Rocket Lab annuncia un Electron riutilizzabile

Secondo Beck (vedi conferenza a inizio thread) l’aspetto qualificante e quello tecnologicamente innovativo del recupero del primo stadio dell’Electron non è la cattura in aria con l’elicottero ma la gestione puramente passiva del rientro.

Oltre che innovativo direi difficile. Non solo per la resistenza allo stress del rientro, ma anche per le precisione del punto di atterraggio che senza nessun sistema di controllo attivo suppongo sia difficile da controllare. In questo probabilmente aiuta il recupero con elicotteri, ovvero dei veicoli abbastanza veloci in grado di permettere un minimo di cross range in tempo utile. Posso supporre che uno o due chilometri di tolleranza possano essere gestiti dall’elicottero di recupero.

C’e’ da dire che l’eventuale aggiunta di un reentry burn non richiederebbe nuovo hardware puo’ quindi anche essere decisa successivamente se ce ne sono le condizioni. Serve il modo di economizzare un po’ di propellente (ad es. rinunciando a un po’ di payload i moltiplicatori sono abbastanza elevati), la capacita’ di riaccensione e un burn molto breve con il veicolo leggero puo’ ridurre significativamente l’energia da dissipare al rientro e migliorare ancora di piu’ la precisione. Ma sono ragionamenti miei, non ho trovato in giro nulla che suggerisca di introdurre un reentry burn come contingency, sembrerebbe che puntino a un rientro totalmente passivo.

EDIT: forse per il reentry burn serve anche un RCS per orientare attivamente il veicolo nel vuoto, quindi le cose forse sono piu’ complicate di quel che ho tirato a indovinare.

Piu che altro dobbiamo capire come faccia il primo stadio dell’ Electron a rallentare durante la fase Super-Sonica per non fare a brandelli il paracadute nella fase finale e non bruciare al rientro.

di che velocità si parla? Il primo stadio di solito non arriva oltre qualche migliaio di km/h che non è troppo impegnativa dal punto di vista termico, posto che ci sia qualcosa di poco impegnativo

Direi che pare vogliano usare il ballute per questo… che notoriamente funzionamente a velocità supersoniche e alta quota.
Il punto è che quel primo stadio entrerà a velocità al confine tra regime supersonico e ipesonico (anche se questo non è un valore “standard”) :smile:

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Come si legge nell’ultimo press-kit la fase propulsiva del primo stadio dura 2 minuti e 35 secondi. Nel video e nell’articolo si dice che il primo stadio raggiunge gli 8,5 mach, pari a 2915,5 m/s.

Il ballute sarebbe questo?

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Peter Beck, CEO di Rocket Lab intervistato in MainEngineCutOff podcast

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Non sapevo dove postarlo, qui mi e’ sembrato il posto migliore.

Pare che Rocket Lab oltre che sulla possibile riutilizzabilita’ stia lavorando sulla robotizzazione spinta per abbattere i costi di lancio.

La dichiarazione di Beck e’ a mio parere piuttosto incredibile: avrebbero fatto una macchina in grado di produrre un lanciatore ogni 12 ore, in ogni sua parte, suppongo a partire da semilavorati a relartivamente basso costo (ma e’ su questi dettagli che potrebbe cascare l’asino). Infatti il secondo articolo qui sotto sembra piu’ preciso e parla della produzione dei soli componenti in carbonio, anche se piu’ avanti sembra riferirsi a tutto il veicolo.

“We can produce one launch vehicle in this machine every 12 hours,” Beck says in the video. That includes “every bit of marking, every bit of machining, every bit of drilling,” he adds.

Vedremo se e’ vero e in che termini.

La notizia non sta avendo molta visibilita’, sono articoli di un po’ di giorni fa, ma se fosse vero la meriterebbe.

mi sembra una macchina per la laminazione dei prepreg di carbonio, in pratica fasciano le centine con i fogli di fibra, fanno il tubo

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Come risulta dalla conferenza del 6 agosto in cui veniva annunciata la riusabilità, attualmente RocketLAB riesce a produrre un Electron intero al mese e sta lavorando per poter sostenere un lancio alla settimana (anche grazie al recupero). E’ escluso che 12 ore possa essere il tempo in cui possa essere ultimato un lanciatore.

La fonte primaria della notizia è comunque questo video, twittato il 13 novembre.

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Mi era sfuggita questa intervista di Tim Dodd a Peter Beck di un paio di settimane fa, in cui parlano soprattutto della riutilizzabilita’ dell’Electron.

Veramente ottima, piena di ciccia tecnica senza troppi tecnicismi. Ovviamente tutta in inglese ma magari con l’aiuto dei sottotitoli per molti puo’ essere interessante.

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Me lo sono visto, confermo che è molto interessante!

La prossima settimana Rocket Lab inizierà il programma di test dei paracadute per il primo stadio.

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Test iniziati!

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Ancora un test e i paracdute saranno ok per il volo e quindi per un impiego nel processo di recupero, a partire dal 17-esimo volo.

E arriveranno anche dei video.

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Che non è tardato ad arrivare.

https://twitter.com/RocketLab/status/1291182725437616128?s=20

Assieme al giochino “spotta il booster riutilizzabile”:

https://twitter.com/Peter_J_Beck/status/1291182143905792001?s=20

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Un messaggio è stato spostato in un nuovo argomento: RocketLab rivela il progetto Photon

Ommioddio!!!

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…ma senza elicottero.

Dall’intervista di NSF con Beck viene detto che sarà necessario un altro splashdown, questa volta con uno scudo termico. Seguiranno altre tecnologie per migliorare il rientro.

Infine, il booster che è stato recuperato, quello di Return to Sender, è stato aperto per eseguirne un’analisi approfondita.

In termini di numero di riusi, per ora Beck sarebbe felice se un Electron riutilizzato volasse anche solo una volta.

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