Tutto sulla missione di Juno su Giove

Michael, mi si è congelato il monitor. Adesso sembra un corpo nero a 20 K.

sicuramente più onesto, elegante e responsabile di molte altre forme, però dopo aver capito la struttura della cosa, mi lascia perplesso, anche se affascinato dal risultato.
però forse, non ho ancora capito a fondo la cosa. il mio, quindi, non può essere un giudizio.

si, ti ringrazio per gli esempi, aiutano senz’altro a dare una dimensione alla cosa. ma sa comunque tanto di showbusisness XD
anche se l’intento è quello di volersi rendere comprensibili e alla portata di tutti.
il problema è che queste non sono cose alla portata di tutti, e forse è meglio rispettare la difficoltà della materia piuttosto che spettacolarizzarla.

tornando nell’argomento, è stato bellissimo vedere quella ripresa velocizzata del moto celeste dei satelliti galileiani.
nel panel tenuto dagli scienziati coordinatori del progetto, ho sentito che il tempo reale era di una settantina di giorni!

ora, perdonatemi la banalità, e magari faciloneria, della domanda, ma rispetto alla missione rosetta, questa missione è stata più complessa per difficoltà di calcolo per l’inserzione in orbita? o altre difficoltà tecniche a cui non posso pensare?
io non so praticamente niente di queste materie, però sarei curioso di conoscerne di più.

Altri potranno risponderti con maggior cognizione di causa, ma credo che l’inserzione orbitale di Rosetta sia stata enormemente più difficile, per la bassissima gravità del nucleo della cometa, fra l’altro poco nota a priori. L’inserzione orbitale attorno a Giove è stata fatta più volte, e seppure sia sempre un momento rischioso della missione, credo avesse meno incognite. Rosetta è una missione unica.

Right, dire “scopi populistici” é meno corretto del dire “scopi demagogici”; peraltro anche Wiki evidenzia l’utilizzo improprio perché molto ricorrente. Ci sarebbe pure da cavillare che se il “popolo” utilizza comunemente il termine con un certo significato, alla fine é il popolo che vince sul dizionario. Ah, i meandri della lingua italiana…
Tornando all’opportunità o meno di traslare determinati effetti fisici in frequenza per riportarli dentro il (limitato) campo di percezione umana, probabilmente la differenza la fa l’utilità. Certo, uno scienziato potrà riconoscere nel file audio del campo magnetico di un corpo celeste il punto di Bow Shock o la variazione armonica di un campo polare; parlando però dell’uomo della strada o della simpaticissima “Sciùra Maria” che ascolta questo suono dal TG1, la domanda legittima é: che cosa avrà capito a livello di “divulgazione”? Io ricordo ancora quando tutti i media italiani (e mondiali) fecero udire la “voce” del sole, e durante un viaggio in treno nei miei infiniti tragitti roma-bologna-roma captai il dialogo: “Ma il sole ha una voce?” e l’edotta risposta del compagno di viaggio: “boh…” :grin: :grin:

A volte è difficile traslare sia il merito che le implicazioni di una teoria e/o scoperta scientifica nel linguaggio non tecnico dei non addetti ai lavori, siamo d’accordo, ma quella roba lì che ti lascia un filo perplesso si chiama divulgazione.
Nel caso specifico della “traduzione” delle letture del campo magnetico di Giove in suoni, si tratta di un modo per rendere “percepibile” ai sensi umani una forza della natura per la quale non abbiamo organi di senso specifici. Personalmente lo trovo un ottimo metodo per “sdoganare” il lavoro di un magnetometro all’'uomo della strada.
Bisognerebbe imhhhhho approciare certe cose con meno cinismo: sarebbe forse preferibile stampare e schiaffare in mano alla sciura Maria un tomo di tesi di laurea e papers sull’interazione del campo magnetico con il vento solare? Quelle cose li sono già a disposizione per chi ha una cultura adeguata. Quello che serve sono idee buone per divulgare cose complesse a chi viene bombardato dalle stronzate che si vedono sul web, social network in primis, dove fioriscono e dilagano teorie del complotto, macchine dal moto perpetuo, free energy, propulsione non newtoniana ecc ecc ecc.
Si poteva fare meglio? Non so e a mio personale parere è un’idea molto bella. Tu che proporresti come metodo di divulgazione efficace per uno strumento che non restituisce le classiche fotografie nella banda visibile?

Ah, grazie per l’info che mi mancava!
Anche cosí comunque anche al perigiovio (si dice così?), Giove ruota sotto la sonda più velocemente di quanto la sonda si muove rispetto a Giove

:clap: :clap: :clap: :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye: :stuck_out_tongue_winking_eye:

Vuoi una proposta circa un metodo di divulgazione più efficace? Il campo magnetico di Giove disegnato vicino alla farfallina di Belen :skull: :grin:(ovviamente ho voluto fare la battuta)

Inizialmente per rispondere ho pensato a Paco Lanciano, senonché lui con i suoi tavoli, marchingegni, magneti e robi vari fa in effetti la stessa cosa: traspone concetti a volte impalpabili su un piano più percepibile.

Hai ragione, e l’opera di Paco Lanciano è senz’altro più accurata e scientificamente attendibile. Ma, e qui sta il punto, un eventuale contributo alla “Paco Lanciano” resterebbe confinato per definizione a trasmissioni Tv già dedicate alla divulgazione scientifica, di per sé inaccessibili a chi non coltivi nel proprio animo un interesse - seppur remoto - alla materia. Ben vengano invece le rappresentazioni, necessariamente semplicistiche, che consentano anche alla Sciura Maria di turno di apprezzare e cogliere un frammento della conoscenza del nostro universo…

Ehm… no. E’ stata fatta una sola volta in precedenza (da Galileo) e mai da una traiettoria polare così stretta e a così alta velocità. In questo senso è una manovra mai eseguita prima anche se concettualmente non è niente di così sconvolgentemente nuovo: la massa di Giove è conosciuta con precisione assoluta e il suo pozzo di gravità è così profondo che basta un modestissimo DeltaV (siamo in questo caso nell’ordine dei 500 metri al secondo) per collocarsi in orbta attorno ad esso. E’ quindi corretto dire che la manovra di Rosetta sia stata di gran lunga (ma proprio ordini di grandezza) più difficile, a livello di meccanica orbitale.
Diverso il discorso se si contempla la manovra nel contesto dell’ambiente in cui è eseguita: le fasce di radiazione e il campo magnetico gioviano sono così intensi che, ricordiamolo, quasi i Pioneer furono fritti e la stessa Galileo subì gravissime avarie, seppure a seguito di esposizioni ripetute. Quindi l’eventualità di un guasto nel momento topico era forse più elevata di quella che ci si poteva aspettare da Rosetta o da altre missioni (sebbene la traiettoria sia stata accuratamente studiata in modo da avere un periastro ben sotto la quota in cui si intensificano le fasce di radiazione). In questo senso senz’altro la manovra è stata “complicata”.

Nel complesso comunque si, le affermazioni del team secondo cui questa è stata “la manovra più difficile mai tentata dalla NASA” sono IMHO un pochino esagerate :stuck_out_tongue_winking_eye:

Grazie Andrew per la precisazione.

Beh, ma la NASA non ha orbitato Rosetta e non ha fatto atterrare Philae! :ok_hand: e nemmeno fatto atterrare Rosetta, come si farà a settembre. E non ho detto “accometare”.

Ciò nondimeno, non credo che la palma della manovra più complessa anche solo in ambito NASA spetti a Juno.
Anche solo restando a Giove, l’invio della capsula di Galileo e la sua sopravvivenza all’impatto con l’atmosfera gioviana sono ancora più straordinari considerando che non si era mai tentato niente del genere (e non è stato più tentato da allora un ingresso atmosferico così “brutale”). Lo stesso “recupero” della Galileo che sembrava condannata dopo il mancato dispiegamento dell’antenna principale è stato, a suo modo, una “manovra” che ha del miracoloso.

Juno e ancor più Galileo, che dir si voglia, dimostrano l’eccezionale capacità di pianificazione, e nel secondo caso addirittura di resilienza, raggiunta dalle agenzie coinvolte nei rispettivi programmi. Per tutti i profani come il sottoscritto dovrebbero costituire il migliore esempio di come siano ampiamenti giustificati i fondi spesi nella preparazione di queste missioni :clap:

Se ricordo bene, l’antenna di Galileo non si aprì mai, se non parzialmente e comunque in modo che non fu usabile. Le comunicazioni avvennero a bassa velocità usando l’antenna a basso guadagno.

Ricordi bene: l’antenna andò in avaria ben prima del raggiungimento di Giove. Non si aprì probabilmente per il disseccamento del lubrificante dovuto al lungo periodo di storage a terra della sonda per via del lungo rinvio del lancio, causato dal disastro del Challenger.

Per recuperare la missione dovettero inventarsi tutto un nuovo algoritmo di compressione di dati e immagini nonché un uso estremamente intensivo e spregiudicato del registratore a nastro per salvare i dati e ritrasmetterli poi con calma (con la grande antenna ad alto guadagno, larga quasi cinque metri, sarebbe invece stato possibile trasmetterli quasi in tempo reale senza un uso intensivo del registratore).
Portarono l’hardware e il software ai limiti e salvarono la missione, anche se ovviamente un danno ci fu, soprattutto nella quantità di immagini raccolte (scattò più foto Cassini nel suo fly-by in rotta per Saturno di Galileo in tutta la sua missione).