Premessa a scanso di equivoci: far rientrare oggetti massivi dall’orbita senza un controllo attivo è un rischio che senza dubbio andrebbe evitato ove possibile.
Detto questo, la questione nata attorno al rientro del primo stadio del LM 5B è complessa e la sua valutazione si intreccia inevitabilmente con i nostri bias personali, che dovremmo sforzarci di tenere a bada.
È evidente che il rientro incontrollato di qualsiasi cosa abbia una probabilità rilevante di sopravvivere sotto forma di detriti in grado di arrivare al suolo rappresenta un rischio, e che alla luce dell’accresciuta sensibilità nell’opinione pubblica sarebbe bene che vi fosse un accordo internazionale per implementare un deorbiting attivo e controllato degli oggetti immessi in orbita, quanto meno oltre una certa densità/massa. Per ora una tale cosa non esiste.
Non si può non riconoscere che la stragrande maggioranza dei rientri orbitali si risolve con la quasi totale distruzione dell’oggetto nella sua traiettoria di rientro, e per pura questione statistica (ad es. il rapporto superficie dei mari vs superficie delle terre emerse) la possibilità che detriti sopravvissuti di parti particolarmente dense arrivi al suolo su zone abitate è molto molto bassa. La massa è relativamente importante, nel senso che un conto è un rientro di un cubo (si fa per dire) di 22 tonnellate e un conto è il rientro di uno stadio, che quelle 22 tonnellate le distribuisce su una superficie ampia e su un volume molto grande, rendendone facile la disintegrazione lungo la traiettoria di rientro.
Discutendone, secondo me dovremmo provare a dare ai problemi le giuste dimensioni relative. Non ha senso parlare per iperboli né paragonare la sicurezza richiesta per i voli aerei con la (giusta, sia ben chiaro) necessità di ridurre al minimo il rischio di avere pezzi di razzo o satellite che ricadono su zone popolate, perché numeri e rischi in gioco sono totalmente diversi e imvho imparagonabili.
Lo stesso secondo me vale per i video dei booster e il problema dei primi/secondi stadi che rientrano dall’orbita. Male in entrambi i casi che cadano in testa alle persone, ma i primi non sono rappresentativi di quello che succede con i secondi.
Allo stesso modo trovo ingiusto scandalizzarsi per i comportamenti relativamente menefreghisti della Cina, e non mostrare quanto meno altrettanta insofferenza per le aziende “occidentali” che senza farsi troppi problemi (a parte l’approvazione delle agenzie nazionali competenti, se esistenti), a partire da SpaceX per finire a Oneweb, hanno iniziato a riempire il cielo (che è un bene di tutti) con migliaia di satelliti dalla massa unitaria sì piccola rispetto allo stadio di un LM, ma che rappresentano un rischio enorme per l’utilizzo delle orbite base in almeno due casi molto concreti:
- la gestione della deorbitazine di satelliti guasti, che in quanto tali non saranno “controllati”
- la gestione delle collision avoidance, dove la capacità di compiere in modo sicuro manovre tra satelliti che si muovono a velocità relative altissime e appartenenti a ditte diverse è tutto da dimostrare.
Innegabilmente il dibattito in merito c’è, ma secondo me è molto più pacato e pragmatico rispetto alla lamentela sollevata nei confronti dei cinesi. Chi oggi fa comunicati di rimprovero ai Cinesi non ha un pedigree così perfetto. E naturalmente questi rimproveri hanno un inevitabile sfondo politico. Rivoltando la questione, ora che gli USA hanno dimostrato di avere le tecnologie per fare rendez-vouz con satelliti guasti/senza propellente, li considereremo potenziali criminali o menefreghisti se non obbligheranno, magari per legge, a mandare uno di questi tug in orbita al solo fine di far deorbitare in modo controllato i satelliti più massivi e vecchi? E di ENVISAT di ESA che possiamo dire?
Sono spunti su cui riflettere.
Concordo con @vespiacic nell’approcciare l’argomento guardando ai numeri e ai dati storici, e a mio modo di vedere il problema rimane abbastanza irrisolto da varie parti, non solo da quella cinese, anche se questi ultimi se ne fregano più di altri (male) facendo conto sulla forza dei numeri.
P.S. penso sia molto utile e interessante la video intervista di Jonathan McDowell con i ragazzi di NSF…