Reportage fotografico degli esemplari di Buran sopravvissuti a Baikonur

Il fotografo russo Ralph Mirebs ha realizzato un reportage fotografico nell’hangar dove sono conservati i resti dei due esemplari di Buran la cui costruzione non fu mai terminata dopo la chiusura del programma.
Credo sia una delle primissime volte che foto di questi due esemplari siano state pubblicate dopo la caduta dell’Unione Sovietica.
In particolare si tratta di Ptichka, completato ai tempi al 95-98% circa, il secondo esemplare destinato al volo nel 1991 e il mockup ingegneristico OK-MT.

1 Mi Piace

Grazie! Belle immagini, anche se fa una certa tristezza vedere queste navette marcire tra la polvere. Possibile che nessuno abbia mai pensato ad una loro “valorizzazione”, almeno in un museo?

1 Mi Piace

Probabilmente si è pensato alla conservazione e valorizzazione, ma sono mancate le risorse.

Immagini davvero uniche, come sempre in questi casi è impossibile non amareggiarsi per il monumentale lavoro gettato alle ortiche.

Peccato per gli attuali pessimi rapporti con gli USA,
Potevano donarne uno alla Smithsonian (lasciando agli Americani le spese di trasporto e restauro).

Certo che a guardare le foto ci si rende conto di quanto fossero estremamente simili Buran e Shuttle. Persino il portellone d’accesso oltre a essere di forma uguale è posizionato nello stesso posto. :star_struck:

Visto che anche il Buran era verticale sulla rampa, l’unico modo pratico di incernierare e aprire il portello era probabilmente quello adottato anche dallo Shuttle.

Beh difficile davvero non notare le similitudini complessive. Anzi, ad un occhio inesperto sarebbe difficile distinguerli. Tuttavia, credo che il programma Buran avesse le sue peculiarità, incluso (ma non solo) il formidabile lanciatore Energia. Resterà sempre una grande occasione non colta.

Qualcuno sa se aveva i sedili del comandante e pilota eiettabili?

Mi pare di si.
P.S.
Fermo restando che nel complesso il Buran era un veicolo nuovo e con alcune caratteristiche differenti rispetto allo Shuttle (per certi versi anche più avanzate,come la possibilità di operare senza equipaggio,guidato da terra),io sono convinto che per molte cose un occhio all’orbiter Americano i Sovietici lo abbiano dato…anche due.
Capisciammè.

Blitzed, Carmelo, non sto dicendo che i sovietici avessero fatto spionaggio sullo Shuttle per realizzare il Buran, sia ben chiaro. Io da quel po’ poco che ne capisco ho sempre sostenuto che se vuoi fare uno spazioplano DEVI per forza progettarlo fatto in quel modo e con quella forma. Io sono convinto (anche vista una foto di Gagarin che osserva un modello di spazioplano, foto fatta attorno al 1967) che URSS e USA siano arrivati in maniera totalmente indipendente ed autonoma ad un progetto di base nel quale la forma dello spazioplano era pressoché identica; la differenza tra i due progetti doveva essere probabilmente le dimensioni, con il Buran che fu successivamente pantografato per eguagliare dimensionalmente lo Space Shuttle, con tutti i pro e i contro già ampiamente espressi in questo forum. Però comunque colpisce il fatto che alcuni particolari sono realmente “come copiati”, ad esempio appunto il portellone oppure i due pod dei motori RCS di poppa, o il fatto che oltre agli alettoni avesse un “elevone” centrale (quello che si dislocò al lancio di STS 1). Che questi particolari siano frutto di spionaggio o semplicemente di “copia-incolla” non posso dirlo, non sono competente a sufficienza.

Mi sembra di ricordare che alcune attività di spionaggio su territorio USA finalizzate a raccogliere informazioni su STS per lo sviluppo di Buran siano recentemente divenute di pubblico dominio…insomma, è quasi “ufficiale” che i sovietici raccolsero più info possibili per il loro progetto, sarebbe stato stupido non provarci d’altronde. Detto questo, ribadisco che Buran era una macchina diversa, in alcuni ambiti più innovativa (software di volo, rientro automatico, motori di manovra orbitali…) in altri sicuramente più spartana (niente SSME riutilizzabili ed Energia era completamente a perdere…). Sarebbe stato comunque molto bello vedere un confronto “sul campo” tra i due shuttle, la vita della MIR sarebbe potuta essere differente…

Tornando all’idea di museare le due navette… i soldi ci sono, ma sono spesi per altre cose :frowning:

Così a prima vista mi pare di notare un muso molto più lungo e affusolato rispetto allo Shuttle ed un estensione alare ancora più risicata. E già lo Shuttle era ridotto ai minimi termini, mi pare di ricordare. Sbaglio o alcuni astronauti si lamentavano ed avevano un pò di timore nel doverlo governare in fase di rientro?. Dicevano che era come viaggiare su un mattone quasi, a causa della ridotta estensione alare. Chissà come sarà stato con il Buran allora…

Supersimpatico, posso raccontarti che al KSC c’é un simulatore di rientro shuttle utilizzabile dal pubblico degli appassionati; io sono riuscito a farlo atterrare al primo colpo, e non sono un pilota. Non ho avuto l’impressione di far volare un mattone, lo shuttle rispondeva lento ma era preciso. Certo, un simulatore per il pubblico sarà stato semplificato, ma penso che un pochino aderente alla realtà lo sarà.
Avevo anche il filmato, da qualche parte, prima della rottura del PC… spero di ritrovarlo in un backup da qualche parte.
Ah, c’é anche un software per cellulare android simile

Ricordo le immagini postate qualche mese fa che riprendevano uno (o forse due) Buran in un hangar, con evidenti segni di rotture dovuti anche al cedimento del soffitto. Questo significa che ci sono almeno 3-4 esemplari quasi completi del Buran? Non sono gli stessi di questo servizio, no?

Quello distrutto fu l’unico esemplare che andò in orbita [emoji24]

Che lo shuttle non fosse un ottimo aliante è sicuro, tuttavia a parte gli scherzi sul mattone non mi sembra che le sue caratteristiche aerodinamiche abbiano mai costituito un main concern…tra tutte le fasi di decollo e atterraggio sicuramente gli ultimi momenti di avvicinamento alla pista non costituivano il passo più critico, nonostante la scarsa estensione alare e l’atterraggio “single shot”.

Buran sarebbe, io credo, sempre atterrato da solo in modo automatico, come nel volo inaugurale…un problema in meno per l’equipaggio. Come dicevo qualche post fa, d’altronde, fu fatto un grande lavoro di sviluppo del software di volo. Certo l’affidabilità di tali sistemi non la conosceremo mai purtroppo.

Se ti riferisci ai sistemi automatici di atterraggio in generale, ci sono dei dati: i 3 atterraggi su 3 di X-37B e 1 su 1 del Dream Chaser (la mancata estensione del carrello non è certo colpa del sistema automatico di landing).

Quella del “mattone volante” è una battuta che ha preso molto piede dopo il film “Space Cowboys”, vedi qui:

Non so se effettivamente gli astronauti lo definissero proprio così.