STS-133: Presentazione missione

E’ iniziata la preparazione anche della missione STS-133, ultima o penultima missione shuttle in ordine di calendario che verrà svolta il prossimo anno.
Il payload principale sarà un MPLM (quasi certamente Raffaello) e la ELC4 (Express Logistic Carrier) con un set di ricambi per la ISS.
La missione ha un obiettivo elevato in termini di payload e materiale da trasportare sulla ISS, tale da richiedere la nomina di un “tiger team” che possa trovare il modo di massimizzare il payload trasportabile verso la Stazione.
Per poter ottenere tale risultato sono stati analizzati alcuni requisiti fondamentali per la completa riuscita della missione, e in particolare lo svolgimento di una EVA, il trasporto di un MPLM o un PLM (la versione degli MPLM per la permanenza sulla ISS), 800lb circa di payload nel middeck, 25lb di ossigeno e considerando inoltre che questo sarà l’ultimo volo di Endeavour o Discovery (a seconda dell’ordine che sarà scelto per le ultime due missioni) e che le ricertificazioni per le eventuali modifiche alla navetta non dovranno essere troppo complesse.

Per ottenere le prestazioni richieste sono quindi state formulate una serie di proposte per poter raggiungere il limite imposto, queste sono state raggruppate i tre categorie, la prima è quella degli interventi facilmente applicabili:

  • Riduzione dell’equipaggio a 5 persone
  • Durata della missione a meno di 12 giorni
  • Rimozione di un set di serbatoi criogenici
  • Rimozione di un serbatoio di azoto
  • Rimozione della zavorra
  • Rimozione dei cablaggi per la ELC4

Poi ci sono gli interventi auspicabili ma che richiedono maggiore analisi:

  • Riduzione dell’altezza di rendezvous con la ISS
  • Rimozione dei pannelli dei radiatori anteriori dello shuttle
  • Deorbit Burn “multistage”

Infine altri interventi utili ma che richiederebbero interventi pesanti o ricertificazioni complesse:

  • Spinta degli SSME in ascesa aumentata dal 104,5% al 106%
  • Rimozione dei paracadute e del sistema video sui SRB

Il risultato finale dell’analisi del Tiger Team verrà reso noto a metà Luglio circa, successivamente le raccomandazioni fatte verranno incorporate al profilo di missione raggiungibile.
Se venissero accettate tutte le sole raccomandazioni più facilmente attuabili si passerebbe dal poter lanciare un MPLM carico al poter lanciare un PLM con 1450kg in più di payload.

La rimozione della zavorra comporterà anche una particolare procedura per lo spostamento dei carichi dalla stiva alla ISS, ovvero prima la ELC4 e in un secondo momento l’MPLM, in modo da avere sempre il centro di gravità nell’inviluppo consentito nel caso fosse necessaria un’evacuazione d’emergenza fra le due operazioni.

Sulla ELC4 sarà ospitato un set di ricambi per la ISS, dei quali anche un anello SARJ o un radiatore HRS.
Il payload dell’MPLM sarà composto da 2 “Utilization rack”, 3 “Resupply Stowage Platform” e 2 “Resupply Stowage Rack” e nel caso fosse un PLM da 2 ISPR al posto di parte del payload previsto dall’MPLM.

Nel middeck saranno inoltre ospitati due esperimenti “alimentati”, GLACIER e il Commercial Generic Bioprocessing Apparatus/National Lab Pathfinder e altri esperimenti “passivi”, MAUI, SEITE, SIMPLEX e RAMBO-2.

L’equipaggio non è ancora stato nominato e la decisione su quale delle due missioni verrà lanciata il 29 Luglio 2010 verrà presa nei prossimi mesi e comunque entro ottobre senza dover modificare il calendario dei lanci.

Speriamo ovviamente nel PLM!

Mi sembra molto ragionevole togliere i paracadute dagli SRB, essendo l’ultima missione non servirebbe riutilizzarli :slight_smile:

In cosa consiste?

Paolo Amoroso

Posso ipotizzare al posto di una singola accensione, più accensioni ottimizzate… ma tecnicamente non saprei di più…

Ardimentosa come missione, ma anche molto interessante.
Vista la necessità di portare quanto più materiale possibile e visto che attualmente sulla ISS ci sono sei membri di equipaggio, non sarebbe possibile ridurre ulteriormente l’equipaggio sullo Shuttle??
Ridurlo a quattro astronauti comporterebbe un aumento del carico e comunque le varie operazioni potrebbero essere compiute con l’ausilio dell’equipaggio della ISS. Non bisogna dimenticare che solo recentemente l’equipaggio della ISS è stato alzato a 6, mentre prima erano in 3; ci sarebbe quindi abbastanza personale per il completamento di ogni fase della missione. :ok_hand:

Probabilmente no, visto che ci sono già discussioni per ridurlo a 5.

Domanda tecnica, non rientrando “frenati” e quindi più velocemente non c’è pericolo che vadano ad impattare in un’area non prevista e protetta?

Non credo ci siano questi problemi, gli SRB comunque cadono più o meno sulla verticale con paracadute o no quindi la zona di impatto (mare aperto) rimane la stessa, semplicemente si distruggerebbero all’impatto forse rilasciando sostanze non proprio ecologiche…potrebbe essere questo il problema

Giusta la tua osservazione…

Ma consideravo all’effetto rotatorio che gli SRB hanno nella caduta e come documentato dai video.

Credo comunque che con i paracadute aperti, gli SRB siano più soggetti alle correnti dei venti…

Beh certo, con il paracadute sono più soggetti ai venti ma non credo rischino di finire sulla terra ferma…anzi credo che senza paracadute probabilmente seguiranno una traiettoria più rettilenea e perpendicolare al punto di separazione che dovrebbe essere come al solito in mezzo al mare

forse non mi spiego, o forse il mio quesito non esiste.
Il punto d’impatto attuale degi SRB è calcolato tenendo conto dell’ effetto dei paracadute. Ora senza questi arriverebbero prima ad impattare l’oceano, quindi fuori la “rotta” sin qui prevista.

Non ne sono certo, ma essendo una traiettoria balistica credo che aprendo o no i paracadute il punto di arrivo, non considerando i venti, sia lo stesso.

Anch’io sono dell’opinione di Albyz, senza paracadute semplicemente arrivano più veloci ad impattare la superficie del mare, ma il punti di impatto non cambia molto essendo traiettoria balistica e non “pilotata”
Unico appunto come diceva Luca sono i venti che a paracadute aperti possono influenzare un po’, ma non di molto credo

Con l’apertura dei paracadute , gli SRB sarebbero soggetti a dondolii vari e alle varie correnti d’aria che possono essere ascendenti o discendenti. Influenzano tanto anche eventuali venti caldi o freddi, a secondo della quota in cui si trovano e per vari fattori climatici.
Nel caso dovessero rientrare senza l’ausilio dei paracadute, il pto di impatto, rispetto alla normalità, si sposterebbe in modo molto “marcato”, poichè i due SRB sarebbero come dei sassi lanciati in aria.
In caso di recupero senza i paracadute, la traiettoria degli SRB continua ad essere balistica fino a quando non cessa la forza d’inerzia; differentemente, con l’intervento dei paracadute, cessa la traiettoria balistica e si procede con un ammaraggio controllato.

Per il brevetto da Paracadutista ho dovuto studiare venti , metereologia e fisica varia.

…allora dovresti sapere che la tua massa non è in alcun modo paragonabile a quella di un SRB, che la tua superficie al vento non è paragonabile a quella di un SRB e che la tua velocità di discesa non è paragonabile a quella di un SRB… risultato, un SRB con o senza paracadute cade probabilmente nella medesima zona di mare essendo l’apertura dei paracadute nell’ultima fase della discesa ed essendo in quel momento la velocità orizzontale già praticamente azzerata… (anche se probabilmente ininfluenti, mi pare d’aver precisato che non consideravo i venti)

Tenendo presente che gli SRB effettuano il distacco dall’ET a circa 45 000 m di altezza e che, sicuramente ,almeno 1 000 m prima dell’ammaraggio si aprono i paracadute, è certo che influenzano enormemente in merito alla zona di toccata.
A 1 000 m di quota il vento influenza ancora enormemente sugli SRB è quindi logico pensare che senza unloro utilizzo, la zona di impatto si sposterà, rispetto al consueto, di almeno 1 000 m.

Quando noi effettuavamo i lanci, da circa 1 000 m, per via dei venti, si rpoteva uscire dalla zona di atterraggio prestabilita di quasi 600-800 m; vuoi che un SRB in rientro incontrollato non vada fuori dalla zona “solita”?

Non condivido minimamente questa stima vista la velocità di discesa e la massa, ma tant’è…

Quando noi effettuavamo i lanci, da circa 1 000 m, per via dei venti, si rpoteva uscire dalla zona di atterraggio prestabilita di quasi 600-800 m; vuoi che un SRB in rientro incontrollato non vada fuori dalla zona "solita"?

La “solita zona” è un quadrato di 11x17km, non frega niente a nessuno se cadono 2km più in qui o 2km più in là… parlare di “altra zona di ammaraggio” significa parlare di centinaia di km più in qua o più in là… magari si avesse una precisione nell’ammaraggio di un centinaio di metri…
Ribadisco, il discorso esulava dai venti (che come mi sembra di constatare concordi nel dire che hanno importanza praticamente nulla sul luogo di impatto viste le scale in gioco) ma verteva sulla domanda se dei SRB con o senza paracadute avessero o meno lo stesso box di ammaraggio, il risultato è che molto probabilemente hanno la stessa zona di impatto.

Concordo con Albyz viste le dimensioni in gioco!
Poi, premettendo che non sono un paracadutista ma usando solo le mie poche conoscenze di fisica, mi sembra che ci sia una certa differenza sull’influenza che può avere il vento su una persona umana (anche se caricata con tutta l’attrezzatura per un lancio) che si lancia da un aereo (quindi ha ancora una certa velocità orizzontale) e un SRB con tutta la sua massa che arriva in caduta libera da diversi km (velocità orizzontale praticamente nulla)…aprono i paracadute alla stessa altezza, ma la situazione è completamente diversa