C’è una sezione di wikipedia, forse un po’ troppo tecnica, che riassume le difficoltà tecniche di un SSTO:
Se guardi il grafico a destra, però, puoi notare bene come i SSTO stiano proprio al limite della tenuta strutturale, è che ti devi spingere ben oltre i 400 di ISP per riuscire a stare fuori dalla parte critica gialla. 400 di ISP è inimmaginabile per me al decollo.
Le formulacce descritte sono solo relative alla Terra, il corpo celeste da dove SIDEREUS vuole far partire il suo prototipo. SSTO da altri corpi celesti ci sono stati, ad esempio dalla Luna o da asteroidi leggeri e senza atmosfera, da cui sono poi stati prelevati campioni. Quindi la tecnologia è fattibile, ma la Terra ha delle complicazioni che altri corpi non hanno.
Se il razzo è molto grande, ci si può avvicinare di più ai limiti strutturali. Con una tonnellata, così sembrano le dimensioni di SIDEREUS, tecnicamente forse si riuscirebbe ad arrivare a pochi grammi di payload in orbita, sempre dando per buone le formulette di wikipedia. Purtroppo, la riusabilità e le dotazioni per un rientro del payload potrebbero contribuire ad annullare il margine che gli ideatori della startup hanno in mente per avvicinarsi al limite strutturale.
Non siamo a conoscenza di una tecnologia sviluppata da loro per abbassare i limiti strutturali, è vero, ma le critiche che stanno arrivando da alcuni di noi si riferiscono solo a tecnolgie attualemente in uso.
Se SIDEREUS porterà un’innovazione tale da stringere la fascia gialla del grafico, sicuramente ci sarà tanto beneficio per i lanci spaziali.