Si delinea il piano di intervento per la ISS

Si sta cominciando a delineare una strategia di intervento per portare le riparazioni necessarie ai pannelli danneggiati sulla ISS.
Verrà rimandata di un giorno la EVA-4 prevista per domani con la possibilità di rimandarla un’ulteriore giorno se il piano d’intervento non sarà pronto cancellando di conseguenza la EVA-5.
E’ stato chiesto maggiore tempo da terra per poter stilare un piano che risolva definitivamente il problema dei due strappi sull’array di pannelli solari sulla ISS danneggiatisi ieri durante l’estensione.
Mentre non sembra preoccupare l’approvigionamento energetico della ISS, funzionando praticamente a pieno regime anche con i pannelli strappati, quello che si vuole assicurare è la necessaria rigidità strutturale ed equilibrio sulla ISS per poter estendere completamente il set di pannelli.
Per le riparazioni si utilizzeranno per la prima volta, collegati insieme, il braccio robotico della stazione SSRMS e la “prolunga” studiata per lo shuttle OBSS per le ispezioni al TPS, essendo l’unico modo per raggiungere quella zona dei pannelli solari.
I dubbi riguardo il collegamento di questi due bracci erano soprattutto sulla rigidità di tutto il sistema, ma ricevuto l’ok da parte degli ingegneri responsabili si è considerato attuabile il piano, rimane solo da verificare che anche i sensori sull’OBSS possano sopportare gli stress termici richiesti da questa procedura i quali hanno un limite di esposizione a due ore per quasi tutti gli strumenti e a quattro ore per l’LDRI se riscaldato e rivestito da una coperta termica.
Se si dovesse danneggiare l’OBSS l’ultima ispezione allo scudo termico dovrà essere fatta solamente con l’RMS, ma potrebbe venir considerato troppo rischioso visto anche l’impatto avuto ieri con un micrometeorite che potrebbe aver lasciato segni sui pannelli colpiti.
L’ipotesi potrebbe essere quella di rimuovere quanti più strumenti possibili dall’OBSS e metterli al sicuro all’interno dell’airlock depressurizzato e poi rimontarli al termine della EVA.
Se ci fossero danni alla prolunga, non dovrebbero essere influenzate le missioni successive, visto che l’unità ora nello spazio dovrebbe essere utilizzata non prima del Febbraio 2008 e che sono già presenti molti pezzi di ricambio disponibili potendo anche assemblare una nuova unità per quella data.
La EVA di venerdì si preannuncia, dal punto di vista scenografico e spettacolare, come una delle più entusiasmanti che siano mai state realizzate sulla ISS con uno o due astronauti agganciati su un braccio che sarà lungo quasi 35m e che vedrà impegnati i tecnici a bordo della ISS e a terra in uno dei compiti più difficili dall’inizio della costruzione della Stazione, in una missione già difficile di per se, dovendo studiare una metodologia d’intervento in pochissime ore e cercando di risolvere una situazione che si preannuncia decisiva non solo per la EVA ma anche per le successive passeggiate.
Per quanto riguarda l’ispezione al SARJ sul lato opposto a quello danneggiato, potrebbe venir rimandata ad una EVA dell’equipaggio della stazione se non ci fosse il tempo necessario.
Con la cancellazione di una EVA per l’installazione del Nodo 2, la timeline per l’equipaggio della Exp.16 che già era compressa, lo sarà ancora di più dovendo installare completamente Harmony e poi effettuare tutti gli spostamenti prima della missione di Dicembre che potrebbe essere spostata in caso di ulteriori ritardi.

Questa missione era già complicata se tutto andava liscio, ora è ancora più complessa e rischiosa. Questo dimostra anche quanto devono essere flessibili gli astronauti e essere capaci di improvvisare molto in fretta. Certo che però è strano che in sede di progetto della ISS, non si sia prevista la possibilità di poter effettuare delle riparazioni sui pannelli…si sono fidati un po’ troppo dei calcoli? Tra l’altro se funziona l’utilizzare l’OBSS per portare gli astronauti fino ai pannelli, penso che non sarebbe una cattiva idea, lasciare su un OBSS, o qualcosa del genere, in maniera permanente sulla ISS…non si sa mai che in futuro si possa verificare un’altra situazione del genere…e se questo accade quando non ci sarà più lo shuttle :cry: :cry: sarà un bel problema risolverla con l’Orion…

L’avevo pensato anche io… lo metterei nella lista delle cosa da lasciare su dopo STS-133… tra l’altro nel male è ancora andata bene, perchè se fosse capitato nel pre-Columbia si sarebbe dovuto fare a mano…
Bisognerà comunque vedere se regge…

Si speriamo che regga…secondo me non ci dovrebbero essere troppi problemi…durante STS-121 in una EVA si era proprio sollecitato l’OBSS sottoponendolo ad oscillazioni indotte da un astronauta e la risposta era stata anche migliore del previsto…in questo caso porteranno il tutto, come è ovvio, all’estremo utilie del P4 e da li, tenuto conto che il panello verrà sicuramente ritirato ulteriormente, con l’OBSS sarà facilmente raggiungibile la parte danneggiata e ripararla, senza sollecitare troppo l’OBSS…l’unica cosa è non danneggiare la strumentazione per l’ispezione del TPS

Ennesima dimostrazione che nello spazio non esiste routine. Incrociamo le dita.

Certo che se fossero ancora in uso gli MMU, tutto sarebbe più facile.
Quello che mi lascia un poco dubbioso è il volere utilizzare il braccio robot della iSS con agganciato l’OBSS.
Tutti e due insieme raggiungerebbero una lunghezza di circa 35 metri, a parer mio molto lunga; questo potrebbe provocare delle forti oscillazioni che impedirebbero agli astronauti di compiere il lavoro in modo adeguato.
Io immagino il tutto come delle stecchette di plastica adagiate su dell’acqua, è inevitabile un continuo movimento!
Il danno di questi giorni ha dimostrato che non hanno progettato la ISS a misura di astronauta.

Uhm… vedrei un pò male l’utilizzo dei pur piccoli razzetti di controllo di un’MMU così vicino al pannello.

Oltre quel problema, la vedo comunque molto dura con un MMU lavorare senza continuare ad andare a sbattere, portandosi comunque dietro una buona dose di attrezzi fluttuanti…
Per il braccio non avrà la lunghezza totale perchè l’OBSS sarà afferrato a metà, per cui dovrebbe essere un po’ più corto… circa 25m…

Vero, ci vorrebbe comunque un punto di appoggio.

Io invece direi esattamente il contrario, se tutto andrà a posto sarà l’ennesima dimostrazione della bontà del progetto della ISS, la quale è realmente realizzata per essere mantenuta da un equipaggio permanente senza alcun supporto esterno e senza ogni volta buttare via tutto e inviare pezzi nuovi (evenienza fra pochi anni impossibile). La cui cosa che farebbe un attimo preoccupare in vista delle future missioni Lunari e Marziane dove l’eventuale invio di nuovi pezzi non sarebbe fatto in un batter d’occhio, e dimostrare di poter venire a capo di tutti questi piccoli e grandi problemi utilizzando solo quello che si ha a bordo a mio parere non è un dettaglio da poco, ed è l’ennesima dimostrazione di quale formidabile banco di prova sia e sarà la ISS in vista delle prossime tappe dell’esplorazione.

Pienamente daccordo con te Alby, anche se Topopesto in parte ha ragione…in fondo per riuscire ad arrivare al pannello danneggiato, alla NASA stanno facendo i salti mortali (o meglio hanno fatto) per riuscire ad escogitare un modo per affrontare il problema. Magari un po’ più lungo lo avrei fatto il braccio robotico della stazione, proprio per fronteggiare una simile evenienza.

Dunque, l’ISS è abitata da circa 2555 giorni http://www.nasa.gov/mission_pages/station/expeditions/index.html e credo che mai come in questa impresa le svariate “interfacce” uomo-macchina si siano dimostrate altamente compatibili ed implemetabili. Questo senz’altro grazie alla capillare pianificazione del lavoro, all’ottimo addestramento del personale di Terra e di bordo, ed alla efficiente collaborazione fra i vari parners.
IMHO, ovviamente. :wink:

Già, è evidente che nessuno aveva pensato a questa evenienza, visto che prima della STS-107 l’OBSS non esisteva. Nessuno aveva nemmeno ipotizzato (ma era una previsione quantomai pessimistica) che quel pannello sarebbe rimasto nella posizione provvisoria per così tanto tempo. Penso che l’importantissima lezione che se ne trarrà per le future missioni sia di progettare sempre gli habitat in modo da fornire agli astronauti una possibilità di accesso diretto a tutto, sia con mezzi high-tech (come i bracci meccanici) che low-tech (scale, appigli, agganci, prolunghe, ecc.)

Spock ha scritto:

Penso che l'importantissima lezione che se ne trarrà per le future missioni sia di progettare sempre gli habitat in modo da fornire agli astronauti una possibilità di accesso diretto a tutto, sia con mezzi high-tech (come i bracci meccanici) che low-tech (scale, appigli, agganci, prolunghe, ecc.)

Assolutamente daccordo!!! :smiley: :smiley:

Logicamente , l’utilizzo di MMU, avrebbe comportato la presenza di punti di aggancio x stabilizzare la posizione di un astronauta durante eventuali fasi di lavoro.
Certo è giusto dire che gli astronauti della ISS debbano risolvere i loro problemi con quello che hanno a bordo, è però vero che se non ci fosse stato lo Shuttle con il suo OBSS , non sarebbe stato possibile raggiungere il pannello solare in alcun modo.
Se la NASA non provvederà a fornire il il braccio robot della ISS di una prolunga, potrebbero esserci problemi insolubili in un domani.
Visto il problema attuale, sperando poi di non averne mai bisogno, non sarebbe una brutta idea averne una in orbita.

Topopesto ha scritto:

Certo è giusto dire che gli astronauti della ISS debbano risolvere i loro problemi con quello che hanno a bordo, è però vero che se non ci fosse stato lo Shuttle con il suo OBSS , non sarebbe stato possibile raggiungere il pannello solare in alcun modo.

Paradossalmente se non ci fosse stato l’incidente del Columbia, domani non potremmo fare questa riparazione…

E’ una cosa che trovo assurda…

Mi si dice sempre che del senno di poi son piene le fosse, ma io resto dell’idea che un organismo come la NASA non può permettersi tali sviste.
Se ci pensavo io che lo scudo termico poteva danneggiarsi, perchè non ci hanno pensato anche loro?
Hanno dovuto perdere una navetta per capirlo?

E qui ci siamo di nuovo.
Io pensavo che il braccio robotico della ISS permettesse di raggiungere ogni parte della stazione.
Ora sono senza parole.

Se questo fosse successo dopo l’STS-133, ultimo viaggio Shuttle?
Sarebbe bastato un micrometeorite che colpisse l’estremità di un pannello solare della stazione causandone il distacco parziale.
Con cosa lo riparavano? Sputo digiuno sparato con una fionda? :bi:

Ragazzi, si chiama “risk assessment”.
Visto che non è possibile (per motivi logistici e finanziari) immaginare tutti gli scenari e tantomeno avere un piano di backup per tutto, durante le fasi di progetto si valutano tutti i possibili eventi, le probabilità che questi eventi hanno di accadere ed i rischi connessi a questi eventi (in caso questi scenari accadano davvero).
Fatta questa analisi si decide per quali scenari si provvederà un piano e per quali no.

Evidentemente questa è una di quegli scenari per i quali non c’era un piano pronto.

Non è una cosa tanto scandalosa.

Concordo con alcuni ma mi preme chiarire un paio di punti che forse passano un po’ inosservati.
Per prima cosa il braccio robotico non è ancora completo, questo significa che manca ancora l’ultimo segmento, il Dextre che aggiungerà con la STS-123 altri 4m di braccio e maggiore maneggevolezza con i suoi piccoli snodi.
Altra cosa che si è valutata nella costruzione del braccio è la raggiungibilità di ogni componente della ISS, non il raggiungimento di ogni punto della stazione, che come dice adblues avrebbe comportato una complicazione sensibile nella progettazione e gestione del Canadarm 2 o qualsiasi altra cosa al suo posto per avere dubbi benefici.
Seconda cosa, non è vero che senza OBSS la riparazione sarebbe stata impossibile, tant’è vero che in fase decisionale si sono valutate le due ipotesi, ovvero quella prescelta e quella con gli astronauti guidati sul traliccio manualmente, si è poi scelta questa procedura proprio perchè era disponibile l’OBSS, ma non si è mai detto che senza questo si sarebbe buttato via tutto.

Mi pare che le previsioni siano state abbondantemente disattese.
E più di una volta…