Rocket Lab migliora le prestazioni di Electron

RocketLab, dopo aver scoperto la causa diel fallimento del tredicesimo volo, ha annunciato un miglioramento delle performance del razzo Electron, portando il carico massimo a 300 kg. Il miglioramento delle performance è stato reso possibile grazie ai miglioramenti nelle tecnologie delle batterie che alimentano i motori Rutherford.
Dalla fondazione di RocketLab, Electron ha visto alcuni miglioramenti nella capacità massima di carico: da 150 kg agli attuali 200 kg verso un’orbita SSO (Sun Sincrous Orbit) di 500 km e da 225 kg a 300 kg verso le orbite terrestri basse. Si tratta di miglioramenti in percentuale del 33% verso entrambe le orbite.
Rocket Lab è fiduciosa quindi di lanciare più carichi utili verso l’orbita bassa terrestre, lunare e per destinazioni inerplanterie a bordo di Electron spendibili, garantendo però allo stesso tempo maggiori margini in termini di massa per un Electron recuperabile. L’aumento delle prestazioni permette ai clienti che utilizzano il Photon possono usufruire di ulteriori 180 kg di massa per gli strumenti, avendo possibilità di svolgere missioni più complesse in LEo e oltre.

L’azienda rimarca inoltre l’unicità nel servizio offerto alle compagnie che sviluppano piccoli satelliti, fornendo una schedule dedicata, certa e personalizzata che non avrebbero come carichi secondari a bordo di vettori più grandi.

Viene infine fatta una disamina sul motore Rutherford, dal peso di 35 kg e primo al mondo con la tecnica della stampa 3D e primo alimentato a batterie. Lo sviluppo è iniziato nel 2013 ed è stato testato nello stesso anno. Nove motori ottimizzati a livello del suolo sono usati nel primo stadio, mentre uno adatto al vuoto nel secondo. I motori ground level producono singolarmente ora una spinta di poco meno di 25.000 N (rispetto agli iniziali 17000 N, un incremento del 32%) e un impulso specifico di 311 s, 8 secondi in più rispetto alla versione precedente, fonrendo un \Delta\! v di 3.05 km/s. I motori del secondo stadio ora hanno una spinta massima di 25800 N, rispetto ai 22000 N precedenti (aumento del 17%), fornendo un impluso specifico di 343 s, 10 secondi in più a quelli finora forniti, con un \Delta\! v di 3.36 km/s.

Passando alla parte più tecnica, viene spiegato che è il Rutherford è molto meno complesso, non avedo tutte le componenti di un motore classico a gas, come per esempio un Merlin o un BE-4. Unitamente alla stampa 3D (eseguibile in 24 ore e utilizzata nei componenti principali quali camera di combustione, iniettori, pompe e valvole del propellente) si riesce a diminuire drasticamente i tempi di produzione, pur raggiungendo un’efficacia pari al 90% dei motori tradizionali.

Qualche info in più nel comunicato sul sito.

Tutti i dati relativi alle spinte sono presi dalla sezione dedicata all’Electron sul sito di RL, assumendo che non siano ancora stati cambiati.

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tanta roba! 35 kg per il motore…ma di che porzione? Non ho presente quante pompe ci siano a bordo (ua per tutti o una per camera di combustione?) ma se pesa solo 35 kg tra pompe, camera di combustione, condotti e diffusore è veramente una piuma

Nuovo articolo di Giacomo Zanardi pubblicato su AstronautiNEWS.it

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