanziato lo sviluppo di Falcon 9 e di sé stessa con 1,9 miliardi di dollari arrivati dal primo contratto con NASA, senza i quali sarebbe fallita in quanto con un solo volo su quattro del Falcon 1 coronato da successo non avrebbe venduto servizi di lancio a nessuno nel brevissimo periodo, e aveva (dichiarazioni di Musk) praticamente finito il denaro. I soldi sono quindi arrivati da NASA, non è che potevano “arrivare da chiunque” perché quel chiunque non c’era all’orizzonte nemmeno un pò nel 2008.

Che ora SpaceX stia in piedi da sola, che faccia utili, che stia usando la tecnologia sviluppata con fondi dei contratti NASA (cui certamente si sono poi aggiunti i denari di vari investitori privati, ma dopo l’iniezione sostanziale di NASA) per vendere i suoi servizi a terzi fino a prendersi buona parte del mercato USA, è un sicuramente un bene per il settore, ed è di fatto quello cui mirava NASA e l’amministrazione Bush/Obama. Creare cioè un gruppo di aziende in grado di prendersi carico dell’accesso all’orbita bassa sfilandolo dalle inefficienti mani di un ente pubblico, che da monopolista diventa pian piano cliente.

Ora aspettiamo Blue Origin e chissà quali altre novità, senza bisognio di trasformare Elon Musk e SpaceX in entità mitologiche.

I costi nelle missioni spaziali sono enormi, per cui la possibilità di ridurre i costi di lanci conta eccome. Soprattutto in periodi di vacche magre.

E’ evidente che con un contratto “plus” nessun privato a interessa a ridurre i costi, ed anzi più li aumenta piu guadagna.
Il discorso cambia radicalmente con il costo fisso, li una volta stipulato il contratto, il privato ha tutto l’interesse a fare un prodotto economico, perché è ciò determina il mio guadagno e le sue quote di mercato non NASA.
Anche l’aspetto del pubblico che paga lo sviluppo di un nuovo razzo è una cosa comune in tutto il mondo. La stessa ELV, che fa gran parte del VEGA, lo scorso hanno ha incassato di più dallo sviluppo del VEGA C che dal lancio del VEGA.

Quando il costo di un lancio scende ad un quinto o piu il risparmio è talmente rilevante da intaccare le altre motivazioni.
Faccio un esempio con la navetta Space Rider che è pensata per essere lanciata dal VEGA C: se tra alcuni anni arriva un consorzio di colossi farmaceutici e ti dice che ne vogliono acquistare 10 ma li lanciano tutti insieme con un F9 (che costa all’incirca quanto il lancio di un Vega), cosa fai non glieli vendi?

alltri esempi
Gia attualmente c’è il caso dell’europea SES S.A. che lancia da alcuni anni i satelliti geostazionari usando il falcon 9
La motivazione che spinge i russi a passare dall’angara al soyuz 5 è soprattutto economica, il primo è gia fuori mercato mentre il secondo costa 55 milioni

Indipendentemente da quello che farà in futuro la spacex, la sua importanza rimarrà perchè è riuscita ad indicare la via e, forse ancora piu importante, i suoi tecnici stanno distribuendo le tecnologie andando in altre compagnie. Di questo mese è il passaggio di un dirigente alla Relativity Space (gia fondata da ex SpaceX) ed, invece, è di inizio anno il passaggio di 60 tecnici alla Blue Origin.

Io credo che nessuno sottovaluti quale forza dirompente sia stata SpaceX nel mondo aerospaziale. Il punto dei prossimi anni è capire se l’accesso allo spazio diverrà un mercato “normale” - dominato dal prezzo - come vorrebbe Musk, o rimarrà un mercato con le sue regole specifiche.

Aggiungo un’ultimissima considerazione, che riguarda i provider satellitari, i principali clienti commerciali dei lanciatori. Guardando le loro mosse mi sembra evidente che tendano ad evitare i monopoli e rivolgersi a tutti gli operatori presenti.

In sostanza i satelliti li comprano a rotazione da tutti i principali costruttori (Boeing, LM, TAS, Airbus, Orbital etc) e allo stesso tempo (basti pensare a SES) lanciano un po’ con Proton (sopratutto in passato), un po’ SpaceX e Arianespace.

In un mercato dove gli attori si contano sulle dita di una mano, non si vuole favorire nessuno, sia per motivi economici ma anche di garanzia e resilienza di lancio.