Ricerca Italiana sulle Vele Solari

Prendo spunto da quanto letto qui

http://www.ricercaitaliana.it/prin/dettaglio_prin-2005098334.htm

Visto che l’Italia sta investendo su questo tipo di ricerca, vorrei conoscere la vostra opinione in merito.
Cosa ne pensate delle Vele Solari come sistema di propulsione?
Quando, secondo voi, avremo una prima missione basata su questo tipo di tecnologia?

P.S.
Per favore non chiamatemi “l’amico dei sondaggi” ah ah ah :grinning:

La prima missione basata sul concetto di vela solare era prevista per il 2005, finanziata e realizzata dalla Planetary Society.

Sfortunatamente un problema al lanciatore (un missile balistico intercontinentale russo, convertito all’uso “pacifico” spaziale) ha messo subito la parola fine alla missione.

Non e’ chiaro se la Cosmos1, destinata a un orbita quasi polare, abbia fatto un bel tuffo nel freddo mare artico, oppure sia entrata in un orbita sensibilmente piu’ bassa del previsto e sia successivamente rientrata per attrito atmosferico.
In ogni caso, nessuno degli obiettivi della missione (porsi in un orbita stabile e successivamente variarne i parametri usando le vele) e’ stato raggiunto.

La planetary society sta pensando a modi per rifinanziare la missione.

Sicuramente un inizio non molto fortunato…sapevo che anche un satellite universitario italiano (adesso non ricordo esattamente quale) montava un sistema di deorbting basato su vela…mi pare :roll_eyes:

Davvero? Non lo sapevo. Interessante pero’…

Ricordo di un progetto chiamato “Capitana Italica”, dell’Alenia Spazio, che doveva partecipare ad una “regata” Terra-Marte prevista per il 1992 (cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America) insieme a vele americane, russe e giapponesi.

Non se fece (ovviamente) più nulla, resta un bell’articolo di Astronautica a memoria (magari Carlo può dirci qualcosa in più in merito).

Sicuramente un inizio non molto fortunato.......sapevo che anche un satellite universitario italiano (adesso non ricordo esattamente quale) montava un sistema di deorbting basato su vela.....mi pare

unisat-4 dell’università di roma; è esploso insieme al vettore (un razzo dnepr) l’anno scorso. a bordo c’era anche PIGPOT del poli di torino.

unisat-4 dell'università di roma; è esploso insieme al vettore (un razzo dnepr) l'anno scorso. a bordo c'era anche PIGPOT del poli di torino.

Un programma decisamente sfortunato. Se però anche una università può sviluppare una vela solare significa che si tratta di una tecnologia relativamente “economica”.
Bisogna solo attendere di conoscerne le effettive potenzialità/prestazioni.
Suggerirei, per la prossima missione, di chiedere ad archipeppe di procurare uno di quei cornetti napoletani…giusto perché siamo dei tecnici e a queste cose non ci crediamo :^o
:stuck_out_tongue_winking_eye:

Suggerirei, per la prossima missione, di chiedere ad archipeppe di procurare uno di quei cornetti napoletani....giusto perché siamo dei tecnici e a queste cose non ci crediamo :^o :stuck_out_tongue_winking_eye:

Tutti gli apparati del MARS sono sempre stati equipaggiati, da che ricordo, con speciali sottosistemi a forma di corno rosso (opportunamente “benedetti” da antico ritual…emh…procedura).

Tutto questo perché siamo tecnici rigorosi e non vogliamo escludere alcun aspetto della tragica “Legge di Murphy”… :wink:

Se però anche una università può sviluppare una vela solare significa che si tratta di una tecnologia relativamente "economica".

un momento…unisat-4 aveva una “semplice” coppia di ventagli apribili per effettuare un esperimento di aerobraking.

la costruzione di una vela solare è complicatissima, come pure aprirla in orbita senza romperla.

Infatti…

i - ROMA, 22 GIU - Sara’ lanciato il 5 dicembre Unisat4, quarto microsatellite nato grazie agli studenti della Scuola di ingegneria aerospaziale della Sapienza. Si tratta del primo satellite dotato di un sistema di rientro a vela per accelerare il deorbitamento e evitare che aumenti l’ormai preoccupante quantita’ di detriti spaziali in orbita attorno alla Terra. Ingegnose le soluzioni per contenere i costi: per dispiegare la vela sara’ usato, ad esempio, un sistema simile a quello delle bacchette dei prestigiatori.[/i]

…ora la cosa è più chiara!
Grazie ancora Aldos per le tue utilissime puntualizzazioni :wink:

un momento...unisat-4 aveva una "semplice" coppia di ventagli apribili per effettuare un esperimento di aerobraking.

Beh, ma l’aerobraking non ha nulla a che vedere con le vele solari…

ho letto qualcosa riguardo alle vele solari e il concetto che sta dietro questo sistema di propulsione (la pressione di radiazione del vento solare), non ne so tantissimo però come cosa non mi convince molto…secondo me bisognerebbe investire di più in altre forme di propulsione che sono più gestibili e promettenti, quali ad esempio la propulsione elettrica e nucleare…non immagino quanto grande dovrebbe essere una vela solare per mandare una sonda già solo su Giove e chissà quanto tempo poi impiegherebbe per arrivarci…ovviamente un tentativo non sarebbe stato male da farsi giusto per amore della ricerca e la regata spaziale per il 500° anniversario della scoperta dell’America sarebbe stata una interessante opportunità…magari come sistema di aerobreaking per il de-orbit non sarebbe tanto male…per il resto però non mi ispira molta fiducia…

VELE SOLARI… se ne parlava con grande enfasi una dozzina di anni fa…è aria fritta.

No no aspettate c’e’ un po’ di confusione.
E’ facile confondersi, ma le vele solari non hanno nulla a che vedere con il vento solare.

Le vele solari generano spinta sfruttando la pressione dei FOTONI emessi dal sole, non il vento solare, che e’ fatto di particelle piu’ pesanti, ma mooooolto piu’ lente, e con una quantita’ di moto minore.

E non e’ tanto questione di quantita’ di spinta, ma di COSTANZA.
La velocita’ altro non e’ che l’accelerazione integrata nel tempo.
Una piccola accelerazione, ma costantemente applicata per un lungo tempo, puo’ far raggiungere velocita’ ragguardevoli.

Per fare un esempio, la spinta prevista sulle vele di cosmos one era di 5x10^-4 m/s^2.
Per confronto, la spinta del motore a ioni di Smart1 era di soli 2x10^-4 m/s^2.
(spero di ricordare l’ordine di grandezza, vado a memoria).

Quindi, non liquiderei subito l’idea :slight_smile:

Uno dei problemi delle vele solari riguarda anche il fatto che nn tutta la radiazione solare viene riflessa (qualcosa viene assorbito e trasmesso sempre).Ma sicuramente il problema principale è nella resistenza della struttura della vela,soprattutto pensando a grandi vele (piccole servono a poco).

Uno dei problemi delle vele solari riguarda anche il fatto che nn tutta la radiazione solare viene riflessa (qualcosa viene assorbito e trasmesso sempre).....

Infatti!
Le proprietà ottiche di un veicolo spaziale sono rappresentate da tre coefficienti adimensionali:

  • coefficiente di riflessione speculare;
  • coefficiente di riflessione diffusa;
  • coefficiente di assorbimento;

Questi tre coefficienti sono tali per cui la loro somma è 1.
La pressione di radiazione solare è funzione di questi tre parametri.

dunque, se ognuno di noi va al supermercato e compra un rotolo di carta d’alluminio kuki, e con un po’ inventiva la spalmiamo su una faccia di Apophis…abbiamo risolto il problema :smiley:

VELE SOLARI.... se ne parlava con grande enfasi una dozzina di anni fa....è aria fritta.

da un occhiata qui:

:wink:

Ricordo di un progetto chiamato "Capitana Italica", dell'Alenia Spazio, che doveva partecipare ad una "regata" Terra-Marte prevista per il 1992 (cinquecentesimo anniversario della scoperta dell'America) insieme a vele americane, russe e giapponesi.

Non se fece (ovviamente) più nulla, resta un bell’articolo di Astronautica a memoria (magari Carlo può dirci qualcosa in più in merito).

Nel 1990 l’Italian Space Society organizzò al museo della Scienza e della Tecnica di Milano, un convegno sulle vele solari. Ricordo che tra i diversi oratori c’era la professoressa Amalia Ercoli Finzi. Tra gli sponsor c’era l’Aeritalia con il progetto Capitana Italica. Dovrei avere da qualche parte gli atti di quel convegno.

Paolo D’Angelo

le vele solari sono molto promettenti, nelle università italiane, specialmente a Pisa, ci sono numerose tesi e ricerche sull’argomento.
Negli USA si stanno perfezionando materiali che siano leggerissimi, ma allo stesso tempo altamente resistenti.
Per chi ne vuole sapere di più sul solar sailing:
http://solarsail.jpl.nasa.gov/index.html

ci sono anche alcuni studi su una sonda da inviare fino ai confini più remoti del sistema solare. Per raggiungere l’Eliosfera in tempi ragionevoli la vela solare sembra essere una buona soluzione, poichè accelera costantemente senza consumo di propellente.
Per maggiori info:
http://interstellar.jpl.nasa.gov/interstellar/probe/introduction/intro.html