Ma sarebbe possibile stimare le conseguenze di un simile assorbimento sulla salute umana?
Cioè,posto un simile assorbimento,dal punto di vista medico ci sono paramentri che ci indichino la probabilità di tumore ( o altri danni per la salute) e il lasso temporale in cui questo verrebbe a svilupparsi?
Certo gli studi non mancano, già l’articolo da cui siamo partiti suggeriva che:
Se si passa a considerare l’esposizione alle radiazioni ionizzanti subita dagli astronauti nel corso di un viaggio verso Marte attorno al 2030, sorgono ulteriori problemi. In questo scenario di missione alcuni studi stimano un’esposizione totale pari a 1000 mSv, con un aumento del REID al 4,2% per un uomo di 40 anni ed al 5,1% per una donna della stessa età.
Poi, per i danni deterministici si possono fare considerazioni più dettagliate, perchè si osservano una soglia ed una correlazione piuttosto lineare tra entità del danno biologico e dose ricevuta; tuttavia si tratta di effetti che si osservano perlopiù (ma non esclusivamente) in seguito ad esposizione acuta a dosi significative. Ad esempio l’opacizzazione del cristallino rappresenta un effetto deterministico, è dose-dipendente e si osserva solo superata una certa soglia: attualmente, il limite di esposizione per i lavoratori a questa specifica struttura dell’occhio è di 150mSv/anno, recentemente credo ridotta ulteriormente nella maggior parte dei Paesi.
I danni stocastici sono evidentemente prevedibili solo sulla base di dati epidemiologici preesistenti, non essendoci gradualità nel manifestarsi degli effetti e non essendoci alcun effetto-soglia. 1200 mSv non sono pochi, anche considerando che la dose minima annuale a cui si osserva già un incremento del rischio di mortalità per tumore è 100mSv…
Tuttavia, nel nostro caso (esplorazione spaziale) è molto complicato fare considerazioni approfondite, soprattutto di tipo probabilistico, perchè la situazione di una esposizione medio-alta prolungata nel tempo è davvero inusuale sulla Terra e quindi non abbiamo molti dati su cui lavorare. La maggior parte delle informazioni che abbiamo derivano dalle esplosioni di ordigni nucleari e soprattutto da incidenti (impianti per la produzione di energia oppure “criticality accidents”), dove però l’esposizione è acuta o subacuta: in questo caso 1000mSv sono già sufficienti per determinare avvelenamento da radiazioni (nausea, sterilità transitoria, immunodepressione etc.) ma questo non ci dice molto sull’effetto stocastico relativo, men che meno associato ad una esposizione ben più dilazionata.
Si’, come scritto nel blocco che quotavo nella mia precedente risposta.
Per gli esseri umani il rischio di morte legato al cancro (REID) aumenta al 4,2% per un uomo di 40 anni ed al 5,1% per una donna della stessa età.
E’ possibile fare analogie con altre sostanze che comportino le stesse percentuali di rischio?
Per esempio il fumo di sigarette o una dieta a base di carne rossa,o ancora il contatto per motivi di lavoro con sostanze inquinanti.
Io credo che comparare questi valori sia importante per comprendere il rischio che,eventualmente,gli astronauti correrebbero e fino a che punto varrebbe la pena correrlo.
E’ il discorso che faceva Lupin.
Lui,se ho capito bene, dice in sostanza che un cittadino occidentale medio,tra inquinamento,comportamenti ed abitudini “scorrette”,e inevitabile contatto con agenti potenzialmente cancerogeni,assume ( più o meno consapevolmente) dei rischi per la sua salute,che si traducono in un aliquota di persone che nel corso della propia vita si ammalerà di tumore.
Perchè dunque,se il Signor Rossi si fuma le sue quattro o cinque (se non di più) sigarette al giorno,si mangia le sue belle bistecche settimanali,respira i gas di scarico della sua città e parla al telefonino senza auricolare, questo può essere considerato normale e nell’ordine delle cose,ed è invece considerato inaccettabile che l’ Astronauta Smith andando su Marte corra percentualmente lo stesso rischio di ammalarsi di cancro?
Ora,se le probablità di ammalarsi sono le stesse che un normale cittadino Americano o Europeo ha sulla terra,semplicemente vivendo la sua quotidianità con precauzioni medie,allora Lupin ha ragione (fermo restando che per tutta una serie di motivi nessuna agenzia spaziale partirebbe senza aver considerevolmente risolto o cercato di risolvere quei rischi).
Se invece il rischio è maggiore per un Astronauta e ,diciamo paragonabile a quello di un lavoratore a contatto con sostanze inquinanti e cancerogene Il discorso cambia di molto,e credo che neanche in nome dell’esplorazione e della scienza sarebbe lecito far correre simili pericoli ad un essere umano.
In genere l’incremento di rischio descritto è riferito alla popolazione generale di appartenenza, quindi al signor Rossi del mondo occidentale che mangia in una città inquinata e mangia carne e via dicendo.
cosi’ sui due piedi direi che le radiazioni sono ben piu’ pericolose.
si registrano casi di persone che pur fumando non sviluppano neoplasie e nemmeno mangiando carne rossa.
Insomma nella discussione si tralascia una cosa venuta fuori credo il mese scorso , sulla casualita’ dei tumori.
E’ piu’ importante lo stile di vita ma purtroppo anche la casualita’ ha un peso. C’e’ da considerare anche la predisposizione
genetica a contrarre tumori. Complicata anche dal fattore eta’ che e’ direttamente proporzionale alla capacita’ di autoriparazione cellulare.
Secondo me non e’ cosi semplice fare stime… dipende… o cosi’ dice mia moglie che nel campo oncologico ci lavora… mah…
Sempre meglio evitare il piu’ possibille comportamenti poco virtuosi
con la banale differenza che la scienza dispone di moltissime più informazioni da valutare su una enormemente maggior popolazione e da molto più tempo per quanto riguarda lo studio dei rischi del fumo e dell’ alimentazione che sulle radiazioni a cui si esposti quanto il corpo umano si trova nello spazio.
E' il discorso che faceva Lupin.
Lui,se ho capito bene, dice in sostanza che un cittadino occidentale medio,tra inquinamento,comportamenti ed abitudini "scorrette",e inevitabile contatto con agenti potenzialmente cancerogeni,assume ( più o meno consapevolmente) dei rischi per la sua salute,che si traducono in un aliquota di persone che nel corso della propia vita si ammalerà di tumore.Perchè dunque,se il Signor Rossi si fuma le sue quattro o cinque (se non di più) sigarette al giorno,si mangia le sue belle bistecche settimanali,respira i gas di scarico della sua città e parla al telefonino senza auricolare, questo può essere considerato normale e nell'ordine delle cose,ed è invece considerato inaccettabile che l' Astronauta Smith andando su Marte corra percentualmente lo stesso rischio di ammalarsi di cancro?
le brutte abitudini del S. Rossi sono una sua libera scelta personale che coinvolge terze persone solo nel caso si ammalasse effettivamente di tumore con costi di cure a carico della collettività, secondo me poco paragonabile al caso di astronauti inviati su Marte dato che si coinvolge del rischio di tumori da radiazioni fin da subito la agenzia spaziale che lo manda.
Scusate se riapro un vecchio thread, se del caso spostate pure.
Ieri su MediaINAF è apparso un interessante articolo sui principali rischi cui vanno incontro gli esseri umani nelle missioni spaziali, basato sulle risultanze dello Human Research Program di NASA.
Al primo posto, manco a dirlo, l’irrisolto problema delle radiazioni; a seguire isolamento, distanza dalla Terra, assenza di gravità e presenza di ambienti ostili.
Fonte http://www.media.inaf.it/2018/10/01/rischi-spaziali
EDIT: sempre nella giornata di ieri, il sito istituzionale della Georgetown University ha reso noti i risultati di una ricerca, di recente pubblicata sulla rivista PNAS, che denuncia i gravi effetti delle radiazioni ionizzanti sull’apparato gastrointestinale.
Basata su uno studio compiuto sui ratti, la ricerca riporta l’insorgenza di un significativo rischio di sviluppare tumori allo stomaco ed al colon, a carico degli astronauti impegnati in missioni nello spazio profondo.
Eventualità scongiurata in caso di missioni di breve durata, quali quelle aventi come obiettivo il nostro satellite naturale.
Fonte
La soluzione ai tumori sviluppati durante le missioni di lunga durata, potrebbe risiedere nell’immunoterapia. Che é già stata attivata a livello di protocollo in Europa/Italia per i tumori ai polmoni e prossimamente al fegato, e che verrà estesa man mano agli altri tipi, tra cui il colon.
Buongiorno a tutti,
forse ne siete già a conoscenza, ma volevo inserire i link in questo topic per completezza, degli esperimenti italiani sulla ISS per misurare le radiazioni ALTCRISS in presenza di materiali per la protezione da radiazioni, quindi in linea con gli studi descritti nell’articolo, e l’esperimento PERSEO. In questo ultimo caso si tratta di dispositivi di protezione individuali modulari che però sono pensati per situazioni di emergenza, come un’improvvisa eruzione solare. Queste protezioni sono dei “contenitori” vuoti che possono interfacciarsi con il sistema idrico della ISS, essere riempiti d’acqua e, una volta terminato l’evento pericoloso, essere svuotati.