Oltre che innovativo direi difficile. Non solo per la resistenza allo stress del rientro, ma anche per le precisione del punto di atterraggio che senza nessun sistema di controllo attivo suppongo sia difficile da controllare. In questo probabilmente aiuta il recupero con elicotteri, ovvero dei veicoli abbastanza veloci in grado di permettere un minimo di cross range in tempo utile. Posso supporre che uno o due chilometri di tolleranza possano essere gestiti dall’elicottero di recupero.
C’e’ da dire che l’eventuale aggiunta di un reentry burn non richiederebbe nuovo hardware puo’ quindi anche essere decisa successivamente se ce ne sono le condizioni. Serve il modo di economizzare un po’ di propellente (ad es. rinunciando a un po’ di payload i moltiplicatori sono abbastanza elevati), la capacita’ di riaccensione e un burn molto breve con il veicolo leggero puo’ ridurre significativamente l’energia da dissipare al rientro e migliorare ancora di piu’ la precisione. Ma sono ragionamenti miei, non ho trovato in giro nulla che suggerisca di introdurre un reentry burn come contingency, sembrerebbe che puntino a un rientro totalmente passivo.
EDIT: forse per il reentry burn serve anche un RCS per orientare attivamente il veicolo nel vuoto, quindi le cose forse sono piu’ complicate di quel che ho tirato a indovinare.