Su Focus Storia si parla di cosmonauti perduti

Scusate, ma mi sono perso qualcosa…
Se io ricevo una trasmissione SOS in Morse, devo sentire solo il segnale.
Non viene tramessa in fonia via microfono!
Se ho un microfono ed il relativo canale modulato è inutile che usi il martelletto Morse…
E se sono in una Vostok non direi che il modo migliore è portarsi dietro un tasto di quelli in legno da tavolo…

Ripeto, forse mi sono perso qualche cosa… :kissing_heart:

Ovviamente questo non prova alcunché. Il fatto che le prime capsule russe fossero equipaggiate con un trasmettitore telegrafico, di derivazione aeronautica, non significa che qualsiasi segnale di SOS, captato in morse, debba appartenere a loro.

Esatto. Il contrario pero’, sapere che NON lo avevano, avrebbe fatto la differenza.

Se ho un microfono ed il relativo canale modulato è inutile che usi il martelletto Morse...

Esatto. A meno che tu non ti voglia far sentire in tutti i modi alla tua portata.
Pero’ siamo, tanto per cambiare, nel campo delle supposizioni.

E se sono in una Vostok non direi che il modo migliore è portarsi dietro un tasto di quelli in legno da tavolo...

Beh, che fosse un tasto da tavolo non e’ certo.

Se avessi avuto un microfono audio aperto, non so voi, ma avrei gridato aiuto, non avrei registrato il tap tap del mio tasto che nel frattempo inviava cmq un segnale morse…
Questo ovviamnete se fossi stato talmente nel panico da usare l’inglese come lingua per l’SOS…

Ho forti dubbi che un cosmonauta russo, preso dal panico, avrebbe lanciato un SOS in codice morse ed in lingua inglese.
Per termine di paragone consiglio di ricordare quale fu il comportamento di Komarov durante lo sfortunato volo della Soyuz 1. Komarov chiaramente, e comprensibilmente, preso dal panico non usò MAI la lingua inglese per comunicare con il controllo missione.

Come detto, avrei anche parlato, o fatto altri rumori…
E ci sarebbe stato anche un segnale Morse “vero” su un’altra frequenza!

:slight_smile:

Mi devo fidare delle supposizioni di chi ha usato quelle apparecchiature…

O le supposizioni le possono solo fare loro? :wink:

Io ho seri dubbi che esistesse un cosmonauta che sapesse l’inglese…

Giusto, Archi.
Nella notte fra il 23 ed il 24 aprile 1967, Mario Del Rosario ascoltò e registrò la voce del cosmonauta Komarov, come da registrazione udibile sul sito di Focus.
Come è possibile ascoltare, Komarov si esprimeva in lingua russa… perchè i tecnici del controllo missione gli rispondevano !!!
Credo che il presunto cosmonauta, in orbita il 28 novembre del 1960, sia stato letteralmente abbandonato dai tecnici di controllo missione, visto che oramai le possibilità di farlo rientrare sulla Terra si erano ridotte a zero.
Ecco perchè il cosmonauta scelse il codice Morse e di inviare l’SOS in inglese.
Perchè aveva più possibilità che qualcuno lo ascoltasse.

Poi, se ascoltiamo la registrazione inquietante di Ludmila Serakovna, ci accorgiamo che anche in questo caso la presunta cosmonauta parla da sola, nel senso che nessuno, da Terra, gli risponde.

Mi spiace dissentire da te Luigi, ma i russi hanno (da sempre) strutturato le proprie missioni con un fortissimo controllo da parte del segmento di terra.
E’ letteralmente impensabile che il controllo missione, all’epoca letteralmente dominato dalla personalità di Korolev, abbandosse un cosmonauta in orbita, fosse pure per tenergli compagnia fino all’ultimo.

E’ una visione disumana e disumanizzante del popolo russoche non si accorda con il carattere dominante di tali genti molto emotivo ed emozionale.
Mi spiace ribadirlo ma non concordo e non apprezzo l’uscita.

Il controllo missione rimase “vicino” a Komarov durante tutti i momenti della missione, fino all’ultimo, anche quando avevano capito che le cose volgevano al peggio. Anzi, gli permisero persino di parlare con sua moglie in un ultimo, straziante, dialogo.

Che i russi non abbandonassero nessuno è provato da altri incidenti, non mortali, capitati nel corso delle missioni Soyuz. In tali occasioni il controllo missione non ha avuto nulla da invidiare a quello di Gene Kranz visto nel film “Apollo 13”.

Un ultima riflessione, se potete, guardate il video del recupero della Soyuz 11. Guardate con quanta lena, e quanta poca rassegnazione, la squadra di recupero cercò di rianimare i cosmonauti oramai morti.
Guardate quel video e ditemi se quelle persone avrebbero “abbandonato” qualcuno nello Spazio, per fargli gridare la sua rabbia e la sua disperazione addirittura in inglese…

Sta tornando di moda anche perchè è stato “rispolverato” l’incredibile operato del radioamatore ed appassionato d’astronautica Mario Del Rosario, un autentico “esperto delle onde radio”, rimasto in ombra per circa 45 anni.

Ma le registrazioni di Komarov non sono di origine sovietica?
Rimanendogli la sola radio VHF e non essendosi aperto il paracadute da 7000m forse oltrecortina eravamo fuori portata… :kissing_heart:

Piu’ che altro la cortina di ferro avrebbe agito da gabbia di Faraday…:wink:

Non sono un esperto in materia di “Lost cosmonauts”, le mie conoscenze non vanno oltre qualche trasmissione televisiva e quello che ho letto nel forum, ma vorrei dire anch’io le mie impressioni.
Dopo aver letto (in buona parte) i chilometrici post precedenti e aver ascoltato gli spezzoni audio dal sito di Focus, la prima cosa che mi viene da pensare è: tutto quì? Non c’è niente di meglio?
Quello che ho sentito sul sito di Focus mi fa venire ancora più dubbi di quelli che avevo già da prima. Partiamo dal (presunto) battito cardiaco di Laika: che cosa si sente effettivamente? Una serie di impulsi a intervalli regolari che non solo potrebbero essere qualsiasi cosa, ma mi sembrano anche troppo lenti (solo 65 bpm se la registrazione non è stata manipolata) per essere il polso di un cane, che hanno (in condizioni normali) frequenze molto più alte delle nostre. Aggiungiamo poi che la registrazione è stata effettuata quando secondo i russi la cagnetta era già morta…
Le altre registrazioni non sono migliori: i presunti rantoli dello Sputnik 7 immersi in un mare di rumore di fondo; l’“SOS a tutto il mondo” (in codice morse? in inglese?? e chi sperava che venisse a salvarlo???) con la sua meccanica orbitale di fantasia; la voce di Ludmilla (al rientro? in pieno black-out radio??) che parla con qualcuno (ma chi?) senza pronunciare neanche una frase che tolga ogni dubbio sulla provenienza orbitale della registrazione. Spero poi che l’originale sia di qualità migliore, perchè non occorre essere madrelingua russi per capire che con una registrazione così (e senza poter udire le risposte) è fin troppo facile scambiare una parola per un’altra e stravolgere il significato della conversazione.
Aggiungiamo poi al contesto generale la “nebbia” (come la chiama Artax) dei “dico-nondico”, dei “non-posso-dire”, come le frequenze mai rivelate; aggiungiamo l’impossibilità del programma parallelo “più-segreto-del-programma-segreto”; le palesi incongruenze nella meccanica celeste (come le capsule spedite in orbita alta per errore) e nel comportamento disumano del controllo di terra; aggiungiamo tutti gli altri dubbi senza risposta scritti nei thread precedenti.
No, per quanto mi riguarda, tutta la vicenda “Lost cosmonauts” non merita niente di più che l’appellativo di “leggenda metropolitana”, almeno finchè qualcuno (gli JC o altri) non mi tira fuori un bel coniglio dal cilindro.

Spock, credo che tu abbia magistralmente riassunto la posizione di quanti, come me, non credono assolutamente all’esistenza dei “Lost Cosmonauts”… :smiley:

Mi sono preso la briga di registrare gli spezzoni di Focus, e ho provato a tradurre quello in codice Morse. Volete sapere cosa risulta a me?
S-O-S–S-O-S–S-O-S (e fin qui ci siamo)
I-N-O-R-T-H-E-W-H-O-L-E-W-I
Il significato della frase mi è un tantino oscuro :stuck_out_tongue_winking_eye:
Forse sono semplicemente un pessimo marconista; qualcuno riesce a dare un’interpretazione sensata al messaggio? :kissing_heart:

Re: I-N-O-R… se metti insieme i due punti della “I” e il punto e linea della “N” e il punto linea punto della “R”: ne escono: tre punti della “S” finale di SOS, una linea “T” un punto.linea.punto che potrebbe essere stato un linea.linea.linea (infatti non sentiamo la portante, ma solo i battiti del tasto, quindi la durata del “tratto” nobn è chiaramente deducibile) e ci darebbero la lettera “O”, poi il seguito: "The whole w… e l’ultima “I” (due punti) potrebbe essere stata una “O” parziale (tre linee, ma sentendo solo il tasto e non la portante, la differenza di durate linea/punto resta male definita. In ogni caso, mi risulta che il segnale fu ripetuto più volte, per cui ogni dubbio potrebbe essere stato risolto ascoltando il resto della trasmissione.

E giustamente volendo provare delle teorie si mette solo lo spezzone piu’ incomprensibile…mah…

Non sono sicuro di aver capito bene. Innanzitutto premetto che ho fatto un errore: ad una analisi più attenta, la I finale sembra in realtà una linea, che potrebbe essere parte di una O. Non è del tutto vero infatti che si sentono solo gli impulsi e non la portante, perchè usando un analizzatore di spettro (io uso Audition) si trova un tono a 2770 Hz (con varie armoniche) fra gli impulsi che io interpreto come linee. La I finale è in realtà un impulso-impulso-tono-impulso-impulso, e il tono in mezzo ora mi suggerisce che il tutto sia una linea con gli impulsi iniziali e finali duplicati (il perchè lo ignoro). Il problema, è che anche ascoltando bene i toni delle prime quattro lettere (e ricordo che anche questi sono solo una mia personale interpretazione) non riesco a dare un’interpretazione diversa da I-N-O-R

…Non dimentichiamoci che i sovietici erano al corrente del fatto che gli statunitensi stavano spiando TUTTA la missione di Komarov.
Infatti, Winlow Peck dell’NSA (National Security Agency), dislocato in una base USAF in Turchia (precisamente ad Istambul), ascoltò tutti i dialoghi intercorsi tra Komarov ed i centri di controllo basati a terra (ascoltò e registrò anche l’ultimo comunicato di Aleksej Kosygin).

Grazie Spock e Capt. Archer per i vostri contributi tecnici, che finalmente arricchiscono la discussione con qualche elemento oggettivo.

Komarov non fu MAI preso dal panico.
Le ultime frasi, espresse con linguaggio incomprensibile, le indirizzò a Kosygin, ultimo interlocutore radiofonico della tragedia della Soyuz 1.