STS-130: le ipotesi di rinvio e riprogrammazione del lancio

A seguito del fallimento di alcuni test al banco delle linee flessibili dell’ammoniaca che uniranno Unity al Nodo 3 e permetteranno il raffreddamento di quest’ultimo, sono in analisi tre diverse opzioni scaturite dalla necessità di riprogettare e costruire i condotti che uniranno i moduli.
Le tubazioni sotto analisi sono costruite da una ditta Californiana e avrebbero dovuto essere consegnate questa settimana al KSC in vista del lancio della missione il prossimo 7 febbraio.
Si stanno quindi valutando attualmente diverse opzioni alternative, e in particolare:

  • Lanciare come programmato la missione il 7 febbraio ma senza i nuovi componenti agganciando il Nodo 3 alla ISS ma non attivandolo per la mancanza dei sistemi di raffreddamento.
    Il modulo verrebbe collegato esclusivamente all’energia elettrica indispensabile e attivato solo durante un successivo volo. In tale volo verrebbero trasportate sulla ISS le nuove tubazioni e si potranno svolgere le EVA di installazione con il successivo spostamento di Cupola dal portello di sinistra a quello di nadir e il PMA-3 dallo zenith del Nodo 2 al sinistro di Tranquility.
  • La seconda opzione è quella di rimandare il lancio aspettando la costruzione e la consegna dei nuovi componenti, in questo caso sarebbe prevedibile uno slittamento della missione di circa 1-2 settimane.
  • L’ultima ipotesi, attualmente la meno considerata è quella di scambiare lo svolgimento delle missioni fra STS-130 e la successiva STS-131.

L’ipotesi raccomandata nella riunione odierna dei vertici del programma è la prima illustrata, ovvero un lancio come programmato ma con una missione ridotta per l’impossibilità di attivare completamente il modulo.
Secondo questa ipotesi si eseguirebbe la prima EVA, come programmato, per collegare l’alimentazione elettrica del modulo e tenerlo in questo modo in vita. Due giorni dopo la seconda EVA verrebbe utilizzata per svolgere tutti i task non relativi all’attivazione del Nodo e la terza e ultima EVA verrebbe cancellata riducendo la missione di due giorni.
Per domani è prevista la presentazione di un nuovo piano di volo riadattato secondo tale ipotesi che includerebbe tutti i task comunque eseguibili compreso un eventuale modo per attivare il modulo anche senza l’utilizzo delle linee di ammoniaca in questione.

Intanto la preparazione al lancio procede senza altri grossi intoppi, oggi è stato dato il “GO” per trasferire in rampa il payload della missione ed essere inserito nella stiva della navetta.

Ma se il ritardo fosse solo di 1-2 settimane che senso ha fare un eva, con tutto ciò che ne comporta, e non sostituire queste tubazioni a terra, c’e’ sicuramente qualcosa che non conosco, visto che chi prende queste decisioni sà i rischi che si hanno in un eva, e non parlo di rischi umani, ma di rischi molto più banali del tipo “la vite non entra”, “non riesco a spingere abbastanza” ecc. ecc.
C’e’ forse un problema di finestre di lancio? So che l’ISS non può avere lo shuttle connesso in alcuni periodi dell’anno per problemi di orientamento e di temperature conseguenti.
Oppure il problema è davvero banale e facilmente risolvibile in un EVA successiva… Eppure pensavo che il TCS ad ammoniaca fosse fondamentale per tutti i moduli, e non che “se ne potesse fare a meno” non utilizzando il modulo.

ciao
Raffaele

Acris a quanto ho capito l’EVA la devi fare comunque perchè funzionanti o no quei “tubi” non fanno parte del modulo in sè stesso ma sono i raccordi fra modulo e ISS. Vanno comunque installati in una EVA una volta in orbita non possono essere installati a terra (Così almeno mi è parso di capire…)
Le soluzioni sono:

  • si aspetta 1/2 settimane e si va su con tutto e si installa tutto
  • si va su così e si installa il modulo senza controllo termico e non lo si usa rimandando la EVA di installazione dei “tubi” ad una missione successiva quando i “tubi” saranno pronti
    In sostanza la EVA te la devi fare prima o dopo

A me l’ipotesi dell’installazione in attesa di una seconda missione sembra abbastanza problematica: la programmazione di un’altra EVA nella missione successiva non creerebbe lo sconvolgimento dei programmi? Gli astronauti addetti all’EVA non sono addestrati in base al payload? Secondo me non varrebbe la pena di creare così tanti problemi per non aspettare un paio di settimane in più… :roll_eyes:

Concordo con te se si tratta di 2 settimane e si utilizza questa missione altrimenti diventa un bel problema … meglio far slittare una EVA che mezzo manifesto Shuttle

Per capire di quali linee dell’ammoniaca stiamo parlando vi rimando a questo mio post di qualche mese fa:

Per rispondere ad Acris invece, mi sembra un po’ strano che il ritardo possa essere di solo 1-2 settimane. Per ri-qualificare qualcosa che deve andare in orbita ogni volta ci si mette un botto di tempo…
Certo che lanciare nodo e tenerlo spento fino alla missione dopo, che peccato. Io già speravo in un bel video di cupola :frowning:

Ma come mai la NASA sta propendendo verso la prima soluzione?

Probabilmente perché è l’unica che non provocherebbe ritardi.
Se nella STS-131 non si avesse tempo di ricavare una EVA aggiuntiva, una volta che i componenti sono sulla Stazione la EVA può essere eseguita dall’equipaggio, anche se non c’è una navetta ormeggiata…

Ricordiamoci che la NASA punta a chiudere la questione Shuttle con il 2010!

Quello che mi preoccupa è il comportamento di NODO e CUPOLA senza il sistema di raffreddamento… Bisognerà avere un sistema di climatizzazione che utilizzi solo il riscaldamento (anche solo avendo il sistema dormiente). In questi giorni staranno sicuramente pensando ai possibili scenari ed agli effetti.
Aldilà di quale decisione prenderanno, spero che la fretta non porti errori di cui si possano pentire in seguito

Se hanno valutato l’ipotesi credo che abbiano già stabilito che il modulo non dubirà danni a stare senza questo sistema ed infatti lo tengono spengo probabilmente perchè la “valutazione” è che si può lasciare lì a patto di non usarlo
Alla NASA sono solitamente molto prudenti e credo che prima di “scomettere” su qualche milione di dollari, valutino tutto il possibile. A riprova di questo il fatto che il danno si è verificato facendo i test a condizioni ben superiori a quelle nominali (pratica normale ovviamente)

Il riscaldamento non esiste nei moduli spaziali in LEO, ci pensano il sole e la terra :wink:
Il loop dell’ammoniaca serve per trasportare il calore verso i radiatori. All’interno il TCS ha un loop ad acqua che raffredda i vari equipaggiamenti collegati alle cold plate. Questo loop ad acqua poi passa il calore al loop dell’ammoniaca attraverso un interface heat exchanger, e l’ammoniaca porta il calore fino ai radiatori.

Se il modulo sta in Berthed Survival Mode, ovvero con tutti gli equipaggiamenti raffreddati ad acqua spenti, e senza ECLSS, non c’è bisogno di avere un sistema termico attivo. Il BSM (almeno così si chiama per Columbus) è un modo operativo accettato, e può essere mantenuto senza nessun limite di tempo. Semplicemente si chiude l’hatch e non si usa il modulo, ma si può stare così a tempo indeterminato…

Grazie Buzz…speravo proprio in un tuo intervento “informato”

Purtroppo (e sottolineo purtroppo, sigh) non conosco il loop termico dei moduli. Avevo sentito però che ci potrebbero essere problemi di “freezing” dei vetri di CUPOLA (anche se non ho ben capito cosa si intendesse per freezing, se formazione di ghiaccio o semplicemente il raggiungimento di una temperatura troppo bassa).
Quindi, se ho capito bene, non c’è bisogno di heater elettrici perché il sole e la Terra riscaldano sufficientemente i moduli. (anche se vorrei avere una conferma di questo, perché alcuni non considerano gli heater elettrici come sistema termico attivo)

Gli heater fanno parte del PTCS, ovvero del TCS passivo. Per TCS attivo si intende qualcosa che ha fluidi in movimento come mezzo di scambio di calore.
Per quanto riguarda nodo3, non ne sono sicuro, ma credo che gli heater si possano attivare anche se il modulo è in survival mode…

Da quel che mi pare di capire si è optato per portarlo su così e poi sostituire le linee?
Mi sono perso qualcosa?

Ma le componenti necessarie al completamento della connessione dovranno essere portate su via Progress(30 aprile) o STS-131 (20 marzo), giusto?

Credo di aver capito via STS…

STS-130.
Stanno costruendo a razzo i tubi flessibili, che verranno consegnati pochi giorni prima del decollo.

Oh, splendido! si è riusciti a trovare la soluzione migliore! :smile:

Grazie Faustod…mi ero perso questa cosa!
Bene così allora!