Rilasciato il rapporto NASA sulla morte dell'equipaggio del Columbia

Direi che lo stupore è assolutamente comprensibile, ma ti spiego brevemente come andò.
Durante la fase di rientro, essendo l’equipaggio composto di 5 Astronauti, Mike Mullane doveva occupare l’unico sedile collocato nel mid-deck, una situazione a dir poco “odiata” dagli Astronauti Shuttle: soli, senza vista esterna e senza consapevolezza immediata di quello che accadeva.
Mullane domandò così al CDR il permesso di rimanere fino all’ultimo nell’upper-deck, insieme ai suoi compagni.
Quando finalmente si decise a scendere al suo posto, si accorse con stupore che la gravità, seppure ancora debole, faceva già sentire i suoi effetti. Troppo tardi realizzò che le sue gambe non lo avrebbero mai retto nella discesa della ripida scaletta che portava al “piano di sotto”. E così si fece il rientro “accovacciato” sul ponte superiore.

Non ho la sfera di cristallo, ma mi sembra proprio quello che sta facendo la Nasa adesso. Lo shuttle andrà in pensione fra una decina di missioni o poco più, poi la palla passerà ad Orion. Le agenzie spaziali non servono a costruire un veicolo nuovo ogni anno così come Armani disegna vestiti nuovi ogni stagione; se un veicolo funziona ed è sostenibile (in termini economici e di sicurezza) dura anche 40 anni, come la Soyuz; quando ci si accorge che un veicolo ha perso (o non ha mai avuto) queste caratteristiche lo si mette in un museo e si passa a qualcos’altro. L’Orion nasce proprio per questo motivo, l’utilità futura dello shuttle invece è già stata decisa da tempo: farsi fotografare da frotte di turisti nel padiglione di un museo, a ricordo di un’era spaziale che ha visto nascere la ISS, ma che ha anche reclamato il sacrificio di 14 astronauti.

Quoto!

Paolo, l’episodio di Mullane mi era subito venuto in mente, ma era troppo tempo che non parlavi di RR, così ho aspettato che lo citassi tu…!

???

Mi avete incuriosito!
Mi anticipate qualcosa di questa “esperienza”?

Ne parla Fabio Zarantonello qui.

Paolo Amoroso

una cosa cmq la sappiamo, ormai dall’aloba dei tempi (vedi anche film come Contact): con illimitati finanziamenti tutto è possibile: perfino salvare astronauti al limite della disintegrazione e costruire veicoli capaci di rientrare in qualsiasi assetto

Ops… scusate!
Ho visto ora la spiegazione sopra… :flushed:

Volevo tornare un attimo alle dimensioni del cockpit.
Nel rapporto si legge anche che nella primissima fase di deorbit, quando tutto era assolutamente nominal, per un attimo si e’ passati dall’autopilota al controllo manuale, e viceversa.
In base alla ricostruzione, e’ avvenuto che un movimento inconsulto di CDR o PLT ha mosso lo stick di governo, causando l’immediato passaggio al manuale. Immediatamente dopo e’ stato reinserito l’autopilota.
Secondo il rapporto, eventi di questo tipo sono frequentissimi e considerati di completa routine. E questo vi da’ l’idea di quanto possa dar fastidio la ACES addosso (ed i suoi guanti).
L’episodio si ripetera’ negli ultimi secondi del volo, ma in questo secondo caso probabilmente la causa sono stati i violenti scuotimenti (max 3 g, contro i 0.8 g nominal per questa fase del rientro); anche in questa occasione, comunque, l’equipaggio ha ritenuto di tornare sull’automatico.
Piuttosto mi chiedo se non sarebbe il caso di mettere un “consenso” all’engage/disengage dell’autopilota (scusate se parlo come uno di broccolino :flushed:): se basta dare un colpetto alla cloche mi sembra un po’ pericolosetto.

Dimenticavo: secondo me e’ meglio concentrarsi sulla sicurezza “intrinseca” di un mezzo spaziale, piuttosto che ingegnarsi su sistemi piu’ o meno fantasiosi per salvare l’equipaggio di una navicella che si sta disintegrando a 30mila km all’ora ed a 40 km di altezza. Insomma, meglio spendere soldi e payload in progettazione e costruzione che non in tute, paracadute, escape towers, moose etc. etc. (non so se mi spiego…).
Secondo me questi sono in pratica solo dei placebo, come il salvagente che trovate sotto il sedile dell’MD 80… :fearful:

E’ un compromesso… c’è chi si è schiantato in aereo perchè non aveva tolto l’autopilota o l’automanetta… meglio avere un A/P disinseribile al primo contatto con manetta o stick o meglio una sicura da inserire e disinserire manualmente per autorizzare l’inserimento o no di A/P e A/T? In volo atmosferico se ad esempio, per qualsiasi motivo ti accorgi che stai stallando potrebbe non esserci il tempo di disinserirlo manualmente prima di prendere i comandi… oppure potresti essere convinto di avere tu l’aereo in mano e poi magari al momento della flare… ti accorgi che l’A/P era ingaggiato… credo esistano entrambe le versioni nel mondo aeronautico… ma nessune è particolarmente più sicura dell’altra…

Funziona grossomodo così anche sugli aerei civili.
L’autopilota deve sganciarsi immediatamente appena si oltrepassano i limiti di accelerazione/sollecitazione consentiti, pena azioni di correzione controproducenti e soprattutto potenzialmente dannose per la struttura e le superfici di comando del veicolo.
Allo stesso modo, appena il pilota mette le mani sui comandi per ovviare, supponiamo, ad una situazione di emergenza che richiede un intervento immediato, deve bypassare in automatico l’A/P, senza perdere tempo a cercare switch o altri comandi per disinserirlo.

P.S.: vedo che ha già risposto anche Albyz ma posto lo stesso…

messa cosi’, in effetti, la cosa ha un’aspetto diverso… :thinking:

Non credo sia così semplice.
Per attuare ogni progetto in maniera che effettivamente funzioni, e a maggior ragione per i voli spaziali, c’è anche la componente “tempistiche”;
e quì i fondi illimitati servono fino ad un certo punto.
Senza contare poi che, per risolvere determinate problematiche tecniche, molte volte è necessario il così detto “colpo di genio”, che purtroppo non viene a comando… e quì i e quì i fondi illimitati servono a ben poco!

Anche con illimitati finanziamenti, non puoi fermare le leggi della fisica.
Se un oggetto rientra a mach 26 in atmosfera terrestre, o lo doti di una qualche forma di schermatura termica, o brucerà.
Se discutiamo considerando come mezzo spaziale l’attuale shuttle, allora nemmeno ricoprendolo di un fantastilione di dollari riuscirai a farlo rientrare senza un’ala.
Lo stesso dicasi per l’equipaggio. Concretamente, cosa si sarebbe potuto fare?
Nel report gli autori stigmatizzano alcuni fatti dell’incidente del Columbia per a) migliorare l’addestramento degli astronauti perchè preveda alcune situazioni off nominal da subito, ma che non si concludono ovviamente con la disintegrazione dell’orbiter, sennò siamo daccapo; e b) influenzare la progettazione ergonomica e procedurale dei veicoli futuri.

Intervengo soltanto un attimo in questa interessante discussione perchè, a mio modesto parere, stiamo soltanto parlando del sesso degli angeli… :roll_eyes:
Mi spiego meglio… i sette astronauti del Columbia sono stati condannati NON dall’utilizzo o meno delle tute pressurizzate, NON dalla possibilità o meno di premere dei pulsanti… SONO stati condannati quando il team di ascesa ha “deciso” che l’impatto del detrito al momento del lancio non poteva avere danneggiato lo scudo termico… SONO stati condannati quando è stato “deciso” di non utilizzare le incredibili macchine da ripresa dell’AIR FORCE che (forse) avrebbero potuto mostrare il danno… SONO stati condannati (come ha giustamente indicato la CAIB) da una “insensibilità” della NASA che, in altri tempi, non c’èra e che aveva permesso di salvare i tre dell’APOLLO 13 da una situazione assolutamente “off nominal” come quella incontrata dai sette del Columbia… :disappointed:
Quindi, per favore, non parliamo di assurdità come quella di istallare seggiolini iettabili sulle capsule quando sarebbero stati del tutto INUTILI in tutti e due i disastri del sistema STS…
La navetta spaziale è stato un veicolo spaziale “fenomenale” ma, purtroppo, sopravvalutato dai suoi stessi costruttori (la Rockwell) ed utilizzatori (la NASA)… tutto qui… anche la vetusta ma affidabile Soyuz ha avuto LOC nelle prime 11 missioni (non dopo 25 come lo shuttle) ma nessuno ha mai pensato di pensionarla. Il sistema STS che abbiamo OGGI è un sistema molto più sicuro (certamente non il PIU’ sicuro possibile…) proprio grazie al sacrificio di quei 14 astronauti! Scusate lo sfogo ma sapete ormai fino alla noia che cosa è, per me, il sistema STS… :flushed:

Ed un doveroso ringraziamento ad Albyz per l’encomiabile traduzione delle principali evidenze del rapporto! :clap:

…se può interessare qualche tempo fa avevo reperito, non ricordo dove il pdf (che allego) con la scansione istante per istante dell’entrato offline dei vari apparati sulla base della telemetria. Se non fosse per il fatto che le cose si sono concluse in maniera drammatica (un pensiero alle famiglie) sarebbe una lettura avvincente. Potrebbero farci sopra la sceneggiatura di un film…

Infatti inutile recriminare sulle procedure quando per problemi del tipo incontrati sul Columbia,nessuna misura di sicurezza(se non una riparazione),avrebbe salvato la vita ai 7 astronauti.

Certamente sarebbe intelligente prevedere un protocollo che obblighi gli astronauti a tenere la tuta,soprattutto per evitare situazioni pericolose come Soyuz 11 o il rientro ASTP

Per il resto,se la tua nave si disintegra,non hai alcuna possibilità e la morte sopraggiunge in un attimo(e infatti tutti i decessi delle missioni usa sono avvenuti in pochi secondi)

Non voglio difendere nessuno, ma visto che si è aperta una parentesi sui danni allo scudo e sulle tanto proclamate leggerezze, la tengo ancora un attimo aperta per richiuderla subito.
E’ vero non si è valutata attentamente la gravità del danno, ma non era certamente il primo, e in passato si era atterrati con danni decisamente “anomali” senza avere problemi di sicurezza, forse si pensava anche in questo caso potesse andare bene (che si sia venuti a conoscenza della gravità effettiva, come è già stato discusso diverse volte ho i miei dubbi, tanto che non se ne è mai parlato durante tutta la missione nemmeno con l’equipaggio, per cui andrei piano con le accuse), ma dopo aver visto danni come questi, chi avrebbe pensato a qualche cosa di peggio?
Le prime come esempio sono di STS-27, l’ultima è un “sunto” dei danni accumulati
Chiusa parentesi

Beh non è forse così, l’equipaggio del Challenger probabilmente è sopravvissuto alla frammentazione della navetta ed è deceduto all’impatto con l’acqua alcuni minuti dopo…

Mi dispiace Albyz, ma secondo me Maxi ha ragione quando dice che un veicolo come lo Shuttle ha sempre necessitato obbligatoriamente di un controllo del rivestimento.
Quei danni che elenchi tu, a prescindere dal fatto che non sono nei punti critici, dovevano allertare la NASA, non tranquillizzarla.
Comunque non penso che alla NASA si siano resi conto di quello che era accaduto al decollo, ma il controllo come si fa oggi avrebbe evidenziato il problema.

Poi anch’io sono notoriamente di parte, ma le immagini che hai inserito mi fanno arrabbiare moltissimo: dimostrano che il sistema era vulnerabile e mi sono sempre chiesto e continuerò a chiedermi perché non hanno pensato da subito ad un sistema per controllare il rivestimento termico. Come del resto fanno ora.

E la stessa cosa la stanno facendo con Orion. Speriamo di no, ma se in orbita un micrometeorite perforasse, danneggiandolo, lo scudo termico?

Questo è vero infatti dal rapporto stilato dalla commissione d’inchiesta risultava che i componenti dell’equipaggio dovevano essere ancora vivi all’impatto con l’Oceano (2’ e 45" dopo l’esplosione - avvenuto a quasi 350 km/h), anche se privi di conoscenza a causa dell’ipossia per l’aria rarefatta in alta quota.
In quel caso un paracadute (che avrebbe dovuto sorreggere tutta la sezione prodiera) li avrebbe salvati. Ma questa è una speculazione gratuita.