Sono le radiazioni il vero ostacolo all’esplorazione umana del cosmo?

Problema risolto, basta usare sangue di drago.
L’articolo è serio.

2 Mi Piace

Basandosi sulle valutazioni degli astronauti relativamente alle missioni del progetto Apollo, tutti loro (almeno per le prime) si davano un 50% di possibilità che qualcosa andasse storto e di poter morire, ma nessuno (che io sappia) si è mai sottratto da una missione per questo motivo. Tale premessa per dire che, indipendentemente dallo stato dell’arte della tecnologia attuale, se proponessero una missione su Marte al corpo astronauti con le percentuali di rischio attuali, credo ci sarebbe la fila di candidati. Questo per dire che tutto è perfettibile e migliorabile, ma se ad un certo punto non si osa, si rischia sempre di rimandare all’infinito in cerca della perfezione che difficilmente, nell’esplorazione spaziale, si può raggiungere. Se fosse stato così per la Luna forse non l’avremmo raggiunta ancora adesso.

2 Mi Piace

Discorso giusto come principio generale, nel senso che se una cosa non si prova, si rimane fermi per sempre.

Ma calato nella realta’ e soprattutto nel contesto di questo Topic, che senso pensare di mandare in fretta astronauti verso Marte (che ha rischi e tempistiche di ordine totalmente diverso dalle imprese lunari) sapendo che quasi con certezza contrarranno un cancro nel giro di pochi anni, sepre che non arrivino già malati, senza opportune contromisure?
Che utilità avrebbe? Sarebbe accettabile eticamente?

Non credo ci servano “stunt” di supereroi per dire che abbiamo piantato la bandiera su Marte. Credo serva una strategia di esplorazione che garantisca in modo ragionevole la buona salute degli astronauti, tenendo conto degli specifici rischi legati a quello che si vuol fare.

Un passo fondamentale è non equiparare il salto Terra-Luna con Terra-Marte, perché siamo su ordini di grandezza diversi sotto ogni punto di vista.

Il resto, ovviamente secondo me, sono smargiassate che negli anni della guerra fredda e dati i rischi dell’esploraizone lunare erano accettabili e forse anche necessarie, ma oggi non hanno alcun senso.

4 Mi Piace

oltre alla possibilità di rientro, alla disponibilità di rifornimenti, alla copertura di eventi anomali. Parliamo di una missione di anni a decine di milioni di km, non del “giretto” di una settimana a 380.000 km. Non confrontabile, secondo me.

3 Mi Piace

Sicuramente le vostre osservazioni sono correttissime e le condivido pienamente, ma quello che volevo dire è che, se adesso le agenzie spaziali proponessero un viaggio su Marte con tutte le problematiche che comporta (facciamo finta che ci sia in atto una competizione con i Cinesi per chi arriva prima su Marte a dimostrare così la superiorità tecnologica tra oriente e occidente), sicuramente si troverebbero candidati volontari senza nessuna difficoltà benchè informati e consci dei gravi rischi da assumersi. Questo sia per l’effimera gloria di essere il primo e sia perchè l’uomo è nato per esplorare ed è nella sua natura rischiare per conseguire nuovo sapere (che spesso coincide anche con nuove ricchezze). In ogni caso, in un viaggio così lungo, son talmente tante le incognite che dubito si possa arrivare ad un livello di sicurezza accettabile per i canoni attuali.

3 Mi Piace

Su questo aspetto concordo con te.

2 Mi Piace

In una società pervasa dai media come la nostra far morire un astronauta è un modo sicuro per scatenare una polemica sulla necessità di spendere soldi nello spazio

Oggi nel mondo la gente muore a frotte causa guerre malattie e nel percorso di emancipazione da queste nelle grandi migrazioni dall’Africa, dal Sud America e dall’Asia

Ma finché non finisce in mare un barcone con mille persone nessuno (cioè pochi) ci fa caso.

Così come negli Stati Uniti la violenza da arma da fuoco è giornaliera ma finché non c’è un mass shooting in una scuola elementare è una notizia da terza pagina

Secondo voi la NASA manderebbe qualcuno su Marte con una telecamera puntata H24 in diretta mondiale per poi vederlo ammalarsi e/o morire?

Sarebbe il modo migliore per poter chiudere tutti i programmi di esplorazione umana

E con la Luna fanno bene a testare e ritestare
Ormai questa società ricca è quella della non sofferenza e del rifuggire la morte

A prescindere che si possa essere d’accordo o meno (ed io sono per evitare sempre morti inutili sia sulla navicella spaziale che sul barcone) questa è la società con cui dai deve aver a che fare chi pensa di Andre BLEO

Musk rischia i suoi soldi e quelli dei suoi azionisti e può permettersi una ricaduta di immagine negativa (già ci ha abituato)

La NASA no. La NASA è il governo, la politica

3 Mi Piace

No, secondo me non accadra’ mai salvo scenario alla Armageddon.

Nell’articolo che ho scritto ormai 5 anni fa facevo infatti cenno alla possibilita’ che mentre gli enti pubblici sono di fatto costretti ad adottare atteggiamenti molto prudenziali, oltre che a obbedire alle leggi vigenti, non e’ detto che si possa impedire a un privato, che lancia con mezzi suoi da acque internazionali, di fare quel che crede, imbarcando persone pronte a tutto costi quel che costi.

Quindi le valutazioni su questi scenari, ancora di piu’ oggi, a 5 anni dalla stesura di quel pezzo, devono mettere in conto anche protagonisti diversi dalle agenzie spaziali governative.

3 Mi Piace

Volontari si troveranno sempre.
Oggi hai la certezza che si ammaleranno, non è un rischio.
Sono sempre stato dell’ idea che prima bisognava acquisire esperienza con lunghe permanenze nei voli lunari.
Mi preoccupa il futuro perché il modo di pensare ed i valori cambiano nel tempo.
Abbiamo ampi esempi di come i mondi pubblici e privati possono infischiarsene dei rischi e perseguire i loro scopi a qualsiasi prezzo.
Per il momento il settore spaziale ne è immune, ma se passa una mentalità più sbrigativa nell’affrontare i problemi, allora avremo astronauti che dovranno affrontare molti più rischi di quelli attuali. Sicuramente cosi ci sarà molto più patos, ma non mi piace l’equazione astronauta = gladiatore.

Una bella diretta di @zzambot Marco Casolino su questo argomento.

3 Mi Piace

Uno che ci ha lavorato a questo problema afferma che ci sono tonnellate di ingegneri e scienziati NASA che sanno che questo problema è risolvibilissimo.

Unità di misura a parte, nel thread viene chiarito che è semplice abbassare il rischio ai livelli consentiti dal Congresso, che comunque non è zero e ci sarà un aumento dell’incidenza di leucemia tra gli astronauti marziani.
Inoltre, e questa è un’affermazione più forte, dice anche che non conosce nessuno che pensa che non abbiamo conoscenze sufficienti per risolvere il problema, e chi dice così lo fa solo per cercare di accaparrarsi qualche fondo in più per la sua ricerca.

Philtill dando per risolto il problema parla solo del viaggio verso Marte Quando hai tanto da portarti dietro il che però non mi pare valido per il ritorno o si riferisce a basi sepolte nella regolite che sì protegge ma non si andrà su Marte o sulla Luna per restare chiusi nella base.

(Ma poi lo scudo massivo mi rovina il panorama)

Come stanno le cose per gli altri?

Scudi alzati: nuove idee potrebbero rendere praticabile la schermatura attiva
La schermatura attiva è stata proposta per la prima volta negli anni '60. Siamo finalmente vicini a farlo funzionare.

Molto interessante: Riassume il problema, tratta la storia degli approcci teorizzati, lo stato dell’arte della schermatura attiva, (un po’ speculativa).

Chiosa così

Ma poi, il 5 gennaio 2022, la NASA ha rivisto la sezione 4.8.2 dello standard del sistema umano del volo spaziale e ha fissato il limite di dose di radiazioni nella carriera degli astronauti a un valore fisso di 600 mSv. Gli scudi attivi offrono una riduzione della dose di circa il 50% al costo di enormi penalità di massa e sforzi di sviluppo. Sono sempre stati accantonati perché eccessivi. Semplicemente non avevamo bisogno di così tanta protezione. Con i nuovi standard della NASA, alla fine potremmo farlo.

Parlando sempre e soltanto di scudi per navette, (i pedoni possono morì!).

2 Mi Piace

Forse no. Il problema principale degli scudi attivi sembra il peso, ma in una installazione fissa potrebbe risolversi con la costruzione modulare.

Già, ma l’omino che esplora Marte o la Luna (cosa che immagino verrebbe fatta molto più spesso che non un eVA d’ISS) non avrebbe con se un carretto con un modulo, no?
Ed è quel lavoro fatto in giro che mi frigge l’omino a giustificare tutta la spedizione…

1 Mi Piace

Chissa’ perche’ continuo a pensare che di omini in giro ne manderanno sempre di meno, basta che gli omini siano nei dintorni dove il ritardo di comunicazione e’ contenuto nelle frazioni di secondo. Al sicuro in un ambiente schermato. Magari non troppo dentro ai pozzi gravitazionali. Sul terreno a operare solo ferraglia.

2 Mi Piace

Estremamente probabile, ma meno romantico. Ogni tot anni l’uomo serve anche per ragioni commerciali