Sono le radiazioni il vero ostacolo all’esplorazione umana del cosmo?

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Che “articolone”!
Molto interessante, ci metterò un pò x leggerlo (a pezzetti) :slight_smile:
Interessante lo schemino delle radiazioni

Grazie Livio. Francamente, è un mattonazzo, ma vuole esserlo. Principalmente l’ho scritto in un lungo periodo di tempo durante il quale ho cercato di capire davvero l’argomento delle radiazioni in generale, e del loro impatto sull’esplorazione dello spazio in particolare. Piccole dosi sono sempre consigliate :slight_smile:

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citando dall’articolo:

Gli equipaggi a bordo della ISS per una delle tipiche Expedition della durata di 6 mesi ricevono in media 80 mSv in periodo di massimo solare (cioè un periodo nel quale sul Sole è presente una grande quantità di macchie solari e che si accompagna ad un’espansione del campo magnetico solare in grado di deflettere le sue particelle), e 160 mSv se la missione si svolge in un periodo di minimo solare (cioè un periodo nel quale il numero di macchie solari è minimo così come l’intensità del campo magnetico della nostra stella).

quindi nel periodo di minima attività solare fgli astronauti ricevono più radiazioni potenzialmente dannose, il che significa (correggetemi se è sbagliato) che la maggior quantità di radiazioni dannose non arriva dal sole, ma anzi il campo magnetico del sole ci protegge…

è esatto o non ho capito una cippa? :point_up:

No, hai capito bene DOOOOD. E’ un po’ controintuitivo: anche se e’ vero che in periodi di massimo solare vi e’ un numero maggiore di brillamenti solari, e’ anche vero che l’ipertrofico e distorto campo magnetico del sole deflette molte particelle cosmiche, le piu’ dannose in assoluto per eventuali viaggiatori umani.
Si veda https://www.spaceflight.nasa.gov/spacenews/factsheets/pdfs/radiation.pdf e http://news.agu.org/press-release/increasing-cosmic-radiation-may-boost-danger-for-manned-missions-to-mars/ per ulteriori dettagli (in inglese)

Non è affatto un mattonazzo. È un bellissimo articolo di approfondimento redatto in maniera esemplare.

Stavolta sono io che ringrazio Marco per il suo lavoro. [emoji482]

Io l’ho letto tutto in una volta - la gran parte ad alta voce. Ho fatto male? :slight_smile:

E’ molto completo (detto da uno del mestiere), ed hai fatto bene a non parlare delle dosi di radiazione frazionate al corpo, inteso nel senso che certe parti del corpo possono ricevere dosi di radioattività maggiore di altre. Questo ovviamente è valido se hai sorgenti puntiformi e vicine, ma quando le sorgenti sono lo spazio profondo allora tutto il discorso “decade”.

GRANDE GIOVE :nerd:

Questo me lo leggo poi con calma, per ora :clap: :clap: :clap:

Bellissimo articolo Admin! :clap: :clap:

Mi permetto di non essere d’accordo con te sul “tecnologicamente siamo pronti a patto di assumerci rischi”.
In questo senso: se tecnicamente non siamo in grado di garantire gli standard di sicurezza medica, allora non siamo pronti tecnicamente; rilassare i limiti (o accettare rischi maggiori, vediamola come ci pare) non è una soluzione IMHO.

Io invece sono d’accordo nel senso che la tecnologia esiste per cui il viaggio (soldi a parte) si può effettuare, per effettuarlo si è a conoscenza del rischio intrinseco che si corre. Se siamo disposti a correre questo rischio possiamo tecnologicamente fare il viaggio.

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Ma non è un rischio,è una certezza.
E finchè non avremo risolto il problema,dubito molto che qualche ente spaziale manderà un equipaggio incontro a morte sicura.

IMHO i cinesi ci hanno sicuramente pensato, perché già l’avevano ipotizzato per la luna. Sicuramente é la moralità del resto del mondo che non glielo consente.
Le ipotesi suicide di viaggi di sola andata mancano nel “mattonazzo” :grin:

Tutti noi andiamo incontro a morte sicura. Gli astronauti marziani non moriranno certo per le radiazioni subite. Lo faranno negli anni seguenti forse a causa di quelle radiazioni. Ma nel frattempo moriranno anche innumerevoli loro coscritti che su Marte non ci sono andati.

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Ah,beh,allora imbottiamoci di sostanze cancerogene,che ci frega…tanto dobbiamo morire.

Ti sembrerà impossibile ma ogni 4 secondi c’è un essere umano che muore di cancro, e ho contato solo quelli che non sono andati su Marte.

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Ma forse sarebbe il caso di impegnarsi per abbassare quel numero,non per incrementarlo mandando lassù astronauti alla disperata tanto per il gusto di compiere una bella impresa.

Carmelo, forse ti sfugge il fatto che noi esseri umani non siamo immortali. Certo, possiamo abbassare le cause di morte per cancro ma inevitabilmente si alzeranno gli indici di altre cause di morte.

Sono riuscito a leggerlo solo stasera. Molto interessante, rende molto più chiari i rischi dello spazio profondo. Mi permetto un appunto: visto che il tempo di viaggio è un fattore determinante per la dose di radiazioni assorbite dagli astronauti bisognerebbe cercare di ridurre il più possibile questo tempo, e questo mi fa tornare alla mente la proposta di Carlo Rubbia per un motore nucleare ad Americio. Certo, sembra paradossale piazzare gli astronauti sopra un reattore nucleare per proteggerli dalle radiazioni!

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Francamente mi sfugge il nesso con i viaggi spaziali…
Visto che in ogni caso si muore tanto vale andare su Marte o su Titano a “cercar la bella morte”?
Può darsi, e un opinione rispettabile,come quella di chi fuma tre pacchetti di sigarette al giorno o chi non mette mai la cintura di sicurezza in auto,o ancora di quei tizi che fanno sport estremi incuranti del rischio “perchè tanto si muore”.
Temo però che,considerando che le agenzie spaziali dopo le note tragedie del Challenger e del Columbia hanno addirittura aumentato i parametri di sicurezza,difficilmente autorizzerebbero una missione con equipaggio se i rischi per la salute o per la sopravvivenza degli Astronauti non fossero contenuti entro parametri accettabili.
Restano però i privati.
Magari Musk o ,qualcun altro, potrò organizzare un viaggio e ,nel caso abbia il via libera per il lancio dalla competente autorità Federale,non dubito troverà molti volontari votati al sacrificio (“morituri te salutant”).
Auguri…personalmente non comprendo il senso di un impresa del genere,ma ognuno è libero di suicidarsi come crede.

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